18:04 – 06/07/12 – Scommettere sulla Fusione Fredda.

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

di Daniele Passerini. Blog i 22Passi.

Sono in vacanza da sabato scorso, lontano per due settimane da casa, lavoro e soprattutto internet. Ho promesso a chi m’accompagna di vivermi l’attimo senza distrazioni e disintossiccarmi un pochino dalla mia ’dipendenza’ dalla rete, perciò durante le ferie non mi connetterò con wi-fi o chiavette e non avrò altro impegno che quello di fare il turista, salve due sole eccezioni: la prima è quella di ritagliarmi un paio di serate per scrivere e mettere on line i miei pezzi settimanali a ’L’Indro’; la seconda, era quella di volare lunedì scorso a Roma per partecipare a un convegno a cui tenevo moltissimo. Ed è proprio di questo convegno che voglio parlarvi.

La mattina del 2 luglio, la capitale grondava sudore per la stretta di Caronte – il torrido anticiclone africano – ed era soprattutto sottotono per le lacrime versate la sera prima. Eh già, il poker a sorpresa della Spagna a Euro2012 era stato un boccone indigesto da mandar giù. Io però avevo altro per la testa: eravamo una ottantina d’invitati – al riparo dal caldo e sotto la benedizione dell’aria condizionata – a partecipare a un convegno intitolato “Verso una rivoluzione energetica non inquinante” per ascoltare le ultime novità sul fronte LERN, acronimo per Low Energy Nuclear Reactions (reazioni nucleari a bassa energia) come per esempio la fusione fredda o le reazioni piezonucleari.

Molti scienziati ’ortodossi’ liquidano tali argomenti come ’bufale’, altri scienziati ’eretici’ li ritengono invece la porta di un’autentica rivoluzione, tecnologica quanto scientifica. Tra i relatori del convegno c’era soprattutto questo secondo tipo di scienziati, che a dire il vero non si sentono per nulla ’eretici’, anzi dicono di seguire esattamente il metodo scientifico e di basare le loro ricerche su esperimenti riproducibili e sulla letteratura scientifica disponibile a tutti i loro colleghi. E visto che le teorie della scienza ufficiale non riescono a spiegare i fenomeni che osservano, piuttosto che negarne l’esistenza o considerarli inutili anomalie (quel che gli scienziati ’ortodossi’ fanno), ipotizzano nuove teorie in grado di rendere prevedibili e riproducibili quei fenomeni.

Il convegno si svolgeva presso la Sala Mercede della Camera dei Deputati e nasceva da un input politico bipartisan: c’erano infatti Domenico Scilipoti (ex IdV, poi area PdL), Elisabetta Zamparutti (Partito Radicale), Giulietto Chiesa (da sempre di posizioni di estrema sinistra). Un’esposizione, sia pure sintetica, di tutti i contenuti del convegno meriterebbe molto più tempo di quello che ora ho e lo spazio d’un vero e proprio articolo. Nelle righe che seguono vi parlerò perciò di un solo intervento e con esso del rilevante ruolo scientifico che nel XXI secolo sta assumendo un’azienda leader nel mercato degli strumenti di misura di altissima precisione, un’azienda che collabora con i più prestigiosi istituti di ricerca di tutto il mondo, quelli internazionali (ITER, CERN, ELI, ESO…), quelli statunitensi (Los Alamos, Fermilab, Livermore, Sandia, Oak Ridge…) quelli italiani (INFN, ENEA, CNR…) e tantissimi altri ancora.

L’azienda è National Instruments, una multinazionale con base ad Austin (Texas), al cui apporto è debitrice perfino la ricerca sul Bosone di Higgs di cui si è tornato a parlare in questi giorni. E l’intervento al convegno in questione è quello di Stefano Concezzi, uno dei nostri tanti ’cervelli fuggiti all’estero’, oggi numero due di National Instruments, di cui dirige la divisione che si occupa del mercato della Ricerca e della Big Physics.

