18:33 – 26/11/09 – Meno libri per tutti, tagliati 103 milioni per i più poveri…

Questa volta i tagli previsti dall’ultima Finanziaria non passeranno inosservati perché mettono in crisi una misura che è un pilastro della scuola pubblica dal 1967 e che serve a garantire il diritto allo studio a tutti i ragazzi. La notizia sembra imbarazzare anche il governo: sono stati soppressi i fondi che servivano a fornire libri di testo gratis agli alunni meno abbienti nella scuola dell’obbligo.

Si tratta di 103 milioni di euro che, fino a oggi, venivano indirizzati agli enti locali per pagare i buoni libro.“Il governo – commenta il capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni – ha cancellato con la Finanziaria lo stanziamento di soldi che, come dimostra anche il servizio studi di Montecitorio, sono destinati alla fornitura gratuita dei libri di testo a chi non può permetterseli”.

Replica il ministero dell’Istruzione: “I finanziamenti per il 2010 sono già previsti. Saranno infatti assicurati dalle risorse che il governo sta predisponendo e che saranno anche in parte recuperate tramite il rientro dei capitali. É la nostra priorità”.

Se ne deduce che la possibilità, per gli studenti in difficoltà economiche, di accedere ai testi scolastici è appesa allo scudo fiscale: “Prima o poi – ragiona la Ghizzoni – si scoprirà che lo scudo non basterà per tutto. Ogni volta che tagliano, ci raccontano che possiamo stare tranquilli perché rientreranno i capitali dall’estero”. E soprattutto lo scudo è una misura una tantum che finanzierà l’accesso ai libri per un solo anno, mentre i 103 milioni ne avrebbero coperti tre.

Proprio questo lascia perplessa la Ghizzoni, cioè che l’impegno del governo si limiti, come conferma il portavoce del ministro Mariastella Gelmini, a garantire la gratuità dei testi solamente per il 2010: “E’ una beffa. A parte il fatto che non ci sono certezze, ma solo parole, se anche il ministero dell’Istruzione fosse sincero, sta promettendo solo una norma tampone. Quest’anno doveva essere rinnovato il prossimo triennio, come ha fatto tre anni fa il governo Prodi e come sempre avviene. Nel 2011 invece saremo scoperti. Anche il ministro Bondi, ieri in aula, ha ammesso che questo allarme è reale”.

E al ministero dell’Istruzione ammettono che ancora non sanno dove troveranno i fondi il prossimo anno. La preoccupazione emerge anche negli ambienti sindacali: “Questa nuova mossa del governo – dice il segretario generale della Cgil scuola, Mimmo Pantaleo – si inserisce in un’opera di demolizione della scuola pubblica”. E aggiunge: “Si va disperdendo il concetto di gratuità dell’istruzione e tutto ciò – sottolinea il sindacalista – finirà per gravare sulle famiglie, con conseguenze molto pesanti sui loro bilanci considerando la crisi economica che ancora attanaglia il paese”.

Attacca anche la Cisl: “Il mancato stanziamento dei 103 milioni di euro, destinati alla fornitura dei libri di testo per gli alunni meno abbienti, penalizza ingiustamente – dice il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima – coloro che hanno minori possibilità economiche. É inconcepibile che un paese civile e che si vanta di essere la sesta potenza economica del mondo ostacoli in questo modo l’esercizio del diritto allo studio”.

Né il ministero dell’Istruzione, né quello dell’Economia, sanno dire come verranno utilizzati i fondi sottratti alla scuola.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

20:07 – 15/11/09 – Libro di Testo Open Source? Sì, Grazie!

Autosufficienza contro tutte le crisi...
Autosufficienza contro tutte le crisi...

Intervista di Davide Suraci al Dirigente Scolastico dell'ITIS-LST “Majorana” di Brindisi, Prof. Salvatore Giuliano.

1) Quali sono state le motivazioni che vi hanno incoraggiato a seguire l'idea del libro open source?

Essenzialmente di natura didattica. Abbiamo voluto consegnare ai nostri alunni strumenti didattici, quali sono i fascicoli del book in progress che avessero il linguaggio della didattica. Più vicino agli alunni in modo tale da migliorarne gli apprendimenti.

2) Quali ostacoli di ordine burocratico-amministrativo avete dovuto affrontare per allestire un'editoria auto-prodotta?

