09:19 – 21/09/09 – Convocazioni docenti disertate: Formigoni vuole l’albo lombardo

Prof di sostegno – Quattromila convocazioni per gli insegnanti di sostegno in Lombardia. Rispondono in un centinaio soltanto.Il segretario Cisl Scuola Bergamo D’Acunzo spiega perché.

Quattromila convocazioni per gli insegnanti di sostegno in Lombardia. Rispondono in un centinaio soltanto. E al governatore Roberto Formigoni questa situazione non piace per nulla, così chiede formalmente al ministro Maria Stella Gelmini il via libera per sperimentare già dal prossimo anno l’albo regionale dei prof che consentirebbe di “scavalcare” le graduatorie romane: una sorta di federalismo della scuola.

Ma cosa è successo solo sabato scorso quando il provveditorato lombardo ha convocato ben quattromila persone per assegnare le cattedre del sostetgno e si sono presentati in cento?

Lo spiega Vincenzo d’Acunzo, segretario bergamasco della Cisl Scuola: “Il fatto è che agli insegnanti del Sud non conviene oggi come oggi accettare questo tipo di cattedre al Nord, visto che possono contare su una quota di stipendio assegnata dallo Stato per la disoccupazione e su un’altra quota assegnata dalla Regione, per un totale che arriva fino al 90 per cento, senza muoversi da casa”.

Quindi i prof non si spostano: questo comporterà problemi alle scuole lombarde e a quelle bergamasche? “Nei prossimi giorni saranno i presidi a nominare i prof di sostegno, scegliendoli dai precari della terza fascia, che hanno le competenze ma non sono abilitati. Quindi per la scuola non ci saranno problemi, per questi insegnanti invece sì perché la politica (e con politica intendo i governi, non solo l’ultimo, anche quelli precedenti) non ha saputo e non sa come muoversi per dare loro l’abilitazione, non ha costruito un percorso per questi insegnanti che in Bergamasca sono almeno duemila”.

Fonte: Bergamo News.

12:40 – 29/07/09 – La Lega: test di dialetto per i professori.

Dialetti dItalia
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Per il Carroccio i docenti devono conoscere la cultura della regione.

“La maggior parte dei professori in servizio al nord è meridionale”

E’ scontro e la riforma si blocca

Fini: “Valutare nel pieno rispetto dei principi fondamentali della Costituzione”

ROMA – I titoli di studio? “Non garantiscono un’omogeneità di fondo e spesso risultano comprati. Pertanto non costituiscono una garanzia sull’adeguatezza dell’insegnante”. Piuttosto, per gli aspiranti prof sarà decisiva “la conoscenze della lingua, della tradizione e della storia delle regioni dove si intende insegnare”, perché “non è possibile che la maggior parte dei professori che insegna al nord sia meridionale”. La Lega, insomma, ci riprova. Con la deputata Paola Goisis che chiede che i criteri “padani” di selezione degli insegnanti vengano inseriti nella riforma della scuola ora all’esame della commissione Cultura della Camera.

Ma il resto della maggioranza non sembra essere d’accordo. E scatta il braccio di ferro tra il Pdl e il Carroccio. Il presidente della commissione, Valentina Aprea (Pdl), sospende il comitato ristretto e chiama in causa direttamente alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La Lega si oppone. E la riforma, per il momento, si blocca. Con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ammonisce: “Durante l’esame della riforma la prima commissione e l’aula valutino il pieno e totale rispetto dei principi fondamentali della nostra carta costituzionale. Si tratta di questione che non può essere opinabile ma che deve essere soltanto riferita a quel che c’è scritto nella Carta”.

“Noi avevamo presentato una proposta di legge di riforma della scuola – dice la Goisis – Ma questa non è stata condivisa da tutta la maggioranza. Così abbiamo chiesto che ne venisse recepita almeno una parte nel testo unificato all’esame della Commissione Cultura. Abbiamo rinunciato a tutto, tranne che a un punto sul quale insisteremo fino alla fine: ci dovrà essere un albo regionale al quale potranno iscriversi tutti i professori che vogliono. Ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell’insegnante”.

Il capogruppo del Pd in commissione Cultura, Manuela Ghizzoni, critica l’atteggiamento del centrodestra: “Stupisce veramente la profonda spaccatura – sottolinea – L’istruzione è un tema troppo serio e non può divenire oggetto di pericolose incursioni ideologiche dal sapore tutto nordista”.

Fonte: http://metalmeccanico.blogspot.com/2009/07/bossi-e-la-cricca-padana-interrogano-i.html