17:05 – 08/05/11 – Interviste di Melis all'Ing. Andrea Rossi sull'Energy Catalyzer.

Tutti gli articoli e la bibliografia sulla Fusione Fredda.

Prima Parte Radio 24 – puntata di Mister Kilowatt del 04/05/11.[audio:http://www.territorioscuola.com/download/fusione-fredda/0002-110504-mrkilowatt.mp3]
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Seconda parte dell'intervista di Maurizio Melis all'Ing. Andrea Rossi. Trasmessa su Radio24 – puntata di Mister Kilowatt del 05/05/11.
N.B.: per ascoltare l'audio del testo sotto trascritto, clicca sul player sottostante.
[audio:http://www.territorioscuola.com/download/fusione-fredda/110505-mrkilowatt.mp3]

Buonasera da Maurizio Melis. Questa sera proseguiremo con l'intervista ad Andrea Rossi, l'inventore di questa controversa tecnologia, l'E-Catalyzer, una sorta di caldaia il cui principio di funzionamento sarebbe riconducibile a delle reazioni nucleari a bassa energia, ovvero la cosiddetta fusione fredda, cosa che è stata confermata almeno da tre fisici di valore che hanno potuto esaminare da vicino l'apparato, sebbene essi stessi per primi non siano in grado di spiegare esattamente il funzionamento del dispositivo. Nell'intervista di ieri abbiamo capito che l'energia così prodotta costerebbe un centesimo [di euro] per kWh, cioè circa un quinto del costo delle fonti tradizionali, e che saremmo vicini alla commercializzazione dell'apparato.

Proseguiamo quindi a questo punto con l'intervista, dando per cominciare il bentornato a Rossi. Rossi, buonasera.

Buonasera, buonasera a tutti voi.

Senta, Lei ha lavorato da solo o c'è un team alla base di tutto questo lavoro?


C'è un team, c'è un team di specialisti.

Quante persone più o meno?


Beh, che ci abbiano lavorato, direi una ventina di persone.

…che sono a conoscenza anche abbastanza dei dettagli della cosa, insomma?


Sì, salvo la parte interna vera e propria del reattore, sulla qualche per il momento… almeno fino a quando non verrà concesso il brevetto, perché noi siamo in una fase di Patent Pending. Allora: se avremo la protezione brevettuale potremo anche dischiudere il segreto industriale. Se non viene garantita la protezione brevettuale, dovremo mantenere il segreto.

Ecco, senta: a questo proposito c'è chi sostiene che la domanda di brevetto sia un po' troppo generica, un po' troppo ampia, cioè che Lei voglia più brevettare la reazione nucleare che non il dispositivo. Lei cosa risponde?


Mah, guardi: la legge sui brevetti è estremamente complessa. Diciamo che i nostri avvocati brevettuali hanno ritenuto di trovare una formula che, nel rispetto delle leggi vigenti in materia brevettuale, ci consenta la massima copertura possibile per quanto riguarda i principi base, mantenendo la possibilità di far rimanere segreto industriale alcuni fondamentali particolari.

A che punto è quindi la procedura di registrazione? Si vede la luce?


La domanda di brevetto è del Giugno o Luglio del 2008. Quindi, adesso a Giugno, Luglio saranno tre anni. Quando si brevetta qualcosa di complesso, posso assicurarle che i tempi di brevettazione, e lo sanno tutti gli esperti del settore, vanno dai tre ai sei anni.

Senta, sono in molti i ricercatori soprattutto a sostenere che se Lei volesse ottenere un avvallo definitivo da parte della comunità scientifica dovrebbe fare un test di lunga durata in campo neutro, cioè fuori dai suoi laboratori. Per esempio dando l'apparecchio, senza permettere di aprirlo, ad un laboratorio universitario. Lei non sente l'esigenza di eliminare questo alone di dubbio, che comunque rimane, comprensibilmente, su questa tecnologia?


Questa operazione verrà sicuramente fatta dall'Università di Bologna e dall'Università di Uppsala in Svezia.

