19:20 – 04/06/11 – Giornalisti, Presidenti e Cantanti: I Re degli Ignoranti..

[Editoriale di Davide Suraci] – A proposito del dibattito sul referendum pro-contro nucleare svoltosi durante la trasmissione “Anno Zero” del 02/06/11 vorrei sottolineare alcuni interventi (in Italia li chiamano dibattiti) che dimostrerebbero l’inesistenza, nel BelPaese, di una consapevolezza del problema.

Chicco Testa (presidente del Forum Italiano sul Nucleare): “LUI” sostiene la scelta nucleare anche col fatto che LUI è un produttore di energie alternative (pannelli solari)…In realtà le alternative, col suo sragionamento potrebbero non bastare e quindi quella del nucleare sarebbe una scelta obbligata…

Obiezione: il Testa di Chicco sa benissimo che le industrie energetiche italiane si finanziano proprio con la bolletta-truffa che l’ENEL è riuscita a realizzare (grazie all’ignoranza degli italiani) per finanziare ufficialmente le energie alternative ma, di fatto, per sovvenzionare proprio il nucleare che, come tutte le grosse imprese, ha un ritorno finanziario immediato per pochi speculatori e un costo sociale enormemente superiore ai benefici, già in partenza, da presentare alle successive generazioni (oltre alle bollette energetiche sempre più care)

Celentano Adriano, con i suoi silenzi che dovrebbero far presagire qualcosa di intelligente e di saggio, ci rende edotti che bisognerebbe inventare le tegole solari se non fosse per il fatto che questi oggetti già esistono da diversi anni…

Obiezione: un rappresentante-cantante, anche ignorante per la sua manifesta arretratezza cognitiva, avrebbero potuto almeno risparmiarcelo..

È stata poi la volta delle giovani generazioni politiche del PDL che sembravano piuttosto le de-generazioni dei loro genitori attuali (se questi sono i loro figli, tanto vale tenerci i loro padri..).

Non si sono viste né ascoltate persone altamente competenti in materia di dis-economicità e pericolosità della filiera nucleare;

Inettitudine dei giornalisti e/o loro asservimento alle lobbies dell’energia? – Nessuno ha fatto cenno alle numerose scoperte scientifiche che non sono più allo stato di sperimentazione (vedi Energy Catalyzer di Rossi e Focardi) e alle potenzialità della fisica delle reazioni nucleari a bassa energia..

*L’abbaglio della globalizzazione, molto presto, si trasformerà in un ritorno al passato a causa dell’annientamento delle economie locali;
*L’energia del futuro dovrà essere prodotta e consumata sul posto (e le tecnologie ci sono);
*Dovremo re-imparare a conservare e ad utilizzare saggiamente il terreno, l’acqua, l’aria e a rispettare tutte le forme di vita anche in vista dell’inizio delle operazioni di salvataggio dell’ambiente in cui viviamo;
*Dovremo apprendere a riciclare tutta la materia e l’energia che ogni 15 secondi abbandoniamo nell’ambiente (in questo senso bisognerà riformare le scuole, gli insegnanti, gli allievi, le famiglie, le personi comuni).

*Senza queste premesse non potrà esserci uno sviluppo equo e solidale per tutti ma solo sfruttamento e dipendenza da un piccolo branco di delinquenti incravattati..

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

Studi del Governo Federale Tedesco sulla Epidemiologia delle Leucemie Infantili.

PresaDiretta Nucleare – 19/09/2010 – Le centrali nucleari sono sicure per la salute di quelli che ci vivono attorno? Che fine fanno le centinaia di tonnellate di scorie radioattive prodotte? In questo interessante documentario la cronologia degli eventi e i fatti epidemiologici da radiazioni nucleari in corso in Germania e nel Regno Unito.

11:42 – 05/08/10 – Ottavia, la Città della Rete.

Di Claudio Messora.

” Sospesa sull’abisso, la vita degli abitanti d’Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge. “

[Italo CalvinoLe Città Invisibili]

Dio distrusse la Torre di Babele perché gli uomini, presuntuosi, volevano giungere fino a lui. E per assicurarsi che non ci riprovassero, confuse lingue e idiomi, in modo che comprendersi e mettersi d’accordo diventasse molto difficile.

