21:02 – 03/12/10 – Precario e Laureato? Ma Vai all'Estero!

Sei precario e laureato? Diventerai emigrante! Cùntent?

Ieri ho assistito a una strepitosa puntata di Exit. La Ministr..za Meloni, alla domanda su come avesse votato sulla proposta di togliere 20 milioni ai rimborsi elettorali, che ammontano a circa 1 miliardo, per sovvenzionare borse di studio, ha risposto che ha votato NO perché era tutta demagogia e i soldi ai partiti servono per riavvicinare i giovani alla politica.

Quando è stato mostrato che i rimborsi sono 5 volte le spese sostenute dai partiti e che, grazie a una legge del 2006, i partiti prendono i rimborsi per tutti e 5 gli anni anche se la legislatura finisce prima, non ha più saputo cosa ribattere e dove guardare.

Davanti agli studenti ha dovuto ammettere di non essere laureata, e alla battuta di uno studente che in un cartello scriveva che per fare i ministri non è necessaria la laurea, ma per fare il precario sì, ha provato a impietosire la platea dicendo di avere smesso di studiare per lavorare, per scoprire che diversi tra i presenti erano studenti lavoratori.

Ci si è messo anche il buon Sallusti che non solo ha negato le difficoltà nel trovare lavoro in Italia, ma nella sua idiozia ha detto che se un 37 enne sta ancora a casa è perché ci sta bene perché una famiglia con due precari arriverebbe a prendere 2.600 euro al mese, pertanto potrebbe, se ne avesse voglia, comprare casa.

A questo punto bisognerebbe informarsi su che cosa consuma per avere visioni di questo tipo.

Ma il clou della puntata è stato un filmato di Berlusconi a un convegno dei giovani del Pdl dove, a parte le solite pagliacciate, a domanda seria di una ragazza che chiedeva come avrebbe risolto il problema della disoccupazione, ha risposto che praticamente dovevano iniziare a cavarsela da soli, e il grande suggerimento è stato quello di andare a lavorare all’estero.

Il grande statista, il miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni vuole risolvere il problema della disoccupazione in italia facendo emigrare tutti i disoccupati. Applausi a scena aperta.

Monica Murgia.

Fonte: Beppe Grillo Blog.

19:32 – 01/10/10 – Università Chiuse e Nuovi Emigranti…

Nell'Europa comunitaria i primi emigranti sono romeni con 1,9 milioni, molti in Italia. Un dato quasi scontato. La seconda nazione di emigranti europei è l'Italia con 1,2 milioni di persone. Un dato molto meno scontato. I nostri ragazzi dopo la laurea se ne vanno, se disoccupati se ne vanno, se precari se ne vanno, se sottopagati se ne vanno.

In Spagna, in Inghilterra, in Francia, in Olanda, in Danimarca. E' la nuova emigrazione. Nel dopoguerra gli italiani partivano per le miniere belghe e le industrie tedesche, erano i viaggi della speranza con le valigie di cartone. Oggi ci sono i viaggi della disperazione.

Si parte con i voli low cost per le multinazionali, le aziende tecnologiche o per un qualunque lavoro dignitoso in un Paese civile.

Un Paese che fa studiare i propri giovani per offrire loro solo la disoccupazione e li costringe all'emigrazione è un Paese di folli.
fonte: Eurostat.

Le Università rimandano l'apertura. Quando riapriranno? A che serve studiare in un un Paese dove fanno carriera i cialtroni e i leccaculo?

“Sono iscritto all'università di Pisa, facoltà di Ingegneria.

Ti scrivo per una situazione davvero insostenibile. La facoltà di Pisa come tante altre facoltà in tutta Italia, la stessa “Sapienza” di Roma ha pubblicato un comunicato sul proprio sito in cui denuncia che, nonostante i tagli effettuati in base alle disposizioni ministeriali, non ci sono i fondi necessari per dare inizio all'anno accademico sta rinviando di settimana in settimana l'inizio delle lezioni con un disagio enorme per noi studenti.

Il governo dello psiconano sta distruggendo una risorsa troppo importante per uno Stato sia a livello europeo che mondiale. Il vero problema è che nessuno ne parla, nè i giornali ,nè le televisioni, NESSUNO!! Stiamo regredendo sempre di più… dall'”alto” vogliono un popolo italiano ignorante e suddito… NOI GIOVANI DOVREMMO ESSERE IL FUTURO PER L'ITALIA E QUESTO FUTURO CE LO VOGLIONO TOGLIERE!”. Gianni S.

13:27 – 14/06/10 – I.I.E.: Intelligenti, Italiani, Emigranti…

Intervista di Aldo MencaragliaItaliansinfuga

Andrea cura il blog Se continua così lascio, Diario di un Emigrante Italiano in America, vi invito a seguirlo per capire meglio la realtà di una delle mete più ambite dal talento globalizzato.

