18:35 – 23/04/12 – La Fusione Fredda degli Studenti dell'IIS Leopoldo Pirelli…

Studentessa dellIIS Leopoldo Pirelli
Studentessa dell'IIS Leopoldo Pirelli

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

La Fusione Fredda realizzata dagli studenti dell'Istituto di Istruzione Superiore (Costruzioni, Ambiente, Territorio) Leopoldo Pirelli – Roma.

Il giorno 19 aprile 2012, nell'aula magna dell'I.I.S Leopoldo Pirelli di Roma, è stato presentato il progetto ATHANOR ed ha avuto luogo un dibattito assai interessante riguardo le trasmutazioni nucleari a bassa energia (LENR – Low Energy Nuclear Reaction) o Fusione Fredda.

Nell'ambito del progetto interdisciplinare Il Sole in Laboratorio un gruppo di docenti delle materie scientifiche – i Proff. Abundo, Pieravanti, De Santis, Cipriani – coadiuvati dagli alunni dell'indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio, è riuscito a mettere in atto la costruzione e l'utilizzo di 5 reattori sempre più sofisticati, l'ultimo dei quali è stato brevettato e presentato alla comunità scientifica e potrà essere impiegato anche in laboratori esterni per consentire l'esecuzione di sperimentazioni riproducibili.

Presentazione di ATHANOR
Presentazione di ATHANOR
La conferenza si è aperta con il saluto del Dirigente Scolastico Prof.ssa Flavia De Vincenzi, cui è seguito l'intervento dall'Ispettrice MIUR Dott.ssa Elvira Nota e della prof.ssa Rosanna Ghiaroni, già Preside del nostro Istituto. E' stato evidenziato il nesso forte tra scuola e ricerca, nell'applicazione delle scienze integrate previste dalla riforma.

Il progetto è stato presentato dal prof. Ugo Abundo, seguito poi dall'intervento del prof. Arch. Cesare Rocchi che ne ha evidenziato le possibili applicazioni pratiche.

Presentazione Live di ATHANOR
Presentazione Live di ATHANOR
La base teorica dell'intero esperimento sono gli studi di Fleischmann e Pons i quali ipotizzarono reazioni nucleari di fusione che non necessitassero dei 10 milioni di gradi che servono per realizzarle, gettando le basi degli studi su una fonte illimitata di energia.
Il prof. Abundo ha poi mostrato in laboratorio l'accensione live di un reattore, spiegando che le rese ottenute sono superiori al 400%, cioè esse permettono di ipotizzare che 100 unità di energia elettrica ne producano 400 termiche di tipo meno pregiato impiegabile per alimentare funzioni come la produzione di acqua calda sanitaria e gli impianti di riscaldamento.

A seguito della dimostrazione del funzionamento del reattore si è aperto un acceso dibattito sull'argomento al quale hanno partecipato i presenti.
Inoltre gli studenti hanno esposto il loro percorso di ricerca in Matematica con la prof. Pieravanti, in Scienze con la prof. De Santis e in Chimica con la prof. Cipriani.
L'importanza principale del progetto quindi è stata l'esperienza scolastica durata oltre un anno che ha permesso di far conoscere agli alunni delle tecnologie energetiche innovative e di far loro svolgere un percorso di sviluppo e crescita didattica, con dei risultati davvero straordinari.

Maria Claudia Pelini (V A L.L.)
Ufficio Stampa

Allegati:


Articolo del Corriere della Sera
Articolo di Repubblica

Fonte dell'articolo: I.I.S. Leopoldo Pirelli – Roma


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18:52 – 30/10/11 – Energy Catalyzer: L’Energia c'è, il Mistero anche…

A cura di Davide Suraci.

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In allegato, i video dell'evento.

30 Ottobre 2011 – Dunque l'Energy Catalyzer di Rossi ha superato, contro tutte le congetture e i “possibilismi” varii, il “Big Test” del 29 Ottobre 2011 producendo una potenza complessiva di 2635 kWh (media oraria di 479 kW, circa la metà di quanto promesso) per cinque ore e mezza a partire da una somministrazione energetica di avvio di 350 Kilowatt (un “banalissimo” inconveniente tecnico non ha permesso di raggiungere il megawatt). Il test è stato monitorato dallo staff di ingegneri del misterioso cliente statunitense di Rossi, a quanto pare “molto soddisfatto” dei risultati del collaudo. Al termine del test, Andrea Rossi ha dichiarato che “ha dovuto ridurre la potenza erogata a causa di un aumento eccessivo di temperatura”. I resoconti dell'esperimento, [1] e [2], riportano alcuni errori che non inficierebbero il successo del test. È stata rilasciata quindi una notevole quantità di energia rispetto all'input di partenza, anche durante i momenti di funzionamento in “modalità autosostentamento”.

L'energia, prodotta sotto forma di calore, è stata misurata con riferimento alla quantità di acqua trasformata in vapore (quindi indirettamente). I risultati del test sono stati pubblicati da NyTeknik e da Pure Energy Systems attraverso i loro giornalisti specializzati presenti in Via dell'Elettricista 16, a Bologna. Era presente anche un corrispondente dell'Associated Press, che dovrebbe togliere l'embargo su di un'intervista a Rossi nei prossimi giorni.