Non abbiamo incontrato particolari ostacoli burocratici. Abbiamo applicato la normativa vigente in merito alle adozioni dei libri di testo. La Circolare Ministeriale 16/2009 prevede tale possibilità. Per il resto abbiamo seguito l'iter procedurale che normalmente si segue per le adozioni. Il Collegio dei Docenti ha deliberato di adottare per le prime classi il book in progress. Abbiamo registrato il nome e le opere prodotte alla SIAE. Successivamente abbiamo provveduto a dotarci di una stampante laser ad alta capacità di stampa e di una macchina per fascicolare. In questi giorni arriveranno nuove attrezzature che ci consentiranno di stampare e rilegare il book in progress con qualità tipografica e con bassi consumi energetici e bassissimo impatto ambientale. Con tecnica di stampa ad inchiostro solido a cera ridurremo i consumi energetici e l'impatto ambientale del 90% rispetto alla stampa con tecnologia laser.

3) Quanto è stata decisiva la collaborazione editoriale (totale o parziale?) degli insegnanti del suo Istituto-Liceo sotto l'aspetto dei contenuti?

Fondamentale!!! I docenti, organizzati per comitati scientifici hanno scritto i contenuti del book in progress per le seguenti discipline: italiano, storia, geografia, matematica, chimica, diritto ed economia per le prime classi dell'industriale e del liceo scientifico tecnologico.

4) I contenuti elaborati possono circolare liberamente in rete e, se sì, che tipo di licenza d'uso è prevista per essi?

Abbiamo già creato una rete che coinvolge scuole di ogni regione d'italia. Sul nostro sito, www.majoranabrindisi.it, esiste una piattaforma, alla quale, previa registrazione i docenti possono collaborare e confrontarsi al fine di migliorare quanto da noi fatto. I contenuti del book in progress diventano condivisi e ogni docente può, se lo ritiene, proporne l'adozione nella propria scuola. Non esistono diritti d'autore.

5) Le dispense da voi realizzate prevedono un rientro economico che permetta la continuazione del servizio?

Con il versamento del contributo di 25 euro da parte degli alunni e con fondi propri e con finanziamenti specifici continueremo la scrittura e la stampa del book in progress. Aziende che operano nel settore della stampa digitale e del dopo stampa ci hanno riservato una scontistica particolare. Non occorrono “camionate di euro” per realizzare e stampare il book in progress. Occorre buona volontà.

6) I vs testi open source vengono stampati dalla scuola oppure gli studenti provvedono in modo autonomo alla stampa?

Stampiamo tutto al nostro interno. Non possiamo trasferire alle famiglie il costo per la stampa del book in progress per diversi motivi: dotazioni si stampante non sempre presente in casa, costi di stampa elevati per le stampanti ad uso domestico, costi e difficoltà per rilegare i fascicoli.


7) Avete potuto fruire di finanziamenti europei al progetto oppure si è trattato di un'iniziativa basata esclusivamente sull'autosufficienza?

Nessun finanziamento specifico è stato erogato per il book in progress. Solo il contributo di 25 euro delle famiglie (copre circa la metà dei costi) ed il resto lo abbiamo finanziato con fondi propri della scuola.

8) Si può, secondo lei, sostituire (o no) completamente il tradizionale libro di testo e perché?

Il book in progress è un libro di testo. Nella nostra scuola abbiamo adottato il book in progress. Le motivazioni a nostro avviso sono diverse, oltre a quella descritta nella risposta alla prima domanda vi è una motivazione ancor più forte: valorizza il personale docente.

9) Nel caso di una sostituzione totale del libro di testo con l'innovativa editoria open-source, come dovrebbero essere organizzati/strutturati i contenuti dell'apprendere?

I contenuti del book in progress sono elaborati da docenti. Nel book in progress si trova l'esperienza pluriennale di chi per professione e per amore ha il compito di educare e trasmettere contenuti. A nostro avviso occorre avere gradualità nel trasmettere i contenuti. Molti alunni finiscono per abbandonare gli studi, proprio perché gli si chiede troppo e troppo presto.

10) Gli studenti hanno collaborato materialmente (come think-tank) all'elaborazione dei contenuti degli e-book? Se sì, potrebbe spiegare il perché e con quali vantaggi per la comunità scolastica?

Nel book in progress è previsto l'apporto degli alunni ed anche delle famiglie. Ad esempio, fanno parte del book in progress i migliori prodotti elaborati dagli alunni. Una cosa molto bella è il cosiddetto book delle curiosità. Un elenco delle domande effettuate quotidianamente dagli alunni e spiegate con rigore scientifico dai docenti. Qualche esempio: Come funziona l'airbag, perché le lenti da vista fotocromatiche cambiano colore?. Perché non si può fare un uovo sodo sul Monte Bianco?..ecc… Domande che, quotidianamente tutti gli alunni rivolgono ai docenti ed alle quale i docenti di ogni scuola d'Italia rispondono attratti dalla curiosità che traspare dai volti e dagli occhi dei “nostri ragazzi”, curiosità e passione che stanno alla base di ogni processo di apprendimento. Credo che il book in progress sia proprio questo: amore per l'insegnamento.

Bibliografia consigliata: