di Adele Dentice
La messa in sicurezza delle scuole è spesso assente nei dibattiti politici o televisivi se non in occasione di qualche tragico avvenimento come l'episodio di San Giuliano di Puglia; quando i riflettori e l'attenzione pubblica si spengono il problema continua ad essere sottovalutato e si continua a sostenere la politica dello scarica barile permessa dal caos normativo che caratterizza questa materia.
Per sciogliere questa ingarbugliata matassa bisogna partire dal recente testo Unico Sulla Sicurezza dlgs 81/08 che contraddice ciò che viene stabilito dalla l.626 (art.5) che, supportata dai D.M. 18 dicembre 1975, del 26 agosto del 1992 e la legge n.23/1996 e dall’art. 12 della legge n. 820 del 1971, determina il numero massimo di alunni che possono essere affidati a un solo insegnante e che non può essere superiore a 25: appare chiaro quindi che l'aumento del numero massimo porta ad una situazione di palese illegalità. La evidente condizione “contra legem” determinata dall’alto numero di studenti in spazi limitati, viene ulteriormente aggravata dalla presenza di alunni con disabilità, e dalla carenza di personale Ata, senza contare che soprattutto in mancanza di copertura nelle classi con supplenti, in caso di assenza dei titolari, la scuola non può garantire adeguatamente la sorveglianza dei minori. È più che evidente che, riducendo drasticamente le aree di transito, soprattutto nelle fasi di deflusso dalle aule in caso di emergenza, il livello di rischio aumenta notevolmente anche perché il processo di evacuazione si accompagna ad una condizione emotiva di forte agitazione e nervosismo.
In caso di malaugurato incidente la posizione del Dirigente scolastico, responsabile della sicurezza, viene alleggerita dal TU 81/08 che da la possibilità di andare in deroga al parametro di 26 persone in aula con una dichiarazione scritta( un' eventuale diffida può essere fatta solo entro luglio,per chi non è dell'ambiente è il mese in cui si decide dell' organico di fatto secondo una sentenza del TAR Veneto ad un ricorso dello SNALS).
Il Dirigente rimane però responsabile della razionalizzazione della spesa (comma 5 dell'art. 64 della legge 133) e del rispetto dei parametri relativi alla formazione delle classi conseguenti ai tagli (comma 6 dell'art.4 dello Schema di Regolamento), per cui nella logica della contrazione della spesa pubblica è legittimato a riempire come un uovo le classi, producendo un' efficace lavoro di vigilanza se poi qualcuno si fa “male”, la dichiarazione scritta lo tutela da ogni responsabilità civile e penale, oltre che di coscienza!
Merita attenzione anche come le aule stipate di persone possano avere una ricaduta negativa sulla salute dei bambini e dei giovani infatti il sovraffollamento delle classi abbassa la qualità dell’aria, scadente per carenza di ossigeno, a cui si somma la presenza di sostanze tossiche come la formaldeide presente nelle vernici e nelle suppellettili che spesso superano la soglia di sicurezza. L'inquinamento indoor, che non va confuso con l'aria viziata, è un misto di tossine che compromettono la salute dei giovani, i quali vivono molte ore in questi ambienti malsani. Le aule sovraffollate, quindi, oltre ad essere inigieniche ed insicure, causano negli alunni/utenti anche uno scarso rendimento scolastico e il quadro normativo è in merito molto generico e superficiale.
È prioritario in materia di sicurezza l'aspetto relativo alle strutture fatiscenti e pericolose che accolgono i nostri ragazzi, i dati ufficiali parlano di oltre 45.000 istituti scolastici a rischio di chiusura se si volessero applicare alla lettera tutte le normative sulla sicurezza. Il governo aveva garantito uno stanziamento di 300 milioni di euro per il 2008 con 100 milioni in più per il 2009 oltre un 5% del Fondo per le infrastrutture strategiche e 20 milioni di euro annui accantonati dai risparmi delle spese della politica. Una bella cifra se fosse vero, in realtà per il 2009 sono stati stanziati 77mln di euro per la messa in sicurezza degli edifici con un taglio di 23mln di euro rispetto alle previsioni, una misura ingiustificata se non fosse che la salute e la sicurezza sono considerati come un mero costo aggiuntivo che la legge impone.
All'ormai consueta riduzione dei finanziamenti, in particolare se si tratta di scuola, si accompagna una farraginosa burocrazia che parte dallo Stato e passando attraverso le Regioni fino alle province e ai Comuni (che hanno subito tagli considerevoli con le ultime leggi Finanziarie) arriva alle singole istituzioni scolastiche.
Gli obblighi maggiori sono dei comuni e delle province che in quanto proprietari degli istituti hanno il compito del monitoraggio, di accedere ai finanziamenti e di procedere con le gare di appalto per eseguire gli interventi di messa in sicurezza, lasciando alle scuole il compito di vigilanza. In caso di finanziamenti insufficienti sono le Amministrazioni che dovrebbero procedere alla denuncia per cui risulta evidente quindi che l'inadempienza e il rimbalzo delle responsabilità rende legittimo il sospetto di una volontà tesa a sostenere gli istituti dati in convenzione a strutture private e cooperative si attua così la politica dello scarica barile per privilegiare le strutture private.