Ovviamente ciò non significa che la fine dell'epoca del petrolio è alle porte e gli scettici – giustamente – hanno un sacco di motivi per dubitare. Il test, tuttavia, non farà che accrescere le attese di tutti intorno a questa svolta (?) tecnologica..

Vorremmo capire di più ma…

1) Il cliente statunitense è anonimo. In altri termini, un gruppo di sconosciuti (quindi non verificabili) ha effettuato delle prove che non possono essere “oggettivamente” controllate e validate. D'altra parte si deve tener conto del fatto che i motivi della segretezza da parte del gruppo industriale possono essere legati all'esigenza di tutelare il proprio vantaggio nei confronti dei “competitors” e/o a quella di salvaguardare la propria credibilità (nel caso in cui tutto si rivelasse una bolla di sapone) sul mercato finanziario internazionale e/o di cautele – sempre necessarie – prima di avventurarsi in un campo ancora del tutto inesplorato come, al contrario di tutto ciò, dall'esigenza di accertarsi dell'esistenza della “cosa” per poi farla sparire in un cassetto in quanto compromettente i “grandi interessi” di “qualcuno”.

2) Agli osservatori è stato concesso di assistere al test per pochi minuti, a piccoli gruppi e durante l'intera prova l'E-Cat “sembrerebbe” essere stato connesso mediante un cavo con la fonte energetica utilizzata come “starter”. L'alimentazione esterna è stata presumibilmente spenta, a dimostrazione che l'intero sistema è diventato indipendente da fonti energetiche supplementari e quindi autonomo nella produzione di energia.

Il successo del test dovrebbe accrescere le probabilità di accesso di Rossi ai laboratori dell'Università di Bologna e di altri centri di ricerca, un maggior numero di contratti con lo “sconosciuto” committente e con altri potenziali soggetti interessati. La rivista scientifica svedese NyTeknik, stando ad alcune indiscrezioni dei suoi giornalisti, suggerisce che Domenico Fioravanti – ingegnere collaudatore e tester dell'impianto – avrebbe presumibilmente dei rapporti con un personaggio soprannominato il “Colonnello”. Dietro al “personaggio” misterioso “potrebbe” esserci la D.A.R.P.A. (Defense Advanced Research Projects Agency), la “punta di diamante” della ricerca più avanzata del Pentagono che, secondo l'autorevole rivista inglese wired.co.uk, avrebbe espresso molto interesse per il lavoro di Rossi – ma che potrebbe non essere pronta a spiegare ai suoi “mandanti” politici perché ha speso milioni di dollari per l'Energy Catalyzer.

3) Inoltre, dobbiamo chiederci se e fino a quando il nichel e l'idrogeno (risorse molto diffuse in tutto il pianeta e “combustibili” di base dell'E-Cat) rimarranno ancora al bassissimo costo attuale se si considera che l'economia mondiale è ancora dominata da un tipo di finanza altamente speculativa e accentratrice della ricchezza derivante delle risorse naturali.

Molte perplessità rimangono. Ma il “bello” (forse) deve ancora arrivare.

N.B.: come al solito, invitiamo i nostri lettori ad una maggiore prudenza, prima di “credere o non credere”, in quanto mancano a tutti noi moltissimi tasselli dell'“enigmatico” puzzle e di considerare suscettibili di eventuali aggiornamenti i dati tecnici sopra riportati.

Davide Suraci.

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In allegato, i video dell'evento.

11:52 – 29/10/11 – Energy Catalyzer: Primo Resoconto del Test su Centrale da 1 MW.

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Titolo originale e report di Andrea Passerini del Blog 22 Passi – Bologna 28 ottobre: primo resoconto del test dell'impianto da 1 MW di Andrea Rossi.

Sono arrivato in Via dell'Elettricista, nella zona industriale Roveri a nord di Bologna, alle 10 in punto di ieri mattina.
Tra i presenti ho riconosciuto subito il Prof. Stremmenos, Mats Lewan, Giuseppe Levi, Loris Ferrari ed Andrea Rossi.
Mi sono accreditato e ho preso il pass dopo avere sottoscritto la seguente liberatoria (testo bilingue ITA/ENG di cui riporto solo la parte in italiano):

Lei è stato invitato ad assistere sotto la responsabilità di Andrea Rossi.
Per ragioni di sicurezza per favore non entri nelle aree di pericolo delimitate dai segnali. Tutti gli invitati verranno ospitati nel capannone adiacente, dove per tutto il giorno funzionerà gratuitamente il bar; verranno offerti anche pranzo e cena.
Ogni tanto ciascuno di voi verrà accompagnato per qualche minuto nell’area ristretta in cui funziona l’impianto.
Non è consentito l’uso di qualsiasi strumento, nemmeno di videocamere e macchine fotografiche, a meno ché non vi sia data specifica autorizzazione durante i passaggi nella zona delimitata.
Non è ammessa la radiotrasmissione durante il test.
Qualora le istruzioni sopra elencate non venissero rispettate, la nostra sicurezza chiederà ai responsabili del mancato rispetto di abbandonare i nostri stabilimenti.
Tutta l’area del test sarà ispezionata da telecamere per motivi di sicurezza.
Al termine del test verrà consegnato un report.

