14:09 – 16/12/10 – Indagine Conoscitiva 2010 su Infanzia e Adolescenza. (EURISPES)

Roma, 16 dicembre 2010 – I ragazzi percepiscono le difficoltà economiche, parlano poco in famiglia e vivono sempre di più in una Rete dove la capacità di difendersi dai pericoli è spesso ridotta.
In particolare, 1 adolescente su 4 dichiara che la propria famiglia è stata colpita dalla crisi economica. Il dato diviene drammatico quando si chiede ai ragazzi di illustrare la condizione di amici, parenti o conoscenti: il 52% degli adolescenti dice di conoscere altre famiglie che hanno risentito dalla congiuntura economica negativa. Gli effetti della crisi vengono misurati nella vita quotidiana: per 1 ragazzo su 3 cresce l’attenzione nelle spese per cibo e vestiario, mentre la percentuale sale al 46% per le spese extra relative al tempo libero. Il 16% degli adolescenti, infine, testimonia difficoltà della famiglia ad arrivare alla fine del mese.

Dall’indagine emerge che il clima familiare è peggiorato e i ragazzi ne risentono in prima persona: il 20% dei bambini riferisce che nell’ultimo periodo i genitori hanno litigato più spesso di prima, mentre il 25% degli adolescenti dichiara di aver notato un maggior nervosismo dei genitori e di litigare più spesso con loro (29%). Oltre il 20% dei bambini e il 40% degli adolescenti dichiarano di essere diventati più ansiosi.

«All’interno delle famiglie e nella percezione dei ragazzi stessi la crisi mostra più facce, – afferma il Presidente di Telefono Azzurro, Prof. Ernesto Caffo».

In famiglia il dialogo sulle emozioni sembra essere molto limitato. Il 72% dei bambini racconta ai genitori solo episodi relativi alla vita scolastica, ma non parla delle proprie paure (35%) o aspirazioni (38%), comportamento che costituisce la regola in adolescenza ma che a questa età è più comprensibile.

Il dato è preoccupante se incrociato con le risposte degli adolescenti rispetto all’eventualità della fuga: 1 adolescente su 3 prende in considerazione la possibilità di fuggire da casa, mostrando di non credere alla possibilità di risolvere i conflitti all’interno del contesto familiare.

Sul versante del consumo di media e tecnologie,il telefonino sembra sempre più diventare oggetto di addiction per gli adolescenti: il 25% di loro trascorre al cellulare oltre 4 ore. Cresce l’utilizzodi videogiochi e Internet da parte dei bambini. Tra i social network, Facebook continua a raccogliere la maggior parte delle preferenze: se nel 2009 il 71% dichiarava di aver aperto un profilo, nel 2010 questa percentuale sale all’84%. Aumentano anche i bambini che guardano filmati su YouTube: la percentuale passa dal 55% nel 2009 al 68% nel 2010, con 1 intervistato su 5 che dichiara di cercare video con scene forti (incidenti, violenza, sesso, etc.).

Non sorprende dunque come i bambini spendano la propria paghetta per lo più in videogiochi, giochi e ricariche telefoniche. A fronte della crisi economica, spendono significative somme di denaro ed hanno un crescente potere di acquisto; le pubblicità, come nel caso dei servizi telefonici, sempre più spesso si rivolgono a loro.

La cultura del consumo – in assenza di senso critico e di famiglie capaci di filtrare questi messaggi – può influenzare negativamente lo sviluppo dei bambini causando, tra gli altri effetti, obesità e un sempre più precoce consumo di alcol e fumo.

Se la vita relazionale di bambini e adolescenti, dunque, sembra sempre più transitare attraverso la Rete, in essa si affermano nuovi codici di comportamento. Così, emerge che il 60% dei ragazzi giudica positivamente la possibilità di utilizzare Internet per incontri sentimentali, e al 17% degli adolescenti è capitato di innamorarsi di una persona conosciuta in Internet.

Circa il 40% degli adolescenti ritiene che sia positivo o accettabile incontrare dal vivo una persona conosciuta on line. Percentuali significative ritengono positivo, o accettabile lasciare il proprio indirizzo (23%) e il numero del proprio cellulare su Internet (38%). Similmente e per un adolescente su dieci spogliarsi in Internet è accettabile o positivo.

Ma sono in grado di difendersi dai pericoli che possono nascondersi dietro gli incontri dal vivo o l’invio di foto che li ritraggono senza vestiti a persone di cui a volte conoscono solo il nickname? Sulla base di quali criteri decidono di potersi fidare dell’interlocutore virtuale? Sebbene il 52% degli adolescenti riconosca il rischio costituito dalla possibilità di finzione che caratterizza gli incontri sul web, ed il 39% affermi che “ci si può fidare di una persona solo se la si incontra dal vivo”, è preoccupante che 1 adolescente su 10 ritenga di potersi fidare di una persona conosciuta in rete semplicemente “ponendo alcune domande”, o che per fidarsi sia sufficiente “seguire il proprio istinto”.

Solo lavorando alla valorizzazione delle differenze culturali, amalgamandole e facendole convivere armoniosamente, potrà esistere un’Italia realmente multiculturale, in cui le diversità sono una ricchezza e non causa di divisioni e dissidi».

Scarica il rapporto 2010 su Infanzia e Adolescenza.