Questo però dopo l'impianto da 1 MW o prima?


Questo dipende da come riesco ad organizzare io il mio tempo. Quindi, sicuramente entro l'anno. Come poi riuscirò a organizzarmi in modo da fare bene tutto, perché qua bisogna fare bene tutto, in quanto se si inciampa la caduta è brutta.

Lei è in trattativa con delle società in qualche modo. Le chiedo anche se ci sono delle società italiane coinvolte.



No. Guardi, in Italia noi sicuramente manterremo la ricerca, la ricerca e sviluppo in collaborazione con l'Università di Bologna. Per quanto riguarda la produzione e l'installazione, almeno per i primi anni lo sviluppo inizierà in Grecia e negli Stati Uniti d'America.



Ecco, in Grecia, dove verrà costruita tra l'altro questa centrale da 1 MW. Come nasce questo rapporto con la Grecia?

Nasce dal fatto che un ex professore di fisica nucleare dell'Università di Bologna, Christos Stremmenos, ha saputo di questa cosa, se ne è appassionato, è venuto con altri esperti e hanno fatto dei test. A quel punto lui ha convinto un gruppo industriale finanziario greco a fare questa operazione.

D'accordo. La commercializzazione della tecnologia, Lei quando prevede…?


A Novembre.

Quindi sui brevetti, pensate che per Novembre sarà chiusa la vicenda, immagino?


Mah, vede: no, perché il brevetto rimane Patent Pending, con tutti i diritti di un Patent Pending, ma noi con la commercializzazione partiamo indipendentemente perché non possiamo aspettare, altrimenti rischiamo di non partire mai. Quindi noi partiamo e Lei giustamente dice: ma uno allora se lo compra, se lo apre e te lo copia, sì però lo fa a suo rischio e pericolo, perché se poi il brevetto viene concesso, glielo facciamo sequestrare.

Dunque Rossi, non posso fare a meno di fare una domanda sulla vicenda della Petroldragon, l'azienda da Lei creata alcuni anni fa sulla base di un brevetto che serviva a trasformare i rifiuti in combustibile. Diciamo per semplificare in petrolio, poi Lei se vuole aggiunga tutti i dettagli che ritiene. A un certo punto però Lei è stato accusato di non sapere come smaltire, o di aver smaltito, diciamo, in modo irregolare una notevole quantità di rifiuti. Ci sono stati dei processi, si sono anche conclusi questi processi. Ci sono state molte assoluzioni ma c'è stata anche qualche condanna. Le chiedo se Lei vuole, insomma, dire qualcosa su questa vicenda.


è stata un'esperienza tremenda. Ho commesso degli errori, li ho pagati. Comunque siccome la domanda che Lei giustamente… è inevitabile che in Italia la lingua vada a battere…

Sì, soprattutto in Italia è impossibile non farla.


…allora abbiamo fatto un sito apposta che è www.ingandrearossi.com, dove abbiamo messo tutti gli articoli contro, tutte le disamine… voglio dire, in quel lavoro c'era molto di buono, però c'erano anche molti errori. Ho fatto molte fesserie, le ho pagate carissime, molto probabilmente la cosa avrebbe potuto essere gestita in un altro modo, in modo da salvare… insomma: lì è stato un po' buttato via il bambino assieme all'acqua sporca.

La tecnologia intende?


La tecnologia, i posti… e soprattutto i posti di lavoro.

Che fine ha fatto la tecnologia per estrarre combustibili dai rifiuti?


Non lo so… ma, guardi: mi risulta che sia stata ripresa in altre parti del mondo e funzioni, però non me ne occupo nel modo più assoluto.

Grazie, grazie Andrea Rossi e grazie di avere accettato questa intervista.


Grazie a voi.

