18:24 – 28/11/10 – Scuola: Quando Movimento fa Rima con Sgomento

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Cosa dicono i Grillini bolognesi sulla vicenda…

La collega Monica Fontanelli scrive:

Alle scorse elezioni comunali di Bologna e alle regionali ho votato il Movimento 5 Stelle. Leggo i post di Grillo da anni, e ho visto nel Movimento una speranza per il nostro Paese. La scorsa primavera ho deciso di partecipare attivamente alle riunioni dello stesso. Avevo ovviamente letto il programma nazionale  e ne condividevo i contenuti. Sono insegnante e mi interessano molto quelli inerenti alla scuola. Ci lavoro da quasi 30 anni e la demolizione della  scuola pubblica portata avanti dalla Gelmini, la circolare Limina in Emilia Romagna che invitava i dirigenti scolastici ad assumere provvedimenti disciplinari nei confronti degli insegnanti che avessero preso posizioni pubbliche critiche nei confronti della Riforma, la situazione sempre più drammatica del nostro Paese con la crisi economica affrontata con i tagli allo Stato sociale, hanno suscitato in me la necessità di assumere un impegno civile diretto .

Entrata nel Movimento ho organizzato il gruppo scuola, ho partecipato alle manifestazioni di protesta contro la riforma, convinta che il Movimento ne condividesse i contenuti. Come gruppo scuola, del quale ero la coordinatrice, abbiamo presentato un documento nel quale è stata analizzata l'attuale situazione della scuola pubblica e si chiedeva al Movimento di assumere una posizione chiara rispetto alla politica scolastica del Governo. Pochi e chiari principi: difesa della Scuola pubblica e conseguente NO alla riforma, laicità dello Stato e conseguente richiesta di abolire i finanziamenti alla scuola privata. Abbiamo chiesto  al Movimento di approvarlo. Non è stato possibile.  La risposta del Movimento è stata l'ostracismo. Di scuola non se ne parla o, se si è costretti a farlo, comunque non si assume una posizione, perchè all'interno del Movimento le posizioni sono diverse, inconciliabili e, per non allontanare nessuno, meglio far finta di niente, meglio discutere di cose più semplici. Il Movimento nei fatti non assume alcuna posizione sulla riforma della scuola, come non ne assume su moltissimi argomenti che riguardano il sociale e le politiche economiche di chi ci governa.

Poco per volta mi sono resa conto che il Movimento non è ciò che viene descritto da Beppe Grillo: il programma nazionale e lo stesso nome di Beppe servono  solo come specchietto per le allodole, per attirare i voti di chi non ne può più dell'attuale classe politica, dei suoi privilegi e della sua incapacità di dare risposte credibili ai problemi del Paese. Il Movimento è eterogeneo, composto da persone che cavalcano la tigre della protesta e che affrontano solo  argomenti facili sui quali convergere. Quando si parla di piste ciclabili, o di spazi verdi nella città, o di diminuzione dei costi della politica, di raccolta differenziata, di nucleare …. è facile trovare una convergenza di idee e di proposte. Diverso invece è assumere posizioni politiche rispetto alla riforma Gelmini, al finanziamento alla scuola privata, alla laicità dello Stato, ai diritti delle coppie di fatto, alla legge 194 sull'aborto, al problema ormai drammatico della casa, del precariato, all'accordo di Pomigliano, che non è un fatto isolato nel Paese, ma rappresenta il tentativo di togliere sempre più tutele ai lavoratori in tutto il Paese. Su queste e altre problematiche il Movimento non è in grado di prendere una posizione, perché al suo interno ci sono persone con idee  spesso contrapposte: vi sono conservatori e orfani della sinistra, laici e cattolici integralisti, uniti nella protesta, nei facili luoghi comuni, ma incapaci di avere un progetto realistico e coerente di più ampio respiro. Uno dei loro motti preferiti è che non sono un partito, non sono una casta. A mio modo di vedere sono molto peggio: uno vale uno è in realtà solo uno slogan. Nelle assemblee si decidono solo alcuni aspetti, per lo più organizzativi, per il resto c'è un'oligarchia che decide per tutti: sono gli eletti e i loro stretti collaboratori.  In questi mesi trascorsi nel gruppo  l'assemblea non ha deciso nulla di rilevante dal punto di vista politico. Sono gli eletti Favia e De Franceschi che assumono in totale autonomia qualsiasi decisione politica a nome del Movimento.

