LENR: Testimonianze di Emilio Del Giudice, Giuliano Preparata

Questi due video, di grande valore storico, rappresentano le testimonianze di due fisici teorici italiani in merito all’esistenza e riproducibilità dei fenomeni LENR (Low Energy Nuclear Reactions) ovvero reazioni nucleari a bassa energia di cui abbiamo scritto anche qui: LENR (Low Energy Nuclear Reactions)

L’ultima intervista al Fisico Emilio Del Giudice
Una storica intervista ai fisici Giuliano Preparata e Emiliano Del Giudice

18:04 – 06/07/12 – Scommettere sulla Fusione Fredda.

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

di Daniele Passerini. Blog i 22Passi.

Sono in vacanza da sabato scorso, lontano per due settimane da casa, lavoro e soprattutto internet. Ho promesso a chi m’accompagna di vivermi l’attimo senza distrazioni e disintossiccarmi un pochino dalla mia ’dipendenza’ dalla rete, perciò durante le ferie non mi connetterò con wi-fi o chiavette e non avrò altro impegno che quello di fare il turista, salve due sole eccezioni: la prima è quella di ritagliarmi un paio di serate per scrivere e mettere on line i miei pezzi settimanali a ’L’Indro’; la seconda, era quella di volare lunedì scorso a Roma per partecipare a un convegno a cui tenevo moltissimo. Ed è proprio di questo convegno che voglio parlarvi.

La mattina del 2 luglio, la capitale grondava sudore per la stretta di Caronte – il torrido anticiclone africano – ed era soprattutto sottotono per le lacrime versate la sera prima. Eh già, il poker a sorpresa della Spagna a Euro2012 era stato un boccone indigesto da mandar giù. Io però avevo altro per la testa: eravamo una ottantina d’invitati – al riparo dal caldo e sotto la benedizione dell’aria condizionata – a partecipare a un convegno intitolato “Verso una rivoluzione energetica non inquinante” per ascoltare le ultime novità sul fronte LERN, acronimo per Low Energy Nuclear Reactions (reazioni nucleari a bassa energia) come per esempio la fusione fredda o le reazioni piezonucleari.

Molti scienziati ’ortodossi’ liquidano tali argomenti come ’bufale’, altri scienziati ’eretici’ li ritengono invece la porta di un’autentica rivoluzione, tecnologica quanto scientifica. Tra i relatori del convegno c’era soprattutto questo secondo tipo di scienziati, che a dire il vero non si sentono per nulla ’eretici’, anzi dicono di seguire esattamente il metodo scientifico e di basare le loro ricerche su esperimenti riproducibili e sulla letteratura scientifica disponibile a tutti i loro colleghi. E visto che le teorie della scienza ufficiale non riescono a spiegare i fenomeni che osservano, piuttosto che negarne l’esistenza o considerarli inutili anomalie (quel che gli scienziati ’ortodossi’ fanno), ipotizzano nuove teorie in grado di rendere prevedibili e riproducibili quei fenomeni.

Il convegno si svolgeva presso la Sala Mercede della Camera dei Deputati e nasceva da un input politico bipartisan: c’erano infatti Domenico Scilipoti (ex IdV, poi area PdL), Elisabetta Zamparutti (Partito Radicale), Giulietto Chiesa (da sempre di posizioni di estrema sinistra). Un’esposizione, sia pure sintetica, di tutti i contenuti del convegno meriterebbe molto più tempo di quello che ora ho e lo spazio d’un vero e proprio articolo. Nelle righe che seguono vi parlerò perciò di un solo intervento e con esso del rilevante ruolo scientifico che nel XXI secolo sta assumendo un’azienda leader nel mercato degli strumenti di misura di altissima precisione, un’azienda che collabora con i più prestigiosi istituti di ricerca di tutto il mondo, quelli internazionali (ITER, CERN, ELI, ESO…), quelli statunitensi (Los Alamos, Fermilab, Livermore, Sandia, Oak Ridge…) quelli italiani (INFN, ENEA, CNR…) e tantissimi altri ancora.

