10:53 – 21/09/11 – Cittadinanzattiva, in Italia la scuola cade a pezzi..

O quasi. I tagli hanno aumentato il numero di allievi per classe e impediscono la manutenzione degli edifici. Ecco il IX Rapporto di Cittadinanzattiva, “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”

Cittadinanzattiva ha presentato oggi a Roma il IX Rapporto “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”, nato dall’indagine su 88 scuole appartenenti a 13 Province di 12 Regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La fotografia delle aule del Belpaese le mostra malmesse, degradate, e negli anni sempre più sovraffollate, insomma da bocciare per i numerosi distacchi di intonaco (rilevati nel 18% delle classi), la presenza di altri segni di fatiscenza (30%), le finestre rotte (23%), l’assenza di tapparelle o persiane (56%), i pavimenti sconnessi (21%), banchi e sedie rotte (rispettivamente nel 13% e nel18% dei casi), la presenza di barriere architettoniche (9%). Un vero pericolo. Il 28% degli edifici scolastici, inoltre, è del tutto fuorilegge, perchè privo delle certificazioni e dei requisiti di base previsti dalla legge sulla sicurezza (81/08, ex 626/96).

A questi dati si aggiunge l’aumento del numero di studenti per aula (dovuto ai tagli della riforma Gelmini) che non fa che aggravare la situazione. Dal Rapporto emerge che le classi con più di 30 alunni sono 21 su un totale di 1234, ossia l’1,7%. E ancora la riforma è all’inizio, riguarda cioè solo le classi del biennio delle scuole superiori secondaria, i tagli (comprensivi dell’aumento di allievi per classe) continueranno.

Il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato che, quest’anno, il numero di classi oltre i parametri stabiliti è pari a circa lo 0,6% delle aule. In percentuale il dato non colpisce più di tanto, ma trasformato in valore assoluto su circa 370.000 aule quelle con più di 30 alunni ammonterebbero a 2.220, per un totale dunque di oltre 66mila studenti!
In tante scuole gli alunni sono stipati in aula come sardine, con effetti deleteri sulla vivibilità, sulla didattica ed anche sulla sicurezza. Come emerge da questa indagine, infatti, l’88% delle aule non ha porte antipanico e le scale di sicurezza risultano assenti, in tutto o in parte, nel 22% delle scuole a più piani. Ci preoccupa, dunque, quello che potrebbe accadere se da queste scuole fosse necessario uscire in fretta in caso di emergenza.

SENZA CERTIFICAZIONI, SENZA MANUTENZIONE: LA SICUREZZA NON ABITA A SCUOLA

Distacchi di intonaco, mancanza di certificazioni, scarsa manutenzione. Gli edifici scolastici sono in pessimo stato.

Partiamo dalle certificazioni: meno di 1 scuola su 2 fra quelle monitorate possiede il certificato di agibilità statica (41%). A rendere più grave la situazione il fatto che il 42% delle scuole del campione si trova in zona sismica e che lo stato della manutenzione lasci piuttosto a desiderare. La percentuale è quasi la stessa nel caso della certificazione igienico- sanitaria, presente solo nel 40% dei casi.

Il dato più grave è quello relativo alla certificazione di prevenzione incendi: ne è provvista soltanto poco più di una scuola su 4 (28%). Sulla base dei dati del Ministero, emerge che Calabria e Lazio sono i due fanalini di coda nel possesso delle certificazioni: nel Lazio solo il 25% delle scuole possiede il certificato di agibilità statica, il 16,7% quello di agibilità igienico-sanitaria, il 22,2% quello di prevenzione incendi. In Calabria ad essere in regola con la certificazione di agibilità statica è il 35,1% delle scuole; con la certificazione igienico-sanitaria il 33,9% e con quella di prevenzione incendi solo il 10,4%.
Ritornando ai dati del IX Rapporto di Cittadinanzattiva, in ben 17 scuole sono state rilevate lesioni strutturali. I distacchi di intonaco interessano invece principalmente corridoi ed ingressi (24%), aule e laboratori scientifici (18%), palestre e segreterie (17%), mense e sale professori (15%), bagni (13%), aule computer e biblioteche (5%).

L’indagine sottolinea, inoltre, il deficit di manutenzione (34% delle scuole) e la necessità di interventi manutentivi ordinari (89% dei casi) e di manutenzione straordinaria (31%). Questa situazione è determinata anche dall’età avanzata degli edifici scolastici: il 70% del nostro campione risale a prima del 1974. La percentuale nazionale supera il 50%.
La situazione si aggrava ulteriormente perché gli enti proprietari non riescono ad intervenire in tempi accettabili. I Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione intervistati hanno risposto che, in caso di richiesta di interventi urgenti, una volta su tre l’Ente proprietario non è mai intervenuto.