Concezzi ha premesso che lo scorso 20 Giugno aveva già esposto la stessa relazione anche a Bruxelles, al Parlamento Europeo, nel corso di una iniziativa simile, organizzata dall’onorevole Giuseppe Gargani, il workshopThe Fleishmann-Pons effect: study of the phenomenon of Material Science’, e in compagna dei professori Robert Duncan (University of Missouri), Michael McKubre (Stanford Research Institute International) – protagonisti del celebre documentario che la CBS realizzò nel 2009 sulla fusione fredda – e Vittorio Violante (ENEA e Università Roma II) di cui è ancora attuale l’intervista rilasciata nel 2007. Per inciso, l’interesse europeo nelle LENR è dimostrato dal loro inserimento in un report comunitario intitolato ’Materials for Emerging Energy Technologies: il capitolo 3.4 è dedicato proprio alle LENR che avvengono nei reticoli cristallini dei metalli.

Tornando all’intervento di Concezzi, la notizia è dunque che al convegno di Roma la migliore società del mondo nel ramo degli strumenti di misura professionali, con 35 anni di storia alle spalle, profitti sempre in crescita, un portafoglio di 35.000 clienti (università, centri di ricerca, società…) è voluta intervenire per dichiarare di essere molto interessata ai fenomeni di produzione anomala di calore da fusione atomica ’non convenzionale’… la fusione fredda insomma! E ha deciso di scendere in campo in prima persona.

Dal 1989 a oggi, le misure effettuate in almeno 180 esperimenti di fusione fredda, condotte da ricercatori di tutto il mondo, hanno evidenziato eccesso di calore. Per questo National Instruments ha deciso di sponsorizzare una vera e propria campagna di ricerca in doppio cieco, al fine di comprendere una volta per tutte cosa succede durante gli esperimenti della tanto controversa fusione fredda. Ha così selezionato i 10 migliori gruppi di ricerca di tutto il mondo, in modo da fornire loro i migliori strumenti di misura resi possibili dalle conoscenze attuali, con sensibilità nettamente superiori a quelle finora utilizzate. E possiamo essere fieri che di questi 10 top team ben 2 sono italiani, quello di Vittorio Violante (ENEA di Frascati) e quello di Giuseppe Levi (INFN di Bologna).

La scelta di National Instruments – ha spiegato Concezi – è guardare al mondo della scienza e della tecnologia a trecentosessanta gradi, pragmaticamente, senza preferenze e senza preclusioni, nessuno dei suoi mercati (università, ricerca avanzata, automobili, big physics, elettronica di consumo, apparecchi elettromedicali ecc.) rappresenta infatti più del 15% del suo fatturato globale. Ciò pone National Instruments in una posizione privilegiata, un punto di osservazione da cui è possibile cogliere il quadro d’insieme dei progressi in corso nel mondo della scienza meglio di quanto possano fare gli stessi scienziati, spesso esperti in ambiti di competenze molto stretti. Sulla base dei dati acquisiti, National Instruments ha scommesso che la fusione fredda esiste. Se questa scommessa verrà vinta, finalmente, dopo 23 anni di inferno e purgatorio, Fleischman e Pons potranno essere riabilitati una volta per tutte.

11:52 – 29/10/11 – Energy Catalyzer: Primo Resoconto del Test su Centrale da 1 MW.

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Titolo originale e report di Andrea Passerini del Blog 22 Passi – Bologna 28 ottobre: primo resoconto del test dell'impianto da 1 MW di Andrea Rossi.