Beh, una considerazione prima di lasciarci: siamo davanti una vicenda molto intricata, difficile da inquadrare dal punto di vista scientifico e resa indubbiamente ancora più scivolosa dal passato di Rossi. Tuttavia le conferme di alcuni fisici, alcuni dei quali di valore internazionale e del tutto estranei alla vicenda non possono pesare meno delle ombre sul passato di Rossi, ecco: perché io ritengo che fosse giusto parlare di questa vicenda che invece ha trovato pochissimo spazio sui media. Ora non resta che aspettare Ottobre e tenere gli occhi puntati sulla Grecia per vedere come poi realmente andrà a finire.

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13:19 – 05/05/11 – 170 Moduli Energy Catalyzer già pronti per l'installazione…

Courtesy TerritorioScuola

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[Traduzione e adattamento in lingua italiana a cura di Davide Suraci].

5 Maggio 2011 – Oggi abbiamo appreso da Andrea Rossi che 170 dei 300 moduli Energy Catalyzer necessari per l'impianto di 1MW in Grecia sono già stati realizzati.

Rossi è un instancabile lavoratore da 18 ore al giorno, alzandosi alle 5 del mattino, seguendo costantemente le attività della sua fabbrica per contribuire a realizzare i moduli E-Cat con cui si inaugurerà l'apertura del primo impianto a fusione, o “Catalyzer Farm”.

L'impianto, che verrà aperto nel mese di ottobre di quest'anno, sarà composto da 300 moduli E-Cat collegati tra loro. L'obiettivo è semplice: “produrre calore”.

Il 3 Maggio la tecnologia di Rossi è stata descritta da un servizio di RAI News24. Purtroppo non è accessibile a chiunque non conosca l'italiano. Tuttavia, ha fatto diffondere una maggiore consapevolezza (almeno in Italia) che siamo di fronte ad una nuova fonte di energia primaria.

In un'altra intrigante sessione di domande e risposte sul suo sito web, a Rossi è stato chiesto: “Hai mai osservato l'interno della camera di reazione, attraverso una qualche finestra, quando è operativo? Se c'è un movimento di elettroni nel nichel, a seconda della quantità spostata, ci dovrebbero essere dei salti di energia che produrranno un'area illuminata da fotoni visibili. L'area in cui si trova il nichel dovrebbe essere illuminata”.

Rossi ha dato una risposta molto interessante: “Sì, ho le informazioni su quello che ho visto e sono riservate..”

Nel frattempo, i media battono il record del silenzio sulla storia Rossi – che è probabilmente la più grande storia dell'esistenza umana. Anziché della notizia, convenientemente dimenticata, che siamo alla vigilia di una rivoluzione energetica che interesserà ogni donna, uomo e bambino, veniamo informati in diretta dalla CNN della seconda morte di Osama Bin Laden. La prima morte avvenne nel 2002 per insufficienza renale, la seconda sembra dovuta alle conseguenze dell'essere stato scongelato.

Articolo originale in inglese: 170 E-Cat Fusion Modules Now Ready For Installation(Thursday, May 5, 2011) – Free Energy Truth.

23:45 – 03/05/11 – La Magia del Signor Rossi…

Storia dell'invenzione che promette di cambiare il mondo – Inchiesta di Angelo Saso. Fonte: RAINEWS24.

In Grecia c'è chi è disposto a scommetterci 200 milioni di euro, negli Stati Uniti sarebbe già iniziata la produzione industriale, a novembre potrebbe già essere sul mercato. L'Energy Catalyzer, inventato dall'italiano Andrea Rossi, è ancora un prototipo misterioso ma promette una rivoluzione nel nostro modo di produrre energia.

L'E-Cat nessuno sa spiegare come funzioni, ma sembra trasformare pochi grammi di nickel, un po' d'idrogeno e un ingrediente segreto in abbondanti kilowattora. Rossi attende ancora il rilascio di un brevetto, ma test positivi e testimoni esperti sembrano confermare che Deve trattarsi di un processo di tipo nucleare.

E poi, come dice a Rainews il Presidente del Comitato energia della Reale Accademia di Svezia, Sven Kullander: Se davvero funziona vale il Nobel. Una bufala? Un'allucinazione collettiva? Oppure un'innovazione radicale? L'inviato di Rainews Angelo Saso ha raccolto le voci dei protagonisti e degli esperti per svelare i retroscena di questa invenzione che promette di cambiare il mondo.