POCA TUTELA PER GLI ALUNNI DISABILI
L’insicurezza delle scuole si ripercuote sugli alunni disabili, come più volte hanno affermato ad alta voce le associazioni dei portatori di handicap.
Alcuni dati del IX Rapporto: su 29.128 studenti, 545 sono disabili. Il numero degli insegnanti di sostegno è pari a 270 su un totale di 3.248 docenti, con un rapporto tra alunni disabili ed insegnanti pari al 2,1 al Nord, 2,7 al Centro e 1,5 al Sud ed isole, sostanzialmente in linea con i dati del Ministero che, per il 2010, indicano un rapporto di 2,21 al Nord Ovest, 2,09 nel Nord Est, 2,23 al Centro, 1,79 al Sud e 1,76 nelle Isole.
Nel 13% delle scuole esaminate da Cittadinanzattiva, esistono barriere architettoniche che rendono impossibile lo spostamento dei disabili in vari luoghi dell’edificio: i cortili (17%), le palestre (15%), l’ingresso (13%), seguiti dai laboratori scientifici, le mense, le segreterie, le aule degli studenti ed i bagni, tutti con il 9%. Chiudono la classifica le aule computer (4%), la sala professori e la biblioteca con il 3%. Soltanto l’11% delle scuole dispone di un’apposita entrata priva di ostacoli. Gli edifici situati a piano terra sono l’8% dei casi; quelle che dispongono di ascensore sono il 61% ma nel 7% dei casi l’ascensore non è funzionante.

TAGLIO AI BILANCI? BAGNI SEMPRE PIÙ SPORCHI

La circolare emanata dal MIUR nel dicembre 2009 (n. 9537) continua a provocare grossi problemi sul pagamento delle supplenze, il regolare svolgimento degli esami, l’acquisto della cancelleria, e ha comportato anche una riduzione del 25% delle spese per personale addetto alle pulizie delle scuole.
Inoltre, il taglio del bilancio di ciascuna scuola incide in modo consistente sull’acquisto di prodotti come il sapone, gli asciugamani, la carta igienica che già prima della Circolare erano assenti in gran parte delle scuole.
Particolarmente deficitaria la situazione dei bagni, al vertice della hit degli ambienti più sporchi: nel 32% manca la carta igienica, nel 42% è assente il sapone, il 63% è sprovvisto di asciugamani.

LE PALESTRE, COSÌ POCHE, COSÌ MAL MESSE
Come ogni anno, registriamo dati negativi sul tema delle palestre. Ben 31 scuole sulle 88 monitorate, dunque il 35%, non dispone di una propria palestra.
Laddove presenti all’interno dell’edificio scolastico, le palestre rivelano condizioni di insicurezza e invivibilità: segni di fatiscenza (22%), mancanza della cassetta di pronto soccorso (sempre nel 22% dei casi), distacchi di intonaco (17%), attrezzature danneggiate o altre fonti di pericolo (16%).

CONTESTO AMBIENTALE A RISCHIO. E GLI INCIDENTI AUMENTANO
Il 10% delle scuole è stato interessato da episodi di criminalità nei pressi dell’edificio, il 5% addirittura al proprio interno; l’8% da fenomeni di bullismo e il 39% da atti vandalici. Questi dati ci sono stati forniti dal Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione o dal Dirigente Scolastico e dunque immaginiamo che ben più elevato sarà il numero di episodi dovuti a comportamenti violenti di diversa gravità che si consumano spesso di nascosto o che vengono occultati e minimizzati.

Alcuni dati, correlati a questo, fanno riflettere: è vero che il 90% delle scuole monitorate adotta sistemi di vigilanza all’ingresso dell’edificio, ma oltre la metà (60%) non adotta lo strumento più semplice che è quello di chiudere i cancelli anche durante l’orario scolastico.
Il numero degli incidenti a scuola è in aumento rispetto allo scorso anno, come denunciano i dati INAIL: nel 2010 hanno coinvolto 98.429 studenti, (nel 2009 erano 92.060) e 14.735 insegnanti (nel 2009 erano 14.239).
Anche dal IX Rapporto di Cittadinanzattiva emergono dati allarmanti: i Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione di 55 scuole hanno segnalato 445 incidenti, di cui 396 accorsi a studenti. Tra le cause più importanti, in ordine di frequenza: le cadute durante le attività sportive, le cadute accidentali, malori improvvisi o legati a patologie, le cattive condizioni di arredi e mobili, le cattive condizioni degli infissi, l’uso improprio o scorretto delle attrezzature.
A proposito di incidenti, l’indagine rivela, tra l’altro, che le scuole non sempre sono attrezzate per rispondere alla prima emergenza: il 24% dei laboratori scientifici e il 22% delle palestre è sprovvisto delle elementari cassette di pronto soccorso.