Sono arrivato in Via dell'Elettricista, nella zona industriale Roveri a nord di Bologna, alle 10 in punto di ieri mattina.
Tra i presenti ho riconosciuto subito il Prof. Stremmenos, Mats Lewan, Giuseppe Levi, Loris Ferrari ed Andrea Rossi.
Mi sono accreditato e ho preso il pass dopo avere sottoscritto la seguente liberatoria (testo bilingue ITA/ENG di cui riporto solo la parte in italiano):

Lei è stato invitato ad assistere sotto la responsabilità di Andrea Rossi.
Per ragioni di sicurezza per favore non entri nelle aree di pericolo delimitate dai segnali. Tutti gli invitati verranno ospitati nel capannone adiacente, dove per tutto il giorno funzionerà gratuitamente il bar; verranno offerti anche pranzo e cena.
Ogni tanto ciascuno di voi verrà accompagnato per qualche minuto nell’area ristretta in cui funziona l’impianto.
Non è consentito l’uso di qualsiasi strumento, nemmeno di videocamere e macchine fotografiche, a meno ché non vi sia data specifica autorizzazione durante i passaggi nella zona delimitata.
Non è ammessa la radiotrasmissione durante il test.
Qualora le istruzioni sopra elencate non venissero rispettate, la nostra sicurezza chiederà ai responsabili del mancato rispetto di abbandonare i nostri stabilimenti.
Tutta l’area del test sarà ispezionata da telecamere per motivi di sicurezza.
Al termine del test verrà consegnato un report.

A differenza di tutti gli altri test dell'E-Cat realizzati nei locali della EON srl in Via dell'Elettricista, gli invitati sono accolti in un'area del capannone adiacente, ma non direttamente collegata alla sezione in cui è collocato l'impianto da 1 MW. 
Nella foto qui sotto potete vedere per l'appunto il locale attrezzato a sala-stampa (in prima fila a sinistra Sterling Allan di PESN e a destra Mats Lewan di Ny Teknik) che ospita due grossi generatori a olio vegetale (ex motori navali a nafta).
Riporto un elenco delle persone presenti:
  1. Enrico Billi – fisico nucleare
  2. Reymond Zreick – giornalista rivista Focus
  3. Irene Zreick – giornalista rivista Focus
  4. Mats Lewan – giornalista rivista Ny Teknik
  5. Paolo Soglia – direttore Radio Città del Capo
  6. Sterling Allan – direttore PENS (Pure Energy Network System)
  7. Peter Swensson – giornalista Associated Press
  8. Giorgio Benvenuti – fotografo Associated Press
  9. Daniele Passerini – blogger 22 passi
  10. Pier Clauzon – ingegnere CNAM Parigi
  11. Irina Uzikova – ingegnere National Research Nuclear University di Mosca
  12. Giuseppe Levi – fisico (osservatore Università di Bologna)
  13. Loris Ferrari – fisico (osservatore Università di Bologna)
  14. David Bianchini – esperto radio-protezione
  15. Giuliano Guandalini – direttore EON srl
  16. Sergio Focardi
  17. Andrea Rossi
  18. il fratello di Andrea Rossi
  19. la nipote di Andrea Rossi
  20. Maddalena Pascucci
  21. la madre di Maddalena Pascucci
  22. Domenico Fioravanti – ingegnere collaudatore e tester dell'impianto
  23. Andrea De Vita – fisico Ansaldo Energia
  24. italiano, consulente scientifico di un gruppo industriale X (ha chiesto di non essere riportato)
  25. italiano, consulente scientifico di un gruppo industriale Y (ha chiesto di non essere riportato)
  26. italiano, consulente scientifico di un gruppo industriale Z (ha chiesto di non essere riportato)
  27. italiano, consulente scientifico di un gruppo industriale K (ha chiesto di non essere riportato)
  28. svedese (?)
  29. svedese (?)
  30. svedese (?)
L'elenco non è completo, c'erano un altro paio di persone, già viste al test del 6 ottobre, che non ho avuto modo di identificare, i dipendenti della EON srl, le guardie giurate e gli aiutanti di Rossi (Carlo Leonardi e altri due operai, già presenti al test del 6 ottobre).
Mi ha molto molto colpito il tipo e il tono delle conversazioni che ogni tanto intercorrevano tra gli esponenti dei gruppi industriali presenti e l'ingegner Domenico Fioravanti, collaudatore/tester dell'impianto per conto del “cliente” non meglio identificato:
  • era evidente che lo consideravano un interlocutore attendibile e competente;
  • gli ponevano domande tecniche su parametri di funzionamento, niente a che vedere coi dubbi sul funzionamento avanzati dai vari scettici e negazionisti su internet.
Alla fine del test sono riuscito ad avere off records le impressioni di alcuni di loro: uno ha detto “siamo passati da una fase un po' fredda a una decisamente più calda e sorprendente”, un altro ha detto che “ogni ipotesi di fraudolenza è superata” pur nutrendo dubbi che la tecnologia sia già matura per l'industrializzazione, in ogni caso riteneva che l'industria che rappresentava avrebbe preso in considerazione l'idea di investire sullo sviluppo dell'E-Cat.
Vi spiego velocemente il set up, che tanto sarà presto descritto da Sterling su PESN e Mats su Ny Teknik dettagliatamente. C'erano due serbatoi d'acqua uno accanto all'altro, a occhio e croce di 1 metro cubo ciascuno (per un totale di circa 2000 litri d'acqua), senza lato superiore (cioè aperti) e comunicanti tra loro. Alla base di questi serbatoio partivano due condotte che immettevano acqua ai moduli nel container. Su tali condotte erano presenti manometri e contatori di portata.
Il vapore usciva dal container attraverso un grosso tubo (direi sui 20-30 cm di diametro) e veniva convogliato a due grossi dissipatori, non visibili dietro schermi di compensato, che facevano molto rumore.
Dai dissipatori il vapore, condensato in acqua tornava tramite due condotte nei serbatoi.
La misura della temperature avveniva tramite due sonde, una immersa nel serbatoio dell'acqua, l'altra inserita nella condotta del vapore appena fuori il container.

