Il pedagogista Sugata Mitra affronta uno dei principali problemi della scuola – gli insegnanti e le scuole migliori non si trovano dove ce ne è più bisogno.
In una serie di esperimenti sul campo da New Delhi al Sudafrica all'Italia, ha dato ai bambini l'accesso al web in autogestione ed ha osservato risultati che potrebbero rivoluzionare la nostra idea di insegnamento. Translated into Italian by Gaetana Ariu |
12:32 – 20/06/11 – La Valutazione dei Docenti Italiani (Rapporto OCSE-TALIS)…
Scarica il Rapporto Ufficiale OCSE – TALIS (Versione integrale in lingua italiana.)
[Sintesi del documento] Le ricerche condotte dallOCSE – PISA sono note a tutti. I risultati di tali indagini sugli apprendimenti hanno spesso come effetto una grande diffusione e il successivo alternarsi di punti di vista, di prese di posizione, di proposte e contro-proposte.
LOCSE ha condotto anche la ricerca TALIS i cui risultati, ai fini dellanalisi comparativa dei diversi sistemi di istruzione, rivestono uguale importanza. Eppure ai risultati di questa indagine non si è voluto attribuire uguale rilievo. Anche il Miur, che ha aderito al progetto e partecipato alle spese, non ha ritenuto di dare ampia diffusione ai risultati della ricerca che è rimasta dunque ignota ai più.
TALIS è una ricerca che parte da un preciso punto di vista quello dei docenti: in che modo gli insegnanti percepiscono la propria professione? I risultati sono stati raccolti in un database, la Uil Scuola ha scelto di esaminarne alcuni.
OCSE TALIS
Teachers And Learning International Survey
Indagine internazionale sullinsegnamento e lapprendimento
Sintesi della ricerca
Lindagine Ocse Talis, rappresenta in primo tentativo di analizzare, parametrandole, le dichiarazioni dei docenti in relazione al lavoro svolto a scuola. Non unindagine su dati, quindi ma sullo status.
Quella che viene esaminata è la percezione che gli insegnanti hanno della loro professione.
Un approccio nuovo, per una indagine internazionale sullinsegnamento e lapprendimento condotta in 23 paesi del mondo, Italia inclusa, che ha messo in un data base le dichiarazioni di un campione significativo di insegnanti e presidi di scuola superiore di primo grado.
La prossima edizione della ricerca sarà nel 2013 e opererà anche sui dati dellindagine Pisa 2012 con i risultati degli studenti. Lufficio studi e ricerche della Uil scuola ne ha messo a confronto i dati.
Misurare la soddisfazione:
Gli italiani al primo posto.
Sono gli insegnanti italiani quelli più soddisfatti del lavoro svolto in classe. Il 95% dei docenti di scuola media dichiara, infatti, di essere appagato del proprio lavoro anche in relazione al clima disciplinare in aula e al rapporto con gli studenti. Nella classifica internazionale gli italiani registrano 6 punti percentuali in più rispetto alla media (89,6%) seguiti dai colleghi sloveni, belgi, messicani, bulgari e austriaci.
Ad essere i meno soddisfatti sono gli australiani (82,4%) e poi gli ungheresi, i turchi, i brasiliani e i portoghesi.
Misurare il tempo:
In Italia troppa burocrazia e più tempo per tenere lordine in classe.
I docenti italiani lamentano di dover utilizzare il 14% del tempo per mantenere lordine in classe.
Più alto della media dei 23 paesi è anche il tempo che è sottratto allinsegnamento per espletare troppi adempimenti burocratici (8,8%). Una situazione che accomuna gli insegnanti italiani a quelli spagnoli.
Sono gli insegnanti brasiliani a faticare di più per mantenere lordine (17,8% del tempo passato in classe).
In Estonia, Lituania e Polonia ci vuole invece meno tempo: il 9% circa.
Il maggior peso negli adempimenti burocratici tocca agli insegnanti messicani con un carico di pratiche pari al 16,5% del tempo, quasi il doppio rispetto alla grande maggioranza degli altri paesi.
Misurare lefficacia.
Sono i norvegesi a sentirsi più bravi. Italiani al secondo posto.
Lindagine TALIS ha interrogato i docenti sulla percezione che loro hanno dell efficacia personale in relazione allattività educativa con i propri studenti. Sotto la lente di ingrandimento sono state messe una serie di variabili relative al lavoro daula, non sotto il profilo delle materie insegnate, ma su quello relazionale.
