18:04 – 06/07/12 – Scommettere sulla Fusione Fredda.

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

di Daniele Passerini. Blog i 22Passi.

Sono in vacanza da sabato scorso, lontano per due settimane da casa, lavoro e soprattutto internet. Ho promesso a chi m’accompagna di vivermi l’attimo senza distrazioni e disintossiccarmi un pochino dalla mia ’dipendenza’ dalla rete, perciò durante le ferie non mi connetterò con wi-fi o chiavette e non avrò altro impegno che quello di fare il turista, salve due sole eccezioni: la prima è quella di ritagliarmi un paio di serate per scrivere e mettere on line i miei pezzi settimanali a ’L’Indro’; la seconda, era quella di volare lunedì scorso a Roma per partecipare a un convegno a cui tenevo moltissimo. Ed è proprio di questo convegno che voglio parlarvi.

La mattina del 2 luglio, la capitale grondava sudore per la stretta di Caronte – il torrido anticiclone africano – ed era soprattutto sottotono per le lacrime versate la sera prima. Eh già, il poker a sorpresa della Spagna a Euro2012 era stato un boccone indigesto da mandar giù. Io però avevo altro per la testa: eravamo una ottantina d’invitati – al riparo dal caldo e sotto la benedizione dell’aria condizionata – a partecipare a un convegno intitolato “Verso una rivoluzione energetica non inquinante” per ascoltare le ultime novità sul fronte LERN, acronimo per Low Energy Nuclear Reactions (reazioni nucleari a bassa energia) come per esempio la fusione fredda o le reazioni piezonucleari.

Molti scienziati ’ortodossi’ liquidano tali argomenti come ’bufale’, altri scienziati ’eretici’ li ritengono invece la porta di un’autentica rivoluzione, tecnologica quanto scientifica. Tra i relatori del convegno c’era soprattutto questo secondo tipo di scienziati, che a dire il vero non si sentono per nulla ’eretici’, anzi dicono di seguire esattamente il metodo scientifico e di basare le loro ricerche su esperimenti riproducibili e sulla letteratura scientifica disponibile a tutti i loro colleghi. E visto che le teorie della scienza ufficiale non riescono a spiegare i fenomeni che osservano, piuttosto che negarne l’esistenza o considerarli inutili anomalie (quel che gli scienziati ’ortodossi’ fanno), ipotizzano nuove teorie in grado di rendere prevedibili e riproducibili quei fenomeni.

Il convegno si svolgeva presso la Sala Mercede della Camera dei Deputati e nasceva da un input politico bipartisan: c’erano infatti Domenico Scilipoti (ex IdV, poi area PdL), Elisabetta Zamparutti (Partito Radicale), Giulietto Chiesa (da sempre di posizioni di estrema sinistra). Un’esposizione, sia pure sintetica, di tutti i contenuti del convegno meriterebbe molto più tempo di quello che ora ho e lo spazio d’un vero e proprio articolo. Nelle righe che seguono vi parlerò perciò di un solo intervento e con esso del rilevante ruolo scientifico che nel XXI secolo sta assumendo un’azienda leader nel mercato degli strumenti di misura di altissima precisione, un’azienda che collabora con i più prestigiosi istituti di ricerca di tutto il mondo, quelli internazionali (ITER, CERN, ELI, ESO…), quelli statunitensi (Los Alamos, Fermilab, Livermore, Sandia, Oak Ridge…) quelli italiani (INFN, ENEA, CNR…) e tantissimi altri ancora.

L’azienda è National Instruments, una multinazionale con base ad Austin (Texas), al cui apporto è debitrice perfino la ricerca sul Bosone di Higgs di cui si è tornato a parlare in questi giorni. E l’intervento al convegno in questione è quello di Stefano Concezzi, uno dei nostri tanti ’cervelli fuggiti all’estero’, oggi numero due di National Instruments, di cui dirige la divisione che si occupa del mercato della Ricerca e della Big Physics.

