01:18 – 07/06/11 – La Formazione Italiana del Gruppo di Ricerca sull'E-Cat!

Formazione del gruppo di ricerca del dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna:

  • Ennio Bonetti – professore associato confermato di fisica della materia.
  • Enrico Campari – professore associato confermato di fisica sperimentale.
  • Loris Ferrari – professore associato confermato di fisica della materia.
  • Giuseppe Levi – ricercatore confermato di fisica fisica nucleare e subnucleare.
  • Mauro Villa – professore associato confermato di fisica sperimentale.

Questa è la composizione base del gruppo, che chiaramente si allargherà in seguito. (Fonte: 22passi.blogspot.com)

Articolo pubblicato da Loris Ferrari su SocialNews :

Fusione fredda: un'energia da matti!

(pubblicato su SocialNews di Maggio 2011 – link)

L'atteggiamento dello Scienziato non dovrebbe mai essere quello di negare a priori un Evento. Dovrebbe, piuttosto, essere quello di dichiarare, eventualmente, che non possiede, allo stato attuale, una spiegazione scientifica. La Scienza, insomma, è fatta meno per negare, che per affermare.

Dai giorni della malaugurata fusione fredda di Fleischmann e Pons (1989), la comunità scientifica si è divisa. Una minoranza (che per comodità chiameremo i Matti) insiste ad affermare che qualcosa accadeva, in quegli esperimenti, e che quel qualcosa, anche se molto inferiore a quanto proclamato inizialmente, valeva la pena studiare. Una larga maggioranza (i Sani) afferma, invece, la totale inconsistenza del fenomeno.

Nel ventennio successivo, i canali di informazione dei Matti hanno più volte riportato di anomale emissioni di energia, in condizioni diverse e difficilmente controllabili, con gradi diversi di attendibilità. Unico fattore comune a quasi tutte queste anomalie era il fatto che si verificavano in metalli idrogenati o deuterati: Palladio e Nichel, ad esempio. Questi metalli funzionano da spugne di Idrogeno (o Deuterio): lo catturano nella gabbia formata dai loro nuclei e ne assorbono l'unico elettrone fra quelli che formano i legami strutturali del metallo stesso (tecnicamente, elettroni di valenza).

Perché si parla di emissioni anomale? Perché la potenza prodotta in questi eventi appare molto più elevata di quanto ci si aspetta dalle reazioni chimiche. Reazioni nucleari, allora? No, perché semplici calcoli ed evidenze sperimentali su nuclei nudi (non facenti parte di una struttura solida) mostrano che tali reazioni nucleari sono talmente improbabili da non fornire alcun effetto pratico. Un bel dilemma, dunque. Sempre che non si pensi ad una gigantesca truffa trans-nazionale dei Matti, o ad una loro totale imperizia nell'effettuare le misure.

A favore dei Sani, giocava fino a ieri il fatto che queste emissioni erano spesso elusive, di difficile ripetibilità, molto intense, magari, ma sostanzialmente imprevedibili. Quindi, difficilmente catalogabili come Fatti.

I Fatti vanno distinti dagli Eventi: i primi sono ripetibili e controllabili, i secondi avvengono e basta. Da Galileo in poi, lo Scienziato si occupa dei primi ed esita a parlare dei secondi. Nel corso della storia, però, molti Eventi sono stati ricondotti alla categoria dei Fatti: i fulmini, le meteore, le comete, le eruzioni vulcaniche, i terremoti. Persino la manna biblica (pare). Proprio per questo, l'atteggiamento dello Scienziato non dovrebbe mai essere quello di negare a priori un Evento.

Dovrebbe, piuttosto, essere quello di dichiarare, eventualmente, che esso non possiede, allo stato attuale, una spiegazione scientifica. La Scienza, insomma, è fatta meno per negare che per affermare.