I docenti sono stati invitati ad esprimersi sulla loro personale percezione che:
linsegnamento produce significativi cambiamenti nella vita dei propri studenti;
si riesce a far progredire anche gli studenti più difficili e non motivati;
si ha successo con gli studenti nella propria classe;
si riesce a mettersi in relazione con gli studenti;
si crea una piacevole atmosfera di apprendimento;
non si deve perdere molto tempo allinizio della lezione, per avere degli studenti tranquilli;
non si perde tempo a causa di studenti che interrompono la lezione.
Lanalisi comparata dei dati mostra che è appannaggio dei docenti norvegesi la più positiva percezione complessiva circa lefficacia del loro lavoro, al secondo posto gli italiani mentre, allestremo opposto, si situano i professori coreani e quelli spagnoli.
Misurare la crescita.
attività di sviluppo professionale: sono ancora in pochi a seguirle ma sono tante le giornate impegnate
Tra i temi affrontati nella ricerca cè anche quello della partecipazione ad attività di sviluppo professionale: si va dai corsi / seminari alle conferenze o seminari di formazione, dai programmi di qualificazione (ad esempio un corso di laurea) alle visite di osservazione in altre scuole, dalla partecipazione ad una rete di docenti alla ricerca individuale, fino alle esperienze di tutoraggio, osservazione ed esercitazione con colleghi, come parte di un sistema di formazione formale, alla lettura di testi professionali, al dialogo fra colleghi.
E stato quindi chiesto agli insegnanti se hanno partecipato a tali attività negli ultimi 18 mesi e per quanti giorni: il risultato è che, in tutti i Paesi, la partecipazione a questo genere di attività è piuttosto ampia.
LItalia si colloca sotto la media per numero di insegnanti coinvolti.
Per quanto attiene invece al numero medio delle giornate impegnate in tali attività, si va da un minimo di 5,6 giorni dellIrlanda ad un massimo di 34 giorni del Messico, attestandosi la media di tutti i Paesi a 15,3 giorni medi nel periodo dei 18 mesi considerati. I docenti italiani, al quarto posto, si situano abbondantemente al di sopra della media con 26,6 giornate medie.
I risultati mostrano quindi che è ancora basso, rispetto al dato medio, il numero di insegnanti coinvolti in attività di sviluppo professionale. La durata di queste attività, per chi le svolge, è invece ben al di sopra del dato medio degli altri paesi.
Misurare i bisogni.
Forte e al passo con i tempi in Italia la domanda di formazione in servizio.
Linchiesta TALIS non si limita a registrare le dichiarazioni dei docenti circa le attività ma domanda anche quale siano le loro necessità d aggiornamento.
Tra i settori nei quali gli insegnanti dichiarano di avere maggiore bisogno di aggiornamento ci sono linsegnamento a studenti con bisogni speciali di apprendimento (31,3%) e lo sviluppo di competenze nelle tecnologie dellinformazione e della comunicazione, TIC, (24,7%).
I docenti italiani esprimono una diffusa domanda di formazione, superiore di 10 punti alla media dei colleghi delle altre nazioni. Per loro rappresentano delle priorità: linsegnamento a studenti con bisogni speciali (35,3%), lesigenza di migliorare la pratica didattica (34,9%), laccrescimento delle competenze nel proprio ambito disciplinare (34%).
Misurare il lavoro.
Ancora pochi gli insegnanti coinvolti nei processi di valutazione.
Una parte dellindagine Talis è dedicata alla valutazione degli insegnanti. Ricerca condotta non in modo generico ma basata sulla richiesta di precise esperienze di valutazione, sia interna che esterna, che i docenti hanno avuto negli ultimi cinque anni.
Il 13,8% dei docenti dei 23 paesi esaminati dichiara di non aver ricevuto alcun tipo di valutazione.
Per gli italiani questa percentuale è del 20%. Sono gli spagnoli, i danesi, i portoghesi, gli austriaci e gli irlandesi i meno valutati. Coreani, ungheresi, slovacchi e turchi sono quasi tutti sottoposti a processi di valutazione.
Per quanto riguarda la valutazione interna quasi la metà degli insegnanti italiani è impegnata almeno una volta lanno nelle pratiche di autovalutazione della scuola, livello simile alla media degli altri paesi.
