Cronaca del Convegno: “La Fusione Fredda da Sogno a Realtà”
Scripto-cronaca e immagini a cura di Daniele Passerini, blogger del sito: Ventidue Passi d'Amore e Dintorni.
Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.
14.33 – Per problemi di banda non sarà possibile trasmettere in streaming il convegno questo pomeriggio. Verrà registrato e messo on line nei prossimi giorni. A più tardi.
15.05 – Ho concordato con Mario Menichella di lasciare a Roy Virgilio lo spazio di intervento che mi era stato dedicato: sono curioso come tutti di conoscere le news su Piantelli. Io resto disponibile per la tavola rotonda, se ci saranno domande relative al ruolo che ha avuto il blog nel raccontare a tutti la storia in divenire dell'eCat.
15.40 – Quindici minuti all'inizio, la sala è già quasi piena.
16.03 – Visto che la sala è piena, il Prof. Marco Massai del Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, moderatore del convegno, apre i lavori. Mario Menichella illustra ai presenti la storia recente dell'eCat.
16.13 – Riusciamo a contattare – via Skype – Andrea Rossi che si trova negli USA; risponde alle domande che gli pone di Mario Menichella; conferma che il lavoro per la realizzazione dell'impianto da 1 MW procede senza intoppi e che verranno rispettati i tempi di consegna previsti. Riguardo al brevetto europeo, spiega che spera che l'ingresso sul mercato a novembre dei primi eCat a uso industriale (patent pending) potrà dare una spinta alla concessione del brevetto. Per l'uso domestico e il rilascio delle certificazioni necessarie serviranno ancora un paio d'anni almeno. Andrea Rossi si congeda. Come lo aveva accolto con un grande applauso, allo stesso modo il pubblico lo saluta calorosamente.
16.32 – Inizia la proiezione dell'intervista realizzata da Mario Menichella al professor Sergio Focardi.
16.36 – Focardi ripercorre la sua lunga carriera accademica, i lavori in ambito di fisica particellare sperimentale fatti all'Università di Pisa, ENEA di Frascati e Brasimone, CERN di Ginevra e infine a Bologna.
16.40 – Dopo l'esperimento di Fleischmann e Pons – continua a ricordare Focardi – iniziò a collaborare con Piantelli e Habel alla fusione fredda. A Siena Piantelli poteva godere di finanziamenti che permisero l'effettuazione delle prime ricerche.
16.43 – I risultati raggiunti con Piantelli erano scientificamente interessanti, ma la loro scala (rapporto output/input = 2) era troppo piccola per potere pensare a produrre energia in modo economicamente vantaggioso.
16.45 – L'avvio della collaborazione con Rossi cambiò proprio la scala dell'effetto. Focardi spiega che le due innovazioni fondamentali introdotte da Rossi sono state l'uso della polvere al posto delle barrette di nichel e il catalizzatore segreto.
16.50 – Focardi si riferisce al noto articolo scritto con Rossi e pubblicato in rete dove si spiega che l'energia di uscita è stata misurata con diverse metodologie.
16.54 – Ricorda quando si recava da Bologna a Bondeno in treno e lo aspettava Rossi alla stazione; dopodiché andavano insieme a lavorare nel famoso capannone dove sono stati sviluppati i prototipi del reattore Ni-H Rossi-Focardi.
16.57 – Focardi ribadisce di non sapere a tutt'oggi spiegare il meccanismo (nucleare) che porta un atomo di Nichel a catturare un protone e trasformarsi in Rame, ma hanno trovato il Rame nei prodotti finali della reazione e questo è un fatto sperimentale.
17.03 – La temperatura di innesco della reazione è 60-70° C.
17.05 – Focardi spiega che in questi anni hanno fatto numerosi tipi di misurazione dell'energia prodotta, anche utilizzando circuiti idraulici chiusi.
17.08 – Focardi conclude dicendo che questa sorgente di energia può rivoluzionare il mondo: il Nichel è pressoché illimitato poiché il nucleo della terra (NiFe) è composto di Nichel (Ni) e Ferro (Fe). [ok, ma penso che potremo estrarre solo quello presente sulla crosta terrestre!].
17.09 – Un lungo applauso saluta la fine dell'intervista.
17.11 – Prende la parola Francesco Celani che ringrazia Delta Energie, gli organizzatori e il pubblico presente. Spiega di avere cominciato a interessarsi di fusione fredda con l'obiettivo di dimostrare che si trattava di un abbaglio, ma di essersi poi convinto che il fenomeno era reale, anche se difficile da riprodurre in un primo momento. Riconosce inoltre che il problema della fusione fredda, oltre a quello della riproducibilità, è che in mezzo a molte ricerche condotte seriamente ce ne sono state altre inaffidabili che finivano con gettare discredito anche sulle prime, proprio per evitare questo è nata la ISCMNS di cui attualmente è vicepresidente.
17.16 – Sottolinea che soprattutto in questo ambito di ricerca le critiche preconcette servono solo a gonfiare l'ego di chi le fa. Tocca affrontare la materia con vero metodo scientifico e scetticismo, ma lo scetticismo deve accompagnarsi alla costruttività, non alla negatività.