Andrea è partito nel 2007 verso San Francisco. Senza la valigia di cartone ma con lo zaino con il logo della multinazionale del software americana che ha apprezzato il suo operato in Italia tanto da invitarlo ad andare a Silicon Valley.

Che lavoro stai facendo a San Francisco?

Sono ingegnere ed ho un master in Business Administration conseguito a UC Berkeley. Sono dirigente in un'azienda di Software e dirigo il Technical Marketing.

Come lo hai trovato?

In America ci sono poiché l'azienda, americana, per cui lavoravo in Italia mi ha trasferito qui. Sono stato promosso ad una responsabilità World Wide che richiedeva la mia presenza nel quartier generale in Silicon Valley.

Con che visto sei residente negli USA?

Sono arrivato con un visto L1A , appositamente riservato ai manager di aziende americane. Dopo un paio d'anni l'azienda mi ha sponsorizzato per la Green card.

Quali professionalità consentono di essere competitivi sul mercato del lavoro di San Francisco?

Ti posso parlare di ciò che è richiesto in Silicon Valley. Ingegneri del software o comunque programmatori veramente in gamba. Se uno riesce ad ottenere un visto (e non è comunque facile) ed è un programmatore per cui le tecnologie object and web oriented non hanno segreti, qui guadagnare 100 mila dollari (o più) non è un problema.

Cosa consiglieresti a chi sta pensando di partire verso gli Stati Uniti all'avventura magari pensando di arrivare a fare il cameriere?

Di pensarci due volte. La concorrenza è spietata, i Messicani fanno questi lavori per pochi spiccioli. Se ci venite con l'intenzione di fare un lavoro modesto, fatelo solo se avete intenzione di conseguire una laurea in una buona università. Altrimenti vivrete meglio a fare il cameriere in Italia.

Quali stereotipi bisogna scordarsi prima di partire per gli Stati Uniti?

– Vado in America ed apro un ristorante italiano. Pensateci solo se siete ristoratori professionisti, l'improvvisazione non paga. Gli americani delle coste (NY e California) viaggiano e conoscono bene l'Italia ed il cibo di qualità.

– Che sia la terra delle opportunità per tutti. Forse lo è stato in passato, ma oggi l'America premia chi ha davvero talento e determinazione e si è preparato per realizzare le proprie idee.

Non è invece uno stereotipo che avendo talento e determinazione, qui il cielo è il limite. E vale la pena di continuare a venire in questo grande paese.

Grazie Andrea ed in bocca al lupo!

Fonte: Italiansinfuga

12:10 – 16/07/09 – Studiare non serve e il lavoro non c'è…

Il Corriere della Sera pubblica un articolo di Alessandra Mangiarotti sui giovani inattivi, circa settecentomila su uno studio che riguarda i giovani dal 15 ai 35 anni.

Giovani Colpiti in Volo...
Giovani Colpiti in Volo...

Giovani nè-nè vengono definiti perchè non credono che lo studio possa servire e non credono di riuscire a trovare un lavoro.

Non ci sono grandi novità da rilevare perchè è un atteggiamento riconducibile a quello che Padoa Schioppa definì inopportunamente “bamboccioni”, ricevendo notevoli e meritate critiche.

Ma il problema rimane la nostra è una gioventù iperprotetta ma anche con delle considerazioni che se non giustificano offrono un facile cuscino dove piangere invece che muoversi per trovare quello che non c’è.

Ne abbiamo parlato spesso di come il nostro sia un paese non per giovani, dove vige una scarsa mobilità sociale, dove avere il papi conta e molto, dove non conta invece la meritocrazia.

Può bastare per non impegnarsi nel trovare un lavoro, per smettere di studiare al primo scoglio, per non partecipare, pur con mille difficoltà di accesso, alla vita della comunità?

Viene da riflettere anche sui dati dei bocciati nella scuola, la Gelmini dice che questa dimostra una inversione di condotta nella scuola, dove si vede chi studia e chi non studia.

Io sono seriamente preoccupato dall’abbandono scolastico, dalle bocciature che lo provocano senza costituire un incentivo al riconoscimento del merito.

Dovrebbe essere preoccupato anche il nostro governo da queste statistiche che escono perchè se questo è il nostro futuro forse questa è davvero una emergenza.

Date però una occhiata dove si spende nel welfare in generale , tra politiche del lavoro e politiche di prevenzione sociale, per la promozione di opportunità per i giovani e capirete come davvero questo non sia un paese per giovani .

Fonte: Studiare non serve e il lavoro non c’è – Pollicino.