16:22 – 08/05/10 – Appello-Petizione Nazionale contro le Classi Sovraffollate.

Cari insegnanti (precari e di ruolo),

il giorno 27 aprile 2010 sul sito http://www.politeia.emr.it/petizione_contro_classi_affollate è iniziata la raccolta della firme contro l’aumento degli alunni per classe.

Mi raccomando firmate tutti (on line) e soprattutto fate firmare a tutti quelli che conoscete (insegnanti, genitori, alunni, e ogni libero cittadino) facendo circolare l’indirizzo di questo sito. Non dimentichiamoci che quasi la metà dei posti da tagliare nei prossimi 2 anni sono dovuti ai nuovi criteri per la formazione delle classi della 133.

Si è pensato di fare una raccolta di firme elettroniche per poter coordinare meglio questa petizione a livello nazionale ed anche per aver a portata di vista di tutti, politici e non, il nostro problema, il problema della scuola.

Si può anche scaricare dal sito il modulo per la raccolta delle firme in modo tradizionale laddove impossibile o difficile arrivarci per via telematica oppure perchè più semplice o più comodo.

Alla fine anche le firme ottenute per via tradizionale (modulo scaricato) sarano allegate a quelle stampate. Prima però consegnate la petizione con delle firme al D.S. della vostra scuola, e chiedete che l’oggetto della petizione (Diritti e obblighi nell’individuazione dei criteri per la formazione delle classi), sia messo come ordine del giorno da approvare al prossimo collegio docenti.

Sono sicuro che l’unico modo per far valere i propri diritti è quello di denunciare l’illegalità (evidenti contraddizioni tra le direttive del Ministero e la normativa esistente in materia di sicurezza e agibilità dei locali scolastici) e non subire passivamente le ingiustizie.

Pretendiamo dopo anni di onorato servizio sottopagato o precario, maggiore dignità di trattamento, mentre per quanto riguarda i nostri diritti (continuamente disattesi per i precari), maggiore rispetto anzi ASSOLUTO rispetto

Ioannis Lioumis

PS: La petizione sarà spedita alla corte costituzionale, e alla VIIª commissione cultura della Camera e commissione cultura del Senato.
Sempre su http://www.politeia.emr.it potete lasciare un commento, una denuncia oppure descrivere una vostra esperienza.

00:11 – 19/10/09 – Scuola, l’allarme di Guariniello…

Galletto Attento
Galletto Attento

La classe è come un pollaio? Verificalo con la scheda sulla sicurezza scolastica!

Torino – Il fascicolo, una indagine conoscitiva, porta il numero 4.291. Una cartellina verde, che si sta riempiendo di carte, relazioni, statistiche. Arrivano i primi dati e non sono per niente tranquillizzanti. «Solo 99 scuole su 1.758 hanno già il certificato di prevenzione incendio».

Altre 479 lo hanno chiesto. In tutte si fanno i conti con i tagli di bilancio e i problemi portati dal sovraffollamento delle aule e dalla necessità di adeguare sistemi e dispositivi di sicurezza al numero di studenti, insegnanti e operatori. L´ultima inchiesta in ordine di tempo aperta dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello, appena chiusa formalmente quella sul crollo al Darwin e sulla morte dello studente Vito Scafidi, riguarda ancora le scuole di Torino e provincia. Sotto la lente, dopo i controlli statitici seguiti alla tragedia di undici mesi fa, sono ora i dispositivi e le misure antincendio di materne, elementari, medie e superiori.

L´impressione dichiarata è che lo «stato di salute, anche dalla nuova prospettiva, «non sia buono». Ma per misurare quanto è alta la temperatura, per capire se e quali mali ci siano da affrontare e curare, serviranno mesi. Un lavoro improbo, che è già partito. All´avvio dell´anno scolastico Guariniello ha affidato ai vigili del fuoco del comando provinciale l´incarico di pianificare e avviare sopralluoghi e accertamenti a tappeto.

Il sostituto procuratore ha delineato, in attesa dei rapporti dai singoli plessi, un quadro che non sembra per niente rassicurante. I dirigenti scolastici, è l´impressione che ha raccolto, faticano a navigare nei problemi gestionali posti dall´applicazione della legislazione contro il rischio incendi. E la scure del taglio dei fondi calata sul sistema scuola certo non aiuta.

E se è vero che i termini per ottenere la certificazione antincendio sono stati prorogati a fine anno, dalla Finanziaria, la dichiarata certezza è che in molti istituti mancheranno i tempi e i fondi per dare concretezza a tutti gli adempimenti richiesti. Si potrebbe prospettare il rischio di interventi drastici, come l´assessore provinciale all´Istruzione Umberto D´Ottavio ha prospettato giusto un mese fa: «La magistratura – ha ipotizzato, proprio in relazione alle problematiche connesse all´aumento della popolazione scolastica in rapporto agli spazi disponibili e alle condizioni effettive di sicurezza – potrebbe chiudere molte scuole».