Concezzi ha premesso che lo scorso 20 Giugno aveva già esposto la stessa relazione anche a Bruxelles, al Parlamento Europeo, nel corso di una iniziativa simile, organizzata dall’onorevole Giuseppe Gargani, il workshopThe Fleishmann-Pons effect: study of the phenomenon of Material Science’, e in compagna dei professori Robert Duncan (University of Missouri), Michael McKubre (Stanford Research Institute International) – protagonisti del celebre documentario che la CBS realizzò nel 2009 sulla fusione fredda – e Vittorio Violante (ENEA e Università Roma II) di cui è ancora attuale l’intervista rilasciata nel 2007. Per inciso, l’interesse europeo nelle LENR è dimostrato dal loro inserimento in un report comunitario intitolato ’Materials for Emerging Energy Technologies: il capitolo 3.4 è dedicato proprio alle LENR che avvengono nei reticoli cristallini dei metalli.

Tornando all’intervento di Concezzi, la notizia è dunque che al convegno di Roma la migliore società del mondo nel ramo degli strumenti di misura professionali, con 35 anni di storia alle spalle, profitti sempre in crescita, un portafoglio di 35.000 clienti (università, centri di ricerca, società…) è voluta intervenire per dichiarare di essere molto interessata ai fenomeni di produzione anomala di calore da fusione atomica ’non convenzionale’… la fusione fredda insomma! E ha deciso di scendere in campo in prima persona.

Dal 1989 a oggi, le misure effettuate in almeno 180 esperimenti di fusione fredda, condotte da ricercatori di tutto il mondo, hanno evidenziato eccesso di calore. Per questo National Instruments ha deciso di sponsorizzare una vera e propria campagna di ricerca in doppio cieco, al fine di comprendere una volta per tutte cosa succede durante gli esperimenti della tanto controversa fusione fredda. Ha così selezionato i 10 migliori gruppi di ricerca di tutto il mondo, in modo da fornire loro i migliori strumenti di misura resi possibili dalle conoscenze attuali, con sensibilità nettamente superiori a quelle finora utilizzate. E possiamo essere fieri che di questi 10 top team ben 2 sono italiani, quello di Vittorio Violante (ENEA di Frascati) e quello di Giuseppe Levi (INFN di Bologna).

La scelta di National Instruments – ha spiegato Concezi – è guardare al mondo della scienza e della tecnologia a trecentosessanta gradi, pragmaticamente, senza preferenze e senza preclusioni, nessuno dei suoi mercati (università, ricerca avanzata, automobili, big physics, elettronica di consumo, apparecchi elettromedicali ecc.) rappresenta infatti più del 15% del suo fatturato globale. Ciò pone National Instruments in una posizione privilegiata, un punto di osservazione da cui è possibile cogliere il quadro d’insieme dei progressi in corso nel mondo della scienza meglio di quanto possano fare gli stessi scienziati, spesso esperti in ambiti di competenze molto stretti. Sulla base dei dati acquisiti, National Instruments ha scommesso che la fusione fredda esiste. Se questa scommessa verrà vinta, finalmente, dopo 23 anni di inferno e purgatorio, Fleischman e Pons potranno essere riabilitati una volta per tutte.

11:38 – 15/06/11 – Fusione Fredda: Conferme da Brian Ahern.

[Servizio speciale a cura di Davide Suraci] – Brian Ahern, esperto di scienza dei materiali presso il MIT di Boston e “Senior” da 17 anni presso i laboratori USAF di Hanscom – Air Force Base, ha replicato – in modo del tutto indipendente – una reazione nucleare a bassa energia e in nanoscala ottenendo 8 Watts.

Brian Ahern ha riprodotto il lavoro del fisico giapponese Y. Arata in un ordine di grandezza più manipolabile e quindi gestibile. Per la precisione, il processo è stato attivato utilizzando 10 grammi di nano-polveri dei seguenti elementi e nei rapporti: Zr (Zirconio) 66%; Nikel 21%; Cu (Rame) 13%, ha prodotto 8 Watts di potenza per quattro giorni ininterrottamente e senza radiazioni rilevabili oltre quella già presente nel fondo naturale. Lo Zirconio si trasforma in diossido di zirconio dopo la cottura.

Secondo le ultime indiscrezioni, Brian Ahern sta tentando anche di replicare il funzionamento dell'Energy Catalyzer di Rossi e Focardi migliorandolo ulteriormente per ottenere un aumento dell'efficienza del processo.

