12:32 – 20/06/11 – La Valutazione dei Docenti Italiani (Rapporto OCSE-TALIS)

Scarica il Rapporto Ufficiale OCSE – TALIS (Versione integrale in lingua italiana.)

[Sintesi del documento] Le ricerche condotte dall’OCSE – PISA sono note a tutti. I risultati di tali indagini sugli apprendimenti hanno spesso come effetto una grande diffusione e il successivo alternarsi di punti di vista, di prese di posizione, di proposte e contro-proposte.

L’OCSE ha condotto anche la ricerca TALIS i cui risultati, ai fini dell’analisi comparativa dei diversi sistemi di istruzione, rivestono uguale importanza. Eppure ai risultati di questa indagine non si è voluto attribuire uguale rilievo. Anche il Miur, che ha aderito al progetto e partecipato alle spese, non ha ritenuto di dare ampia diffusione ai risultati della ricerca che è rimasta dunque ignota ai più.

TALIS è una ricerca che parte da un preciso punto di vista quello dei docenti: “in che modo gli insegnanti percepiscono la propria professione?” I risultati sono stati raccolti in un database, la Uil Scuola ha scelto di esaminarne alcuni.

OCSE —TALIS


Teachers And Learning International Survey


Indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendimento


Sintesi della ricerca

L’indagine Ocse Talis, rappresenta in primo tentativo di analizzare, parametrandole, le dichiarazioni dei docenti in relazione al lavoro svolto a scuola. Non un’indagine su dati, quindi ma sullo ‘status’.

Quella che viene esaminata è la percezione che gli insegnanti hanno della loro professione.

Un approccio nuovo, per una indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendimento condotta in 23 paesi del mondo, Italia inclusa, che ha messo in un data base le dichiarazioni di un campione significativo di insegnanti e presidi di scuola superiore di primo grado.

La prossima edizione della ricerca sarà nel 2013 e opererà anche sui dati dell’indagine Pisa 2012 con i risultati degli studenti. L’ufficio studi e ricerche della Uil scuola ne ha messo a confronto i dati.

Misurare la ‘soddisfazione’:

Gli italiani al primo posto.

Sono gli insegnanti italiani quelli più soddisfatti del lavoro svolto in classe. Il 95% dei docenti di scuola media dichiara, infatti, di essere appagato del proprio lavoro anche in relazione al clima disciplinare in aula e al rapporto con gli studenti. Nella classifica internazionale gli italiani registrano 6 punti percentuali in più rispetto alla media (89,6%) seguiti dai colleghi sloveni, belgi, messicani, bulgari e austriaci.

Ad essere i meno soddisfatti sono gli australiani (82,4%) e poi gli ungheresi, i turchi, i brasiliani e i portoghesi.

Misurare il ‘tempo’:

In Italia troppa burocrazia e più tempo per tenere l’ordine in classe.

I docenti italiani lamentano di dover utilizzare il 14% del tempo per mantenere l’ordine in classe.

Più alto della media dei 23 paesi è anche il tempo che è sottratto all’insegnamento per espletare troppi adempimenti burocratici (8,8%). Una situazione che accomuna gli insegnanti italiani a quelli spagnoli.

Sono gli insegnanti brasiliani a faticare di più per mantenere l’ordine (17,8% del tempo passato in classe).

In Estonia, Lituania e Polonia ci vuole invece meno tempo: il 9% circa.

Il maggior peso negli adempimenti burocratici tocca agli insegnanti messicani con un carico di pratiche pari al 16,5% del tempo, quasi il doppio rispetto alla grande maggioranza degli altri paesi.

Misurare l’’efficacia’.

Sono i norvegesi a sentirsi ‘più bravi’. Italiani al secondo posto.

L’indagine TALIS ha interrogato i docenti sulla percezione che loro hanno dell’ efficacia personale in relazione all’attività educativa con i propri studenti. Sotto la lente di ingrandimento sono state messe una serie di variabili relative al lavoro d’aula, non sotto il profilo delle materie insegnate, ma su quello relazionale.