17.20 – Celani classifica le reazioni conosciute che forniscono energia in 4 tipi:
17.23 – Racconta di un episodio in cui, durante un test di fusione fredda da lui condotto, si produsse un picco di energia inequivocabile e talmente alto, da dargli la certezza del fenomeno… il piccolo filo di palladio utilizzato presentava, a una successiva analisi al microscopio elettronico, modificazioni nanometriche importanti e non spiegabili dalle teorie correnti.
17.28 – Dopo avere parlato brevemente della fissione parla della fusione nucleare artificiale: calda, inerziale, fredda. La fusione fredda non avviene nel vuoto ma nella materia condensata, in particolare in un reticolo cristallino caricato di Idrogeno.
17.32 – Spiega come i principi della fusione fredda, ben noti e conosciuti in ambiti militari, siano utilizzati nella realizzazione di micro-bombe nucleari tattiche [vedi ad esempio qui e qui].
17.34 – Un punto di forza delle LENR è che producono radiazioni a bassa energia (non pericolose); un punto debole è che esistano centinaia di ipotesi di teorie per tentare di spiegarle, ma a tutt'oggi nessuna si è dimostrata risolutiva.
17.37 – Storicamente i filoni di ricerca principali nella fusione fredda sono due:
- Palladio-Deuterio (Flieschmann e Pons);
- Nichel-Idrogeno (Piantelli, Focardi, Habel).
17.40 – Ricorda che Fleischmann era il presidente della Società Internazionale degli Elettrochimici, non certo uno sprovveduto. Parentesi: pochi sanno che Pons è di origine italiana. L'annuncio che fecero nel 1989 non poteva essere gestita peggio: un disastro.
17.43 – In realtà il vero padre della fusione fredda è Yoshiaki Arata che cominciò a lavorarci sin dal 1958 con il deuterio in fase gassosa.
17.47 – Il primo insabbiamento clamoroso della fusione fredda risale già al 1989, ad opera della NASA. Solo nel 2003 si è scoperto che un report positivo di G. Fralick era rimasto “in un cassetto”.
17.50 – Altre prove della fusione fredda insabbiate si trovano ad esempio nelle ricerche di Giuliano Preparata all'ENEA. La collega De Ninno non ha potuto continuare quelle promettenti ricerche per totale taglio dei fondi.
17.53 – Arata è stato il primo, lavorando con polveri di Palladio, a capire che le reazioni di fusioni fredda aumentavano al ridursi della dimensioni delle particelle, ma fino a un certo punto: il range ideale è 5-15 nanometri. Misure più piccole diventano controproducenti,
17.56 – Celani illustra la ricerca che sta portando avanti con un gruppo di lavoro interdisciplinare, utilizzando depositi di nanoparticelle su fili lunghi e sottili di Pd in atmosfera gassosa di Deuterio ottenendo 400W/g a 500°C con buona riproducibilità. Ha lavorato anche con fili di Ni in atmosfera di Idrogeno ottenendo un rendimento altissimo pari a 1800W/g a 900°C per 5 giorni (!), ma ancora con difficoltà di replica.
18.01 – Anche Arata dal 2005 ha iniziato a utilizzare insieme a Pd e Zr anche il Ni. Queste ricerche sono state riprese negli USA da Brian Ahern che ha ottenuto 8W attorno a 500°C.
18.08 – Celani prende atto che i migliori ricercatori del settore finiscono col lavorare in laboratori militari (Los Alamos, Naval Research). Per questo viene naturale pensare che le campagne di denigrazione contro la fusione fredda da una parte, e gli investimenti militari sulla fusione fredda dall'altra siano due facce della stessa medaglia.
18.12 – L'interesse militare sembra giustificato soprattutto dalla possibilità di produrre trizio a costi molto bassi tramite la fusione (il trizio viene utilizzato per mantenere operative le testate termonucleari).
18.14 – Celani ha concluso il suo intervento. Prende la parola Massai e apre il dibattito con il pubblico. [Roy si è dovuto allontanare un momento, parlerà tra poco].
18.17 – Domanda dal pubblico: non è possibile che il catalizzatore di Rossi sia qualcosa di molto costoso che renda non economico il processo? Celani spiega che i catalizzatori per definizione hanno efficacia in quantità ridottissime. Massai obietta che il termine catalizzatore andrebbe riservato a fenomeni chimici. Celani risponde che l'ordine di grandezza nanometrico sembra cambiare le cose; inoltre esiste una sorta di effetto spillover in fisica…
18.21 – Prende la parola Roy Virgilio, appena rientrato in sala.
18.24 – Dette due parole sul suo libro, inizia a riferire le novità del gruppo di lavoro di Piantelli a Siena.