Tornando all'argomento specifico, la situazione, fino a pochi anni fa, era che le emissioni anomale di energia si presentavano come Eventi (un po' come le Madonnine che piangono lacrime di sangue), il che le esponeva al dubbio sulla loro autenticità (un Fatto è sicuramente reale, un Evento può essere simulato e manipolato) o, comunque, all'impossibilità pratica di accertare la concatenazione cause-effetti, che prevede, come condizione essenziale, la ripetibilità dell'esperimento.

Oggi, la situazione appare radicalmente mutata. Studi condotti da Sergio Focardi (Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna), prima in collaborazione con Francesco Piantelli (Università di Siena), poi proseguiti da solo, hanno reso possibile un'emissione di energia da Nichel idrogenato, moderata, ma tale da non potersi spiegare in semplici termini chimici. Di recente, poi, un'apparecchiatura inventata e brevettata da Andrea Rossi, sempre basata sul Nichel idrogenato, ha permesso di produrre una potenza termica molto maggiore, variabile da 25 a 40 Kwatt, a fronte di un'immissione di potenza elettrica nell'ordine di centinaia di watt.

Per intenderci: dalla potenza necessaria a tenere accese alcune lampadine ad incandescenza, si ottiene quella assorbita da 10 o 20 lavatrici. La durata delle emissioni supera certamente la decina di ore, né si è ancora rilevata traccia di esaurimento. L'effetto è riproducibile e controllabile.

In pratica, si è passati dall'Evento al Fatto, dal si dice al si misura. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna (Ennio Bonetti, Enrico Campari, Giuseppe Levi, Mauro Villa ed io), oltre a Sergio Focardi (in pensione come Professore Emerito) possono ora studiare l'apparecchiatura di Rossi in modo continuativo ed approfondito. Ci si offre, per la prima volta, una concreta possibilità di vederci chiaro.

Stabilito con precisione come avviene il fenomeno (ecco l'importanza della ripetibilità e della controllabilità), si confida che, prima o poi, emergerà anche il perché. Posto che lo si accerti, ciò che rende affascinante l'effetto è che non esistono, a tutt'oggi, spiegazioni convincenti: qual è il combustibile che produce l'eccesso di energia? In quanto tempo verrà consumato? C'entra davvero l'energia nucleare? Questa è la curiosità dello Scienziato, la prima e migliore molla possibile verso una ricerca seria. Poi c'è la possibilità di un enorme impatto economico-ambientale. Cosa chiedere di più? Per una volta, mi sembra davvero il caso di dare ascolto ai Matti.

Loris Ferrari

Professore Associato di Fisica della Materia

Università di Bologna Alma Mater Studiorum

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

Fonte: http://dibattiti.wordpress.com

20:11 – 02/02/11 – Fusione Fredda: Report del Dott. Giuseppe Levi (Alma Mater Studiorum).

Commenti del Dott. Giuseppe Levi (Università degli Studi di Bologna), che ha collaborato ai test del dispositivo di Rossi-Focardi. (Fonte: QueryOnLine.it – 02 Febbraio 2011)

I report di Levi, Bianchini e Villa sulle misure del 14 gennaio (e di un'altro test preliminare) sono disponibili qui sul blog Journal of Nuclear Physics.

Dato che sono stato direttamente chiamato in causa e che ho svolto, insieme al Dr. Bianchini e al Prof. Villa, quella prova (anzi 2 come riporto nel mio brevissimo e preliminare report), mi sento in dovere di intervenire.
Sono un ricercatore confermato dell'Università di Bologna. Da anni conosco il prof. Focardi, che è professore emerito, e con lui ho collaborato in una misura accurata della costante G. Da molti anni il prof. Focardi lavorava sui sistemi Ni-H. Sono sistemi molto diversi da quelli noti come Fusione Fredda. Nei sistemi Ni-H non vi è produzione di He tramite fusione di due nuclei di deuterio.
Da poco più di due anni il prof. Focardi mi ha iniziato a collaborare con Rossi e da quel momento mi ha mostrato numerosissime evidenze coordinate che dimostravano che il reattore di Rossi stava in effetti funzionando.
Dato che si trattava di esperimenti per sviluppo industriale non ebbi modo di parteciparvi.
Solo da due mesi ho potuto esaminare il reattore e, da subito alcune cose mi hanno colpito:

  1. La potenza prodotta: nell'ordine di 10 kW;
  2. Il fatto che nella prima prova il reattore sia stato in grado di sostenere la reazione senza potenza esterna;
  3. La sostanziale ripetibilità dell'esperimento.