L´inchiesta che adesso fa paura è stata messa in moto, come spiega lo stesso Guariniello, dalla denuncia di inizio settembre presentata dal Codacons contro il ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini e contro i direttori degli Uffici scolastici regionali.

I paladini dei consumatori hanno posto il problema del sovraffollamento delle classi in relazione alla quella che considera una delle norme più disattese degli ultimi anni.«Il decreto ministeriale del 1992 – spiegazione data dai vertici dell´associazione in sede di presentazione della denuncia, notificata a 104 procure – «prevede un affollamento massimo per classe di 26 persone per aula, insegnanti compresi, e un´aula di 36 metri quadri può ospitare al massimo 18 ragazzi».

E poi ci sono tutti gli adempimenti legati alla presenza di vie di fuga, alle porte di dimensioni idonee, alla resistenza al fuoco di ascensori e montacarichi, ai materiali utilizzati in laboratori e spazi comuni. Fantascienza, si teme, rispetto alla realtà. «Nelle classi in cui si inseriranno più di 25 alunni per sopperire alla mancanza di docenti “tagliati” dalla Gelmini – sempre affermazioni del Codacons, oggetto delle verifiche affidate ai vigili del fuoco – si commette un grave reato: si mette a repentaglio la sicurezza dei ragazzi».

Fonte: Scuola, l´allarme di Guariniello | La Repubblica – Torino

08:00 – 17/10/09 – Cambiano gli Indirizzi Scolastici: si torna al passato…

La scure della “riforma Gelmini” intende tagliare 131.900 teste nel prossimo triennio, tra bidelli, docenti e personale di segreteria, secondo il programma fissato dal Ministero dell’Economia a giugno dello scorso anno (DL 112/08). Già allora, quando non c’era alcun segnale di crisi economica, si era deciso di destinare “la torta” di 8 miliardi di euro sottratti alla scuola ad altri scopi: offrire un’Alitalia senza debiti ai soci CAI, comprare nuovi cacciabombardieri, o per finanziare un ambizioso ponte che non vedrà mai la luce. Scuole elementari, “medie” e superiori sono state chiamate ad offrire il proprio terzo di “torta”,suddivisa in parti pressoché uguali. È chiaro che il governo intende raggiungere l’obiettivo di fare cassa a spese dell’istruzione pubblica lontano dai riflettori, o fingendo di perseguire altro. A questo scopo, in particolare la “Riforma delle superiori”, prevede una realizzazione in tre tempi: un oggi, un domani (in vigore dal settembre 2009) e un dopodomani (dal 2010).

Proviamo ad analizzare i tre tempi.

1. OGGI. Si approva e si rende operativo con effetti immediati la parte di manovra che si vuole pubblicamente visibile: una operazione di facciata che si può definire “per una scuola seria”, ottima dal punto propagandistico perché, posta in questi termini, non può che essere unanimemente condivisibile, malgrado sia a costo zero. Si afferma con grande enfasi che si vuole premiare il merito, anche se dietro la facciata non c’è assolutamente nulla, perché non si vede quali leggi e quali articoli ne parlano, ossia come, dove e il merito di chi. Un obiettivo tanto più paradossale se si pensa che tanto più alte sono le invocazioni al merito quanto minori sono i meriti di chi invoca…

Si afferma ancora che si intende promuovere una scuola più severa e in questo caso si dà sostanza all’affermazione approvando, ad esempio, le nuove norme sull’ammissione all’Esame di Stato del prossimo 25 giugno. Ad inizio anno vigevano le norme stabilite dal precedente ministro (DM 42 del 22/5/2007), poi, il 13 marzo, il Consiglio dei ministri stabilisce che, per l’ammissione, è necessario almeno il 6 in condotta ed in tutte le materie, in ultimo, l’8 aprile, il ministro ci ripensa ed emette la circolare n.40: è ammesso all’esame di Stato chi ottiene la media del 6!

L’ansia di apparire efficienti e inflessibili, cambiando continuamente le norme ad anno scolastico in corso, aumenta forse la popolarità dei “giustizieri”, ma genera grande confusione non solo tra studenti e docenti, ma anche tra gli stessi dirigenti, costretti a recepire circolari ogni giorno diverse.