OK LA PREVENZIONE, DA ESTENDERE ANCHE ALLE FAMIGLIE
É uno dei dati migliori del Rapporto 2011. Le prove di evacuazione vengono realizzate con regolarità nel 95% dei casi, un dato in costante aumento rispetto agli anni precedenti.
Le attività di prevenzione, tuttavia, vanno estese alle famiglie coinvolgendole nella conoscenza e nella formazione rispetto ai rischi (naturali e non) presenti sul proprio territorio. Infatti, dall’indagine risulta ancora assai limitato il coinvolgimento delle famiglie nei diversi percorsi riguardanti la sicurezza: solo nel 44% dei casi la scuola, per esempio, fornisce informazioni sulle procedure di sicurezza e di primo soccorso.
Per questo si è scelto di dedicare la IX Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole (25 novembre 2011) ai “Genitori a scuola di sicurezza”. Oltre alle attività di informazione e formazione sul tema della sicurezza, con la Giornata del prossimo 25 novembre si punterà a coinvolgere anche le famiglie.

COSA CHIEDE Cittadinanzattiva: ANAGRAFE, REGOLAMENTO ATTUATIVO DELLA LEGGE, FONDI
Anagrafe subito. L’Anagrafe dell’edilizia scolastica va resa nota subito. Senza una completa e aggiornata mappatura dello stato degli edifici scolastici italiani, è impossibile passare dall’emergenza ad una vera programmazione degli interventi.
Regolamento attuativo della legge 81/08. Va rimesso mano ad un regolamento attuativo della legge 81/08, che prenda in considerazione quegli aspetti della legge che non tengono conto delle peculiarità degli ambienti scolastici, non considerabili alla stessa stregua degli altri ambienti lavorativi. In particolare, il regolamento attuativo dovrebbe indicare con chiarezza, competenze, obblighi, funzioni e responsabilità dei diversi soggetti coinvolti in materia di sicurezza scolastica; inserire l’obbligo, per l’ente/soggetto proprietario, di aggiornare in maniera costante i dati relativi alle condizioni strutturali e non degli edifici scolastici; individuare un referente degli studenti per la sicurezza; omologare gli studenti ai lavoratori non soltanto quando si fanno ”uso di laboratori, attrezzature di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici ivi comprese le apparecchiature fornite di video terminali”, al fine di garantirne adeguata tutela nel caso di incidenti a scuola.
Fondi. E’ urgente definire l’effettiva entità dei finanziamenti necessari per l’edilizia scolastica ed occorre dare organicità e stabilità nel tempo ai finanziamenti stessi attraverso un piano quinquennale basato, anzitutto ma non esclusivamente, sui fondi ordinari. Innazitutto vanno utilizzati quelli già disponibili (circa 420 milioni di euro dei Fondi FAS, circa 220 milioni di euro dei Fondi strutturali Europei).
Chiediamo inoltre, in nome della autonomia scolastica, l’affido dei fondi e delle funzioni legati alla manutenzione ordinaria, direttamente alle scuole. Crediamo, infine, che l’apertura ai soggetti privati, senza una deriva verso la vecchia proposta del Governo di creare una ‘Scuola Spa’, sia un terreno nuovo, sul quale occorre sperimentare, alla ricerca di soluzioni innovative.

Scarica il IX° RAPPORTO – Sicurezza qualità e comfort degli edifici scolastici – 2011

Scarica i Video sulla Sicurezza Scolastica.

22:39 – 03/03/10 – Sicurezza nelle Scuole: la Politica dello scaricabarile

di Adele Dentice

La messa in sicurezza delle scuole è spesso assente nei dibattiti politici o televisivi se non in occasione di qualche tragico avvenimento come l'episodio di San Giuliano di Puglia; quando i riflettori e l'attenzione pubblica si spengono il problema continua ad essere sottovalutato e si continua a sostenere la politica dello scarica barile permessa dal caos normativo che caratterizza questa materia.