A differenza di tutti gli altri test dell'E-Cat realizzati nei locali della EON srl in Via dell'Elettricista, gli invitati sono accolti in un'area del capannone adiacente, ma non direttamente collegata alla sezione in cui è collocato l'impianto da 1 MW. 
Nella foto qui sotto potete vedere per l'appunto il locale attrezzato a sala-stampa (in prima fila a sinistra Sterling Allan di PESN e a destra Mats Lewan di Ny Teknik) che ospita due grossi generatori a olio vegetale (ex motori navali a nafta).
Riporto un elenco delle persone presenti:
  1. Enrico Billi – fisico nucleare
  2. Reymond Zreick – giornalista rivista Focus
  3. Irene Zreick – giornalista rivista Focus
  4. Mats Lewan – giornalista rivista Ny Teknik
  5. Paolo Soglia – direttore Radio Città del Capo
  6. Sterling Allan – direttore PENS (Pure Energy Network System)
  7. Peter Swensson – giornalista Associated Press
  8. Giorgio Benvenuti – fotografo Associated Press
  9. Daniele Passerini – blogger 22 passi
  10. Pier Clauzon – ingegnere CNAM Parigi
  11. Irina Uzikova – ingegnere National Research Nuclear University di Mosca
  12. Giuseppe Levi – fisico (osservatore Università di Bologna)
  13. Loris Ferrari – fisico (osservatore Università di Bologna)
  14. David Bianchini – esperto radio-protezione
  15. Giuliano Guandalini – direttore EON srl
  16. Sergio Focardi
  17. Andrea Rossi
  18. il fratello di Andrea Rossi
  19. la nipote di Andrea Rossi
  20. Maddalena Pascucci
  21. la madre di Maddalena Pascucci
  22. Domenico Fioravanti – ingegnere collaudatore e tester dell'impianto
  23. Andrea De Vita – fisico Ansaldo Energia
  24. italiano, consulente scientifico di un gruppo industriale X (ha chiesto di non essere riportato)
  25. italiano, consulente scientifico di un gruppo industriale Y (ha chiesto di non essere riportato)
  26. italiano, consulente scientifico di un gruppo industriale Z (ha chiesto di non essere riportato)
  27. italiano, consulente scientifico di un gruppo industriale K (ha chiesto di non essere riportato)
  28. svedese (?)
  29. svedese (?)
  30. svedese (?)
L'elenco non è completo, c'erano un altro paio di persone, già viste al test del 6 ottobre, che non ho avuto modo di identificare, i dipendenti della EON srl, le guardie giurate e gli aiutanti di Rossi (Carlo Leonardi e altri due operai, già presenti al test del 6 ottobre).
Mi ha molto molto colpito il tipo e il tono delle conversazioni che ogni tanto intercorrevano tra gli esponenti dei gruppi industriali presenti e l'ingegner Domenico Fioravanti, collaudatore/tester dell'impianto per conto del “cliente” non meglio identificato:
  • era evidente che lo consideravano un interlocutore attendibile e competente;
  • gli ponevano domande tecniche su parametri di funzionamento, niente a che vedere coi dubbi sul funzionamento avanzati dai vari scettici e negazionisti su internet.
Alla fine del test sono riuscito ad avere off records le impressioni di alcuni di loro: uno ha detto “siamo passati da una fase un po' fredda a una decisamente più calda e sorprendente”, un altro ha detto che “ogni ipotesi di fraudolenza è superata” pur nutrendo dubbi che la tecnologia sia già matura per l'industrializzazione, in ogni caso riteneva che l'industria che rappresentava avrebbe preso in considerazione l'idea di investire sullo sviluppo dell'E-Cat.
Vi spiego velocemente il set up, che tanto sarà presto descritto da Sterling su PESN e Mats su Ny Teknik dettagliatamente. C'erano due serbatoi d'acqua uno accanto all'altro, a occhio e croce di 1 metro cubo ciascuno (per un totale di circa 2000 litri d'acqua), senza lato superiore (cioè aperti) e comunicanti tra loro. Alla base di questi serbatoio partivano due condotte che immettevano acqua ai moduli nel container. Su tali condotte erano presenti manometri e contatori di portata.
Il vapore usciva dal container attraverso un grosso tubo (direi sui 20-30 cm di diametro) e veniva convogliato a due grossi dissipatori, non visibili dietro schermi di compensato, che facevano molto rumore.
Dai dissipatori il vapore, condensato in acqua tornava tramite due condotte nei serbatoi.
La misura della temperature avveniva tramite due sonde, una immersa nel serbatoio dell'acqua, l'altra inserita nella condotta del vapore appena fuori il container.

L'energia era fornita da un gruppo elettrogeno da (mi è stato detto) 350 kW.