Quando ho chiesto di discutere in assemblea di alcune problematiche, come il finanziamento dato alla fine di luglio dalla Commissaria Cancellieri alle scuole private a Bologna,  l'adesione alla manifestazione in difesa della scuola pubblica indetta a Reggio Emilia il nove ottobre scorso, la discussione sull'eventuale nomina alla presidenza della Commissione Pari Opportunità in Regione di Silvia Noè, l'accordo di Pomigliano e la necessità di assumere una posizione politica in difesa dei lavoratori, non ho mai ricevuto risposta. Formalmente non rispondono, lasciano decadere, non ne parlano, così possono fingere di essere tutti d'accordo, così possono coesistere nel movimento posizioni spesso contrapposte, intanto gli eletti decidono per tutti, perché  loro sono i portavoce del Movimento.  Bell'esempio di democrazia!  Ieri sera l'ultima farsa: i Consiglieri Regionali in assemblea pubblica hanno presentato un bilancio politico ed economico dei primi sei mesi  in Regione, hanno rimesso il proprio mandato nelle mani dei cittadini, quindi c'è stata una votazione  al fine di confermare o meno la fiducia a Favia e a De Franceschi.

Nessuna possibilità di porre domande ai Consiglieri, di discutere veramente su ciò che è stato o non è stato fatto. Una votazione plebiscitaria, ad alzata di mano, nella peggiore tradizione dei   peggiori partiti. Uno spot di propaganda, non uno strumento di democrazia, una trasparenza di facciata.  Un'autoesaltazione del proprio operato e una continua denigrazione di ciò che fanno tutti gli altri, questo è stato, in una povertà di contenuti  e progetti  reali davvero impressionante.

Stupefacente scoprire, tra l'altro, che  il denaro proveniente dagli stipendi regionali dei Consiglieri ( l'Assemblea ha deciso per loro un compenso di 2500 euro mensili ) non viene gestito dal Movimento stesso, ma dai Consiglieri che trattengono l'importo dovuto nei loro conti correnti personali! E questo sarebbe un approccio nuovo alla politica?

Per non parlare della chiusura totale che mostrano rispetto a tutte le altre realtà culturali presenti a Bologna. Nessun confronto e nessuna alleanza, questo a prescindere da possibili convergenze, perché solo loro sono portatori della verità grillina. Intanto, per le prossime comunali questo Movimento così aperto alla società civile, così diverso dagli altri partiti avrà un candidato sindaco alle prossime amministrative  autocandidatosi e scelto da chi? Dagli elettori che lo indicano in base ad un programma? No, scelto nel chiuso dell'assemblea degli attivi, e solo da chi risulta essere attivo alla data del 30 settembre 2010, scelto quindi da poche persone nella peggior tradizione dei partiti. Criticano i partiti, non accorgendosi però di essere ancor peggio degli stessi, perché non vi è alcuna reale democrazia all'interno. E chi osa far presente certe incoerenze viene visto immediatamente come un nemico, qualcuno da isolare. E così vanno avanti senza prendere mai alcuna posizione chiara, convinti come sono che tanto saranno premiati elettoralmente in ogni caso: gli elettori voteranno sulla base di quello che dice a livello nazionale Grillo, il voto di protesta continuerà ad esserci e solo questo conta. Lo stesso atteggiamento in fondo che ha la Lega: parlare facile, per slogan comprensibili ed efficaci, nient'altro.  Far credere che vi sia un programma nazionale condiviso, far credere che il movimento rappresenti una novità, una possibilità di riscatto del Paese,parlare alla pancia delle persone, glissare su tematiche qualificanti perché una posizione chiara allontanerebbe qualcuno: l'importante è prendere voti da tutti, da destra e da sinistra perché loro sono sopra  volano alti. Parole prive di un reale significato, solo vuoti slogan di propaganda: come la Lega appunto.

Povertà culturale, intellettuale, politica. Inaccettabile quando da movimento di protesta si decide di entrare nelle Istituzioni, si decide di proporsi come forza che deve amministrare le città, le regioni e forse domani il Paese.  Per farlo bisogna avere delle idee, occorre avere il coraggio di assumere posizioni politiche, di fare scelte chiare, condivise non solo dagli eletti ma dal Movimento intero e soprattutto uscire dalla facile ottica della protesta e degli slogan ad effetto, occorre  occuparsi dei problemi reali dei cittadini e prendere posizioni chiare esponendo le proprie idee e cercando di aumentare il consenso per questo  più' che per le invettive contro gli altri.