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12:44 – 23/04/11 – Energy Catalyzer Rossi: mentre Roma si ferma Uppsala raccoglie il 'Testimone'

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Le prestigiose Università Svedesi di Uppsala e di Stoccolma si apprestano a verificare e a validare l'Energy Catalyzer di Rossi e Focardi, mentre dall' Italia continua ancora l'emigrazione di cervelli..

Da un'intervista all'Ing. Andrea Rossi – Rossi: “We will give to the University of Uppsala and to the University of Stockholm our devices to allow them to use the same devices 24 hours per day, to get data regarding the energy production. We trust them, and we know they are really neutral, without binds with competitors of any kind. I personally know them and I have in them total trust.”

Rossi: “Daremo all'Università di Uppsala e all'Università di Stoccolma i nostri dispositivi per consentire loro di utilizzare gli stessi per 24 ore al giorno, per ottenere i dati riguardanti la produzione di energia. Abbiamo fiducia in loro e sappiamo che sono realmente neutri, senza relazioni con concorrenti di qualsiasi tipo. Personalmente li conosco ed ho in loro totale fiducia “.

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00:46 – 10/04/11 – Sergio Focardi: Parla il Padre della Fusione Fredda (Ni-H)

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[Fonte: Città del Capo – Radio Metropolitana] – Il professor Sergio Focardi racconta ai microfoni di Città del Capo – Radio Metropolitana la storia della fusione fredda: dai fallimentari esperimenti di Fleischmann e Pons alle sue intuizioni utilizzando Nickel e Idrogeno. La diffidenza della scienza ufficiale e infine, tre anni fa, l'incontro con l'ing. Rossi e la creazione del prototipo: l'Energy Catalyzer che, secondo Focardi, produce fino a 200 volte l'energia immessa e che sta per essere prodotto in serie.

Focardi 1 – La Storia.

Nella prima parte dell'intervista Focardi ci racconta la storia dei suoi studi e sperimentazioni: dai fallimenti di Fleischmann e Pons col deuterio e il palladio alle sue intuizioni assieme al fisico Piantelli utilizzando Nickel e Idrogeno. Poi lo scetticismo dei suoi colleghi scienziati e una sorta di ostracismo che dura fin quasi ai giorni nostri. L'incontro con l'ingegner Rossi tre anni fa ridà slancio ai progetti che portano poi alla realizzazione del prototipo di reattore presentato il 14 gennaio scorso.

Focardi 2 – La Tecnica.

Nella seconda parte Focardi si addentra in dettagli tecnici e scientifici sulla natura del processo di fusione fredda (Ni-H), raccontando con chiarezza divulgativa (anche ai profani) quello che avviene nel processo di fusione fredda dentro il catalyzer: sono le ipotesi del fisico su come fanno i protoni a penetrare nel nucleo di Nickel (producendo rame).

Focardi 3 – Le Conferme.

Nell'ultimo spezzone di intervista Focardi ha confermato l'interesse di alcuni scienziati Svedesi al procedimento: la loro presenza a Bologna la settimana scorsa quando è stata replicata (davanti a un pubblico di esperti) la dimostrazione del 14 gennaio scorso: anche per i fisici svedesi Kullander e Hessén si tratta di una reazione nucleare (un report molto preciso lo trovate qui). Infine Focardi parla dell'applicazione pratica della loro invenzione: da quelli privati a uso elettrico o di riscaldamento, fino alla centrale in costruzione in Grecia. Per concludere alcune curiosità: sullo speciale composto brevettato da Rossi (il componente segreto…) e su come evitare dispersione di raggi gamma in caso di rottura del Catalyzer.

01:13 – 07/04/11 – Fusione Fredda: Fisici Svedesi a Confronto con Rossi…

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Servizio di Daniele Passerini (Fonte: Blog 22 Passi d'Amore e Dintorni).

