17:54 – 28/01/11 – Rapporto Italia 2011 (EURISPES).

Rapporto Italia 2011
Rapporto Italia 2011

[Sintesi elettronica di TerritorioScuola Server] – La nostra classe dirigente attuale, a differenza di quanto accade in altri paesi, non è né coesa né solidale.

Possiede una grande consapevolezza di sé e nessuna consapevolezza dei problemi generali. Non è mai riuscita a costituirsi in élite responsabile. è più semplicemente il frutto della tradizione feudale che connota ancora il nostro Paese.

La sua fragilità e la sua pochezza derivano dai meccanismi ereditari o di cooptazione benevola che ne hanno segnato i percorsi nel corso degli anni. Rari sono i casi che hanno visto premiato il merito, l'applicazione, le capacità.

La stessa mancanza di riflessione che caratterizza i problemi legati alla crisi del nostro sistema industriale e dell'istruzione emerge con tutta evidenza quando si parla del turismo e tutti convengono immediatamente che si tratta di un settore strategico, adatto ad esaltare le vocazioni e le caratteristiche del nostro Paese. Anche in questo campo si tace la verità o la si sottostima: e la verità è che negli ultimi quindici anni, in mancanza di serie politiche per il territorio, il degrado ambientale e urbanistico ha eroso quello che poteva essere considerato un autentico giacimento di ricchezza per l'Italia.

Non si vuole riconoscere che le regioni del Sud, ma anche quelle del Nord, non hanno tutelato a sufficienza il loro patrimonio storico, culturale e ambientale ed oggi, per riparare i guasti, occorrerebbero investimenti enormi.


Sommario del Rapporto Italia 2011..
.
ITALIA UNA TERAPIA DELLA SCELTA..
.
FIDUCIA/SFIDUCIA – FIDARSI È BENE? NON FIDARSI È MEGLIO!.
1. La fiducia dei cittadini nelle Istituzioni (sondaggio).
2. Banche e assicurazioni: italiani in crisi di fiducia (sondaggio).
3. Gli italiani e i servizi pubblici (sondaggio).
4. Dall'economia di carta all'economia delle materie prime.
5. Il commercio agroalimentare italiano.
6. I cibi, le etichette e le origini dei prodotti.
7. Bilateralità: nuova frontiera della tutela dei consumatori.
8. Beni e identità culturali.
9. Le fonti rinnovabili in Italia.
10. Il piacere di vivere in Italia (sondaggio).
.
PROGETTAZIONE/IMPROVVISAZIONE -PREVEDERE E PREVENIRE..
11. L'Italia perde competitività? Una critica degli indici internazionali di competitività.
12. La crisi del transhipment italiano nel contesto del Mediterraneo: Taranto, Gioia Tauro, Cagliari.
13. Gli strumenti di pianificazione locale.
14. Leggi speciali per le città: casi di studio e iniziative per Firenze.
15. Il riciclo e le best practices. Il ruolo della comunicazione nella raccolta differenziata e gestione del ciclo dei rifiuti.
16. La qualità dell'aria nelle città italiane: dai provvedimenti emergenziali ad un approccio razionale.
17. Studio dei carichi dei nutrienti: un'applicazione al bacino del Po.
18. L'oceanografia operativa: uno strumento avanzato per la gestione delle emergenze in mare e della fascia costiera.
19. Dal consumismo al consumo critico: il 2010 l'anno contro lo spreco alimentare.
20. L'industria cinematografica italiana.
.
BENESSERE/MALESSERE – BENESSERE E MALESSERE: DALL'AUTOVELOX A WALL STREET.
21. La condizione economica delle famiglie (sondaggio).
22. L'inflazione: poveri e maltrattati.
23. Il turismo italiano dai mille volti.
24. L'attività della Guardia di Finanza a tutela della sicurezza agroambientale ed agroalimentare.
25. Le infrastrutture informatizzate.
26. Criminalità minorile: giovani teppisti, giovani rapinatori, giovani bulli.
27. Moda etica, tecnologia e consumi di moda nella società di oggi.
28. Chi ha paura dello psicologo?.
29. Pet live: animali domestici e dintorni (sondaggio).
30. Cultura della salute e testamento biologico (sondaggio).
.
CITTADINANZA/SUDDITANZA -CITTADINI DEL MONDO.
31. I cittadini e la politica (sondaggio).
32. European day ovvero il lavoro a fattor comune.
33. Quando flessibilità è sinonimo di precarietà.
34. Gli immigrati nel mercato del lavoro. Occupazione, imprenditoria, caporalato.
35. Famiglie e banche: un rapporto quasi alla pari.
36. Ultime notizie dal crimine: ovvero delitti e territorio.
37. Guardo il mondo da un oblò: la vita nelle carceri italiane.
38. L'integrazione sociale dei cittadini diversamente abili.
39. Volontariato italiano: tra identità e futuro.
40. Il Sistema sanitario tra diagnosi e terapia.
.
NORD/SUD LA DIS-UNITÀ D'ITALIA.
41. Unità d'Italia (sondaggio).
42. Nord e Sud a confronto: economia, mercato del lavoro, infrastrutture, welfare.
43. Federalismo fiscale: aspetti quantitativi e simulazione dei fabbisogni standard.
44. I distretti industriali in Italia. Una sfida continua.
45. Il rapporto tra banche e Pmi.
46. A difesa dell'economia e del mercato.
47. L'Indice di rischio usura: una mappa dell'Italia.
48. Indice di penetrazione mafiosa.
49. Dentro la Lega.
50. L'emigrazione italiana: vado, torno, resto?.
.
UOMO/DONNA – UN UNIVERSO INCONCILIABILE O UN'UNIONE POSSIBILE?.
51. Casalinghi disperati, tra vecchi stereotipi e nuove responsabilità (sondaggio).
52. Uomini davanti allo specchio: la crescente attenzione maschile all'estetica.
53. Senza figli, quando la scelta è di rimanere in due.
54. Padri separati e famiglie monogenitoriali: i nuovi poveri.
55. Donne italiane, scalata al potere.
56. Donne e lavoro. L'impresa al femminile.
57. Persecutio temporum: l'arte (contemporanea) di fare la posta.
58. Depressione post-partum: dal baby blues all'infanticidio.
59. 1981-2011 Referendum sull'aborto, trent'anni dopo.
60. Odi et amo: il tormento degli assassini domestici.
.