Per questi motivi lascio il Movimento, per la mancanza totale di democrazia all'interno, per la povertà di contenuti. Lascio il Movimento perché non voglio rendermi complice dell'inganno che stanno perpetuando  verso gli elettori : a parole sostengono il programma nazionale di Grillo, nei fatti approfittano del suo carisma per ottenere facili voti di protesta ed iniziare la propria personale scalata alle Istituzioni. Non ci sto. I partiti non mi piacciono, ma il Movimento non è ciò che appare: non c'è democrazia all'interno, non ci sono idee che non siano quelle facili e scontate che la stragrande maggioranza delle persone può condividere, non c'è un progetto serio di società, solo slogan.

Un Movimento a parole di tutti, nei fatti solo di pochi.

Monica Fontanelli

Cosa dicono i Grillini bolognesi sulla vicenda…

13:33 – 17/03/10 – Mozione del Cd dell'ITIS Severi di Padova sul riordino della scuola superiore…

Mozione del Collegio Docenti dell’I.T.I.S. F. Severi di Padova sul riordino della scuola superiore

di Carlo Salmaso

Il Collegio dei Docenti dell’I.T.I.S. F. Severi di Padova riunitosi il 9 marzo 2010-03-09

considerato che:

· le bozze dei Regolamenti dei Licei e degli Istituti Tecnici sono state pubblicate il 23 febbraio 2010, solo tre giorni prima della data di inizio delle iscrizioni;

· ciò impedisce al Collegio dei Docenti e al Consiglio di Istituto di elaborare e approvare un nuovo Piano dell’Offerta Formativa credibile, con le procedure e i tempi previsti dagli articoli 3 e 8 del DPR sull’Autonomia, n. 275 del 1999, fonte normativa citata dagli stessi schemi di regolamento, che nessuna scuola può permettersi di eludere o violare;

· conseguentemente, agli studenti e ai loro genitori, all’atto delle iscrizioni, mancano le informazioni essenziali e complete che permettono di adottare scelte consapevoli, come previsto dall’articolo 13, comma 11, e dall’articolo 8, comma 3, delle stesse bozze dei regolamenti dei Licei e degli Istituti Tecnici;

· la riduzione a 32 ore e il taglio delle discipline che ne deriva, a partire dall’anno scolastico 2010/11, per le seconde, terze e quarte classi degli Istituti Tecnici, i cui studenti verranno iscritti d’ufficio, comporta la palese violazione non solo della scelta del POF già adottata al momento dell’iscrizione in prima, ma anche dell’articolo 8 del DPR sull’Autonomia, n. 275 del 1999;

· dei futuri percorsi degli Istituti Tecnici e dei Licei non sono ancora conosciuti gli obiettivi e i contenuti delle diverse discipline, ma sono stati pubblicati solo i semplici quadri orari, che non sono sufficienti;

· i nuovi indirizzi sono stati assegnati dal Ministero alle scuole in modo “automatico” e pubblicati solo l’1 marzo 2010, la Regione Veneto li ha a sua volta modificati in modo “automatico” il giorno 2 marzo 2010 senza dare ai singoli Istituti l’opportunità di presentare le proprie proposte motivate;

· i Regolamenti non sono ancora definitivi, sono privi del visto della Corte dei Conti e non sono stati firmati dal Presidente della Repubblica; essi non sono ancora ufficialmente in vigore, perché non ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, cosa che avverrà probabilmente tra un mese, paradossalmente in prossimità o addirittura dopo la scadenza delle iscrizioni, prevista per il 26 marzo e già rinviata due volte: pertanto qualsiasi decisione adottata prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è prematura e illegittima;

· la stessa Circolare Ministeriale sulle iscrizioni è, come minimo, irregolare: è stata pubblicata il 18 febbraio 2010, afferma che le famiglie possono scegliere una delle diverse tipologie di istituto previste dai regolamenti e dalla programmazione regionale dell’offerta formativa, regolamenti pubblicati solo 5 giorni dopo, il 23 febbraio, che non sono né definitivi né in vigore, mentre la programmazione regionale deliberata il 2 marzo 2010 risulta compilata in modo affrettato e, in parte, errato: conseguentemente non è possibile un avvio regolare delle iscrizioni;