Cresce nel mondonemo propheta in patria – la consapevolezza di quanto sia rivoluzionario l'Energy Catalyzer (E-Cat) dell'ingegner Andrea Rossi. In attesa che l'Università di Bologna perfezioni e ufficializzi il contratto di ricerca (finanziato dall'inventore), lo scorso 29 marzo gli scienziati Sven Kullander e Hanno Essén hanno partecipato al test di un E-Cat, nella versione (più piccola di quella vista in precedenza) che verrà utilizzata per allestire le unità da 1 MW, che saranno immesse sul mercato entro l'anno. Col nullaosta di Ny Teknik ho tradotto in anteprima assoluta per l'Italia due articoli usciti stamattina (alle 7.30) sul sito di Ny Teknik e stampati sul settimanale tradizionale. L'articolo contiene il link per scaricare il report scientifico dettagliato della prova, compilato dai due accademici svedesi, che si conclude così: Any chemical process should be ruled out for producing 25 kWh from the content of whatever in a 50 cm3 container. The only alternative explanation is that there is some kind of a nuclear process that gives rise to the energy production.

Ny Teknik (Nuova Tecnologia) è un settimanale svedese che ospita notizie, dibattiti, annunci su tecnologia e ingegneria. Fondato nel 1967, è distribuito a ogni membro dell'Associazione Svedese dei laureati in ingegneria (fonte Wikipedia). Con 156.000 copie diffuse (fonte TS), 290.000 lettori (fonte Orvesto), 131.363 visitatori unici settimanali dichiarati dal sito http://www.nyteknik.se/, è la più importante rivista scandinava specializzata in tecnologia.

Mats Lewan, vive e lavora a Stoccolma. Giornalista scientifico, laureato in Fisica Ingegneristica presso lo Swedish Royal Institute of Technology, fa parte della redazione di Ny Teknik dal 2002 ed è reporter freelance di CNET Networks. Parla e scrive in svedese, inglese, italiano fluentemente (e in spagnolo e francese discretamente). è felicemente sposato con un'italiana.

Sven Kullander è professore emerito dell'Università di Uppsala nonché presidente del Comitato dell'Energia presso l'Accademia Nazionale delle Scienze. Hanno Essén è professore associato di fisica teorica e docente presso il Royal Institute of Technology svedese, nonché presidente della Skeptics Society svedese, in altre parole l'equivalente del CICAP in Italia.

I fisici svedesi sull'E-Cat:
“è una reazione nucleare”
traduzione di Daniele Passerini dell'articolo di Mats Lewan
Swedish physicists on the E-cat: It's a nuclear reaction
pubblicato in inglese (qui) e svedese (qui) oggi su Ny Teknik
(foto di Giuseppe Levi)

In un report dettagliato, due fisici svedesi escludono che reazioni chimiche possano essere la fonte di energia dell'Energy Catalyzer italiano. I due fisici hanno partecipato di recente a un nuovo test del dispositivo effettuato a Bologna.

Bologna, 29/03/11 – tre E-Cat small nudi accanto a quello utilizzato nel test

In qualche modo un nuovo tipo di fisica sta succedendo. è un enigma, ma probabilmente non sono coinvolte nuove leggi della natura. Noi crediamo che sia possibile spiegare il processo con le leggi della natura che sono note, ha detto Hanno Essén, professore associato di fisica teorica e docente presso il Royal Institute of Technology svedese e presidente della Skeptics Society svedese.

Essén e Sven Kullander, professore emerito presso l'Università di Uppsala nonché presidente della Commissione Energia dell'Accademia Reale Svedese, il 29 marzo hanno partecipato a Bologna, come osservatori, a una nuova prova del cosiddetto Energy Catalyzer, che potrebbe basarsi su un fenomeno di fusione fredda o di LENR (Low Energy Nuclear Reaction), cioè reazione nucleare a bassa energia.