I docenti sono stati invitati ad esprimersi sulla loro personale percezione che:

l’insegnamento produce significativi cambiamenti nella vita dei propri studenti;

si riesce a far progredire anche gli studenti più difficili e non motivati;

si ha successo con gli studenti nella propria classe;

si riesce a mettersi in relazione con gli studenti;

si crea una piacevole atmosfera di apprendimento;

non si deve perdere molto tempo all’inizio della lezione, per avere degli studenti “tranquilli”;

non si perde tempo a causa di studenti che interrompono la lezione.

L’analisi comparata dei dati mostra che è appannaggio dei docenti norvegesi la più positiva percezione complessiva circa l’efficacia del loro lavoro, al secondo posto gli italiani mentre, all’estremo opposto, si situano i professori coreani e quelli spagnoli.

Misurare la ‘crescita’.

attività di sviluppo professionale: sono ancora in pochi a seguirle ma sono tante le giornate impegnate

Tra i temi affrontati nella ricerca c’è anche quello della partecipazione ad attività di sviluppo professionale: si va dai corsi / seminari alle conferenze o seminari di formazione, dai programmi di qualificazione (ad esempio un corso di laurea) alle visite di osservazione in altre scuole, dalla partecipazione ad una rete di docenti alla ricerca individuale, fino alle esperienze di tutoraggio, osservazione ed esercitazione con colleghi, come parte di un sistema di formazione formale, alla lettura di testi professionali, al dialogo fra colleghi.

E’ stato quindi chiesto agli insegnanti se hanno partecipato a tali attività negli ultimi 18 mesi e per quanti giorni: il risultatoˆ è che, in tutti i Paesi, la partecipazione a questo genere di attività è piuttosto ampia.

L’Italia si colloca sotto la media per numero di insegnanti coinvolti.

Per quanto attiene invece al numero medio delle giornate impegnate in tali attività, si va da un minimo di 5,6 giorni dell’Irlanda ad un massimo di 34 giorni del Messico, attestandosi la media di tutti i Paesi a 15,3 giorni medi nel periodo dei 18 mesi considerati. I docenti italiani, al quarto posto, si situano abbondantemente al di sopra della media con 26,6 giornate medie.

I risultati mostrano quindi che è ancora basso, rispetto al dato medio, il numero di insegnanti coinvolti in attività di sviluppo professionale. La durata di queste attività, per chi le svolge, è invece ben al di sopra del dato medio degli altri paesi.

Misurare i ‘bisogni’.

Forte e al passo con i tempi in Italia la domanda di formazione in servizio.

L’inchiesta TALIS non si limita a registrare le dichiarazioni dei docenti circa le attività ma domanda anche quale siano le loro necessità d aggiornamento.

Tra i settori nei quali gli insegnanti dichiarano di avere maggiore bisogno di aggiornamento ci sono l’insegnamento a studenti con bisogni speciali di apprendimento (31,3%) e lo sviluppo di competenze nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, TIC, (24,7%).

I docenti italiani esprimono una diffusa domanda di formazione, superiore di 10 punti alla media dei colleghi delle altre nazioni. Per loro rappresentano delle priorità: l’insegnamento a studenti con bisogni speciali (35,3%), l’esigenza di migliorare la pratica didattica (34,9%), l’accrescimento delle competenze nel proprio ambito disciplinare (34%).

Misurare il ‘lavoro’.

Ancora pochi gli insegnanti coinvolti nei processi di valutazione.

Una parte dell’indagine Talis è dedicata alla valutazione degli insegnanti. Ricerca condotta non in modo ‘generico’ ma basata sulla richiesta di ‘precise’ esperienze di valutazione, sia interna che esterna, che i docenti hanno avuto negli ultimi cinque anni.

Il 13,8% dei docenti dei 23 paesi esaminati dichiara di non aver ricevuto alcun tipo di valutazione.