La tanto propagandata campagna per la bocciatura con il 5 in condotta è, da questo punto di vista, ancora più “esemplare”. Viene sbandierata con grande clamore, viene approvata con la legge 169 del 30/10/2008 e se ne specificano i contenuti con il DM 5 del 16/1/2009. Qui si spiega che il 5 in condotta “deve scaturire […] esclusivamente in presenza di comportamenti di particolare gravità […] che comportino l’allontanamento temporaneo dello studente dalla scuola per periodi superiori a 15 giorni”. Lo schema di regolamento approvato il 13/03/2009, però, stabilisce che il 5 in condotta si applica anche nei casi di mancanze ai seguenti doveri: “…frequentare regolarmente i corsi e assolvere assiduamente agli impegni di studio …avere nei confronti del personale tutto della scuola e dei compagni lo stesso rispetto, anche formale, che si chiede per se stessi …utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e non arrecare danni al patrimonio della scuola…” insomma la casistica diventa vastissima e, di pari passo, diventa enorme il potere discrezionale dei docenti. Non a caso la norma ha trovato buoni difensori all’interno delle scuole, tra quei docenti che hanno visto negli ultimi anni venir meno la propria autorevolezza. Molti sembrano trascurare che l’inasprimento degli strumenti repressivi non è di per sé garanzia nell’ottenimento di una maggiore “disciplina”. Una norma cambiata ad anno in corso, inoltre, offrirà il fianco ai ricorsi dei genitori che riterranno i propri figli ingiustamente danneggiati, con ottime possibilità di successo, se potranno permettersi le spese legali.

A questo si aggiunga pure che modelli scolastici come quello anglosassone, che da anni si distingue per una maggiore severità, non sembra ottenere migliori successi in fatto di rispetto delle regole e delle persone da parte degli studenti. I “nostri ragazzi” saranno forse meno bravi dei loro coetanei d’oltralpe nel mettere crocette su un questionario prestampato, ma mai ad oggi sono entrati in una scuola con un fucile, sono significativamente meno inclini al suicidio e raramente aggrediscono i loro docenti con pugni o armi. Se realmente si vuole un maggior rispetto, inoltre, meglio farebbero i docenti a pretenderlo dai mezzi di informazione e dagli stessi ministri, perché le dicerie sui professori ignoranti e scansafatiche sono state negli ultimi anni artatamente calato dall’alto, erodendone “il prestigio”.

Sull’oggi vale la pena di aggiungere che molte scuole sono in forte “sofferenza economica” perché costrette ad anticipare le somme per il pagamento dell’ordinaria amministrazione, delle visite fiscali rese obbligatorie anche per un solo giorno d’assenza e delle supplenze. Questi Istituti vedono crescere a dismisura il credito vantato nei confronti di uno Stato che da mesi non eroga quanto dovuto e hanno dovuto rinunciare a corsi di recupero per studenti in difficoltà, risparmiare sulla carta igienica e lasciare “scoperte” le classi con docenti in malattia.

2. DOMANI. Se ne parla poco o niente, ma le bozze di regolamento divenute legge il 27 febbraio contengono un taglio del personale scolastico delle “superiori” nell’ordine delle diverse migliaia già a partire dal settembre 2009. Si tratta di quel terzo di “non docenti” (personale ATA) che “salterà” già dal prossimo anno (circa un terzo di 15.167) al quale si aggiungono più di 11.000 docenti. Questi saranno tagliati principalmente per effetto di due misure: la riconduzione delle cattedre a 18 ore e l’innalzamento del rapporto alunni/classe. La prima delle due misure equivale a far sì che nessun docente abbia “ore a disposizione”, secondo alcuni utilizzate sino ad oggi per fare shopping o per far pascolare il chihuahua. In realtà queste ore, molto rare e presenti solo in alcune discipline, vengono utilizzate, ad esempio, per coprire le “assenze brevi”, per l’alternativa all’insegnamento della religione o per progetti di recupero e potenziamento. Eliminare queste ore cancellerà uno spazio di flessibilità rivelatosi prezioso per rimodellare l’offerta formativa sulla base di mutevoli esigenze.

L’aumento del rapporto alunni/classe, poi, promette di avere effetti ancora più gravi per il futuro delle scuole superiori. Le “norme per la riorganizzazione della rete scolastica”, in vigore dal 27/2/2009, prevedono infatti un numero minimo per la costituzione delle classi prime pari a 27 alunni e un massimo di 30, con una possibile oscillazione del 10%. Ciò equivale a dire che dal prossimo anno dovranno esserci dai 25 ai 33 alunni per classe, con conseguenze immaginabili sulla didattica, perché chiunque abbia provato ad insegnare sa che non è possibile svolgere una lezione decente in una classe affollata. Mai come in questo caso si rilevano i danni enormi che, per i ragazzi e la loro formazione, può produrre una “riforma” pensata e scritta da persone che mai si sono avvicinate ad una cattedra.