L’azienda è National Instruments, una multinazionale con base ad Austin (Texas), al cui apporto è debitrice perfino la ricerca sul Bosone di Higgs di cui si è tornato a parlare in questi giorni. E l’intervento al convegno in questione è quello di Stefano Concezzi, uno dei nostri tanti ’cervelli fuggiti all’estero’, oggi numero due di National Instruments, di cui dirige la divisione che si occupa del mercato della Ricerca e della Big Physics.

Concezzi ha premesso che lo scorso 20 Giugno aveva già esposto la stessa relazione anche a Bruxelles, al Parlamento Europeo, nel corso di una iniziativa simile, organizzata dall’onorevole Giuseppe Gargani, il workshopThe Fleishmann-Pons effect: study of the phenomenon of Material Science’, e in compagna dei professori Robert Duncan (University of Missouri), Michael McKubre (Stanford Research Institute International) – protagonisti del celebre documentario che la CBS realizzò nel 2009 sulla fusione fredda – e Vittorio Violante (ENEA e Università Roma II) di cui è ancora attuale l’intervista rilasciata nel 2007. Per inciso, l’interesse europeo nelle LENR è dimostrato dal loro inserimento in un report comunitario intitolato ’Materials for Emerging Energy Technologies: il capitolo 3.4 è dedicato proprio alle LENR che avvengono nei reticoli cristallini dei metalli.

Tornando all’intervento di Concezzi, la notizia è dunque che al convegno di Roma la migliore società del mondo nel ramo degli strumenti di misura professionali, con 35 anni di storia alle spalle, profitti sempre in crescita, un portafoglio di 35.000 clienti (università, centri di ricerca, società…) è voluta intervenire per dichiarare di essere molto interessata ai fenomeni di produzione anomala di calore da fusione atomica ’non convenzionale’… la fusione fredda insomma! E ha deciso di scendere in campo in prima persona.

Dal 1989 a oggi, le misure effettuate in almeno 180 esperimenti di fusione fredda, condotte da ricercatori di tutto il mondo, hanno evidenziato eccesso di calore. Per questo National Instruments ha deciso di sponsorizzare una vera e propria campagna di ricerca in doppio cieco, al fine di comprendere una volta per tutte cosa succede durante gli esperimenti della tanto controversa fusione fredda. Ha così selezionato i 10 migliori gruppi di ricerca di tutto il mondo, in modo da fornire loro i migliori strumenti di misura resi possibili dalle conoscenze attuali, con sensibilità nettamente superiori a quelle finora utilizzate. E possiamo essere fieri che di questi 10 top team ben 2 sono italiani, quello di Vittorio Violante (ENEA di Frascati) e quello di Giuseppe Levi (INFN di Bologna).

La scelta di National Instruments – ha spiegato Concezi – è guardare al mondo della scienza e della tecnologia a trecentosessanta gradi, pragmaticamente, senza preferenze e senza preclusioni, nessuno dei suoi mercati (università, ricerca avanzata, automobili, big physics, elettronica di consumo, apparecchi elettromedicali ecc.) rappresenta infatti più del 15% del suo fatturato globale. Ciò pone National Instruments in una posizione privilegiata, un punto di osservazione da cui è possibile cogliere il quadro d’insieme dei progressi in corso nel mondo della scienza meglio di quanto possano fare gli stessi scienziati, spesso esperti in ambiti di competenze molto stretti. Sulla base dei dati acquisiti, National Instruments ha scommesso che la fusione fredda esiste. Se questa scommessa verrà vinta, finalmente, dopo 23 anni di inferno e purgatorio, Fleischman e Pons potranno essere riabilitati una volta per tutte.

11:38 – 15/06/11 – Fusione Fredda: Conferme da Brian Ahern.

[Servizio speciale a cura di Davide Suraci] – Brian Ahern, esperto di scienza dei materiali presso il MIT di Boston e “Senior” da 17 anni presso i laboratori USAF di Hanscom – Air Force Base, ha replicato – in modo del tutto indipendente – una reazione nucleare a bassa energia e in nanoscala ottenendo 8 Watts.