Per gli italiani questa percentuale è del 20%. Sono gli spagnoli, i danesi, i portoghesi, gli austriaci e gli irlandesi i meno valutati. Coreani, ungheresi, slovacchi e turchi sono quasi tutti sottoposti a processi di valutazione.

Per quanto riguarda la valutazione interna quasi la metà degli insegnanti italiani è impegnata almeno una volta l’anno nelle pratiche di autovalutazione della scuola, livello simile alla media degli altri paesi.

Per quanto attiene alla valutazione esterna oltre il 60% dei nostri insegnanti non è mai stato coinvolto (negli altri paesi il livello di quanti non hanno ricevuto mai una valutazione è mediamente intorno al 30%).

L’11, 3% è stato coinvolto una volta, il 14,6% da due a quattro volte, il 12,3 % una volta all’anno, solo l’1% più di una volta all’anno.

Misurare il ‘merito’

E’ un ‘grazie’ il riconoscimento più diffuso in Italia. Niente soldi né bonus.

Un ulteriore aspetto di osservazione della ricerca riguarda le ricadute della valutazione sulla vita professionale dei docenti: variazioni di retribuzione, bonus economico o altra forma di premio economico, cambiamento nelle prospettive di carriera, riconoscimento pubblico del preside e / o dei loro colleghi, opportunità di aggiornamento, cambiamenti nelle responsabilità lavorative che rendono il lavoro piùattraente, acquisizione di un ruolo nelle iniziative di aggiornamento o formazione.

L’incremento della retribuzione è assolutamente marginale per la media dei Paesi: si verifica nel 9,1% dei casi, mentre in Italia è dichiarato nel 2% (probabilmente riferibile alla conferma in ruolo dopo il periodo di prova e alla conseguente ricostruzione di carriera). Gli altri Paesi dell’Europa occidentale, con l’eccezione della Norvegia, si situano su percentuali analoghe o addirittura minori.

Altri premi di natura economica o bonus sono mediamente attribuiti all’11% dei docenti, mentre la gratificazione — immateriale – per il pubblico riconoscimento del preside e dei colleghi che riguarda il 36,4% degli insegnanti dei paesi presi in considerazione sale al 46,4% nel caso dell’Italia.

Altre forme di riscontro nel nostro paese sono: il coinvolgimento attivo nelle iniziative di aggiornamento e/o di formazione dei colleghi (38,3%, la media degli altri paesi è 29,6) e il cambiamento nelle responsabilità lavorative che rendono il lavoro piùattraente (27,1%, la media degli altri paesi è 26,7%).

Che cosa pensano gli insegnanti di ciò che accade dopo la valutazione sulla propria scuola? L’indagine si occupa anche di questo: il 70% dei professori italiani pensa che la valutazione porti ad ‘azioni di aggiornamento o formazione affinché i docenti migliorino il proprio lavoro’. Il 40% sostiene che nella ‘scuola la revisione del lavoro dei docenti ha scarso impatto sul modo in cui i docenti insegnano in classe’. Il 33% pensa che la valutazione venga fatta ‘soprattutto per finalità amministrative’. Poco meno di un terzo (28%) è convinto che ‘il persistente scarso rendimento di un docente sarebbe tollerato dagli altri’.

E’ questo il quadro di insieme tracciato dall’insieme delle opinioni degli insegnanti italiani rispetto ai processi di valutazione. Una serie di dati che fotografa ciò che succede realmente: spesso la gratificazione è rappresentata solo da un riconoscimento pubblico, da un elogio. A questo sono abituati gli insegnanti italiani. A riconoscimenti ‘immateriali’ e pochi soldi. E questo vale non solo in relazione alla valutazione ma sembra — per l’Italia — restare ‘ancorato’, connaturato alla funzione docente.

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22:54 – 25/04/11 – UK: Partono i Bastimenti per Terre assai Lontane…

England by the Pound
England by the Pound

Lavorando come Foreign Language Assistant in una scuola nel Regno Unito vi sarà richiesto di aiutare l’insegnante di Italiano durante le lezioni o insegnare a piccoli gruppi di studenti per conto vostro.