L'energia era fornita da un gruppo elettrogeno da (mi è stato detto) 350 kW.

Ho letto al volo alcuni commenti di lettori che stigmatizzano il finale “a taralluci e vino”. Non si offendano, ma non hanno capito un bel nulla! La vera sorpresa della giornata, per me, è stata proprio la presenza del gruppo di lettori di 22 passi Bellunesi (a cui si sono uniti altri lettori via via che arrivavano) parcheggiati con la loro auto proprio davanti all'ingresso della EON: hanno offerto prosecco, affettati e formaggi veneti a tutti i presenti, da Stremmenos alla Pascucci, da Levi a Lewan… un E-Catering che meriterebbe sul serio di passare alla storia!
Credo che sia stato questo bel clima conviviale, a far sì che alla fine Rossi aprisse le porte a tutti i supporter che osservavano il test a distanza, veramente un bel gesto. 
Domani aggiungerò a questo post i vari link a report e video usciti o che usciranno sul web.
A me non interessa che il cliente si palesi, basta sia vero che la dimostrazione di oggi lo abbia convinto, che diventi possibilmente un partner commerciale di Rossi nello sviluppo di questa tecnologia, che con i soldi della vendita Rossi attivi il contratto con UniBO e si apra – finalmente – il capitolo della ricerca scientifica sull'E-Cat. E pare che così sarà. 
Sono sempre più certo che il 2012 sarà sul serio la fine del mondo… di quello che conosciamo ora. Quello nuovo sarà molto meglio.
Chiedo scusa se questo report è scarno, ma crollo veramente dal sonno. 
Grazie a tutti e a domani.

Links:

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01:18 – 07/06/11 – La Formazione Italiana del Gruppo di Ricerca sull'E-Cat!

Formazione del gruppo di ricerca del dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna:

  • Ennio Bonetti – professore associato confermato di fisica della materia.
  • Enrico Campari – professore associato confermato di fisica sperimentale.
  • Loris Ferrari – professore associato confermato di fisica della materia.
  • Giuseppe Levi – ricercatore confermato di fisica fisica nucleare e subnucleare.
  • Mauro Villa – professore associato confermato di fisica sperimentale.