La comunità di studiosi delle LENR (Reazioni Nucleari a Bassa Energia) sembra sempre di più orientata (come, del resto hanno dimostrato Rossi e Focardi) a lavorare su livelli di nanoscala.

La descrizione delle fasi del processo LENR che hanno generato 5 Watts in due giorni. (Comunicazione originale di Brian Ahern al CMNS)

Riportiamo, a beneficio degli interessati (testo originale in inglese), la sequenza di un analogo esperimento di Brian Ahern in cui sono stati ottenuti 5 Watts in un paio di giorni.

The description of steps taken to get 5 watts for a few days (Message of Brian Ahern to CMNS).

Ames National Laboratory processed metal alloy foils via arc melting
followed by melt spinning. This is the Yamaura process employed by Arata
and others. The foils were baked in ordinary air at 445C for 28 hours.

The brittle, oxidized foils were placed in a tumble mill for 24 hours.

This resulted in 30 grams of black powder with a median grain size of about
40 microns.Presumably, each grain has about one million nanoscale islands of
NiCu inside.

The 30 grams occupies about 7 ml inside the 50 ml dewar. The system was
vacuum baked at 220C for 24 hours and cooled to room temperature.

H2 gas was added at 200psi. The pressure dropped only to about 185 psi over
twenty minutes. In these replication experiments the exothermic reactions
have had peak temperatures above 220C with substantial loading above 3.0 H/M
ratios. This time the temperature only rose by 2 degrees C.

The system was heated with a band heater to high temperature. There was no
controller. A rheostat was set at an arbitrary position and the system comes
to a an arbitrary temperature.The average power input was 90 watts.

After several hours the hydrated system was evacuated overnight at a
constant high temperature at 530C. The next day H2 gas was again added at
100psi and the temperature rose by 40C to 570C and came back down to 530C
after two hours. At the end of the day the dewar was again evacuated while
still at 530C overnight.

The third day repeated the same procedure. H2 gas was added at 100psi and
the temperature rose by 44C to 574C. However, this time it did not come back
to the initial temperature. It remained at the elevated temperature
overnight.

On the fourth day H2 gas was again added at 100psi and the system rose by
50C to 580C and again stayed at the elevated temperature indefinitely.

A rough calibration suggests that the 30 grams of hydrated nanopowder is
putting out 5 watts of excess power.

Yesterday Peter Gluck suggested that the relationship between loading and
excess power may be a myth. This seemed to be true for electrolysis with Pd
and heavy water where loading levels exceeding 0.9 D/M were a prerequisite
for observing excess power.

My loading level with this nanopowder sample as less than 0.1 H/M.

This 5 watt excess is very much less than Rossi, but it is a real and
repeatable experiment There was no radiation above the background level.

[IT] Fusione Fredda (Risorse Enhanced Wiki sulla Fusione Fredda – report scientific, download documenti, ppt, video and molte altre risorse)

[EN] Cold Fusion (Enhanced Wiki Resources on Cold Fusion – scientific reports, download documents, ppt, video and more)

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

18:11 – 21/01/11 – Fusione Fredda Italiana: L'Omertà Mediatica Made in Italy.

Ing. Rossi e Prof. Focardi
Ing. Rossi e Prof. Focardi

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

Vedi anche: 00:23 – 27/01/11 – Aggiornamenti sull’Esperimento Focardi-Rossi..
Una possibile via alla fusione fredda Made in Italy dimostrata, con uno storico esperimento, dal cattedratico, Prof. Focardi della Facoltà Alma Mater di Bologna e dall'Ing. Rossi. Per assistere alla conferenza stampa e alla presentazione dell'esperimento, cliccare sull'immagine a lato.

Un avvenimento completamente ignorato dai media ufficiali italiani (se si eccettua il Resto del Carlino di Bologna) a sette giorni dall'accaduto.
Tutto questo mentre si viene a sapere che un gruppo industriale europeo ha già acquistato i diritti per la produzione su scala industriale dei pico-reattori e mentre viene anticipata la notizia che, entro pochi mesi, verrà realizzato in primo reattore da 1MW.

Qui sotto, dal 'Blog 22 Passi', è trascritta la storica cronaca della giornata del test (14 Gennaio 2011) del reattore Rossi-Focardi.

