20:07 – 15/11/09 – Libro di Testo Open Source? Sì, Grazie!

Autosufficienza contro tutte le crisi...
Autosufficienza contro tutte le crisi...

Intervista di Davide Suraci al Dirigente Scolastico dell'ITIS-LST “Majorana” di Brindisi, Prof. Salvatore Giuliano.

1) Quali sono state le motivazioni che vi hanno incoraggiato a seguire l'idea del libro open source?

Essenzialmente di natura didattica. Abbiamo voluto consegnare ai nostri alunni strumenti didattici, quali sono i fascicoli del book in progress che avessero il linguaggio della didattica. Più vicino agli alunni in modo tale da migliorarne gli apprendimenti.

2) Quali ostacoli di ordine burocratico-amministrativo avete dovuto affrontare per allestire un'editoria auto-prodotta?

Non abbiamo incontrato particolari ostacoli burocratici. Abbiamo applicato la normativa vigente in merito alle adozioni dei libri di testo. La Circolare Ministeriale 16/2009 prevede tale possibilità. Per il resto abbiamo seguito l'iter procedurale che normalmente si segue per le adozioni. Il Collegio dei Docenti ha deliberato di adottare per le prime classi il book in progress. Abbiamo registrato il nome e le opere prodotte alla SIAE. Successivamente abbiamo provveduto a dotarci di una stampante laser ad alta capacità di stampa e di una macchina per fascicolare. In questi giorni arriveranno nuove attrezzature che ci consentiranno di stampare e rilegare il book in progress con qualità tipografica e con bassi consumi energetici e bassissimo impatto ambientale. Con tecnica di stampa ad inchiostro solido a cera ridurremo i consumi energetici e l'impatto ambientale del 90% rispetto alla stampa con tecnologia laser.

3) Quanto è stata decisiva la collaborazione editoriale (totale o parziale?) degli insegnanti del suo Istituto-Liceo sotto l'aspetto dei contenuti?

Fondamentale!!! I docenti, organizzati per comitati scientifici hanno scritto i contenuti del book in progress per le seguenti discipline: italiano, storia, geografia, matematica, chimica, diritto ed economia per le prime classi dell'industriale e del liceo scientifico tecnologico.

4) I contenuti elaborati possono circolare liberamente in rete e, se sì, che tipo di licenza d'uso è prevista per essi?

Abbiamo già creato una rete che coinvolge scuole di ogni regione d'italia. Sul nostro sito, www.majoranabrindisi.it, esiste una piattaforma, alla quale, previa registrazione i docenti possono collaborare e confrontarsi al fine di migliorare quanto da noi fatto. I contenuti del book in progress diventano condivisi e ogni docente può, se lo ritiene, proporne l'adozione nella propria scuola. Non esistono diritti d'autore.

5) Le dispense da voi realizzate prevedono un rientro economico che permetta la continuazione del servizio?

Con il versamento del contributo di 25 euro da parte degli alunni e con fondi propri e con finanziamenti specifici continueremo la scrittura e la stampa del book in progress. Aziende che operano nel settore della stampa digitale e del dopo stampa ci hanno riservato una scontistica particolare. Non occorrono “camionate di euro” per realizzare e stampare il book in progress. Occorre buona volontà.

6) I vs testi open source vengono stampati dalla scuola oppure gli studenti provvedono in modo autonomo alla stampa?

Stampiamo tutto al nostro interno. Non possiamo trasferire alle famiglie il costo per la stampa del book in progress per diversi motivi: dotazioni si stampante non sempre presente in casa, costi di stampa elevati per le stampanti ad uso domestico, costi e difficoltà per rilegare i fascicoli.


7) Avete potuto fruire di finanziamenti europei al progetto oppure si è trattato di un'iniziativa basata esclusivamente sull'autosufficienza?

Nessun finanziamento specifico è stato erogato per il book in progress. Solo il contributo di 25 euro delle famiglie (copre circa la metà dei costi) ed il resto lo abbiamo finanziato con fondi propri della scuola.

8) Si può, secondo lei, sostituire (o no) completamente il tradizionale libro di testo e perché?

Il book in progress è un libro di testo. Nella nostra scuola abbiamo adottato il book in progress. Le motivazioni a nostro avviso sono diverse, oltre a quella descritta nella risposta alla prima domanda vi è una motivazione ancor più forte: valorizza il personale docente.

9) Nel caso di una sostituzione totale del libro di testo con l'innovativa editoria open-source, come dovrebbero essere organizzati/strutturati i contenuti dell'apprendere?