Per quanto attiene alla valutazione esterna oltre il 60% dei nostri insegnanti non è mai stato coinvolto (negli altri paesi il livello di quanti non hanno ricevuto mai una valutazione è mediamente intorno al 30%).
L11, 3% è stato coinvolto una volta, il 14,6% da due a quattro volte, il 12,3 % una volta allanno, solo l1% più di una volta allanno.
Misurare il merito
E un grazie il riconoscimento più diffuso in Italia. Niente soldi né bonus.
Un ulteriore aspetto di osservazione della ricerca riguarda le ricadute della valutazione sulla vita professionale dei docenti: variazioni di retribuzione, bonus economico o altra forma di premio economico, cambiamento nelle prospettive di carriera, riconoscimento pubblico del preside e / o dei loro colleghi, opportunità di aggiornamento, cambiamenti nelle responsabilità lavorative che rendono il lavoro piùattraente, acquisizione di un ruolo nelle iniziative di aggiornamento o formazione.
Lincremento della retribuzione è assolutamente marginale per la media dei Paesi: si verifica nel 9,1% dei casi, mentre in Italia è dichiarato nel 2% (probabilmente riferibile alla conferma in ruolo dopo il periodo di prova e alla conseguente ricostruzione di carriera). Gli altri Paesi dellEuropa occidentale, con leccezione della Norvegia, si situano su percentuali analoghe o addirittura minori.
Altri premi di natura economica o bonus sono mediamente attribuiti all11% dei docenti, mentre la gratificazione immateriale – per il pubblico riconoscimento del preside e dei colleghi che riguarda il 36,4% degli insegnanti dei paesi presi in considerazione sale al 46,4% nel caso dellItalia.
Altre forme di riscontro nel nostro paese sono: il coinvolgimento attivo nelle iniziative di aggiornamento e/o di formazione dei colleghi (38,3%, la media degli altri paesi è 29,6) e il cambiamento nelle responsabilità lavorative che rendono il lavoro piùattraente (27,1%, la media degli altri paesi è 26,7%).
Che cosa pensano gli insegnanti di ciò che accade dopo la valutazione sulla propria scuola? Lindagine si occupa anche di questo: il 70% dei professori italiani pensa che la valutazione porti ad azioni di aggiornamento o formazione affinché i docenti migliorino il proprio lavoro. Il 40% sostiene che nella scuola la revisione del lavoro dei docenti ha scarso impatto sul modo in cui i docenti insegnano in classe. Il 33% pensa che la valutazione venga fatta soprattutto per finalità amministrative. Poco meno di un terzo (28%) è convinto che il persistente scarso rendimento di un docente sarebbe tollerato dagli altri.
E questo il quadro di insieme tracciato dallinsieme delle opinioni degli insegnanti italiani rispetto ai processi di valutazione. Una serie di dati che fotografa ciò che succede realmente: spesso la gratificazione è rappresentata solo da un riconoscimento pubblico, da un elogio. A questo sono abituati gli insegnanti italiani. A riconoscimenti immateriali e pochi soldi. E questo vale non solo in relazione alla valutazione ma sembra per lItalia restare ancorato, connaturato alla funzione docente.
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19:35 – 14/01/11 – Personaggio dell'Anno TerritorioScuola 2010: Sugata Mitra.
Il Prof. Sugata Mitra espone, durante un seminario tenutosi al TED, i risultati della sperimentazione pluriennale più nota come “Hole in The Wall” (Il Buco nel Muro), in cui si assiste alla alfabetizzazione “fra pari” senza l'intervento dell'insegnante.
L'Educazione Minimamente Invasiva dimostra come sia possibile apprendere-insegnare nelle zone più remote del pianeta attraverso l'impiego del computer e delle innate abilità relazionali caratteristiche dei bambini.
Durata: 20:54 minuti, colore, streaming diretto. (Seleziona i sottotitoli in italiano, dal menù “View subtitles”).
Clicca sul bottone play. Se non visualizzi l'anteprima del video Clicca Qui
Sugata Mitra e Hole in The Wall – Scheda e risorse audio/video da scaricare direttamente sul tuo computer. Altri video sulle esperienze del “Il Buco nel Muro”.
(Per ricevere gratuitamente news come questa Iscriviti alla Newsletter di TerritorioScuola).
13:28 – 11/09/10 – Uno Sguardo sull'Istruzione: Indicatori OCSE 2010.