La lettura cronologica degli eventi ha inizio dalle ore (cliccare sull'ora a fianco indicata, quindi iniziare a leggere dal fondo dell'articolo tutta la sequenza) 15.30 .

Per saperne di più accedi al sito ufficiale dell'esperimento.

'19.15 – Well, con Giuseppe Levi vado a mangiare una pizza, magari farò un post a parte con una intervista a lui. Gli chiederò inoltre di rileggere, appena può, questa telecronaca, così da correggere tutte le imprecisioni tecnico-scientifiche che mi saranno scappate. Ringrazio tutti coloro che si sono collegati (in questo momento registro 33 persone on line e 1127 visite a tutt'oggi) e concludo qui la diretta sperando di avere, parzialmente, soddisfatto la vostra curiosità. Da Bologna, il vostro inviato specialissimo una tantum vi saluta.
P.S. @Mara, Luciana, Marco: ho letto le vostre domande, vi rispondo con calma più tardi, ora vado a cena.
 
18.46 – Aggiungo che ero talmente emozionato e preso dalla scrittura che mi sono completamente dimenticato di girare qualche video con la telecamera dell'iPhone. Ho comunque tante belle foto da inserire domani.
 
18.45 – Intanto ci tengo a sottolineare che alla dimostrazione di oggi l'informazione era rappresentata da RAI 3La Repubblica, Il Sole 24 ore, Il GiornaleRadio Città del Capo (di Bologna) e Ventidue passi d'amore e dintorni (circuito Net1News).
P.S. Sorry, avevo dimenticato che era presente anche un giornalista del New York Times.
 
18.20 – Prima di me una giornalista ha chiesto se sarebbe disposto a mettere l'apparecchio a disposizione di un laboratorio indipendente per una sua completa disanima. La risposta è negativa. Rossi spiega di operare per conto di un'azienda (che produrrà presto in serie il reattore) che ha fatto ingenti investimenti per arrivare al risultato mostrato oggi. Pertanto la 'black box' non verrà aperta, perché equivarrebbe regalare un segreto industriale. Anche all'Università di Bologna è stato consentito di osservare cosa fa questa macchina, ma non di vedere come è costruita.
N.B. Gli investitori non sono Italiani.
Rossi spiega che l'apparecchiatura che abbiamo visto oggi ha un costo di circa 2000€ per ogni KW, un KW prodotto da una centrale elettrica a petrolio costa 10 volte tanto, il costo di un KW prodotto da una centrale nucleare, considerato il problema delle scorie, non è neppure calcolabile!
Domando a Rossi, fermo restando che chi ha investito ha diritto a far fruttare il proprio investimento, se se la sente in coscienza di garantire che non ci sarà una speculazione, se cioè i prezzi di queste apparecchiature si manterranno così bassi o se verranno fatti lievitare. Risponde che i prezzi si manterranno bassi.
Domando se le prime applicazioni saranno a carattere industriale, come si dice, e quando potranno diffondersi a livello di comuni abitazioni. Rossi conferma che per motivi di sicurezza (si tratta comunque di un apparato che ha bisogno di personale qualificato che ne controlli il funzionamento) in un primo momento le applicazioni saranno solo nell'industria, ma è previsto, mano a mano che la tecnologia evolverà, la diffusione anche per le esigenze dei comuni cittadini.
Se riesco, scambio due parole anche col Prof. Levi e vi riferisco. Dopodiché chiuderei la diretta e tornerei a casa.
 
18.19 – Ho appena fatto una piccola intervista all'Ing. Rossi, adesso ve ne riporto il contenuto.
 
18.09 – La conferenza stampa è conclusa, Rossi ringrazia i presenti. Applauso!
 
18.07 – Qualcun altro domanda se è il nichel stesso ad aumentare di temperatura. Rossi spiega che nel reattore viene immessa una polvere di nichel e che, a fronte di temperature immesse molto più basse, si rinvengono granuli di nichel fuso (che fonde sui 1500°C).
 
18.05 – Qualcuno domanda se oltre al nichel possono essere utilizzati altre metalli. Sì – risponde Rossi – ma chiaramente il nichel è vantaggioso perché poco costoso.
 