A questo si aggiunga che un’aula gremita è un’aula potenzialmente pericolosa. Il Ministero lo sa, per cui ha promesso di emanare un elenco delle scuole che, per carenze strutturali, potranno conservare i parametri preesistenti. Questo elenco, però, tarda ad arrivare, perché nessuna o quasi delle nostre scuole può garantire la sicurezza con classi di 27 o 33 alunni. Non a caso negli anni una serie di norme hanno cercato di fissare criteri che non dovrebbero essere ignorati, per affrontare possibili incendi e calamità naturali. In particolare il punto 5 del decreto 26/8/1992 del Ministero dell’Interno: “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, pone un limite massimo di 26 persone (25 alunni) per classe. Il D.M. 18/12/1975 indica inoltre “gli spazi minimi vitali per garantire la funzionalità dei locali scolastici”, pari a 1,96mq per alunno. Non è un caso se molti moderni edifici scolastici hanno aule di 52mq, perché contengano non oltre le 26 persone. Le leggi richiamate sono ancora vigenti e ad esse si aggiunge oggi il DLGS 81 del 2008″ DLgs 81/08 (TU della sicurezza sul lavoro) che definisce la scuola “luogo privilegiato per promuovere la cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. In questo luogo “privilegiato” si vogliono inscatolare un numero tale di alunni che già il minimo (27) è superiore al massimo consentito dalle norme anti-incendio. È prevedibile che, qualora domani si verificasse una disgrazia in un’aula sovraffollata, i nostri ministri, dimentichi del calcolo criminale fatto oggi, incolperanno l’onnipresente fatalità o quei presidi ai quali si chiede oggi di mettere da parte ogni residuo di dignità e di essere fedeli esecutori di ordini: affollando aule, sperimentando riforme a scatola chiusa o denunciando clandestini!

3. DOPODOMANI. Le classi prime che si costituiranno nel settembre 2010 dovranno fare i conti con la “revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei Licei” e “degli Istituti tecnici”. Essi hanno in comune il notevole taglio al monte ore settimanale e costituiscono la parte “strutturale della riforma”, quella si propone di modificare scopi e contenuti didattici dei nostri Istituti superiori. Si disegnano due canali ben distinti e separati, con 6 indirizzi liceali sempre meno professionalizzanti (pensati per chi dovrà iscriversi all’università) e 11 istituti tecnici più poveri di contenuti culturali e sempre più legati al mondo delle aziende (che farà il suo ingresso “paritetico” negli organismi decisionali). Si cancellano tutte le sperimentazioni e tutti quegli indirizzi, come il liceo scientifico-tecnologico, che potevano costituire “un ponte” tra i due canali.

Di pari passo si intende far viaggiare la regionalizzazione dell’Istruzione e Formazione professionale e in tal senso appare indicativo il protocollo d’intesa firmato da Gelmini e Formigoni il 16 marzo 2009.

Si discute in Parlamento poi la “Proposta di legge Aprea” n. 953, che intende trasformare le nostre scuole in fondazioni (Art.2) con partner pubblici e privati. Queste saranno strutturate secondo un rigido modello piramidale (Art.3) con il dirigente al vertice e, più in basso, il suo vice, il “Consiglio di amministrazione” che sostituisce quello di Istituto (Art.5 e 6) e il Collegio dei docenti. Tra questi verrà stabilita una gerarchia (art.17) con docenti “esperti” (quei baroni che, lungi dall’essere cancellati dalle università, vengono proposti anche alle superiori), docenti “ordinari” e, buoni ultimi, quelli “iniziali”, sottopagati e continuamente ricattabili, perché soggetti a controlli periodici, come la caldaia.

Tutti gli importanti e articolati programmi per il “dopodomani” meriterebbero però uno specifico approfondimento, perché non si limitano a perseguire l’obiettivo del risparmio di cassa, ma intendono evidentemente modificare volto e sostanza delle nostre scuole superiori. È quantomeno anomalo che tali svolte “epocali” vangano concepite in segreto e maturino in assenza di un dialogo con le parti direttamente coinvolte, quelli che in classe entrano ogni giorno: gli studenti e i loro docenti.

Studenti, genitori e lavoratori della scuola, il governo e le finte opposizioni ci costringono oggi ad una scelta: difendere il futuro della scuola statale o stare alla finestra in attesa che la smantellino!

Fonte: tagicon

18:26 – 06/10/09 – Come Difendersi dai Soprusi dell'Amministrazione Scolastica?

Difendersi dallamministrazione scolastica
Difendersi dall'amministrazione scolastica

Piccolo Manuale di autodifesa dai soprusi dell'amministrazione scolastica.

Galletto Attento
Galletto Attento
La classe è come un pollaio? Verificalo con la scheda sulla sicurezza scolastica!