Nell’area OCSE, i governi stanno cercando di rendere più efficace il sistema di istruzione e al contempo di accedere a risorse supplementari che permettano di rispondere alla domanda crescente in materia.
L’edizione 2010 della pubblicazione intitolata Education at a Glance: OECD Indicators offre ai vari Paesi l’occasione di riflettere sulla loro performance in un’ottica comparativa. Vi si trova una vasta gamma di indicatori aggiornati e comparabili relativi ai diversi sistemi che rappresenta il giudizio condiviso dei professionisti del settore sulle modalità con cui misurare la realtà attuale del panorama dell’istruzione su scala internazionale.
Gli indicatori mostrano quali sono i soggetti coinvolti nel settore, quanto vi si spende e come operano i sistemi di istruzione. Illustrano inoltre un’ampia gamma di risultati ottenuti attraverso il paragone, ad esempio, tra le prestazioni degli studenti in aree specifiche e l’impatto dell’istruzione sui livelli di retribuzione e sulle opportunità di impiego degli adulti.
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23:48 – 11/06/10 – Insegnare in una Scuola Italiana in Cile…

Katy ci racconta la sua avventura che l’ha portata da una Laurea conseguita all’Accademia di Belle Arti ad insegnare in una scuola italiana in Cile.
Quale e’ il tuo background accademico e professionale?
Mi sono laureata all’Accademia delle Belle Arti, poi ho lavorato diversi anni in scuole di vario ordine e grado realizzando laboratori teatrali e artistici.
Come hai fatto a trovare il lavoro di insegnamento in una scuola italiana? Quale e’ stato il percorso che ti ha portata in Cile?
Semplicemente inviando il curriculum.
Stanca della situazione lavorativa in Italia ed anche del fatto che, comunque, era deprimente trovarsi in un Paese che non mi rappresentava minimamente, ho inviato il mio curriculum alle scuole italiane private di mezzo mondo.
Mi hanno chiamata dalla Scuola Italiana di Santiago del Cile. Primo colloquio fine Novembre 2007 (in Italia, ovviamente)…… poi non ho saputo nulla fino a metà Gennaio, quando mi hanno chiamata per un secondo colloquio. Il 22 Febbraio sono partita per il Cile ed ho iniziato a lavorare, come insegnante di Arti Visive, presso questa scuola meravigliosa.
Quali sono i prerequisiti per insegnare come fai tu?
La laurea, ovviamente, ed un’innata capacità di adattamento.
Cosa offre il Cile che l’Italia non offre?
Beh, io dico sempre che è come viaggiare in prima classe, se un giorno dovessi tornare ad insegnare in Italia, mi ritroverei catapultata in turistica! La Scuola in cui lavoro è, sia dal punto di vista della struttura, sia dal punto di vista didattico, avanti anni luce rispetto alle migliori scuole italiane. Il Cile è un paese in continua evoluzione: l’arte, la cultura, sono in continua espansione, mentre in Italia continuiamo a vivere ancorati ad un passato glorioso, qui c’è la percezione d’un glorioso futuro!
Che consigli daresti a chi vuole seguire le tue orme?
Il consiglio è quello di scappare. A tutti quelli che mi dicono che ho avuto coraggio ad andare in un posto così lontano, senza conoscere nessuno, rispondo che ci vuole piu’ coraggio per restare in Italia che per andarsene…..
Grazie Katy ed in bocca al lupo!
Fonte: Italiansinfuga
16:23 – 08/11/09 – E il Preside Ordinò: Leopardi non s'ha da fare!
Prof. Piero Caluori – Firenze
In Firenze, Istituto d' Istruzione Superiore (?), 06 novembre 2009, consiglio di classe di una Vª che dovrà sostenere a fine anno l’esame di maturità.
Il preside ingiunge al professore d' italiano, di anni 62 e con decenni d' insegnamento, di non trattare Leopardi e le sue opere risultando agli alunni, a suo parere, troppo difficile.
Il professore – uno dei pochi rimasti tra il gregge ovino – richiama al tale dirigente la sua esperienza e la costituzionale libertà d' insegnamento.
Il preside, pronto, gli ricorda che lui è il suo datore di lavoro. Quindi…
Silenzio impaurito degli altri docenti presenti, il tal alieno professore dichiara che Leopardi continuerà certamente a proporre e trattare.
P.S.: questo messaggio non è per chi pecora s' è fatto ed altro non sa che farsi mungere e tosare.