17.55 – Altra domanda di Ferrari: si sono registrate variazioni particolari della struttura del nichel? Sì- risponde Rossi – avvengono variazioni isotopiche, sono state osservate confrontando un campione 'vergine' di nichel con un altro che aveva 'lavorato' 6 mesi dentro il macchinario. Precisa Ferrari che chiedeva se ci sono state modificazioni dal punto di vista strutturale, della struttura cristallina. La risposta è sì. Spiega lo stesso Focardi che il microscopio elettronico ha rilevate numerose modifiche. Dunque probabilmente – spiega Ferrari – l'energia potrebbe derivare non tanto dal materiale quanto dall'energia potenziale della stessa struttura cristallina.
 
17.50 – Interviene il Prof. Ferrari del Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna. è evidente – dice – che l'apparecchio consuma 'qualcosa', qualcosa che si trasforma, trasmuta e alla fine si esaurisce. La domanda è, al di là di cosa sia questo 'qualcosa', quanto può stare accesa la macchina fino  io tengo la macchina acces La macchina consuma picogrammi (millesimi di miliardesimo di grammo) di Nichel e Idrogeno per produrre KiloWatt. Per tanto in questo tipo di tecnologia il problema del consumo di materiale non c'è: con un grammo di Nichel possiamo ottenere 1000 miliardi di KW.
 
17.45 – Ha preso la parola il Prof Christos Stremmenos per esporre una sua ipotesi di funzionamento dell'apparecchiatura Rossi-Focardi… ahimè, non riesco a seguirlo. Conclude però dicendo che prima è stata costruita la macchina a vapore è poi è stata messa a punto la teoria che ne spiegava il funzionamento termodinamico
 
17.40 – Il Prof. Levi del Dipartimento di Fisica ha ribadito – rispondendo a una domanda – che lui non sa come sia costruito il reattore, si è limitato a misurare quanto produce.
 
17.38 – Celani sottolinea che è stato registrato un leggero aumento (50%) della radiazione gamma, però fluttuante non costante… ciò è positivo perché esclude la possibilità di un imbroglio (sorgenti di energia nascoste ad arte nell'apparecchio!).  Dice interessante che ci sia stato un piccolo flash di raggi gamma sia all'accensione che allo spegnimento dell'apparecchio.
 
17.37 – Prende la parola il Prof. Celani dell'INFN di Frascati.
 
17.36 – Il Prof. Levi annuncia che non c'è stato consumo 'misurabile' di idrogeno, conferma anche che non è stata registrata alcuna radiazione a parte quella ambientale di fondo.
 
17.34 – Rossi dichiara che in sala sono presenti i rappresentanti di un gruppo industriale europeo che produrrà su larga scala l'apparecchio, sulla base del brevetto detenuto da Rossi e Focardi. Il reattore può essere messo in serie per alzare la temperatura prodotta, e in parallelo per aumentare la quantità di calore a parità di temperatura (come fossero batterie elettriche!).
 
17.32 – Qualcuno domanda come possiamo chiamare questa apparecchiatura. Catalizzatore di energia – risponde Rossi – piuttosto che reattore, un termine troppo generico. Rossi ribadisce che a livello teorico possiamo solo ipotizzare cosa avvenga nel macchinario, ma c'è ancora molto da studiare… pertanto il rendimento (al momento un fattore 15) possono senz'altro salire: siamo alla Ford T, dobbiamo arrivare alla Formula 1!
 
17.27 – Rossi spiega che sono stati prodotti dal reattore circa 10-12KW, l'energia media in ingresso è stata 600-700W (è stata misurata anche la secchezza del vapore). L'esperimento è stato eseguito da i detentori del brevetto e da professori dell'Università di Bologna estranei al progetto
 
17.25 – L'Ing. Rossi dà subito la parola hai giornalisti. Questa sarà la parte più divulgativa della conferenza.
 
17.23
 
17.20 – Sto ascoltando i commenti di altri ricercatori intervenuti, danno per scontata la buona fede di Rossi e Focardi. Ma resta il fatto che ci troviamo di fronte a una 'scatola nera' e non sappiamo cosa ci sia dentro.
 
17.15 – Il videoproiettore continua a mostrare la schermata PC con le misurazioni aggiornate in tempo reale (ogni 2 secondi) di temperatura ambiente (C1), temperatura acqua in ingresso (C2), temperatura vapore in uscita (C3). La curva della temperatura (C3) mostra che in circa 30 minuti (dalle 16.30 alle 17.00) è arrivata a 101°C. Alle 17.15:00 ad esempio abbiamo C1=23,10°C; C2=13,40°C; C3=101,30°C.
 