Questa è la composizione base del gruppo, che chiaramente si allargherà in seguito. (Fonte: 22passi.blogspot.com)

Articolo pubblicato da Loris Ferrari su SocialNews :

Fusione fredda: un'energia da matti!

(pubblicato su SocialNews di Maggio 2011 – link)

L'atteggiamento dello Scienziato non dovrebbe mai essere quello di negare a priori un Evento. Dovrebbe, piuttosto, essere quello di dichiarare, eventualmente, che non possiede, allo stato attuale, una spiegazione scientifica. La Scienza, insomma, è fatta meno per negare, che per affermare.

Dai giorni della malaugurata fusione fredda di Fleischmann e Pons (1989), la comunità scientifica si è divisa. Una minoranza (che per comodità chiameremo i Matti) insiste ad affermare che qualcosa accadeva, in quegli esperimenti, e che quel qualcosa, anche se molto inferiore a quanto proclamato inizialmente, valeva la pena studiare. Una larga maggioranza (i Sani) afferma, invece, la totale inconsistenza del fenomeno.

Nel ventennio successivo, i canali di informazione dei Matti hanno più volte riportato di anomale emissioni di energia, in condizioni diverse e difficilmente controllabili, con gradi diversi di attendibilità. Unico fattore comune a quasi tutte queste anomalie era il fatto che si verificavano in metalli idrogenati o deuterati: Palladio e Nichel, ad esempio. Questi metalli funzionano da spugne di Idrogeno (o Deuterio): lo catturano nella gabbia formata dai loro nuclei e ne assorbono l'unico elettrone fra quelli che formano i legami strutturali del metallo stesso (tecnicamente, elettroni di valenza).

Perché si parla di emissioni anomale? Perché la potenza prodotta in questi eventi appare molto più elevata di quanto ci si aspetta dalle reazioni chimiche. Reazioni nucleari, allora? No, perché semplici calcoli ed evidenze sperimentali su nuclei nudi (non facenti parte di una struttura solida) mostrano che tali reazioni nucleari sono talmente improbabili da non fornire alcun effetto pratico. Un bel dilemma, dunque. Sempre che non si pensi ad una gigantesca truffa trans-nazionale dei Matti, o ad una loro totale imperizia nell'effettuare le misure.

A favore dei Sani, giocava fino a ieri il fatto che queste emissioni erano spesso elusive, di difficile ripetibilità, molto intense, magari, ma sostanzialmente imprevedibili. Quindi, difficilmente catalogabili come Fatti.

I Fatti vanno distinti dagli Eventi: i primi sono ripetibili e controllabili, i secondi avvengono e basta. Da Galileo in poi, lo Scienziato si occupa dei primi ed esita a parlare dei secondi. Nel corso della storia, però, molti Eventi sono stati ricondotti alla categoria dei Fatti: i fulmini, le meteore, le comete, le eruzioni vulcaniche, i terremoti. Persino la manna biblica (pare). Proprio per questo, l'atteggiamento dello Scienziato non dovrebbe mai essere quello di negare a priori un Evento.

Dovrebbe, piuttosto, essere quello di dichiarare, eventualmente, che esso non possiede, allo stato attuale, una spiegazione scientifica. La Scienza, insomma, è fatta meno per negare che per affermare.

Tornando all'argomento specifico, la situazione, fino a pochi anni fa, era che le emissioni anomale di energia si presentavano come Eventi (un po' come le Madonnine che piangono lacrime di sangue), il che le esponeva al dubbio sulla loro autenticità (un Fatto è sicuramente reale, un Evento può essere simulato e manipolato) o, comunque, all'impossibilità pratica di accertare la concatenazione cause-effetti, che prevede, come condizione essenziale, la ripetibilità dell'esperimento.