Prof. Piero Caluori – M.M.Q.F. del Comitato Nazionale contro il Mobbing Scolastico.
12:49 – 04/10/09 – Un messaggio a Maria Stella Gelmini dal Collegio del Danilo Dolci di Palermo
Oggi alle 12.49
ricevo e condivido la seguente email di Mila Spicola 02 ottobre alle ore 23.02
Ieri, il Collegio dei Docenti della mia scuola, il Liceo Sociopsicopedagogico “Danilo Dolci” di Palermo, ha deciso di respingere in blocco l’approvazione dei numerosi progetti che, come ogni anno, sono stati presentati per realizzare attività aggiuntive di insegnamento in orario extracurricolare.
Prima di chiarire i motivi che (almeno nelle intenzioni di chi, come me, lo ha proposto) sono alla base di questa scelta, è urgente sottolineare che il nostro “gran rifiuto” vuole essere un messaggio di forte dissenso nei confronti delle scelte del nostro ministro e del suo governo che, come solo i “ciechi” possono ignorare, hanno cominciato a determinare effetti catastrofici nelle scuole di tutta Italia.
È un segnale potenzialmente forte, tra i pochi che ci è consentito “inviare”, rimanendo nell’ambito delle nostre legittime (e spesso ignorate) prerogative di docenti. È un segnale che sarà tanto più forte se non rimarrà un atto isolato e riuscirà a “contagiare” le scelte di altre scuole, che possono fare altrettanto. Per questo motivo questa nota, oltre a chiarire il senso della nostra scelta, vuole essere anche un appello a tutte le scuole perchè si uniscano a noi per mandare a chi governa e smantella la scuola un messaggio forte e chiaro: non ci stiamo a far finta di niente e continuare come prima, come se nulla stesse accadendo. Allora, è indispensabile che queste notizie e questo appello giungano nei tempi più brevi a quanti più insegnanti e quante più scuole possibile. Per questo confido in tutte/i voi che leggete per contribuire alla diffusione tramite tutti i contatti di cui disponete.
La ratio della nostra scelta è riconducibile ad una semplice domanda: che senso ha, in una scuola a cui vengono sottratte risorse vitali, indispensabili per assicurare agli studenti il minimo indispensabile per la loro formazione (scuole idonee e sicure, insegnamenti stabili, coerenti e “di qualità”, sostegno e assistenza per gli alunni disabili, insegnanti motivati e non mortificati, strumenti didattici essenziali, ecc.), proporre estemporanei “ampliamenti dell’offerta formativa”, rivolti ad un numero limitato di alunni, che non possono che assumere (nel migliore dei casi, che non è il più frequente) la funzione (beffarda, se si considera quanto si sta smobilitando nell’offerta “curricolare”) di “cattedrali nel deserto”? Secondo noi, non ha senso. Anzi, continuare ad “ampliare”, nel pomeriggio, quell’offerta formativa che, la mattina, viene mortificata e impoverita sino all’inverosimile, rischia di farci recitare la parte degli struzzi. Queste considerazioni, sia ben chiaro, valgono al di là del valore e dell’efficacia che il singolo “progetto” possa, più o meno legittimamente, rivendicare. E al di là, pure, delle ottime intenzioni che animano i docenti che propongono tali progetti.
La scelta fatta dal Collegio della mia scuola, decisa da una buona maggioranza dei suoi componenti, ha innescato un acceso dibattito tra i docenti, che (immagino e mi auguro) proseguirà e si arricchirà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Alcuni dei docenti che avevano presentato progetti hanno deciso, comunque, di sostenere questa scelta. Altri, una nutrita minoranza di circa quaranta colleghi, l’ha avversata, con motivazioni che avranno modo di chiarire e approfondire nei prossimi giorni. Dal mio punto di vista, la delibera di ieri ha già raggiunto un importante risultato: si è creato un terreno di discussione e confronto, che, ripeto, sarà tanto più fertile e proficuo quanto più riuscirà a coinvolgere tanti altri docenti di tante altre scuole.
Teniamoci informati.
Roberto Alessi
P.S: per visionare la mozione contro i tagli del Governo e in solidarietà con i lavoratori precari, approvata dal Collegio del Danilo Dolci il 17 Settembre scorso, potete andare alla nota Facebook
Fonte: Un messaggio a Maria Stella Gelmini dal Collegio del “Danilo Dolci”..