Qualche migliaio di anni dopo, il tempo di riorganizzarsi, abbiamo ricominciato a parlare tutti un’unica lingua, l’inglese. E stiamo ricostruendo la torre. Non una: dieci, cento, mille torri. E sono decine di volte più alte dei 90 metri che tanto fecero infuriare il cielo. Non in Italia ovviamente – le nostre pendono miserevolmente -, ma nel resto del mondo. Gli uomini si stanno arrampicando sempre più in alto, ogni giorno più vicini a Dio.

A Dubai, Burj Khalifa misura oltre 800 metri, ma ci sono progetti, in attesa di finanziamento, che puntano ai 1600 metri. Entro il 2025 il Giappone potrebbe avere la tecnologia per costruire isole galleggianti con una base larga 3 chilometri ed un tetto circolare del diametro di mille metri, posto ad un chilometro secco sopra la superficie del mare. Per non parlare di “Ultima”, una vera e propria montagna alta più di 3 chilometri, capace di contenere un milione di persone e che l’uomo giudica assolutamente indistruttibile. Evidentemente non abbiamo imparato la lezione.

Ottavia, invece, è la città della rete. Anziché concentrare una enorme pressione su una ristretta superficie da costruirsi con materiali sempre più resistenti, l’ingegneria di Ottavia si basa sulla distribuzione delle forze.

La città della rete è come una ragnatela. Non è superba perché non sfida il cielo, semmai cade, come l’acqua nelle cascate. Ottavia capovolge ogni nostra convinzione, mandando a gambe all’aria secoli di architettura. Le sue fondamenta sono in alto: funi tese tra le sommità delle pareti di un crepaccio alle quali si allacciano corde, catene, passerelle. La vita si sviluppa in armonia con la struttura e con gli spazi, perché il rispetto del bilanciamento dei carichi è essenziale. Ogni intersezione, ogni nodo della rete vibra all’unisono, rendendo i cittadini di Ottavia fortemente connessi gli uni agli altri. Ognuno percepisce fisicamente la propria dipendenza dall’ultimo degli abitanti e questo crea responsabilità e suggella un patto di aiuto e di sostegno reciproco.

Ad Ottavia, tutti sanno di vivere in condizioni di equilibrio precario. Nessuno si sente onnipotente né crede davvero di potersi appoggiare indefinitamente sulle spalle degli altri. Gli abusivismi edilizi non vengono condonati, perché farebbero crollare l’intera struttura. La viabilità è fluida, perché tra un luogo di partenza e la sua destinazione ci sono tanti percorsi quanti sono i possibili viaggiatori. I servizi sono distribuiti e non è possibile che alcune zone si sviluppino più di altre, pena il cedimento di tiranti e legacci. La democrazia è la sola forma di sopravvivenza possibile, perché l’ultimo degli emarginati ha il potere di far cedere l’intero sistema.

Nella riserva naturale di Tawakoni, in Texas, nell’agosto 2007 gli entomologi hanno scoperto una ragnatela enorme, estesa per oltre 180 metri. E’ stata tessuta dai ragni della famiglia Tetragnathidae, in collaborazione con altre 10 specie diverse. Al suo interno, una sterminata quantità di insetti ha trovato la morte, confermando così che la collaborazione è una strategia vincente anche per i meno socievoli degli animali. Dopo la prima scoperta, altre tele giganti sono state trovate in Florida, in Canada, in Ohio e perfino in Italia.

I ragni sono avanti, ma noi gli stiamo dietro. Il World Wide Web è la tela più estesa del mondo. Nel 2000 era percorsa da 361 milioni di persone. Al 30 giugno di quest’anno sono diventate già 2 miliardi, con una crescita del 445%. Stiamo costruendo una ragnatela di proporzioni mostruose.
Ognuno intessa la sua. Quelle più piccole si allacceranno alle più grandi, mentre altre andranno a rinforzare le strutture portanti ed altre ancora lanceranno nuove propaggini nel vuoto, allontanando ulteriormente le estreme periferie dal punto di origine.

La superficie totale sta per coprire ogni pensiero e presto sarà così fitta da catturare nelle sue maglie ogni informazione di una certa rilevanza, che sarà avviluppata in un bozzolo, digerita e trasmessa in ogni direzione grazie alle vibrazioni che l’impatto produce sulla tela. Più l’informazione è grossa e pesante, più i nodi della rete risuoneranno in maniera decisa ed energica.

E allora coraggio: facciamolo cantare, questo web!

Fonte: ByoBlu.com