L’obiettivo del ruolo è quello di migliorare la capacità degli studenti della comunicazione in italiano e cercare di rendere le lezioni più divertenti discutendo aspetti della cultura giovanile italiana includendo argomenti quali sport, moda, cinema, televisione, stile di vita e feste nazionali.

Questo viene raggiunto creando attività e giochi, usando foto, cartine, e testi tratti sia da giornali che da Internet.

L’esperienza vi consentirà di migliorare la vostra capacità linguistiche in inglese, imparare a migliorare le vostre capacità di comunicazione e vi darà un’esperienza di vita e lavoro nel Regno Unito.

Il sito del British Council chiarisce che la vostra esperienza dipenderà molto a seconda del tipo di scuola nella quale lavorerete, degli insegnanti, degli studenti e dell’area geografica nella quale la scuola si trova. Se avete però entusiasmo e idee per creare le attività durante le lezioni, riuscirete a massimizzare ciò che otterrete dall’esperienza.

È probabile che vi verrà assegnato un insegnante che vi farà da guida, probabilmente nel reparto di linguaggi moderni. In pratica è molto probabile che lavorerete con altri insegnanti che insegnano anche loro italiano.

È possibile che lavorerete per più di una scuola. Infatti il pagamento delle 12 ore lavorative previste da questo tipo di iniziativa è a carico della scuola. Se la scuola quindi non ha abbastanza risorse per pagare 12 ore è probabile che vi condivida con un’altra scuola. Una scuola superiore può ad esempio mandarvi a lavorare presso una scuola materna per un paio di ore alla settimana.

Ovviamente 12 ore alla settimana non sono abbastanza per mantenervi nel Regno Unito. Dovreste quindi pianificare di offrire lezioni private di italiano oppure di trovare un altro tipo di lavoro part-time. Ovviamente dovete fare in modo che questo non vi impedisca di lavorare le 12 ore presso la scuola.

Per quello che riguarda la destinazione geografica, potete scegliere tra 22 regioni del Regno Unito. Ovviamente le regioni di Londra sono molto popolari quindi vi si consiglia di prendere in considerazione anche le regioni meno gettonate per avere più possibilità di essere prescelti. Sulla vostra domanda, vi verrà chiesto di scegliere tre diverse ragioni, io vi consiglio di prendere seriamente in considerazione destinazioni più oscure, sarete piacevolmente sorpresi.

Esiste poi FLAonline, una risorsa on-line, che permette ai Foreign Language Assistants di conoscersi, condividere idee e fare domande.

Per fare domanda per insegnare Italiano nel Regno Unito, dovete contattare il ministero dell’istruzione.

Ministero dell’Istruzione, Universita e Ricerca (MIUR)
Dipartimento per la Programmazione
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
Ufficio V
Viale Trastevere 76/A
00153 ROMA
Italy

Telephone: +39 06 5849 2774
Fax: +39 6 5849 3392

In bocca al lupo!

Fonte: ItalianSinFuga

19:56 – 14/03/11 – Di Menna (UIL): meno frasi ad effetto, è ora di discutere di aumenti.

Continuando a rappresentare la scuola dal 'suo' punto di vista il ministro Gelmini rischia di diventare una 'opinionista'  –  è il commento del segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna alle affermazioni del ministro dell'istruzione ospite ieri nella trasmissione 'che tempo che fa'.

La scuola è un settore complesso, con molte professionalità, una dimensione nazionale e un compito  che la rendono essenziale per lo sviluppo del Paese. Ci vorrebbero – aggiunge Di Menna – meno frasi 'ad effetto' e più azioni concrete.

Sui professori pagati poco perché troppo numerosi, inviterei il ministro a preoccuparsi della circostanza per la quale in Italia (come evidenziato in una recente ricerca della Uil) abbiamo il maggior numero di politici  rispetto agli altri paesi europei e i meglio pagati – ribatte il segretario della Uil Scuola.