Ho letto al volo alcuni commenti di lettori che stigmatizzano il finale “a taralluci e vino”. Non si offendano, ma non hanno capito un bel nulla! La vera sorpresa della giornata, per me, è stata proprio la presenza del gruppo di lettori di 22 passi Bellunesi (a cui si sono uniti altri lettori via via che arrivavano) parcheggiati con la loro auto proprio davanti all'ingresso della EON: hanno offerto prosecco, affettati e formaggi veneti a tutti i presenti, da Stremmenos alla Pascucci, da Levi a Lewan… un E-Catering che meriterebbe sul serio di passare alla storia!
Credo che sia stato questo bel clima conviviale, a far sì che alla fine Rossi aprisse le porte a tutti i supporter che osservavano il test a distanza, veramente un bel gesto. 
Domani aggiungerò a questo post i vari link a report e video usciti o che usciranno sul web.
A me non interessa che il cliente si palesi, basta sia vero che la dimostrazione di oggi lo abbia convinto, che diventi possibilmente un partner commerciale di Rossi nello sviluppo di questa tecnologia, che con i soldi della vendita Rossi attivi il contratto con UniBO e si apra – finalmente – il capitolo della ricerca scientifica sull'E-Cat. E pare che così sarà. 
Sono sempre più certo che il 2012 sarà sul serio la fine del mondo… di quello che conosciamo ora. Quello nuovo sarà molto meglio.
Chiedo scusa se questo report è scarno, ma crollo veramente dal sonno. 
Grazie a tutti e a domani.

Links:

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11:38 – 15/06/11 – Fusione Fredda: Conferme da Brian Ahern.

[Servizio speciale a cura di Davide Suraci] – Brian Ahern, esperto di scienza dei materiali presso il MIT di Boston e “Senior” da 17 anni presso i laboratori USAF di Hanscom – Air Force Base, ha replicato – in modo del tutto indipendente – una reazione nucleare a bassa energia e in nanoscala ottenendo 8 Watts.

Brian Ahern ha riprodotto il lavoro del fisico giapponese Y. Arata in un ordine di grandezza più manipolabile e quindi gestibile. Per la precisione, il processo è stato attivato utilizzando 10 grammi di nano-polveri dei seguenti elementi e nei rapporti: Zr (Zirconio) 66%; Nikel 21%; Cu (Rame) 13%, ha prodotto 8 Watts di potenza per quattro giorni ininterrottamente e senza radiazioni rilevabili oltre quella già presente nel fondo naturale. Lo Zirconio si trasforma in diossido di zirconio dopo la cottura.

Secondo le ultime indiscrezioni, Brian Ahern sta tentando anche di replicare il funzionamento dell'Energy Catalyzer di Rossi e Focardi migliorandolo ulteriormente per ottenere un aumento dell'efficienza del processo.

La comunità di studiosi delle LENR (Reazioni Nucleari a Bassa Energia) sembra sempre di più orientata (come, del resto hanno dimostrato Rossi e Focardi) a lavorare su livelli di nanoscala.

La descrizione delle fasi del processo LENR che hanno generato 5 Watts in due giorni. (Comunicazione originale di Brian Ahern al CMNS)

Riportiamo, a beneficio degli interessati (testo originale in inglese), la sequenza di un analogo esperimento di Brian Ahern in cui sono stati ottenuti 5 Watts in un paio di giorni.

The description of steps taken to get 5 watts for a few days (Message of Brian Ahern to CMNS).

Ames National Laboratory processed metal alloy foils via arc melting
followed by melt spinning. This is the Yamaura process employed by Arata
and others. The foils were baked in ordinary air at 445C for 28 hours.

The brittle, oxidized foils were placed in a tumble mill for 24 hours.

This resulted in 30 grams of black powder with a median grain size of about
40 microns.Presumably, each grain has about one million nanoscale islands of
NiCu inside.

The 30 grams occupies about 7 ml inside the 50 ml dewar. The system was
vacuum baked at 220C for 24 hours and cooled to room temperature.

H2 gas was added at 200psi. The pressure dropped only to about 185 psi over
twenty minutes. In these replication experiments the exothermic reactions
have had peak temperatures above 220C with substantial loading above 3.0 H/M
ratios. This time the temperature only rose by 2 degrees C.

The system was heated with a band heater to high temperature. There was no
controller. A rheostat was set at an arbitrary position and the system comes
to a an arbitrary temperature.The average power input was 90 watts.

After several hours the hydrated system was evacuated overnight at a
constant high temperature at 530C. The next day H2 gas was again added at
100psi and the temperature rose by 40C to 570C and came back down to 530C
after two hours. At the end of the day the dewar was again evacuated while
still at 530C overnight.

The third day repeated the same procedure. H2 gas was added at 100psi and
the temperature rose by 44C to 574C. However, this time it did not come back
to the initial temperature. It remained at the elevated temperature
overnight.

On the fourth day H2 gas was again added at 100psi and the system rose by
50C to 580C and again stayed at the elevated temperature indefinitely.

A rough calibration suggests that the 30 grams of hydrated nanopowder is
putting out 5 watts of excess power.

