22:12 – 03/11/10 – Trattenuta ex-ENAM: Rubi il Balzello? E Io Firmo l'Appello…

La FLC CGIL lancia un appello per cancellare la doppia trattenuta dallo stipendio dei lavoratori a favore dell'INPDAP.

Con la circolare che alleghiamo, rivolta ai dirigenti delle proprie strutture regionali e provinciali e ai dirigenti ex ENAM, l'INPDAP fornisce prime istruzioni operative per il subentro dell'ente previdenziale nell'erogazione delle prestazioni.

La circolare fa seguito ad una nota del Ministero del Lavoro del 6 agosto, con la quale vengono trasmesse all'INPDAP le “prime linee attuative in materia di soppressione e incorporazione dell'ENAM precisando che l'INPDAP è legittimato a provvedere, dal 31 luglio 2010, alla gestione dei fatti amministrativi dell'ENAM ed alla gestione dei rapporti pendenti attivi e passivi, inclusi quelli con gli istituti tesorieri e cassieri”.

Con la circolare dell'INPDAP, apprendiamo anche alcune cose “curiose”, tra le quali che è stato nominato un commissario ad acta nella persona del presidente del disciolto Consiglio di Amministrazione dell'ENAM, dott. Di Francia; che nella gestione di questa fase transitoria le direzioni provinciali dell'INPDAP potranno avvalersi della collaborazione di presidenti e segretari di comitati provinciali, purché questo avvenga esclusivamente su base volontaria, e che archivi e beni mobili possono restare nei locali in cui si trovano attualmente se questo avviene in condizioni di gratuità.

In attesa del decreto interministeriale, viene comunque ravvisata “l'esigenza di mantenere per l'immediato futuro, i criteri e le modalità di erogazione delle prestazioni”.

Le attività dell'ex ENAM che l'INPDAP intende mantenere nell'immediato, vanno in due direzioni:

  1. Attività relative all'assistenza sanitaria e formativa (assegni di frequenza, contributi formativi e assegni di solidarietà). L'ambito principale di queste attività riguardava il campo dell'assistenza sanitaria per la quale era previsto un contributo fino a 3.000 €. Le istanze di contributi per spese sanitarie non definite dai comitati provinciali ex ENAM, saranno istruite dalle sedi provinciali dell'INPDAP. Le nuove istanze di prestazioni sanitarie andranno rivolte direttamente all'INPDAP. Per le richieste superiori ai 3.000 €, resta ferma la modalità di richiesta precedente che, per il momento, dovrà continuare ad essere indirizzata alla sede centrale dell'ENAM.
  2. prestazioni relative all'assistenza climatico termale, agli anziani non autosufficienti, assistenza scolastica e culturale, previdenziale e sanitaria. Sono le attività istituzionali di competenza degli uffici centrali ex ENAM che hanno una evidente attinenza con molte di quelle gestiste dalla Direzione Centrale Welfare e Strutture Sociali dell'INPDAP; motivo per il quale, quest'ultima struttura ha il compito di subentrare nella gestione di dette funzioni. Analogamente, per quanto riguarda la gestione della cassa mutua di piccolo prestito, le funzioni verranno assunte dalla Direzione Centrale Credito, Investimenti e Patrimoni, che viene individuata come la naturale “erede” di queste attività svolte dall'ex ENAM.

La FLC CGIL, che si è opposta alla decisione unilaterale del Governo di sopprimere l'ENAM, ritiene giusto che le aspettative di coloro che avevano precedentemente prodotto domande di assistenza vengano soddisfatte ma nel contempo ribadisce che la doppia trattenuta a favore dell'INPDAP, nella busta di lavoratrici e lavoratori della scuola primaria e dell'infanzia, sia a questo punto ingiustificata e quindi da sopprimere.

Per questo invitiamo i lavoratori a sottoscrivere l'appello – che alleghiamo – per la cancellazione della trattenuta ex ENAM.

Scarica l'appello e la circolare:

Fonte: FLC-CGIL.

00:39 – 23/07/10 – ENAM Soppresso, ma il Balzello sulla Paga rimane lo Stesso…

Zecche di Stato
Zecche di Stato

Roma, 23 lug. (Apcom) – Con la soppressione dell'Enam, prevista dal maxiemendamento alla manovra finanziaria approvato a metà luglio dal Senato ed ora all'esame della Camera, i docenti di scuola elementare chiedono di abolire anche la trattenuta (in media oltre 200 euro annui a 'maestro') a loro carico per il suo sovvenzionamento: a farsi portavoce della richiesta è il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, secondo cui “contestualmente alla soppressione dell'Ente nazionale assistenza magistrale va eliminato anche questo iniquo balzello”.

L'emendamento, contenuto nell'articolo 7 (comma 3-bis), sancisce che 'l'Ente nazionale di assistenza magistrale (Enam), istituito in base al Dlpcs 21 ottobre 1947, n. 1346, come modificato dalla legge 7 marzo 1957, n. 93, è soppresso: le relative funzioni sono attribuite all'Inpdap che succede in tutti i rapporti attivi e passivi'.

Ciò significa che tutte competenze dell'ente soppresso verranno trasferite all'Inpdap. Compresa la 'tassa' mensile dello 0,80% dello stipendio.

