18:22 – 15/07/10 – Indagine 2010 sulla Sicurezza in Italia. (EURISPES)

[Sintesi elettronica di TerritorioScuola Server] – Data l'ipotesi di equivalenza del costo medio di un infortunio sul lavoro a livello territoriale (area geografica e regione), il primato per numero di infortuni verificatisi nel corso del 2008 e per costi economici e sociali ad essi attribuibili, appartiene al Nord-Est (282.803 infortuni pari al 32,3% del totale nazionale, costi per 12,5 miliardi di euro), seguito dal Nord-Ovest (250.166 infortuni pari al 28,6% del totale nazionale, costi per 12,5 miliardi di euro), dal Centro (174.545 infortuni pari al 19,9% del totale nazionale, costi per 8,7 miliardi di euro), dal Sud (113.870 infortuni pari al 13% del totale nazionale, costi per 5,7 miliardi di euro) e dalle Isole (53.556 infortuni pari al 6,1% del totale nazionale, costi per 2,6 miliardi di euro).

…Il maggior numero di incidenti stradali si è verificato nel Nord-Ovest (64.708 casi, 29,6% del totale), seguito dal Centro (56.769 casi, 25,9% del totale), dal Nord-Est (46.312 casi, 21,2% del totale), dal Sud e dalle Isole (rispettivamente 32.419 e 18.755 casi, con un incidenza del 14,8% e dell'8,6% sul totale nazionale), mentre a livello regionale il primato spetta alla Lombardia, al Lazio e all'Emilia Romagna (rispettivamente 41.827, 27.735 e 21.744 incidenti, che cumulativamente corrispondono al 50% del totale nazionale).

…- 4,2 miliardi di euro per incidenti stradali nel Sud (14,8% del totale nazionale, con costi economici e sociali a livello regionale compresi tra 1,5 miliardi di euro in Puglia e 75,9 milioni di euro in Molise) e 2,4 miliardi di euro per incidenti stradali nelle Isole (8,1% del totale nazionale, con un costo economico e sociale in Sicilia notevolmente più elevato rispetto alla Sardegna).

L'incidenza del costo economico e sociale degli incidenti stradali sul Pil, che a livello nazionale è pari all'1,83%, è molto variabile in funzione del diverso numero di incidenti, sia a livello di area geografica (con valori compresi tra il 2,19% del Centro e l'1,7% del Sud e del Nord-Ovest) sia, soprattutto, a livello regionale (con valori compresi tra il 2,8% della Liguria e lo 0,9% della Valle d'Aosta).

…Dato il numero medio di interruzioni subite da ciascun cliente in bassa tensione nel corso del 2007 (2,16) e il numero di clienti finali allacciati alla rete di distribuzione che hanno subìto tali interruzioni (35,8 milioni circa), è possibile stimare il numero complessivo di interruzioni di corrente senza preavviso e lunghe, in oltre 77 milioni (di cui il 33,1% al Sud, il 23,2% nelle Isole, il 17,1% al Centro, il 15,3% nel Nord-Ovest e l'11,3% nel Nord-Est), con un numero massimo di interruzioni di corrente in Sicilia, Campania, Lazio e Puglia (rispettivamente 14,6, 12,1, 7,4 e 6,5 milioni di interruzioni) e un numero di interruzioni inferiore ad un milione in Umbria, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Molise e Valle d'Aosta.

…Il numero complessivo di imprese attive in Italia nel macro-settore infrastruttura (ottenuto aggregando i dati di alcune attività direttamente riconducibili allo sviluppo delle infrastrutture) è, basandosi sull'analisi degli ultimi dati disponibili a livello europeo (anno 2006), di 311.167 unità (in flessione del 5,7% rispetto al 2000, quando il numero di imprese attive era di 330.144 unità), in grado di assicurare l'occupazione di 2,2 milioni di addetti (80.000 circa in più rispetto al 2000) e di generare una produzione il cui valore supera i 616 miliardi di euro (+64,2% rispetto al 2000)

…. Il numero di imprese del macro-settore infrastruttura attive in Francia nell'anno 2006 è pari 193.621 unità ed è sostanzialmente invariato rispetto al valore registrano nel 2000, mentre è aumentato il numero dei dipendenti, pari a circa 2,8 milioni nel 2006 (+5% rispetto al 2000) ed il valore della produzione, 35% rispetto all'anno 2000 e circa 591 miliardi di euro nel 2006.