Yesterday Peter Gluck suggested that the relationship between loading and
excess power may be a myth. This seemed to be true for electrolysis with Pd
and heavy water where loading levels exceeding 0.9 D/M were a prerequisite
for observing excess power.

My loading level with this nanopowder sample as less than 0.1 H/M.

This 5 watt excess is very much less than Rossi, but it is a real and
repeatable experiment There was no radiation above the background level.

[IT] Fusione Fredda (Risorse Enhanced Wiki sulla Fusione Fredda – report scientific, download documenti, ppt, video and molte altre risorse)

[EN] Cold Fusion (Enhanced Wiki Resources on Cold Fusion – scientific reports, download documents, ppt, video and more)

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20:32 – 14/02/11 – Energy Catalyzer Rossi-Focardi: Facciamo un po' di Chiarezza.

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13 Febbraio 2011 – Intervista di Daniele Passerini (Blog 22Passi).

22PASSI – Complimenti Ing. Rossi, la notizia dell'invenzione dell'E-Cat ha avuto ampio risalto in Grecia dove è stata localizzata la Newco che si occuperà della sua produzione e commercializzazione, la Defkalion Green Technologies di Atene. Immagino che in tutto ciò abbia giocato a favore avere come sponsor il Prof. Christos E. Stremmenos, che è stato oppositore del regime dei colonnelli, ex Ambasciatore della Grecia a Roma, Professore di Fisica presso l'Università di Atene, praticamente un eroe nazionale greco. In Italia al contrario i mass media hanno pressoché ignorato la notizia e se ne discute soltanto nel web, spesso aspramente. Le domande che le faccio sono ispirate appunto a interrogativi, dubbi e critiche che ho raccolto su internet. Per esempio, un punto molto dibattuto è quanto l'E-Cat possa essere considerato sicuro.

ROSSII moduli da 10 kW che produciamo sono sicuri e non danno problemi: è da anni che li stiamo testando e usando, sono state fatte tutte le misure possibili delle radiazioni emesse dal reattore e tutte ne hanno sempre comprovato la massima sicurezza. Lo dominiamo come vogliamo, lo accendiamo e lo spegniamo, lo facciamo salire e scendere di potenza, non può mai superare una certa potenza perché l'abbiamo strutturata in modo tale che comunque non possa esserci una superficie di reazione Idrogeno-Nickel superiore ai limiti di sicurezza e soprattutto non esistono radiazioni fuori dal reattore che modifichino in maniera rilevante la radiazione di fondo. è vero invece che, allo stato attuale delle conoscenze, non sappiamo cosa succederebbe se partendo dallo stesso progetto di un reattore da 10 kW ne costruissimo uno da 1000 kW facendo il cosiddetto scale-up, cioè ingrandendolo. Infatti ci guardiamo bene dal farlo. Per ottenere potenze maggiori combiniamo in serie e in parallelo, come fossero batterie, i reattori da 10 kW: collegandoli in parallelo si aumenta la quantità di energia prodotta a temperatura costante, mettendoli in serie si moltiplica la quantità di energia prodotta a temperatura crescente, perché si moltiplicano i ΔT. Combinando le due architetture, serie e parallelo, si può ottenere quel che si vuole restando rigorosamente negli stessi parametri di sicurezza.

22PASSI – Parliamo sempre di potenza termica, giusto?

ROSSI – Sì, la conversione in altre energie avrà le perdite di efficienza di qualsiasi altro sistema: nel ciclo di Carnot l'efficienza normalmente è tra il 30 e il 35% a seconda dell'efficienza del sistema, questo significa che se noi convertiamo 1 MW termico in potenza elettrica possiamo ottenere 300-350 kW elettrici ed energia termica il resto.

22PASSI – Quindi si potrebbe produrre entrambe le cose contemporaneamente: calore ed elettricità.

ROSSI – Con il ciclo di Carnot si fa così, certo, nulla si crea e nulla si distrugge: alla fine il bilancio energetico deve risultare 100. Di conseguenza se trasformo di 100 kW in 35 kW elettrici gli altri 65 restano termici, questo in teoria, poi chiaramente qualche punto percentuale si perde in dispersioni. Ricapitolando, se serve potenza termica l'E-Cat fornisce direttamente quella, basta solo uno scambiatore di calore e il gioco è fatto. Se invece serve elettricità solo una parte dell'energia termica può essere trasformata in elettricità, restando comunque utilizzabile anche il termico che avanza.

22PASSI – Quindi un piccolo paese di 50-100 famiglie con una unità da 1 MW potrebbe essere reso energeticamente indipendente sia dal punto di vista del riscaldamento che dell'energia elettrica.

ROSSI – Ah sì, questo senz'altro.

22PASSI -Se ho capito bene, una volta fornita al reattore la potenza necessaria all'accensione (a Bologna si è parlato di 1-2 kW), nel momento in cui la macchina è a regime potrebbe funzionare in modo autonomo, senza una presa di corrente o una batteria, visto che la potenza assorbita (dell'ordine di 0,4 kW/h) è ampiamente dentro i circa 3,5 kW elettrici ottenibili.