17.00 – Il setting sperimentale in pratica è quello che vado a descrivervi. Una pompa fa passare l'acqua nel reattore dove viene scaldata dal calore generato dalla reazione di fusione fredda Ni-H. Viene misurata la temperatura dell'acqua in ingresso e in uscita (ora come ho detto è stabile sui 101°C). L'innesco del reattore avviene tramite resistenze, l'assorbimento dell'apparecchiatura al momento è 1269W, ancora non ci hanno fornito i dati della potenza in uscita. Rossi ha spiegato che l'apparecchiatura in funzione può produrre sui 6 o 7KW o comunque – ha aggiunto – fino a 10KW. Non parliamo naturalmente di potenza elettrica ma termica.
 
16.55 – In questo momento la temperatura dell'acqua (vapore) in uscita dal reattore è arrivata a 101,3°C e si mantiene costante.
 
16.45 – Sono entrato nella stanza! L'ing. Rossi e il Prof. Levi stanno spiegano l'esperimento a gruppi di 6 persone per volta. Ho fatto parecchie foto che inserirò domani.
 
16.40 – Sono riuscito a dare un'occhiata all'interno della stanza, la porta adesso è aperta. L'apparecchiatura è quella della foto che ho inserito un paio di giorni fa sul blog. In attesa che vengano date spiegazioni, approfitto per sottolineare una precisazione fatta dal Prof. Levi prima nel corso della sua presentazione. I ricercatori dell'Università sono entrati in gioco per verificare che l'apparecchiatura funzioni, produca cioè effettivamente quantità interessanti di energia tramite fusione fredda e non altro. E naturalmente che non si tratti di una bufala! Ancora non c'è una vera e propria teoria fisica in grado di spiegare punto per punto il fenomeno della fusione fredda. E soprattutto, il reattore è coperto da brevetto industriale: non è riproducibile da chiunque sulla base della generica conoscenza del principio della fusone fredda.
 
16.30 – Il cameramen della RAI sta effettuando riprese del reattore in funzione all'interno della stanza. C'è moltissima eccitazione tra i presenti. Immagino che tra poco torneranno fuori a parlare Focardi, Rossi e Levi.
 
16.25 – Il reattore è in funzione e sta producendo calore! Ora i dati dell'esperimento vengono mostrati in tempo reale da un videoproiettore (la temperatura dell'acqua in uscita comincia a salire).
 
15.55 – Il Prof. Levi ha finito di parlare ed è tornato presso il reattore. Mi dispiace di non potere inserire ora delle foto adesso, lo farò una volta tornato a casa. Sono presenti adesso in tutto una cinquantina di persone. Vi spiego la situazione. Siamo all'interno di una grande sala quadrata (sui 400-500 mq) ricavata all'interno di un capannone industriale, in un angolo è collocata una stanza di circa 30 mq dove si trova l'apparecchiatura. Quello che avviene in tale stanza è mostrato in tempo diretto nella sala su uno schermo Tv di una trentina di pollici.
 
15.50 – Inoltre – continua Levi – sono stati portati dal Dipartimento di Fisica – INFN di Bologna due scintillatori allo ioduro di sodio per misurare le radiazioni in uscita.
 
15.45 – Prende la parola Rossi, anticipa che tra poco verrà acceso il reattore. Passa la parola al Prof. Giuseppe Levi del Dipartimento di Fisica di Bologna. Spiega il tipo di misure che verranno fatte: 1) stima dell'energia prodotta sulla base della misura di quanta acqua viene vaporizzata al secondo; 2) per capire la fonte del processo di produzione di energia si controllerà che non venga bruciato idrogeno (misurandone la massa a inizio e fine dell'esperimento).
 
15.35 – Prende la parola Focardi, spiega che colleghi del Dipartimento di Fisica stanno provvedendo alla taratura degli strumenti di misura. Tra circa 10 minuti l'esperimento dovrebbe iniziare.
 
15.30– Focardi è a due passi da me, chiacchiera con un collega dell'INFN.'.