18.26 – La ricerca di Piantelli, dopo una pausa e la fine della collaborazione con Focardi, è ricominciata un paio di anni fa, grazie alla comparsa di un finanziatore, convinto a partecipare all'impresa dal funzionamento ininterrotto per due anni di due celle, sia pure con eccessi dell'ordine di poche decine di watt. Una nuova società Nichenergy [vd sito in costruzione www.nichenergy.com] è stata creata ad hoc 5 mesi fa [in evidente concorrenza alla Defkalion] e starebbe cedendo ad altre industrie i diritti per produrre diverse tipologie di reattore (di diverse dimensioni, più o meno potenti).
18.35 – La posizione di Piantelli è che non egli non è tenuto a pubblicizzare nulla; non intende fare dimostrazione tipo quelle che ha fatto Rossi; arriverà sul mercato con un prodotto maturo che si presenterà da sé [dunque alla fin fine la sua strategia è analogo a quello che ora segue Rossi].
18.37 – Piantelli non usa catalizzatori: solo Nichel e Idrogeno.
18.39 – Le prime celle che verranno messe in vendita saranno dell'ordine del Kw, dopodiché si effettuerà allo scale-up della tecnologia (realizzazione di reattori di dimensioni e potenza maggiori).
18.40 – Faccio un breve intervento, dopodiché prende la parola il giornalista di Focus, chiede a Menichella perché queste ricerche non siano state sottoposte a peer review e a Celani perché le misure sui gamma che effettuò il 14 gennaio vadano considerate un indizio a favore del reattore Rossi Focardi.
18.48 – La prima risposta ne implica diverse: difficoltà per la scienza non mainstream a sbarcare sulle “riviste”; cambio delle regole portato da internet; presenza di tecnologie sottoposte a segreto industriale. Inoltre Celani spiega che nella “cultura scientifica” vale la regola del “o pubblichi qualcosa o muori”, quindi pochi finiscono per sottoporre alle riviste articoli su effetti ancora non riproducibili al 100% che generalmente non vengono pubblicati.
18.53 – Rispetto alla misura sui gamma che prese a Bologna, Celani spiega che andò pronto a tutto… con 20 kg di strumentazione! I possibili trucchi potevano essere un cavo di alimentazione nascosto o del materiale radioattivo nel reattore. Con la sua strumentazione (a batteria, non attaccata alla rete) ha monitorato tutto il possibile. Entrambi i due rilevatori gamma che aveva portato a un certo punto hanno avuto un picco, mentre quello per rilevare disturbi elettromagnetici non aveva indicato nulla. Poco dopo Rossi ha annunciato che la reazione era partita.
18.58 – Identico segnale fu registrato quando la reazione fu bloccata.
19.06 – Dal pubblico chiedono a Roy se Piantelli non sia solo una copertura dietro cui agiscano altre persone e gruppi. Roy specifica che chiaramente ormai Piantelli, anche per l'età, non lavora più in prima linea, ma ha comunque un importante ruolo di supervisione. Inoltre aggiunge che Piantelli ha una teoria che, senza stravolgere i modelli attuali, è in grado di spiegare il fenomeno e che presto verrà pubblicata dall'Università di Siena.
19.10 – Dal pubblico prende la parola Milly Moratti, ricorda la “magnifica” figura di Giuliano Preparata e conferma, facendo riferimento anche alle ricerche di Srivastava, che le evidenze sperimentali della fusione fredda ormai ci sono.
19.13 – Sempre in riferimento alla teoria della coerenza di Giuliano Preparata, Celani spiega che funziona con materiale nanometrico (5-15 nanometri) e ha a che fare anche con il problema di Fermi, Pasta, Ulam (esistono tra l'altro degli studi di Fermi ancora secretati a fini militari).
19.21 – Altra risposta di Celani. La prova che la reazione sia nucleare, a oggi, ancora non viene da Rossi e Focardi, bensì dalle ricerche americane sulla produzione di Trizio. Le misure divulgate da Rossi (con produzione di vapore) non sono sufficientemente attendibili. Celani non ha dubbi sul fatto che l'eCat funzioni, gli unici dubbi che gli restano sono su quanto funzioni.
19.26 – Roy Virgilio ribadisce che non si sta parlando di fusione fredda (vedi teoria della coerenza di Preparata), ma di un altro tipo di LENR e ribadisce che Piantelli ha identificato una sequenza di eventi, molto complessa, in grado di spiegare con le teorie esistenti la produzione di energia da un sistema Ni e H.
19.44 – Il convegno si avvicina alla conclusione. è in corso il dialogo tra pubblico e relatori.
19.49 – Si chiede se esistano correlazioni tra terremoti e reazioni di fusione fredda. Celani risponde che è stata rilevata correlazione tra terremoti ed emissioni di trizio che potrebbe essere spiegata da fenomeni di fusione fredda.
19.51 – Su sollecitazione del pubblico si apre una parentesi sulle ricerche di Carpinteri e Cardone (fusione piezonucleare). Un ricercatore dell'INFN presente riferisce che la ricerca di Cardone è stata confutata da altre ricerche con strumentazioni più accurate. Si apre un piccolo dibattito dove ognuno resta sulle proprie posizioni!
19.56 – Il convegno si conclude un po' a tarallucci e vino, spaziando su vari temi, con grande apprezzamento dei numerosi intervenuti.