19:49 – 20/12/09 – Brunetta: da Gennaio Certificato Medico online.

Brunetta: da Gennaio Certificato Medico online.
Brunetta: da Gennaio Certificato Medico online.

«Da gennaio ci sarà il certificato medico online e cioè mandato dai medici direttamente via elettronica all’Inps, tanto per i lavoratori privati che per i pubblici. A quel punto sarà molto più facile fare i controlli».

Lo ha detto – intervenendo a Rtl – il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. «E poi – ha aggiunto – da metà novembre i dirigenti pubblici saranno responsabilizzati sui rispetti ai tassi di assenteismo dei loro collaboratori. Se il tasso sarà superiore alla media nazionale i primi a pagare saranno i dirigenti». Come? – gli è stato chiesto -: «non avendo i premi – ha risposto il ministro, spiegando che – I dirigenti oltre al salario hanno una parte premiale, che normalmente ammonta al 30% del reddito complessivo. Se un dirigente avrà indicatori di assenteismo fuori media, non beccherà il becco di un’euro».

LO SCUDO FISCALE? UNA BUONA COSA” Lo scudo fiscale «è stata una buona cosa», una scelta «a segno assolutamente positivo». Lo ha affermato in un intervento a Rtl il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, sottolineando che se si concretizzeranno le cifre «che parlano di 100 miliardi e più» di rientri, «abbiamo un gettito 5-6 miliardi che servirà a pagare tante cose buone». «I Paesi del G20, che non ha voluto anticipare una stima del totale dei capitali rientrati -ha aggiunto Brunetta- hanno deciso di chiudere i paradisi fiscali. I patrimoni dovevano trovare la via di casa».

«Tutti Paesi G20 – ha continuato il ministro – hanno costruito strade, percorsi, per farli rientrare. Noi abbiamo scelto la sanzione del 5%, una sorta di patrimoniale». Per Brunetta, inoltre, «la valutazione che si deve fare è che non erano tutti patrimoni criminali, anzi». E quei 100 miliardi che dovrebbero tornare in Italia, «daranno origine a quel 5% di gettito». Capitali, aggiunge Brunetta, che «rientreranno nella circolazione sanguigna del Paese, nelle risorse, nei capitali, nei flussi del Paese». E, ha sottolineato, «diventeranno investimenti, depositi, acquisti, linfa vitale per il Paese. Non è poca cosa».

Fonte: Leggo.it.

14:15 – 14/10/09 – L'Italietta delle Lauree Facili…

Che bella questa nostra Nazione o Patria, come piace chiamarla a qualcuno, che nulla investe sulle eccellenze e sui giovani, che taglia i soldi alla scuola pubblica a favore della privata, che non si cura di dare un futuro alla ricerca scientifica e tecnologica e, piuttosto che farlo premiando chi fa ricerca, preferisce favorire chi è legato a centri di potere, facendo sì che i giovani migliori, vadano ad arricchire, con le loro conoscenze, altri Paesi che, al contrario di noi, aprono le porte alla conoscenza ed all’eccellenza e la cui scelta si rivela vincente in termini di sviluppo e civiltà.E dunque qual’è la notizia? Nientemeno che l’Università Partenope di Napoli, ha stipulato un accordo con la UIL perché i suoi iscritti abbiano la possibilità di ottenere fino a 60 crediti per il conseguimento della Laurea triennale in Giurisprudenza. La notizia l’ho presa dal Forum della CGIL Beni Culturali, che a sua volta porta quale fonte l’articolo sul Corriere della Sera del 12 Ottobre, a firma di Sergio Rizzo, cioè di uno che non si astiene dal denunciare situazioni paradossali e scandalose legate al potere.Il coinvolgimento quale attore protagonista della UIL, chiarisce degli orientamenti politici di quest’ultima, poco incllini al dissenso e molto proni al potere che, riconoscendole il ruolo di cortigiana, ha istituito un patto ed una linea preferenziale che di fatto esclude invece la CGIL, alla fine unico sindacato che ancora difende gli interessi dei lavoratori.

La notizia che segue fa apparire superato pure il CEPU e non l’ha pubblicata un pinco-pallino qualsiasi, bensì Sergio Rizzo, il famoso co-autore con Gian Antonio Stella del libro “La Casta”.
DAL “CORRIERE DELLA SERA.IT” DEL 12 OTTOBRE 2009

I VERTICI DEL SINDACATO REGIONALE VALUTANO CHI HA DIRITTO ALLO «SCONTO»
L’università che «regala» un anno agli iscritti della UIL.
Sessanta crediti per il triennio in legge alla Parthenope.

di Sergio Rizzo

ROMA — «Non c’è proprio niente di strano». Questo il commento del professor Federico Alvino quando, due anni fa, saltò fuori che nell’università con il record di docenti imparentati, la Parthenope di Napoli, anche lui, preside di giurisprudenza, poteva vantare una parentela coi fiocchi. Sua moglie Marilù Ferrara è infatti la figlia di Gennaro Ferrara, ininterrottamente da oltre un ventennio rettore dell’ateneo. Una parentela, inoltre, dalle spiccate venature politiche. Alvino è consigliere comunale di Napoli, capogruppo dell’Udc. Invece il suocero è vicepresidente della giunta provinciale. Deleghe: politiche scolastiche e diritto allo studio.