Il nodo resta quello delle risorse – ammonisce Di Menna – quali scelte si intendono perseguire per il nostro sistema di istruzione. I dati Ocse pongono l'Italia agli ultimi posti nel rapporto spesa per istruzione/Pil. L'Istat ci ha ricordato che siamo passati dal 4% al 3,7% riducendo ancora di più la quota di ricchezza nazionale destinata all'istruzione (a fronte di una media europea del 5,1%).
Anche nel rapporto spesa per istruzione e resto della spesa pubblica siamo al 9,7% a fronte della media europea dell'11%.

Non si tratta semplicemente di un problema di rientro dal debito pubblico che non consente di avere risorse adeguate, ma di qualificare la spesa pubblica. Occorre ridurre le spese improduttive, gli sprechi, la burocrazia ridondante, le eccessive spese per la politica e indirizzare risorse agli investimenti per l'istruzione.

Su questo e su un piano di graduale aumento delle retribuzioni sollecitiamo il ministero a rappresentare questa esigenza nel dibattito politico e nell'azione di governo.

Occorre rassicurare tutti che la stragrande maggioranza dei ragazzi studia in scuole pulite. Migliore utilizzo del personale e l'efficacia della spesa sono aspetti che competono alla responsabilità del ministro al quale abbiamo fatto più volte proposte per riorganizzarle al meglio sulla base delle concrete esigenze delle scuole.

12:46 – 27/01/11 – Tremonti: Come ti Frego i Questuanti della Scuola…

Di Davide Suraci.

Dallo sblocco degli scatti stipendiali per il 2010, 2011 e il 2012 (quelli bloccati dal comma 23 art. 9) con cui i sindacati sbandieravano la conquista della restituzione del maltolto da parte della cricca tremontiana siamo adesso giunti alla truffa organizzata in grande stile.

Coloro che hanno ottenuto lo scatto stipendiale fra il 2008 e il 2010, dal mese di Gennaio 2011 hanno avuto l'amara sorpresa (chi non se ne è accorto vive felice) di ritrovarsi la voce stipendiale contrassegnata come “KA08 STIPENDIO TABELLAREcon una data di scadenza rinviata di ulteriori 2 anni (es. chi ha avuto lo scatto nel settembre 2010 se lo vedrà rimandato nel 2018 anziché nel 2016).

Medesima sorte anche per la voce “677/001 RETRIBUZIONE PROFESSIONALE DOCENTI“.

Nel mese di dicembre 2010 i dati relativi alle scadenze (stipendio tabellare e retribuzione professionale docenti) indicati sul cedolino erano al loro posto, adesso moltissimi docenti se li ritrovano maggiorati di due anni.

Secondo una approssimativa valutazione dovrebbero trovarsi in questa situazione oltre 300.000 dipendenti del Ministero dell'istruzione: le cifre mediamente perdute a fine carriera si aggirerebbero (sempre in via approssimativa) intorno ai 15-25mila euro per ogni dipendente con anzianità media di 9 anni e di circa 19mila euro per coloro che hanno raggiunto i 35 anni di servizio, mentre l'incremento del costo della vita completerà la razionalizzazione del bilancio iniziata da Tremonti.

Lascio a voi ogni considerazione.

12:09 – 05/12/10 – Sanzioni Disciplinari: Quando una Circolare non Basta…

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Dipartimento per l'istruzione.
Ufficio IV.

Roma, 8 novembre 2010.

Vedi tutti i riferimenti normativi: Sanzioni DisciplinariNormaScuola.
Codice Disciplinare (Normativa Dirigenti Scolastici)NormaScuola.

Oggetto: Indicazioni e istruzioni per l'applicazione al personale della scuola delle nuove norme in materia disciplinare introdotte dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”. Trasmissione circolare.