Scarica il Rapporto Italia 2011 in versione integrale.


10:45 – 13/12/12 – Un Sogno Boreale…

Di Moreno Corelli.

Qualche tempo fa andai in Norvegia per lavoro. Mi fermai in un paesino ridicolo vicino a Oslo, rimasi ospite per qualche giorno a casa di alcuni operai del settore ittico, lavoravano in una riserva dove si allevavano i salmoni.

Rimasi colpito dallo stile di vita, erano solo 440 abitanti, si, proprio 440 abitanti in quel paesino. Ognuno aveva la casetta con il tetto a punta per facilitare lo scivolìo della neve.

I giardini non avevano reti di recinzione, ognuno sapeva benissimo quale era il suo confine e non si sarebbe mai permesso di invadere l'altrui. Quando le persone finivano di lavorare si ritrovavano in una specie di TUTTOAVERE una sorta di bar alimentari panificio scatolificio falegnameria fruttivendolo con filodiffusione annessa. Prendevano un vomito di aperitivo e poi via, a casa a mangiare e di nuovo via, su internet gratis. Alle 22:00 ci si trovava sempre nel TUTTOAVERE che nel frattempo aveva abbassato le luci e dava birra a tutti, trasformandosi in una sorta di pub.

Due palle da trauma, non si può descrivere lo smaronamento. Gente strana i Norvegesi, talmente strana che non trovavi un pezzo di carta per strada e tanto meno sulle rive dei fiordi, niente lattine niente bottiglie vuote, perché i poliziotti erano pochi ed eccezionalmente simpatici nonché ospitali, ma se ti beccavano a sporcare strade o giardini, 45 gg. di galera e TOT soldi di multa da pagare, e TOT soldi equivalevano a 3 mesi di stipendio.

La raccolta differenziata hanno cominciato a farla quando noi in Italia regalavamo la banche ai privati, tanti anni fa. Mi colpì un bambino di 4 anni, Nicolas, vivace e un tantinello rompi balle, finito di mangiare il gelato però prese l'astuccio che lo conteneva ed uscì di casa, con un freddo porco, e depositò l'involucro nell'apposito contenitore per la plastica, perché gli hanno insegnato che il mondo si può salvare solo con il rispetto e la cura dello stesso.

Chi lo va a dire a Nicolas che tutto ciò che fa è inutile?

12:02 – 29/09/10 – L'Ignoranza degli Italiani…

Di Piero Ricca.

E se fosse l’ignoranza il primo problema della democrazia in Italia?

Sono allarmanti, ma non hanno generato un gran dibattito, i risultati di due indagini internazionali sull’istruzione primaria e la cultura diffusa degli italiani pubblicati a cura della ricercatrice Vittoria Gallina nei saggi: “La competenza alfabetica in Italia. Una ricerca sulla cultura della popolazione” (Franco Angeli 2000); “Letteratismo e abilità per la vita. Indagine nazionale sulla popolazione italiana” (Armando editore 2006).