· i docenti, mai interpellati sui nuovi percorsi didattici, che sono di loro specifica competenza e richiedono adeguati tempi di elaborazione e proposta, non possono assumersi la responsabilità di eseguire in modo approssimativo provvedimenti decisi solo dal governo, fuori tempo massimo, e ufficialmente ignoti fino al 23 febbraio;

· le bozze dei regolamenti sono figlie della Legge 133/2008 e dei suoi pesanti tagli alle risorse essenziali e agli organici della Scuola Pubblica e quindi sarà impossibile per il nostro istituto ottenere l’assegnazione di docenti per eventuali operazioni che sfruttino la flessibilità didattica citata dai regolamenti stessi

dichiara

che non può e non deve deliberare alcuna applicazione di una riforma dei Licei e degli Istituti Tecnici incompleta, non definitiva e non ancora entrata in vigore;

invita

il Consiglio di Istituto, ai sensi del DPR 275/99, a valutare la possibilità di presentare ricorso contro l’assegnazione degli indirizzi prevista dal Ministero e modificata dalla Provincia e dalla Regione.

Padova, 9 marzo 2010

Approvata all’unanimità, con due astensioni

13:27 – 02/03/10 – Mozione Collegio Docenti ITIS 'G.B. Pininfarina' di Moncalieri (TO)

Altro esempio di boicottaggio: Mozione del Collegio Docenti dell’ITIS G.B. Pininfarina di Moncalieri (TO).

Al Ministero dell’Istruzione

All’Ufficio Scolastico Regionale

I docenti dell’ITIS, riuniti in collegio il giorno 3 febbraio 2010, a distanza di un anno tornano in questa sede ad esprimere il profondo allarme e la grave preoccupazione sulla situazione della scuola pubblica e in particolare dell’istruzione tecnica.

Le annunciate riduzioni di risorse economiche e di personale dello scorso anno scolastico si sono trasformate in realtà che stanno portando alla riduzione dell’offerta formativa e alla dequalificazione della scuola pubblica, senza nulla cogliere dalle osservazioni e dalla protesta di chi nella scuola vive e lavora.

Non può sfuggire la contraddizione nelle dichiarazioni propagandistiche ministeriali, che divulgano come miglioramento ed innovazione quelle misure di razionalizzazione contenute nei provvedimenti: la pesante riduzione del personale legata alle leggi 133/08 e 169/08; la riduzione con surrettizie alchimie contabili dei Fondi di Istituto necessari per la qualità dell’offerta formativa; l’azzeramento o quasi dei fondi per le supplenze e la diminuzione ai minimi termini delle risorse per il funzionamento delle scuole delineano in concreto una esclusiva volontà di risparmio.

Anche sulla riforma dell’istituto tecnico il Ministero dimostra di ritenere fondamentale il rispetto delle scadenze e del modello che si è prefissato, piuttosto che di cogliere l’importanza di un processo di confronto con il personale della scuola sui percorsi, sull’importanza delle attività laboratoriali, sui programmi e sugli orari.

Ancora una volta si risponde alla difficoltà di capire la fisionomia di un nuovo percorso di studi, peraltro non ancora ufficiale, con un vuoto slittamento delle iscrizioni oltre ragionevoli termini.

In questo clima di estrema incertezza, in cui si collocano anche i destini nebulosi dei corsi serali, si propone per giunta un disegno di legge nel quale l’attività di apprendistato varrebbe a tutti gli effetti come assolvimento dell’obbligo di istruzione.

L’elevamento dell’obbligo a 16 anni, oggi legge del Paese, è stato il raggiungimento di un obiettivo di grande civiltà, di uguaglianza sociale, ed anche l’innalzamento dei livelli di istruzione in conformità a quanto previsto dai trattati europei.

L’assolvimento dell’obbligo di istruzione al di fuori della scuola vanificherebbe ancora una volta il ruolo fondamentale di questa nella formazione di un cittadino responsabile e consapevole.

Il Collegio Docenti dell’ITIS “G.B. Pininfarina” ritiene che le azioni citate, alcune delle quali già operanti, non rispondano a criteri di miglioramento del sistema scolastico, ma hanno già avuto ed avranno ricadute sempre più negative per gli studenti, le famiglie e la scuola italiana nel suo complesso.