ROSSI – Certamente. Rimane poi però il problema del drive [sistema di controllo] che comunque è un attimino più complesso: ogni reattore è implementato di un drive elettrico per motivi di sicurezza quindi deve essere attaccato a una linea di corrente. Proprio in virtù di questi controlli possiamo garantire che non ci sono problemi intrinseci di sicurezza nei nostri E-Cat da 10 kW, così come nelle nostre unità da 1 MW, costituite da 100 reattori da 10 kW ciascuno dei quali ha il suo sistema di controllo. Da 10 kW a 1 MW non facciamo altro che conservare il grado di sicurezza acquisito.

22PASSI – Resta il fatto che ancora non esiste una spiegazione scientifica di cosa avvenga dentro la macchina. Se non sapete questo come fate ad essere sicuri di poter controllare il reattore in ogni condizione, anche quelle più imprevedibili?

ROSSI – Bene, prima di tutto un'idea abbastanza precisa dei motivi teorici per cui la macchina funziona ce l'abbiamo. Rimangono da precisare molte cose e ci stiamo lavorando, con la collaborazione dell'Università di Bologna. Ma vede, anche nella normalissima combustione della legna che cosa succeda esattamente in realtà non lo sa nessuno. Cioè tutte le varie e successive reazioni che avvengono tra la formulazione chimica di partenza e la formulazione chimica finale dei prodotti di combustione non si conosce con esattezza. Ciononostante si progettano camere di combustione in condizioni di sicurezza, perché sapendo qual è la situazione iniziale e quale è la situazione finale si prendono tutte le misure di sicurezza conseguenti. Quindi, per esempio, noi mettiamo degli schermaggi sovradimensionati rispetto a quelli che sarebbero sufficienti, e otteniamo un surplus di sicurezza come si usa in qualunque altro impianto.

22PASSI – Con questo intende dire che i raggi gamma che il Prof. Villa ha riportato non avere riscontrato durante l'esperimento del 14 gennaio erano semplicemente ben schermati e non uscivano dalla macchina?

ROSSI – Con l'Università di Bologna procederemo per l'appunto a un lavoro approfondito sui gamma. I gamma ci sono, per forza, perché se non ci fossero non avremmo energia. è un problema non solo di schermaggio ma anche di posizionamento dei contatori. Ci sono grossissime prudenze in questo momento da parte mia su questo punto, almeno finché il brevetto non sarà approvato. Noi al nostro interno le misurazioni dei gamma le abbiamo fatte, ma cerchiamo di evitare che altri le facciano, perché misurando i gamma si ottiene – come dire – l'impronta digitale di tutto quello che c'è dentro il reattore.

22PASSI – Quello che lei ha detto a Celani durante la conferenza stampa del 14 gennaio…

ROSSI – Eh sì, il motivo per cui a un certo punto ho chiesto gentilmente al Prof. Celani di spegnere il suo contatore è proprio che so quanto sia in gamba… finché ho visto che stava controllando se dentro ci fosse qualche trucco l'ho lasciato fare, perché in poche parole il suo scopo, con quella macchinetta che si era portato, era controllare se noi non avessimo nascosto dentro al reattore qualche sostanza radioattiva e fosse quella la vera fonte di calore. In questo caso l'emissione dei gamma sarebbe stata costante e precisa, mentre nel caso di gamma che nascono lì al momento per via di reazioni nucleari si verifica un'emissione discontinua, scoppiettante, quella che Celani ha riscontrato.

22PASSI – Ma perdoni se insisto – questo mi pare un punto abbastanza controverso – come si concilia l'affermazione che voi avete un'idea abbastanza precisa di quello che avviene dentro la macchina col fatto che al momento il primo modello teorico formulato Focardi è stato negato proprio dall'assenza di gamma (mi riferisco al report del Prof. Villa).

ROSSI – In poche parole per una misurazione dei gamma veramente ben fatta noi dovremmo creare un varco a 360° nel reattore per consentire al contatore di leggere bene tutto quello che succede lì dentro. Cosa che però implica dare la tecnologia completamente in mano a una persona preparata in grado di interpretare i dati. Per strutturare i sistemi di sicurezza anti-spionaggio di una tecnologia di questo genere non basta circondarsi di collaboratori onesti e onestissimi… io stesso andrei in crisi se qualcuno mi venisse a dire “ti diamo una cifra che ti cambierebbe la vita dall'oggi al domani a te e alle tue prossime cinque generazioni, in cambio devi solo dirci…”. Un'offerta di questo genere metterebbe seriamente alla prova anche l'onestà di un Santo.

22PASSI – Mi permetta di chiederle allora come reagirebbe lei se le facessero la stessa offerta per non produrre mai l'E-Cat.

ROSSI – Oh, uno deve trovarsi dentro certe situazioni per sapere veramente come si comporterebbe… però posso dirle che questo progetto è la mia vita e per me non ha prezzo.

22PASSI – Torniamo ai motivi della sua prudenza, stiamo parlando degli altri elementi segreti oltre al Nichel e l'Idrogeno che partecipano alla reazione? è questo che verrebbe fuori da un'analisi approfondita dello spettro dei gamma, giusto?