Erano presenti l'inventore del dispositivo, Andrea Rossi, il suo consulente scientifico Professor Sergio Focardi, il Dottor David Bianchini e il Dottor Giuseppe Levi, i due fisici dell'Università di Bologna che parteciparono alla prima dimostrazione pubblica dell'E-Cat il 14 gennaio 2011 a Bologna.

La nuova prova è stato condotta in modo molto simile a quella di gennaio e si è protratta per quasi sei ore. Secondo le osservazioni di Kullander ed Essén, è stata generata una energia totale di circa 25 kWh.

In una relazione dettagliata (scaricabile da qui), i due scienziati scrivono:

Per spiegare la produzione di 25 kWh da qualsivoglia cosa sia dentro un contenitore di 50 centimetri cubici, v
a escluso qualunque processo chimico. C'è solo un'altra spiegazione, che sia qualche tipo di processo nucleare a dare luogo alla produzione di energia misurata“.


La potenza in uscita è stata stimata pari a circa 4,4 kW. Appena la metà della potenza prodotta nei due precedenti esperimenti documentati (gennaio e febbraio 2011), questo perché la prova è stata fatta utilizzando una nuova versione – più piccola – dell'Energy Catalyzer.
La nuova prova è stata la prima, ufficialmente documentata, fatta con la versione più piccola che, secondo Rossi, è più stabile.

“Con la versione più piccola si evitano i picchi di potenza che si verificavano in fase di accensione e di spegnimento, ha detto Andrea Rossi a Ny Teknik.


Ha anche affermato che la versione più piccola sarà utilizzata per l'impianto di circa 1 megawatt destinato al “cliente pilota”, la Defkalion Green Technologies in Grecia.
Bologna, 29/03/11 – le dimensioni del “core” del dispositivo

Secondo Rossi, per l'impianto saranno utilizzati in tutto 300 reattori collegati in serie e parallelo. A quanto pare in origine per l'impianto da 1 MW erano previsti 100 reattori della versione che durante le prove precedenti ha fornito 10 kW di potenza. Rossi è ancora fiducioso che l'inaugurazione abbia luogo a ottobre 2011.


Alla prova Kullander e Essén hanno potuto esaminare l'Energy Catalyzer spogliato da isolamento e schermatura in piombo che lo avvolgono. Il design esterno è descritto nel loro rapporto.

Il reattore, che viene caricato con una polvere composta da nickel (e da catalizzatori segreti) e con gas idrogeno a pressione, ha un volume stimato in 50 centimetri cubici (3,2 pollici cubi). Il reattore è fatto di acciaio inossidabile.
Un tubo di rame circonda il reattore d'acciaio. L'acqua si riscalda mentre scorre tra l'acciaio e il rame. Durante il funzionamento, il reatore è inoltre avvolto da un isolamento e da una schermatura di piombo di circa due centimetri (0,8 pollici) di spessore.

Prima di iniziare, Kullander e Essén hanno calibrato il flusso dell'acqua, stimandolo pari a 6,5 kg/h. La potenza necessaria per riscaldare l'acqua corrente da 18 gradi e trasformarla completamente in vapore è stata calcolata pari a 4,7 kW.


Inoltre hanno riempito il reattore con idrogeno a una pressione di circa 25 bar. Il reattore, secondo Rossi, era caricato con 50 grammi di polvere di nickel.

Come nelle prove precedenti il processo è stato innescato utilizzando una resistenza elettrica. La potenza di ingresso era 330 watt, di cui circa 30 watt servivano a far funzionare l'elettronica.

Kullander e Essén hanno osservato questo fenomeno: la curva della temperatura dell'acqua in uscita ha mostrato un incremento costante fino a circa 60 ° C, dopodiché si è verificata un'impennata.

“Poi la curva è diventata più ripida, aveva decisamente una nuova derivata. Allo stesso tempo, non c'è stato alcun aumento di consumo di energia (elettrica), piuttosto è diminuita al crescere della temperatura, ha detto Essén.


Nel loro report osservano che ci sono voluti nove minuti per passare da 20 ° a 60 ° C, fase che corrisponde al riscaldamento dovuto alla potenza elettrica assorbita. Per il passaggio da 60 a 97,5 ° C, all'opposto, ci sono voluti appena quattro minuti.