Oggi, la situazione appare radicalmente mutata. Studi condotti da Sergio Focardi (Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna), prima in collaborazione con Francesco Piantelli (Università di Siena), poi proseguiti da solo, hanno reso possibile un'emissione di energia da Nichel idrogenato, moderata, ma tale da non potersi spiegare in semplici termini chimici. Di recente, poi, un'apparecchiatura inventata e brevettata da Andrea Rossi, sempre basata sul Nichel idrogenato, ha permesso di produrre una potenza termica molto maggiore, variabile da 25 a 40 Kwatt, a fronte di un'immissione di potenza elettrica nell'ordine di centinaia di watt.

Per intenderci: dalla potenza necessaria a tenere accese alcune lampadine ad incandescenza, si ottiene quella assorbita da 10 o 20 lavatrici. La durata delle emissioni supera certamente la decina di ore, né si è ancora rilevata traccia di esaurimento. L'effetto è riproducibile e controllabile.

In pratica, si è passati dall'Evento al Fatto, dal si dice al si misura. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna (Ennio Bonetti, Enrico Campari, Giuseppe Levi, Mauro Villa ed io), oltre a Sergio Focardi (in pensione come Professore Emerito) possono ora studiare l'apparecchiatura di Rossi in modo continuativo ed approfondito. Ci si offre, per la prima volta, una concreta possibilità di vederci chiaro.

Stabilito con precisione come avviene il fenomeno (ecco l'importanza della ripetibilità e della controllabilità), si confida che, prima o poi, emergerà anche il perché. Posto che lo si accerti, ciò che rende affascinante l'effetto è che non esistono, a tutt'oggi, spiegazioni convincenti: qual è il combustibile che produce l'eccesso di energia? In quanto tempo verrà consumato? C'entra davvero l'energia nucleare? Questa è la curiosità dello Scienziato, la prima e migliore molla possibile verso una ricerca seria. Poi c'è la possibilità di un enorme impatto economico-ambientale. Cosa chiedere di più? Per una volta, mi sembra davvero il caso di dare ascolto ai Matti.

Loris Ferrari

Professore Associato di Fisica della Materia

Università di Bologna Alma Mater Studiorum

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Fonte: http://dibattiti.wordpress.com

20:11 – 02/02/11 – Fusione Fredda: Report del Dott. Giuseppe Levi (Alma Mater Studiorum).

Commenti del Dott. Giuseppe Levi (Università degli Studi di Bologna), che ha collaborato ai test del dispositivo di Rossi-Focardi. (Fonte: QueryOnLine.it – 02 Febbraio 2011)

I report di Levi, Bianchini e Villa sulle misure del 14 gennaio (e di un'altro test preliminare) sono disponibili qui sul blog Journal of Nuclear Physics.

Dato che sono stato direttamente chiamato in causa e che ho svolto, insieme al Dr. Bianchini e al Prof. Villa, quella prova (anzi 2 come riporto nel mio brevissimo e preliminare report), mi sento in dovere di intervenire.
Sono un ricercatore confermato dell'Università di Bologna. Da anni conosco il prof. Focardi, che è professore emerito, e con lui ho collaborato in una misura accurata della costante G. Da molti anni il prof. Focardi lavorava sui sistemi Ni-H. Sono sistemi molto diversi da quelli noti come Fusione Fredda. Nei sistemi Ni-H non vi è produzione di He tramite fusione di due nuclei di deuterio.
Da poco più di due anni il prof. Focardi mi ha iniziato a collaborare con Rossi e da quel momento mi ha mostrato numerosissime evidenze coordinate che dimostravano che il reattore di Rossi stava in effetti funzionando.
Dato che si trattava di esperimenti per sviluppo industriale non ebbi modo di parteciparvi.
Solo da due mesi ho potuto esaminare il reattore e, da subito alcune cose mi hanno colpito:

  1. La potenza prodotta: nell'ordine di 10 kW;
  2. Il fatto che nella prima prova il reattore sia stato in grado di sostenere la reazione senza potenza esterna;
  3. La sostanziale ripetibilità dell'esperimento.