ROSSI – Chiaro, proprio questo… la composizione della polvere che si trova dentro la macchina è l'essenza della reazione, perché usando solo Idrogeno e Nickel non viene fuori niente. Quindi che compromesso abbiamo trovato? Ho fatto mettere al Prof. Villa i contatori in una posizione e secondo un'angolazione che secondo me poteva essere tutelante, far vedere qualcosa ma non troppo, però mi sono tutelato talmente che alla fine i contatori non hanno preso niente, questo è il problema

22PASSI – Può dirci a che punto dell'iter siete in questa procedura di brevetto? Siete in dirittura di arrivo sì o no?

ROSSI – Ritengo di sì, anche se naturalmente la certezza l'avrò solo quando i nostri avvocati (lo Studio Cicogna di Milano) ci comunicheranno il lieto fine. Ho sentito l'Avv. Cicogna una settimana, fa per avere chiarimenti, dopo che il chimico nucleare Camillo Franchini aveva diffuso la notizia che il nostro brevetto era stato respinto in malo modo. L'avvocato mi ha risposto che avrebbe dovuto essere stato avvertito per primo se questo fosse realmente successo, ha comunque controllato e dopo mezz'ora mi ha telefonato rassicurandomi che quei rumors erano solo fesserie! Evidentemente Camillo Franchini si riferiva alle contestazioni relative alla prima fase di dibattimento in sede di Ufficio Brevetti.

22PASSI – Quando uno produce una macchina come questa e deve metterla sul mercato, al di là del discorso del brevetto, di quali autorizzazioni c'è bisogno? Potrebbero sorgere problemi per il fatto che manchi ancora il modello teorico?

ROSSI – Dunque, il nostro cliente greco ha già ottenuto le autorizzazioni per la macchina che verrà prodotta. Ai fini della sicurezza noi dobbiamo dare la prova scientifica del fatto che l'impianto non dia luogo ad emissioni di radiazioni e lavori in condizioni controllate di pressione in modo da mantenersi entro determinate energie. Nel momento in cui dimostriamo che riusciamo a controllare perfettamente le pressioni e le temperature del processo, non abbiamo più problemi. Perché torniamo all'esempio della combustione, come dicevamo prima: nessuno sa esattamente cosa avvenga. Ma non solo, le dirò di più, come funzionino gli atomi in realtà nessuno lo sa, se lei prende uno dei più aggiornati testi sui modelli atomici, il Marhoon, non c'è un capitolo dove non si legga “potrebbe essere così, ma potrebbe anche non essere così”. Se la mancanza di un modello teorico fosse un motivo per non autorizzare l'E-Cat allora a questo punto non dovrebbero essere autorizzate nemmeno tante macchine usate in medicina nucleare. Pensi ad esempio a una PET (Positron Emission Tomography), teoricamente è una macchina pericolosissima. Come funzionino esattamente le reazioni nucleari che danno luogo al funzionamento di queste macchine non si sa per il semplicissimo fatto che nessuno sa come funzioni il nucleo di un atomo. Hanno realizzato al CERN quell'immenso anello proprio per cercare di cominciare a capire veramente come sono fatti gli atomi, perché non lo sanno. Ma la PET si usa lo stesso, perché a prescindere dall'aspetto teorico – tutt'altro che chiarito – in pratica si conosce la radiazione che esce durante una tomografia e la sua pericolosità è sotto controllo. La stessa cosa facciamo noi: la radiazione che esce dai nostri reattori è perfettamente controllata, abbiamo fatto migliaia di misure, le abbiamo fatte con gli stessi esperti che fanno i controlli sulle macchine di medicina nucleare.

22PASSI – Immagino che il giorno in cui i fisici e i chimici nucleari troveranno un modello scientifico per spiegare quello che avviene dentro la macchina a quel punto potrà essere implementata e sviluppata. Siamo appena all'inizio di una nuova tecnologia, come i primi motori a scoppio di oltre un secolo fa confrontati con quelli di oggi.

ROSSI – Assolutamente sì. L'esempio è giusto: nel 1905 ipotizzare di fare un motore a scoppio che tirasse fuori potenze di centinaia di cavalli sarebbe stata pura utopia, avrebbero detto “tu sei matto, questa roba qua è una bomba”. Diciamo che noi oggi abbiamo dimensionato la macchina per essere sicura in proporzione alle conoscenze che abbiamo. Un secolo fa la chimica della combustione del petrolio all'interno dei cilindri era in buona parte ignota, però i motori giravano ed erano sicuri, perché a quelle potenze di pochi cavalli vapore non c'erano problemi.

22PASSI – Cambiamo discorso, che alla fine abbiate scelto di costruirlo all'estero invece che in Italia non mi stupisce…

ROSSINo, in Italia non intendo più fare niente, a parte la ricerca. Lei oggi mi trova in Italia perché sto lavorando con l'Università di Bologna altrimenti sarei negli Stati Uniti.