…Il settore dei trasporti, che comprende il trasporto terrestre, aereo, marittimo e le attività ausiliarie e di supporto, ha registrato, tra il 2000 e il 2006, un ridimensionamento del numero di imprese attive in Italia (da 161.862 a 151.409, -6,5%), mentre il valore della produzione e il numero di occupati è cresciuto, rispettivamente, da 101,3 a 139,2 miliardi di euro (+37,4%) e da 884.180 a 968.491 addetti (+9,5%), determinando un incremento sia del valore medio della produzione per impresa (da 626.000 a 919.000 euro), sia del numero medio di occupati (da 5,5 a 6,4)

…. Nonostante il minor incremento del numero di imprese, il Regno Unito ha consolidato il proprio primato rispetto agli altri Paesi relativamente al valore complessivo della produzione del settore dei trasporti (215 miliardi di euro nel 2006, +15,9% rispetto al 2000) e al valore della produzione medio per impresa (1,7 milioni di euro nel 2006), mentre in Italia il valore complessivo della produzione è superiore al dato della Spagna (73,2 miliardi di euro nel 2006) ma inferiore a quello della Germania, della Francia (rispettivamente 146,5 e 166,4 miliardi di euro nel 2006) e del Regno Unito.

Un elemento che accomuna il settore dei trasporti italiano a quello spagnolo, è il numero di occupati inferiore al milione di unità (rispettivamente 968.491 e 888.270 nel 2006) e le dimensioni medio-piccole delle imprese attive, con un numero medio di occupati per impresa pari, rispettivamente, a 6,4 e 4 addetti (contro 12,2 in Francia, 15,4 in Germania e 16,6 nel Regno Unito)

…. Nonostante l'elevato numero di imprese attive, il valore della produzione del settore delle costruzioni in Italia è inferiore a quello degli altri Paesi europei presi in esame, non tanto in valore assoluto (250 miliardi di euro nel 2006 contro 199,2 miliardi di euro in Francia e 148,8 miliardi di euro in Germania), quanto in valore medio per impresa attiva (421.000 euro nel 2006 contro 485.000 euro in Francia, 710.000 euro in Germania, 726.000 euro in Spagna e 1,1 milioni di euro nel Regno Unito). Così come nel settore dei trasporti, anche nel settore delle costruzioni è, inoltre, evidente come le dimensioni delle imprese siano generalmente medio-piccole, con un numero medio di 3,1 occupati per ciascuna impresa attiva, inferiore rispetto alla Francia (4,1 occupati per ciascuna impresa attiva) e, soprattutto, al Regno Unito, alla Spagna e alla Germania (rispettivamente 6,1, 6,5 e 7,4 occupati per ciascuna impresa attiva).

…Anche gli altri Paesi europei, ad eccezione della Germania, hanno registrato un incremento del numero di imprese attive (con una crescita tra il 2000 e il 2006 compresa tra il 15,1% del Regno Unito e il 30,6% della Spagna), nonostante il quale l'Italia mantiene il proprio primato, in particolare rispetto al Regno Unito e alla Germania (dove nel 2006 risultano attive, rispettivamente, 294.755 e 288.275 imprese).

Una seconda differenza piuttosto significativa a livello europeo, riguarda il valore complessivo della produzione (compreso tra i 290,3 miliardi di euro della Germania e i 471,5 miliardi di euro del Regno Unito) e il valore medio della produzione per singola impresa attiva, relativamente al quale l'Italia ha fatto segnare nel 2006 un importo inferiore rispetto a Francia e Spagna (rispettivamente 522.000 e 590.000 euro) e, soprattutto, Germania e Regno Unito (rispettivamente 1 e 1,5 milioni di euro).

Oltre ad essere il Paese con il maggior numero di imprese attive nel settore delle comunicazioni e dell'informatica e con il minore valore medio della produzione per singola impresa attiva, l'Italia si conferma tra le realtà europee in cui le imprese di medie-piccole dimensioni sono più diffuse, con un numero medio di 3,8 occupati per impresa, contro un numero medio registrato negli altri Paesi compreso tra i 5,5 occupati per impresa in Francia e i 9,8 occupati per impresa in Germania.

Il settore della produzione e distribuzione di energia è, tra quelli considerati, il settore nel quale opera il minor numero di imprese in Italia (2.875 nel 2006, +30% rispetto al 2000), con un valore complessivo della produzione di poco superiore ai 112 miliardi di euro (valore medio della produzione per impresa attiva di 40,4 milioni di euro) e 114.856 occupati (valore medio di 41,3 occupati per impresa attiva).

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