Si trasmette, in allegato, la circolare n. 88, prot. n. 3308 dell'8 novembre 2010, contenente le “Indicazioni e istruzioni per l'applicazione al personale della scuola delle nuove norme in materia disciplinare introdotte dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150”.
Com'è noto alle SS.LL. il predetto decreto legislativo (pubblicato nella Gazz. Uff. 31 ottobre 2009, n. 254, S.O.), recante le norme di attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, “Delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e alla Corte dei conti” (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 53 del 5 marzo 2009), è in vigore dal 15 novembre 2009.
Fra le molteplici innovazioni introdotte dall'intervento riformatore, assume rilevante importanza per questo Ministero la normativa sulla responsabilità disciplinare che, diversamente dal passato, si applica ora a tutte le categorie di pubblici dipendenti, comprese quelle con qualifica dirigenziale, senza distinzioni o eccezioni riferite a singoli comparti di appartenenza.
Tale normativa configura, pertanto, un sistema sanzionatorio uniforme ed omogeneo, nel quale non assumono più rilevanza i profili di specialità che prima valevano con riguardo a singole tipologie di lavoro pubblico, come si dirà più diffusamente nel documento allegato illustrando i riflessi della nuova disciplina in particolare sul personale docente.
Tenuto conto della complessità e delicatezza della materia, si è pertanto ritenuto opportuno tracciare, innanzitutto, un quadro di sintesi delle novità legislative di maggiore impatto per il settore della scuola e poi, in relazione agli aspetti che più rilevano, fornire a codesti Uffici specifiche indicazioni volte ad assicurare, nella fase applicativa, sia l'uniformità di azione, sia un più agevole svolgimento dei connessi adempimenti.
A tale riguardo, per il supporto giuridico agli organi disciplinari competenti (direttori generali degli USR, dirigenti scolastici e Uffici per i procedimenti disciplinari), si è ritenuto opportuno costituire presso questo Dipartimento un apposito nucleo di assistenza coordinato dal dott. Fabrizio Manca, dirigente dell'Ufficio IV -“Affari giuridici”.
Il suddetto nucleo, che si avvale della collaborazione delle competenti strutture della Direzione generale per il personale scolastico, svolgerà attività di consulenza, rilevazione e analisi dei dati inerenti la gestione del procedimento disciplinare e del relativo contenzioso.
La formulazione di quesiti, richieste di chiarimenti o dubbi interpretativi in merito alle indicazioni applicative delle nuove norme disciplinari dovrà pervenire al predetto nucleo esclusivamente tramite e-mail, utilizzando il seguente indirizzo di posta elettronica: procedimentidisciplinari.scuola@istruzione.it.
Le SS.LL. provvederanno a dare massima diffusione alla circolare in questione negli ambiti territoriali di rispettiva competenza assicurando una puntuale informativa agli organi disciplinari competenti (dirigenti scolastici e Uffici per i procedimenti disciplinari), nonché a tutto il personale scolastico e dell'Amministrazione interessato.
Riguardo, in particolare, all'informativa da rivolgere ai docenti e al personale ATA, le SS.LL. richiameranno l'attenzione dei dirigenti scolastici affinché in ciascuna sede di servizio siano organizzati momenti di comune riflessione sui contenuti della circolare di cui trattasi.
Le SS.LL. medesime avranno altresì cura di controllare che la gestione dei procedimenti disciplinari avvenga nel rispetto delle indicazioni applicative fornite, segnalando al predetto nucleo di assistenza eventuali disfunzioni od anomalie.
Data la rilevanza generale che riveste la circolare di cui trattasi, la medesima è pubblicata anche sul sito Internet di questo Ministero (www.istruzione.it).

IL CAPO DIPARTIMENTO
F.to Giuseppe COSENTINO

Allegati: Circolare n. 88 dell'8 novembre 2010 Scarica.
Vedi tutti i riferimenti normativi: Sanzioni DisciplinariNormaScuola.
Codice Disciplinare (Normativa Dirigenti Scolastici)NormaScuola.

19:17 – 18/11/10 – Tagli al Sostegno: Come Diffidare il Ministero.