Mentre l'esperimento si svolgeva, Kullander e Essén hanno avuto l'opportunità di esaminare le attrezzature.

Abbiamo controllato tutto ciò che poteva essere controllato, e abbiamo potuto andare in giro liberamente e dare un'occhiata alla maggior parte delle attrezzature, ha detto Essen.

“Abbiamo esaminato in modo specifico la grande centralina (che ospita l'elettronica), contiene per lo più raddrizzatori e componenti passivi non vi era nulla degno d'interesse,
ha detto Kullander, confermando ciò che Levi aveva osservato in passato.

Bologna, 29/03/11 – l'output del dispositivo liberato dall'isolamento

Kullander ed Essén ebbero il loro primo contatto con Rossi a metà febbraio, in occasione di una discussione sulla fisica dell'Energy Catalyzer, organizzata da Ny Teknik. Dopo avere ottenuto risposte da Rossi a diverse domande, espressero un giudizio cautamente ottimista sulla tecnologia.

In un primo incontro con Rossi, a fine febbraio, venne fornito loro un campione della polvere di nickel puro destinata a essere utilizzata nell'Energy Catalyzer, e un altro campione di polvere di nickel che, secondo Rossi, era stato usato nel reattore per 2 mesi e mezzo.

La loro analisi ha mostrato che la polvere pura è composta essenzialmente da nickel puro, mentre la polvere usata contiene diverse altre sostanze, in primis un 10% di rame e un 11% di ferro.

Purché il rame non sia uno degli additivi utilizzati come catalizzatore, gli isotopi 63 e 65 del rame possono essersi formati solo nel corso del processo. La loro presenza è quindi una prova che si verificano reazioni nucleari nel processo, ha detto Kullander (vedi dettagli più avanti).

Proprio l'incontro di febbraio ha portato al loro coinvolgimento nella nuova prova tenutasi a Bologna.

“La mia convinzione che ci sia uno sviluppo di energia ben superiore a quanto sarebbe da aspettarsi è stata rafforzata in modo significativo, in quanto ho avuto occasione di vedere il processo personalmente ed effettuare le misure,” ha detto Kullander.

“Tutto ciò che abbiamo trovato finora collima. Non vi è niente che dia l'idea di essere strano. Tutte le persone coinvolte sembrano oneste e competenti,
ha aggiunto Essén.

In linea con ciò che esternarono durante la discussione a febbraio, credono che la fisica del catalizzatore di energia può forse essere spiegata con una combinazione di fisica atomica, molecolare, nucleare e del plasma. Allo stesso tempo, sono scettici rispetto a teorie dettagliate e ipotetiche suggerite in questa fase, e hanno sottolineato invece la necessità di ulteriori dati.

Ritengono che Focardi e Levi abbiano la stessa impostazione e sostengono il loro punto di vista.

Focardi, che ha lavorato con Rossi durante lo sviluppo dell'Energy Catalyzer, è professore emerito presso l'Università di Bologna, mentre Levi sarà ora responsabile della ricerca sull'Energy Catalyzer al Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna, ricerca commissionata da Rossi che paga 500.000 euro in base a un accordo tra la sua azienda (Leonardo Corporation) e l'Università.

Kullander ed Essén non sono coinvolti in questo progetto.

Durante la loro visita a Bologna si sono incontrati con il Rettore dell'Università di Bologna, il professor Ivano Dionigi, ed hanno discusso con lui, Rossi, Focardi, Levi e Bianchini sul progetto. Secondo Kullander e Levi, una futura collaborazione per la ricerca è possibile.

Mats Lewan (06/04/11, Ny Teknik, Svezia)
La polvere usata contiene
il dieci per cento di rame
traduzione di Daniele Passerini dell'articolo di Mats Lewan
The used powder contains ten percent copper

Le analisi della polvere di nickel usata nell'Energy Catalyzer di Rossi, mostra che si forma una grande quantità di rame. Per Sven Kullander questa è la prova di una reazione nucleare.