È chiaro, come del resto dico nelle conclusioni del report, che le prime due prove fatte sono da considerarsi estremamente preliminari perché troppo brevi. Stiamo organizzando una prova più lunga, da tenersi in Dipartimento in condizioni più strettamente controllate delle altre coinvolgendo anche colleghi in modo da avere un controllo reciproco.

Riguardo alla bombola di idrogeno. Il peso perso è stato valutato <1g. Avevamo una bilancia molto sensibile e un pezzo di scotch usato per fissare la bombola vi era rimasto attaccato. il quantitativo di idrogeno che avremmo dovuto consumare per produrre quell'energia sarebbe stato due ordini di grandezza maggiore.

Riguardo al modello teorico fusione Ni+p è stato per ora confutato. Non abbiamo osservato gamma da annichilazione di positrone (58Ni + p → 59Cu che decade Beta+) (e meno male perchè il flusso sarebbe stato tale da uccidermi). Leggete i report di Bianchini e Villa.
Facendo funzionare il reattore in Dipartimento per abbastanza tempo (>10-15h) potremo escludere (sono già estremamente improbabili) qualunque fonte chimica. Vi è un limite alla densità di energia chimica immagazzinabile.

Per il resto… se mi trovo difronte a dati sperimentali correttamente acquisiti e mi manca una spiegazione teorica… beh vorrà dire che avremo molto lavoro da fare.

Osservo infine che l'atteggiamento dell'Ing. Rossi è completamente diverso da quello di un qualsiasi claimant.
Potremo fare misure sull'apparato in modo indipendente e con nostre apparecchiature. Ed è quello che faremo.

Citando Charcot:

'L'esattezza scientifica non ha niente a che fare col pregiudizio che porta alcuni tipi di menti a guardare con sfavore qualunque osservazione che abbia dei caratteri inusuali; lo scetticismo merita, in questo caso, lo stesso disprezzo dell'ingenua credulità.'

Grazie,
Giuseppe Levi

Vedi anche:
00:23 – 27/01/11 – Aggiornamenti sull'Esperimento Focardi-Rossi..

18:11 – 21/01/11 – Fusione Fredda Italiana: L’Omertà Mediatica Made in Italy.

00:23 – 27/01/11 – Aggiornamenti sull'Esperimento Focardi-Rossi..

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Aggiornamento del 27 Gennaio 2011 (ore 00:23) sull'esperimento di Focardi-Rossi.

Report on heat production during preliminary tests on the Rossi “Ni-H” reactor. (Clicca sul link per scaricare il report ufficiale). di Levi, Bianchini e Villa – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.(Rilasciato il 25 Gennaio 2011).

Scarica i risultati ufficiali dell'esperimento condotto il 14 Gennaio 2011 a Bologna.

Intervista rilasciata il 15 Gennaio 2011 dal Prof. Sergio Focardi (Professore ordinario del Dipartimento di Fisica presso la Facoltà
di Scienze dell'Università di Bologna)
ai microfoni di Radio Città del Capo sull'esperimento di fusione nucleare fredda presentato a Bologna il 14 Gennaio 2011 (clicca sul bottone del player qui sotto per ascoltare l'intervista).:

Stato della conoscenza sulla fusione fredda in Italia al 04 ottobre 2001 (Sintesi introduttiva del Prof. Sergio Focardi)Scarica il documento di sintesi della Conferenza tenuta da S. Focardi il 04 Ottobre 2001 presso il Rotary Club di Lugo di Romagna.

Vedi l'articolo correlato: 18:11 – 21/01/11 – Fusione Fredda Italiana: L’Omertà Mediatica Made in Italy.

Scarica i risultati ufficiali dell'esperimento condotto il 14 Gennaio 2011 a Bologna.

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