Per ottenere giustizia rispetto al taglio ad un sostegno scolastico dovuto, si possono intraprendere alcune azioni:

1) diffidare per iscritto l'amministrazione dal proseguire nella violazione del diritto (scarica il modello diffida)

2) qualora non funzioni la 1), adire al Tribunale amministrativo regionale (TAR) con l'accorgimento di far allegare dal vostro avvocato tutta la documentazione relativa al danno patrimoniale e personale subito. Diversamente il Tribunale non può; che stabilire somme esigue per via equitativa in base alla sola considerazione che è stato violato un diritto. Invece occorre far valutare – se c'è stato – il danno di apprendimento per lo studente disabile, l'eventuale regresso relazionale conseguente alla mancanza del sostegno o della frequenza scolastica, nonché allegare documentazione delle spese sostenute per tenere il minore a casa (assistenza, aspettativa senza assegni qualora presa da un familiare con questa motivazione, spese per una eventuale struttura privata di formazione, etc). I ricorsi in materia di assistenza sono esentati dal pagamento di tasse processuali.

3) in ogni caso (soprattutto dopo l'esito positivo di un procedimento legale), scrivere alla Corte dei Conti regionale illustrando il danno subito dallo Stato in ragione del rifiuto dei pubblici funzionari incaricati di concedere adeguato sostegno all'allievo disabile (vedi indicazioni).

* i presenti consigli ed il materiale linkato sono a cura di dott. Massimiliano Trematerra, avv. Margherita Corriere, dott.ssa Flavia Fulvio, membri del Comitato tecnico-giuridico dell'Osservatorio

Fonte: Osservatorio Sulla Legalità.

11:36 – 15/11/10 – Germania, Nuovo Allarme: La Scuola fa Ammalare…

Burnout degli Insegnanti
Burnout degli Insegnanti

Continuano a pervenire conferme sul Disagio Mentale Professionale degli insegnanti. A far precipitare la situazione è anche la composizione multietnica degli studenti. L’unica via di fuga dalla scuola è rappresentata – per coloro che hanno una sufficiente anzianità di servizio – dal riconoscimento medico della situazione di disagio mentale attraverso l’accertamento nei collegi medici preposti.

E’ chiaro che la situazione non può reggere e soprattutto non si può aspettare che gli insegnanti compromettano la loro salute mentale per arginare gli effetti di una guerra che si sono trovati soli a combattere. Tutto ciò fa poi a pugni con la volontà del legislatore europeo che pretende dai Paesi membri la tutela della salute dei lavoratori di fronte alla specificità dei rischi da stress-lavoro-correlato che le singole professioni comportano.

Dal quotidiano Italia Oggi del 27.10.10 … gli insegnanti tedeschi, dicono le statistiche, sono in crisi, snervati, malati, depressi, sfiduciati. E si ammalano più di ogni altro lavoratore. Oggi a Berlino sono ammalati più di 2.003 insegnanti, il 12% dei 22.000 docenti  della capitale. In Nord Renania Westfalia, il land più popoloso con oltre 17 milioni di abitanti, gli insegnanti sono 192.000 e il loro tasso di assenza è di oltre il 15%. Il triplo di quello dei poliziotti.

Nel settore economico i dipendenti pubblici hanno un tasso di assenteismo ancora inferiore: appena il 3,5% … E va sempre peggio: cinque anni fa gli insegnanti in malattia a Berlino erano 500, un terzo rispetto ad oggi …

Nel meridionale Baden-Wurttenberg un migliaio di professori è rimasto vittima di aggressioni … Molti insegnanti inoltre non hanno una preparazione adatta a fronteggiare la situazione. Si sono diplomati magari 20 o 30 anni fa in un altro clima.

Oggi preferiscono arrendersi e chiedere la pensione anticipata, concessa grazie a un certificato medico che attesta la loro depressione. Per ogni anno di anticipo rispetto ai 65 anni perdono il 2%, ma la fuga è meglio di una guerriglia quotidiana in classe.

Fonti:
Italia Oggi.
BurnOut di Vittorio Lodolo D'Oria.