I contenuti del book in progress sono elaborati da docenti. Nel book in progress si trova l'esperienza pluriennale di chi per professione e per amore ha il compito di educare e trasmettere contenuti. A nostro avviso occorre avere gradualità nel trasmettere i contenuti. Molti alunni finiscono per abbandonare gli studi, proprio perché gli si chiede troppo e troppo presto.

10) Gli studenti hanno collaborato materialmente (come think-tank) all'elaborazione dei contenuti degli e-book? Se sì, potrebbe spiegare il perché e con quali vantaggi per la comunità scolastica?

Nel book in progress è previsto l'apporto degli alunni ed anche delle famiglie. Ad esempio, fanno parte del book in progress i migliori prodotti elaborati dagli alunni. Una cosa molto bella è il cosiddetto book delle curiosità. Un elenco delle domande effettuate quotidianamente dagli alunni e spiegate con rigore scientifico dai docenti. Qualche esempio: Come funziona l'airbag, perché le lenti da vista fotocromatiche cambiano colore?. Perché non si può fare un uovo sodo sul Monte Bianco?..ecc… Domande che, quotidianamente tutti gli alunni rivolgono ai docenti ed alle quale i docenti di ogni scuola d'Italia rispondono attratti dalla curiosità che traspare dai volti e dagli occhi dei “nostri ragazzi”, curiosità e passione che stanno alla base di ogni processo di apprendimento. Credo che il book in progress sia proprio questo: amore per l'insegnamento.

Bibliografia consigliata:

13:21 – 21/09/09 – Lavagne Multimediali ? Perché spendere tanti soldi …. (quando ce ne sono pochi, molto pochi)

Lavagne Interattive Multimediali
Lavagne Interattive Multimediali

Un collega della scuola “Iqbal Masih” – 126° Circolo di Roma scrive
:

Per la nostra scuola non ci sono soldi, ci viene ripetuto costantemente.

Non ci sono soldi per le supplenze, non ci sono soldi per i progetti, non ci sono soldi per la minima iniziativa di miglioramento dell’offerta formativa, non ci sono i soldi per la carta igienica e il sapone (ma questi non ci sono mai stati).

In compenso, stiamo per essere inondati dalle LIM, dalle Lavagne Interattive Multimediali, che cominceranno presto a essere distribuite nelle scuole secondarie di primo grado e nelle scuole superiori.

Dal sito della Pubblica Istruzione:

“…Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con un investimento di 20 milioni di euro, mette a disposizione delle scuole secondarie di primo grado 10.000 Lavagne interattive multimediali (Lim). … Verrà potenziata la dotazione informatica delle scuole. Lavagne digitali, pc portatili e fondi per acquisire contenuti digitali verranno dati, a partire dal mese di dicembre 2008, a 1.180 scuole (il 10% degli istituti scolastici principali). Nel mese di dicembre 2009 il progetto verrà attivato in 4.180 scuole (il 40% degli istituti scolastici principali). Le scuole potranno così sviluppare contenuti didattici digitali, fruirne in rete e utilizzare strumenti di collaborazione come blog, wiki e videoconferenze. ….”

Ma se non c’è un euro per la banale gestione del quotidiano, che senso ha prevedere un investimento così massiccio in un progetto estremamente sofisticato e leggermente utopico?

Se a me manca il pane quotidiano, decisamente non vado a investire tutti i miei risparmi a Vienna in una costosa torta Sacher. Oppure no?

Ma accantoniamo per un attimo i tanti dubbi che il progetto LIM ministeriale porta con sè.

Diamo per scontato che il progetto abbia un senso, che la scuola italiana sia matura per un’ipotesi di lavoro su queste basi, e che ci sia un gran numero di docenti disposti a organizzare le loro lezioni con l’ausilio di un computer, un videoproiettore e una penna virtuale all’infrarosso.

Anche in questo caso, la scelta del Ministero di spendere 20 milioni di euro per migliaia di set completi è estremamente discutibile.

È possibile oggi realizzare lavagne multimediali a costi estremamente contenuti, utilizzando i computer e i videoproiettori già esistenti in molte delle scuole italiane, e investendo non più di 50 euro per l’acquisto dei due unici accessori aggiuntivi che sono necessari: un videocomando del Nintendo WII (meno di 40 euro) e una penna all’infrarosso (meno di 10 euro). Chi scrive ha realizzato personalmente una LIM con queste modalità, impegnando un pomeriggio di lavoro e spendendo 44,50 euro.

Per i lettori interessati a saperne di più, qui sotto sono elencati alcuni indirizzi internet molto utili.

Fonte: Scuola “Iqbal Masih” 126° Circolo – Roma.