È chiaro, come del resto dico nelle conclusioni del report, che le prime due prove fatte sono da considerarsi estremamente preliminari perché troppo brevi. Stiamo organizzando una prova più lunga, da tenersi in Dipartimento in condizioni più strettamente controllate delle altre coinvolgendo anche colleghi in modo da avere un controllo reciproco.

Riguardo alla bombola di idrogeno. Il peso perso è stato valutato <1g. Avevamo una bilancia molto sensibile e un pezzo di scotch usato per fissare la bombola vi era rimasto attaccato. il quantitativo di idrogeno che avremmo dovuto consumare per produrre quell'energia sarebbe stato due ordini di grandezza maggiore.

Riguardo al modello teorico fusione Ni+p è stato per ora confutato. Non abbiamo osservato gamma da annichilazione di positrone (58Ni + p → 59Cu che decade Beta+) (e meno male perchè il flusso sarebbe stato tale da uccidermi). Leggete i report di Bianchini e Villa.
Facendo funzionare il reattore in Dipartimento per abbastanza tempo (>10-15h) potremo escludere (sono già estremamente improbabili) qualunque fonte chimica. Vi è un limite alla densità di energia chimica immagazzinabile.

Per il resto… se mi trovo difronte a dati sperimentali correttamente acquisiti e mi manca una spiegazione teorica… beh vorrà dire che avremo molto lavoro da fare.

Osservo infine che l'atteggiamento dell'Ing. Rossi è completamente diverso da quello di un qualsiasi claimant.
Potremo fare misure sull'apparato in modo indipendente e con nostre apparecchiature. Ed è quello che faremo.

Citando Charcot:

'L'esattezza scientifica non ha niente a che fare col pregiudizio che porta alcuni tipi di menti a guardare con sfavore qualunque osservazione che abbia dei caratteri inusuali; lo scetticismo merita, in questo caso, lo stesso disprezzo dell'ingenua credulità.'

Grazie,
Giuseppe Levi

Vedi anche:
00:23 – 27/01/11 – Aggiornamenti sull'Esperimento Focardi-Rossi..

18:11 – 21/01/11 – Fusione Fredda Italiana: L’Omertà Mediatica Made in Italy.

00:23 – 27/01/11 – Aggiornamenti sull'Esperimento Focardi-Rossi..

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

Aggiornamento del 27 Gennaio 2011 (ore 00:23) sull'esperimento di Focardi-Rossi.

Report on heat production during preliminary tests on the Rossi “Ni-H” reactor. (Clicca sul link per scaricare il report ufficiale). di Levi, Bianchini e Villa – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.(Rilasciato il 25 Gennaio 2011).

Scarica i risultati ufficiali dell'esperimento condotto il 14 Gennaio 2011 a Bologna.

Intervista rilasciata il 15 Gennaio 2011 dal Prof. Sergio Focardi (Professore ordinario del Dipartimento di Fisica presso la Facoltà
di Scienze dell'Università di Bologna)
ai microfoni di Radio Città del Capo sull'esperimento di fusione nucleare fredda presentato a Bologna il 14 Gennaio 2011 (clicca sul bottone del player qui sotto per ascoltare l'intervista).:

Stato della conoscenza sulla fusione fredda in Italia al 04 ottobre 2001 (Sintesi introduttiva del Prof. Sergio Focardi)Scarica il documento di sintesi della Conferenza tenuta da S. Focardi il 04 Ottobre 2001 presso il Rotary Club di Lugo di Romagna.

Vedi l'articolo correlato: 18:11 – 21/01/11 – Fusione Fredda Italiana: L’Omertà Mediatica Made in Italy.

Scarica i risultati ufficiali dell'esperimento condotto il 14 Gennaio 2011 a Bologna.

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.