Da 15 anni – sostiene il coordinatore della Gilda – il nostro sindacato si batte per l'abolizione di questa trattenuta obbligatoria che risale a un decreto del lontano 1947 e che, quando è avvenuto il passaggio al sistema privatistico, non è stata richiamata dal contratto di lavoro. Inoltre va sottolineato – aggiunge Di Meglio – che le forme di assistenza offerte dall'Enam non si sono mai adeguate alla mutata realtà storica e sociale del Paese e, quindi, non garantiscono alcun vantaggio sostanziale agli insegnanti.

Fonte: APCOM.

Per firmare contro il balzello ex-ENAM:
22:12 – 03/11/10 – Trattenuta ex-ENAM: Rubi il Balzello? E Io Firmo l’Appello…

18:10 – 16/01/10 – Aumenti ai prof. di religione: la sorpresa di Tremonti..

Nella busta paga del mese di maggio troveranno circa 220 euro in più.

SCATTI stipendiali per gli insegnanti, ma solo per quelli di religione. Lo ha stabilito il ministero dell’Economia lo scorso 28 dicembre. Mentre i sindacati della scuola sono alle prese con un complicato rinnovo del contratto in favore di tutti i docenti e gli Ata amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola, alla chetichella quelli di religione nella busta paga del mese di maggio troveranno una gradita sorpresa: il “recupero” degli scatti del 2,5 per cento per ogni biennio, a partire dal 2003 sulla quota di retribuzione esclusa in questi anni dal computo. Supplenti compresi.A spiegare la portata del provvedimento, che porterà nelle tasche degli interessati un bel gruzzoletto, è lo Snadir il sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione.

“Gli aumenti biennali per gli insegnanti di religione, che in precedenza venivano calcolati nella misura del 2,5 per cento del solo stipendio base, dovranno ormai ammontare al 2,5 per cento dello stipendio base comprensivo della Indennità integrativa speciale”. Una cosetta di non poco conto visto che l’Indennità integrativa speciale rappresenta circa un quarto dell’intera retribuzione dell’insegnante e che gli anni da recuperare sono tanti, quasi quattro bienni.

Quanto basta, e avanza, per riaccendere la polemica sui privilegi assegnati dallo Stato in questi ultimi anni ai docenti di religione cattolica: accesso alla cattedra su segnalazione dell’ordinario diocesano, assunzione sulla base di un successivo concorso riservato, passaggio ad altra cattedra in caso di perdita del requisito per insegnare la religione l’attestato dell’ordinario diocesano e scatti biennali anche per i precari. “Mentre il ministro Tremonti a dicembre ricorda alla Curia che presto saranno liquidati gli scatti biennali di anzianità al personale docente di eligione con incarico annuale o di ruolo, che non ha mai richiesto tale indennità sotto forma di assegno ad personam, permane, purtroppo, il silenzio verso tutto il restante personale precario”, dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief l’Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione.

La questione è di particolare attualità perché una sentenza della Corte di giustizia europea del 2007 ha riconosciuto, secondo il principio di non discriminazione, il diritto agli scatti di anzianità anche a favore dei precari. E da allora sono diverse le associazioni di insegnanti italiane e sindacati che hanno intrapreso la via giudiziaria per farsi riconoscere questo diritto. Ma, ancora, non si sono visti i risultati.E mentre migliaia di precari di lungo corso sono in attesa di un riconoscimento economico.

Folgorato sulla via di Damasco, il ministero dell’Economia, scrive: “A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all’oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS Indennità integrativa speciale, ndr a decorrere dal 1 gennaio 2003”.

Il diritto agli scatti biennali in favore degli insegnanti di religione è stabilito da una legge del 1980, che poteva anche avere un senso: siccome i docenti di religione erano precari a vita, non era prevista cioè la loro stabilizzazione, era necessario stabilire un meccanismo per aggiornare loro lo stipendio. Ma poi nel 2005 arrivò il concorso e l’immissione in ruolo.

E mentre per i precari della scuola non è previsto nessun aumento di stipendio in relazione all’anzianità di servizio, quelli di religione conservano questo trattamento: incremento del 2,5 per cento ogni due anni. Secondo alcuni calcoli effettuati dai sindacati il caveau potrebbe valere 220 euro in più in busta paga, arretrati esclusi. Niente male per quasi 12 mila insegnanti di religione a tempo determinato attualmente in forza alle scuole italiane. Per il rinnovo del contratto degli insegnanti, invece, i sindacati hanno chiesto un aumento di 200 euro mensili da erogarsi in tre anni, ma il ministro della Pubblica amministrazione è disposto a concederne appena 20. E non solo. Vorrebbe agganciare gli aumenti di stipendio dei docenti al merito.

Fonte: La Repubblica.

00:26 – 21/08/09 – Riforme all’amatriciana…

Efficienza...parlamentare!
Efficienza...parlamentare!
L’articolo 21 della legge n. 69 del 18 giugno 2009 prevede che ogni scuola inserisca nel proprio sito il curriculum e lo stipendio dei preside, oltre che le assenze del personale docente e non docente. Perfetto. Entro il 31 luglio 2009. Girando di qua e di là in nessun sito scolastico sono riportati i dati richiesti.

Hanno spiegato a Brunetta come funziona un sito web? Lo sa che un sito ha bisogno di un server dove essere ospitato e che un sito non si aggiorna da solo? Lo sa che tutte queste cose costano tempo, se il sito è curato da personale della scuola, o denaro se si appalta la gestione? Per ultimo il ministro sa che le scuole non sono obbligate ad avere un sito internet ?

Ecco la riforma all’italiana: obbligare a pubblicare dati su un supporto non obbligatorio.

Fonte: bianco nero o grigio: Riforme all’amatriciana.