Cosa dicono queste indagini? “Cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un’altra, una cifra dall’altra: sono analfabeti totali. Trentotto su cento lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta semplice e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione, ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona indecifrabile. Tra questi, il 12 per cento dei laureati. Soltanto il 20 per cento della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea“.

Sono parole del linguista Tullio De Mauro.
Sono numeri che spiegano molte cose.

Sia chiaro: la tendenza al declino delle competenze e all’analfabetismo di ritorno riguarda tutte le società occidentali. Ma in Italia il fenomeno ha un impatto maggiore. Tant’è vero che siamo in coda all’Europa per lettura di libri e giornali. Secondo l’Istat più della metà degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno, mentre la tv generalista, pur in declino, rimane il mezzo di comunicazione dominante.

Inutile dire che l’homo videns, come l’ha definito Giovanni Sartori in un suo saggio, è assai più suggestionabile dalla propaganda e dalla demagogia rispetto alla minoranza ancora affezionata alla parola scritta. Tra i pochi intellettuali che denunciano il rischio per la tenuta della democrazia della de-alfabetizzazione di massa c’è proprio De Mauro, “La democrazia vive se c’è un buon livello di cultura diffusa”, mi ha detto nell’intervista che allego, “se questo non c’è, le istituzioni democratiche – pur sempre migliori dei totalitarismi e dei fascismi  –  sono forme vuote”. Prima ancora del deficit di informazione, dunque, alla radice del caso Italia c’è un problema di formazione, anzi meglio: di istruzione primaria. “Quanti di noi hanno la possibilità di ragionare sui dati di fatto – prosegue  De Mauro – partecipando alle scelte collettive con la possibilità di documentarsi sul senso di quelle scelte?

Vedi anche:

14:25 – 23/09/10 – Sistemi Educativi a Confronto: Italia vs Cuba…
AnalfabetismoEnhanced Wikipedia Global Search.
Analfabetismo – Documenti in formato pdf da scaricare.
Analfabetismo – Alcune Presentazioni in PowerPoint da scaricare.

21:38 – 16/08/10 – In Italia, invece, abbiamo O' Sistema…

El Sistema (“Il Sistema”) è un modello didattico musicale, ideato e promosso in Venezuela da José Antonio Abreu, che consiste in un sistema di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambini e fanciulli di tutti i ceti sociali.

Questo sistema didattico ed educativo è gestito e promosso da una fondazione, la Fundación del Estado para el Sistema Nacional de las Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela (FESNOJIV, nome anglofono internazionale Foundation for the National Network of Youth and Children Orchestras of Venezuela). Si tratta di una fondazione statale venezuelana che si occupa della gestione e promozione di oltre 125 orchestre e cori giovanili, 30 orchestre sinfoniche e dell’educazione di oltre 350.000 studenti in 180 nuclei operativi sul territorio venezuelano.

Nel giugno del 2007 la Banca per lo Sviluppo Inter-americano ha annunciato il prestito di 150 milioni di dollari alla FESNOJIV per la costruzione e l’espansione di ulteriori nuclei regionali del Sistema. Alcuni banchieri presso l’IDB inizialmente erano scettici su tale finanziamento, obiettando che la musica classica sarebbe per le élites. A seguito di ciò la banca ha condotto alcuni studi sugli oltre due milioni di bambini educati attraverso El Sistema, concludendo che la partecipazione al programma migliorava la partecipazione scolastica e riduceva la delinquenza giovanile. La banca ha calcolato che per ogni dollaro investito nel Sistema ci sarebbero circa 1,7$ di dividendi sociali. El Sistema è stato introdotto ufficialmente nei programmi di studi della scuola pubblica, con l’obiettivo di istruire in questo modo almeno 500.000 fanciulli entro il 2015.

Riflessioni: considerati gli enormi tagli che stanno perpetrando Tremonti e Gelmini ai danni dell'istruzione, dell'educazione, della cultura, della ricerca in Italia, dovremo attenderci un imminente aumento della criminalità organizzata e disorganizzata? Non ci basta già quella organizzata pseudo-istituzionale?

Qui da noi per 1 dollaro investito in criminalità organizzata e politica ne vengono fuori oltre 500.000, senza neanche fare troppo rumore e senza contare il frutto di altri sporchi affari trasversali, intascati da “O' Sistema” alla faccia dei diritti umani e civili degli italiani..