Per sciogliere questa ingarbugliata matassa bisogna partire dal recente testo Unico Sulla Sicurezza dlgs 81/08 che contraddice ciò che viene stabilito dalla l.626 (art.5) che, supportata dai D.M. 18 dicembre 1975, del 26 agosto del 1992 e la legge n.23/1996 e dall’art. 12 della legge n. 820 del 1971, determina il numero massimo di alunni che possono essere affidati a un solo insegnante e che non può essere superiore a 25: appare chiaro quindi che l'aumento del numero massimo porta ad una situazione di palese illegalità. La evidente condizione “contra legem” determinata dall’alto numero di studenti in spazi limitati, viene ulteriormente aggravata dalla presenza di alunni con disabilità, e dalla carenza di personale Ata, senza contare che soprattutto in mancanza di copertura nelle classi con supplenti, in caso di assenza dei titolari, la scuola non può garantire adeguatamente la sorveglianza dei minori. È più che evidente che, riducendo drasticamente le aree di transito, soprattutto nelle fasi di deflusso dalle aule in caso di emergenza, il livello di rischio aumenta notevolmente anche perché il processo di evacuazione si accompagna ad una condizione emotiva di forte agitazione e nervosismo.

In caso di malaugurato incidente la posizione del Dirigente scolastico, responsabile della sicurezza, viene alleggerita dal TU 81/08 che da la possibilità di andare in deroga al parametro di 26 persone in aula con una dichiarazione scritta( un' eventuale diffida può essere fatta solo entro luglio,per chi non è dell'ambiente è il mese in cui si decide dell' organico di fatto secondo una sentenza del TAR Veneto ad un ricorso dello SNALS).

Il Dirigente rimane però responsabile della razionalizzazione della spesa (comma 5 dell'art. 64 della legge 133) e del rispetto dei parametri relativi alla formazione delle classi conseguenti ai tagli (comma 6 dell'art.4 dello Schema di Regolamento), per cui nella logica della contrazione della spesa pubblica è legittimato a riempire come un uovo le classi, producendo un' efficace lavoro di vigilanza se poi qualcuno si fa “male”, la dichiarazione scritta lo tutela da ogni responsabilità civile e penale, oltre che di coscienza!

Merita attenzione anche come le aule stipate di persone possano avere una ricaduta negativa sulla salute dei bambini e dei giovani infatti il sovraffollamento delle classi abbassa la qualità dell’aria, scadente per carenza di ossigeno, a cui si somma la presenza di sostanze tossiche come la formaldeide presente nelle vernici e nelle suppellettili che spesso superano la soglia di sicurezza. L'inquinamento indoor, che non va confuso con l'aria viziata, è un misto di tossine che compromettono la salute dei giovani, i quali vivono molte ore in questi ambienti malsani. Le aule sovraffollate, quindi, oltre ad essere inigieniche ed insicure, causano negli alunni/utenti anche uno scarso rendimento scolastico e il quadro normativo è in merito molto generico e superficiale.

È prioritario in materia di sicurezza l'aspetto relativo alle strutture fatiscenti e pericolose che accolgono i nostri ragazzi, i dati ufficiali parlano di oltre 45.000 istituti scolastici a rischio di chiusura se si volessero applicare alla lettera tutte le normative sulla sicurezza. Il governo aveva garantito uno stanziamento di 300 milioni di euro per il 2008 con 100 milioni in più per il 2009 oltre un 5% del Fondo per le infrastrutture strategiche e 20 milioni di euro annui accantonati dai risparmi delle spese della politica. Una bella cifra se fosse vero, in realtà per il 2009 sono stati stanziati 77mln di euro per la messa in sicurezza degli edifici con un taglio di 23mln di euro rispetto alle previsioni, una misura ingiustificata se non fosse che la salute e la sicurezza sono considerati come un mero costo aggiuntivo che la legge impone.

All'ormai consueta riduzione dei finanziamenti, in particolare se si tratta di scuola, si accompagna una farraginosa burocrazia che parte dallo Stato e passando attraverso le Regioni fino alle province e ai Comuni (che hanno subito tagli considerevoli con le ultime leggi Finanziarie) arriva alle singole istituzioni scolastiche.

Gli obblighi maggiori sono dei comuni e delle province che in quanto proprietari degli istituti hanno il compito del monitoraggio, di accedere ai finanziamenti e di procedere con le gare di appalto per eseguire gli interventi di messa in sicurezza, lasciando alle scuole il compito di vigilanza. In caso di finanziamenti insufficienti sono le Amministrazioni che dovrebbero procedere alla denuncia per cui risulta evidente quindi che l'inadempienza e il rimbalzo delle responsabilità rende legittimo il sospetto di una volontà tesa a sostenere gli istituti dati in convenzione a strutture private e cooperative si attua così la politica dello scarica barile per privilegiare le strutture private.