22PASSI – Proprio questo volevo chiederle. Perché proprio in Grecia e non negli Stati Uniti dove si trovano le sue attività principali?

ROSSI – Negli Stati Uniti noi abbiamo una fabbrica di reattori. In Grecia c'è questa Newco che è partecipata da grosse compagne europee che lavorano nel settore dell'energia, si sono proposte e abbiamo fatto un contratto…

22PASSI – Un momento, questo mi era sfuggito. Mi sta dicendo che ci sarà una fabbrica in Grecia e un'altra anche negli Stati Uniti?

ROSSI – Sì le è sfuggito, negli Stati Uniti una fabbrica c'è già. I reattori che sono stati prodotti adesso e anche la prima unità da 1 MW li stiamo costruendo nello stabilimento che abbiamo negli Stati Uniti.

22PASSI – Quindi l'unità da 1 MW che sarà presentata ad ottobre verrà costruita negli USA e portata in Grecia.

ROSSI – Esattamente. In Grecia ora si sta preparando lo stabilimento dla cui produzione sarà destinata al mercato europeo, suppongo, anche se poi dipenderà da quello che deciderà il consiglio d'amministrazione della Defkalion Green Technologies.

22PASSI – A questo punto ci può dire chi sono gli investitori europei e statunitensi?

ROSSI – Mi dispiace, vogliono per il momento mantenere l'anonimato entrambi. Non lavoro per soddisfare la curiosità della gente, lavoro per produrre macchine che funzionano e rispetto la volontà di chi ci mette i capitali. Posso solo aggiungere che loro chiaramente conoscono benissimo tutti i segreti industriali della macchina, proprio per questo hanno deciso di investire in essa.

22PASSI – Conferma che i primi clienti saranno a loro volta industrie e non privati?

ROSSI – Assolutamente sì, anche perché torniamo al discorso della sicurezza, un conto è ottenere le autorizzazioni per utilizzare questi impianti in una situazione industriale, dove ci sono strutture e attrezzature adeguate e addetti specializzati. Un conto è un elettrodomestico che viene comprato in un qualsiasi grande magazzino e messo in un qualsiasi appartamento. è evidente che sia lo sviluppo tecnologico sia le autorizzazioni e certificazioni necessarie per produrre l'elettrodomestico implicheranno molto più tempo per essere concluse e implementate. Più si va nel grande è più si ha a che fare con una struttura industriale con addetti addestrati a fare la manutenzione e controllo. è quando si va a casa della signora Maria che il discorso diventa più difficile da un punto di vista autorizzativo, perché li non c'è un addetto o un esperto. Dentro l'E-Cat avvengono pur sempre delle reazioni nucleari, anche se non viene utilizzato né prodotto materiale radioattivo, o meglio, si producono isotopi con un tempo di decadimento brevissimo, una emi-vita nell'ordine dei minuti.

22PASSI – Insomma il limite per ora per ora è nel piccolo non nel grande. Ma questo significa che come si mettono insieme elementi da 10 kW per ricavare unità da 1 MW, allo stesso tempo si potrebbero mettere insieme unità da 1 MW per ricavare potenze maggiori? Per fare una centrale da centinaia di 100 megawatt per esempio?

ROSSI – Certamente. L'unità da 1 MW sono 100 unità da 10 kW. A quel punto di unità da 1 MW ne possiamo mettere insieme quante vogliamo.

22PASSI – è fantascienza immaginare che tra 50 anni ci sarà la caldaietta domestica a fusione fredda in ogni appartamento?

ROSSI – Anche meno, potrebbero bastare una decina di anni. Fermo restando il discorso autorizzativo molto più complesso che dicevamo prima, che invece è già stato superato per gli impianti industriali in costruzione.

22PASSI – Sì però c'è una via di mezzo molto interessante a mio avviso: il teleriscaldamento. Già oggi esistono interi quartieri collegati a una unica centrale termica. Le infrastrutture sono già belle pronte, basterebbe sostituire la centrale a metano con una a fusione fredda.

ROSSI – Senz'altro, questo è fattibile sin da ora, perché siamo comunque nel campo dell'applicazione industriale, anche se l'uso finale è domestico, non si va a mettere un reattorino dentro un appartamento come fosse un televisore o un forno a micro-onde, nelle case corrono solo i tubi dell'acqua calda prodotta da una centrale con tutti gli standard di sicurezza che servono. Ed è proprio quello che si farà in Grecia, dove sono più interessati al termico che all'elettrico.

22PASSI – Ci conferma i costi che ha dichiarato alla conferenza stampa di Bologna, cioè 2000€ al kW per l'acquisto degli impianti e 1 centesimo a kW/h?

ROSSI – No, queste cifre sono in dollari e centesimi di dollaro, se parliamo di euro i prezzi si abbassano, in funzione del cambio attuale naturalmente. Ricordo che attualmente un kW ottenuto da fonti energetiche tradizionali viene sui 13-14 centesimi.

22PASSI – Una bella differenza, non c'è che dire. Ok, possiamo concludere qui.

La ringrazio per questa seconda intervista concessa in esclusiva al blog Ventidue passi d'amore e dintorni.

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