Brian Ahern ha riprodotto il lavoro del fisico giapponese Y. Arata in un ordine di grandezza più manipolabile e quindi gestibile. Per la precisione, il processo è stato attivato utilizzando 10 grammi di nano-polveri dei seguenti elementi e nei rapporti: Zr (Zirconio) 66%; Nikel 21%; Cu (Rame) 13%, ha prodotto 8 Watts di potenza per quattro giorni ininterrottamente e senza radiazioni rilevabili oltre quella già presente nel fondo naturale. Lo Zirconio si trasforma in diossido di zirconio dopo la cottura.

Secondo le ultime indiscrezioni, Brian Ahern sta tentando anche di replicare il funzionamento dell'Energy Catalyzer di Rossi e Focardi migliorandolo ulteriormente per ottenere un aumento dell'efficienza del processo.

La comunità di studiosi delle LENR (Reazioni Nucleari a Bassa Energia) sembra sempre di più orientata (come, del resto hanno dimostrato Rossi e Focardi) a lavorare su livelli di nanoscala.

La descrizione delle fasi del processo LENR che hanno generato 5 Watts in due giorni. (Comunicazione originale di Brian Ahern al CMNS)

Riportiamo, a beneficio degli interessati (testo originale in inglese), la sequenza di un analogo esperimento di Brian Ahern in cui sono stati ottenuti 5 Watts in un paio di giorni.

The description of steps taken to get 5 watts for a few days (Message of Brian Ahern to CMNS).

Ames National Laboratory processed metal alloy foils via arc melting
followed by melt spinning. This is the Yamaura process employed by Arata
and others. The foils were baked in ordinary air at 445C for 28 hours.

The brittle, oxidized foils were placed in a tumble mill for 24 hours.

This resulted in 30 grams of black powder with a median grain size of about
40 microns.Presumably, each grain has about one million nanoscale islands of
NiCu inside.

The 30 grams occupies about 7 ml inside the 50 ml dewar. The system was
vacuum baked at 220C for 24 hours and cooled to room temperature.

H2 gas was added at 200psi. The pressure dropped only to about 185 psi over
twenty minutes. In these replication experiments the exothermic reactions
have had peak temperatures above 220C with substantial loading above 3.0 H/M
ratios. This time the temperature only rose by 2 degrees C.

The system was heated with a band heater to high temperature. There was no
controller. A rheostat was set at an arbitrary position and the system comes
to a an arbitrary temperature.The average power input was 90 watts.

After several hours the hydrated system was evacuated overnight at a
constant high temperature at 530C. The next day H2 gas was again added at
100psi and the temperature rose by 40C to 570C and came back down to 530C
after two hours. At the end of the day the dewar was again evacuated while
still at 530C overnight.

The third day repeated the same procedure. H2 gas was added at 100psi and
the temperature rose by 44C to 574C. However, this time it did not come back
to the initial temperature. It remained at the elevated temperature
overnight.

On the fourth day H2 gas was again added at 100psi and the system rose by
50C to 580C and again stayed at the elevated temperature indefinitely.

A rough calibration suggests that the 30 grams of hydrated nanopowder is
putting out 5 watts of excess power.

Yesterday Peter Gluck suggested that the relationship between loading and
excess power may be a myth. This seemed to be true for electrolysis with Pd
and heavy water where loading levels exceeding 0.9 D/M were a prerequisite
for observing excess power.

My loading level with this nanopowder sample as less than 0.1 H/M.

This 5 watt excess is very much less than Rossi, but it is a real and
repeatable experiment There was no radiation above the background level.

[IT] Fusione Fredda (Risorse Enhanced Wiki sulla Fusione Fredda – report scientific, download documenti, ppt, video and molte altre risorse)

[EN] Cold Fusion (Enhanced Wiki Resources on Cold Fusion – scientific reports, download documents, ppt, video and more)

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