Perché dal nickel venga a formarsi rame, il nucleo di nickel deve catturare un protone. Il fatto che questo forse si verifica nel reattore di Rossi è la ragione per cui è stato accennato al concetto di fusione fredda che comporterebbe la fusione tra nuclei di nickel e idrogeno.

Un termine che molti considerano essere più corretto, comunque, è LENR (Low Energy Nuclear Reaction) ovvero reazione nucleare a bassa energia.

Ny Teknik: Per quanto tempo si presume che la polvere sia stata usata nel processo?

Kullander:
Secondo quanto ci è stato riferito da Rossi, la polvere è stata usata
ininterrottamente per 2 mesi e mezzo con una potenza in uscita di 10 kW. Ciò corrisponde a un'energia totale di 18 MWh, con un consumo fino a 100 grammi di nichel e di due grammi di idrogeno. Se quell'energia fosse stata prodotta bruciando petrolio, sarebbero state necessarie due tonnellate di petrolio.

Ny Teknik: Che analisi avete fatto sulle polveri?

Kullander:
analisi degli elementi e analisi isotopica. Presso il Laboratorio Ångström di Uppsala (Svezia), l'analisi degli elementi è stata effettuata utilizzando la Spettrofotometria XRF. Il Dottor Erik Lindahl ha eseguito l'indagine. Presso il Centro Biomedico Uppsala, sia l'analisi degli elementi sia l'analisi isotopica è stato fatto attraverso la Spettrometria di Massa a Plasma Accoppiato Induttivamente (ICPMS) . Il Professore associato Jean Pettersson ha eseguito la misurazione.

Ny Teknik: Che risultati avete ottenuto dalle analisi?

Kullander: Entrambe le misure mostrano che la polvere di nickel puro contiene principalmente nickel, e che la polvere usata è diversa in quanto diversi elementi sono presenti, principalmente rame (10%) e ferro (11%). L'analisi isotopica mediante ICPMS non mostra alcuna deviazione dalla composizione isotopica naturale di nickel e rame.

Ny Teknik: Come interpretate i risultati?

Kullander: Purché il rame non sia uno degli additivi utilizzati come catalizzatore, gli isotopi 63 e 65 del rame possono essersi formati solo nel corso del processo. La loro presenza è quindi una prova che si verificano reazioni nucleari nel processo. Tuttavia, è da rimarcare che il nickel58 e l'idrogeno possono formare rame63 (70%) e rame65 (30%). Questo significa che nel processo, il nickel58 originale dovrebbe essere cresciuto rispettivamente di cinque e sette unità di massa atomica durante la trasmutazione nucleare. Tuttavia, ci sono due isotopi stabili del nickel con bassa concentrazione, il nickel62 e il nickel64, che, plausibilmente, potrebbero contribuire alla produzione del rame. Secondo Rossi il rame non è tra gli additivi. 100 grammi di nickel era stato usato per 2 mesi e mezzo di riscaldamento continuo con 10 kW di potenza di uscita. Un semplice calcolo mostra che gran parte del nickel deve essere stato consumato, se è stato bruciato in una reazione nucleare. È quindi un po' strano che la composizione isotopica non differisca da quella naturale.

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00:45 – 07/04/11 – Il Ritorno della Fusione Fredda: Intervista di Radio24 a…

06 Aprile 2011 Ascolta l’intervista al Dott. Levi sull'Energy Catalyzer. Clicca sul player sottostante per ascoltare.

[audio:http://www.territorioscuola.com/download/110406-mrkilowatt.mp3]

I test a cui è stato sottoposto l’Energy Catalyzer dell’Ing. Andrea Rossi, basato sugli studi di Sergio Focardi, Professore emerito dell’Università di Bologna, stanno facendo vacillare anche i più scettici, come i fisici svedesi Sven Kullander e Hanno Essén, che hanno partecipato a uno dei 4 test finora svolti, e che nel rapporto uscito oggi parlano di energia nucleare.

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