Proprio niente di strano, per come funziona l’università italiana. Che dire allora dell’ultima perla di cui si può fregiare il trentasettenne Alvino, uno dei presidi più giovani d’Italia? Qualche settimana fa la Parthenope ha firmato con la Uil della Campania una convenzione che consentirà a chi ha in tasca la tessera del sindacato guidato da Luigi Angeletti di vedersi riconoscere fino a 60 crediti per il corso di laurea triennale in giurisprudenza. Uno sconto, secco, di un anno su tre.
Come ottenerlo? Sentite che cosa dice la convenzione: «In considerazione delle conoscenze e delle abilità che i lavoratori iscritti alla Uil potranno certificare in ragione delle funzioni e delle mansioni a loro attribuite verranno riconosciuti 60 crediti al personale impegnato in attività di tipo tecnico, gestionale o direttivo…50 crediti al personale impiegato in attività caratterizzato da conoscenze mono specialistiche…» . Ma sapete chi stabilisce i requisiti per avere diritto allo sconto? Ecco l’articolo 2 della convenzione: «La Uil segreteria regionale della Campania si impegna a collaborare con l’Università nell’individuazione dei requisiti nella fase istruttoria delle richieste degli iscritti». Cioè la decisione viene presa insieme al sindacato. E se un iscritto alla Uil ha magari già fatto qualche esame in quella università e vuole vederselo riconosciuto? Stropicciatevi gli occhi: «Il riconoscimento degli esami stessi — ha scritto Luciano Nazzaro della Uil Campania ai suoi colleghi — sarà curato dalla stessa Uil».

Ma per quanto possa sembrare inverosimile, convenzioni come quella appena stipulata dall’ateneo delle «dieci famiglie », come la definì nel giugno 2007 un articolo di Repubblica , nelle università italiane non sono affatto rare. Quando alla fine degli anni Novanta con la riforma voluta dal centrosinistra vennero istituite le lauree triennali, si decise di riconoscere crediti formativi accumulati con l’esperienza lavorativa. C’era una disposizione europea. Ma in Italia l’opportunità diventò ben presto occasione per i furbi. Da lì al malcostume vero e proprio il passo fu breve. E il malcostume dilagò. Si arrivò a regalare i pezzi di carta: c’erano convenzioni che consentivano di vedersi abbuonare anche tutti i crediti formativi del corso di laurea. Bastava discutere la tesi. E in qualche caso neanche quello.

Naturalmente dietro pagamento di rette profumate. A che cosa servivano le lauree prese in questo modo? Prevalentemente a passare di grado nella pubblica amministrazione. Da impiegato a funzionario, da sottufficiale a ufficiale, da pizzardone a graduato.
Con relativo incremento di stipendio. Quando Fabio Mussi, tre anni fa, arrivò al ministero dell’Università, trovò questo sfacelo e stabilì il limite tassativo di 60 crediti (che sono pur sempre un anno di studio), cercando pure di introdurre criteri rigorosi per concederli. Ma evitare che lo sconto tocchi anche a somari con il solo merito di avere un tesserino nel portafoglio si è in seguito rivelato pressoché impossibile. Il giro di vite ha appena intaccato l’andazzo. Chi si stupisce che due anni dopo la direttiva Mussi una università statale come la Parthenope di Napoli forse non sa che a metà 2007  l’Università statale di Messina ha fatto una convenzione simile con la Cisl: anche in quel caso 60 crediti. Bastava avere un diploma di scuola media superiore e un posto di lavoro alla regione, o in una Asl, oppure in un altro ente pubblico. Ma soprattutto essere iscritti al sindacato di Raffaele Bonanni, dettaglio essenziale per accedere direttamente al secondo anno di Scienze politiche, giurisprudenza, statistica, economia. Ma è niente in confronto alle convenzioni che hanno firmato alcune università private «telematiche». Convenzioni con la Uil Poteri locali, la Ugl enti pubblici, la Rsu della Provincia di Agrigento, l’associazione romana vigili urbani, l’associazione dipendenti del ministero dell’Interno, il centro formazione professionale Enti padri Trinitari… Davvero niente di strano?

Fonte: AncheIoCiSono