Per questi motivi invita il Ministro della Pubblica istruzione ad un riesame dei provvedimenti che preveda un confronto con i docenti e le organizzazioni rappresentative, sia culturali che sindacali, del mondo della scuola.

Il Collegio chiede, inoltre, che la proposta di riforma sia rielaborata nell’ottica di un reale potenziamento e rilancio dell’istruzione tecnica, che veda i docenti coinvolti da protagonisti e riaffermi il principio che soltanto l’investimento su cultura e formazione possa garantire al Paese un futuro democratico e pacifico. Approvata con voti: favorevoli 137, astenuti 10, contrari 3

Fonte: TerritorioScuola Collegio Docenti.

Vedi anche: Download fac-simile del documento del CdD (Pronto per la compilazione)

Mozione CdC ISI Caduti della Direttissima – Castiglion de’ Pepoli (BO)

13:10 – 02/03/10 – Mozione Collegio Docenti I.S.I. 'Caduti della Direttissima' Castiglion de' Pepoli (BO)

Boicottare le decisioni ministeriali troppo affrettate? Ecco come hanno deciso di fare a Castiglion de’ Pepoli.

Download fac-simile del documento del CdD (Pronto per la compilazione)

Castiglion de’ Pepoli, Bologna, 24/02/10.

Il collegio dei docenti del I.S.I. “Caduti della Direttissima”, ritiene grave che il Ministero intenda dare avvio al riordino della scuola superiore già a settembre 2010, senza che si sia concluso l’iter previsto dalla Legge 133/08 e siano stati pubblicati tutti i regolamenti previsti dalla Legge.

Rileva che allo stato non risultano pubblicati in G.U. i regolamenti di riordino con il visto della Corte dei Conti e la firma del Presidente della Repubblica, che ha il compito di emanare i decreti applicativi.

Rileva inoltre che non è noto neppure il regolamento che definisce gli obiettivi di apprendimento legati ai nuovi indirizzi e quadri orari e quello relativo all’articolazione delle cattedre.

Rileva che la situazione di incertezza sulla distribuzione delle iscrizioni ai nuovi indirizzi e la prevista emanazione del regolamento sulla revisione delle nuove classi di concorso solo a settembre metterà a rischio il posto di lavoro di molti colleghi.

Valuta la CM n. 17 del 18 febbraio 2010 che da avvio alle iscrizioni per l’anno 2010/11 illegittima perché:

è mancante dei necessari presupposti legislativi;

viola l’autonomia delle Istituzioni scolastiche alle quali vengono assegnati i nuovi indirizzi in modo “automatico” dal MIUR, senza che gli organi scolastici abbiano potuto presentare all’USR e alla Regione le loro motivate proposte, così come previsto dall’art. 13 c. 5 dello schema di regolamento di revisione dei licei, approvato dal CdM il 04/02/10, e dagli altri schemi di regolamento;

invade le competenze sulla definizione del piano dell’offerta formativa territoriale che attengono alla provincia e della Regione, mettendo in discussione il necessario legame fra la scuola e l’ambito sociale in cui opera;

costringe il nostro Istituto a dare avvio alle iscrizioni in una situazione di totale incertezza sul suo futuro; costringe i genitori ad una scelta dei nuovi indirizzi totalmente al buio.

Per tali motivi il Collegio delibera:

a) di non compiere alcun atto applicativo di tali provvedimenti se non quelli relativi all’organico aggiuntivo, che consentono di evitare la creazione di soprannumerari;

b) di invitare il Consiglio di Istituto, ai sensi del DPR 275/99, di valutare la possibilità di presentare ricorso contro l’assegnazione degli indirizzi prevista dal Ministero;

c) di invitare il comune di Castiglion de’ Pepoli, la Provincia di Bologna e la Regione Emilia Romagna a presentare ricorso contro l’invasione delle competenze in materia di programmazione territoriale dell’offerta formativa.

d) Ad inviare tale delibera agli altri istituti bolognesi, al Dirigente dell’USR, al Presidente della Provincia e della Regione, nonché agli organi di stampa.

Fonte: TerritorioScuola Collegio Docenti.

Download fac-simile del documento del CdD (Pronto per la compilazione)