19:46 – 24/09/11 – Il Neutrino? In fondo al tunnel a destra…

Tutti i Video sul Min-Cul-Flash (Allucinogeni?)

Non ce ne eravamo accorti, ma il Ministero dell'Istruzione dell'università e della Ricerca italiano ne è sicuro.

Esiste un tunnel di 732 Km tra il Cern di Ginevra e il Gran Sasso e non lo sapevamo. Di più: Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Gelmini dixitN.B. Gelmini l'ha fatto sparire, ma noi e moltissimi altri abbiamo salvato il comunicato stampa della vergogna ad memoriam….

Sfidando qualsiasi senso del ridicolo e con una battuta che starebbe bene in un film di Bombolo (Sordi è già troppo intellettuale) il ministro ricostruisce a modo suo l'esperimento che in questo momento sta smuovendo il mondo scientifico, e copre di ridicolo lei, il Ministero che guida, il Paese. Nessun tunnel, ma un fascio di neutrini che è stato ‘sparato' dal Cern di Ginevra per un viaggio sotterraneo che dura 2,4 millisecondi, raggiunge la profondità massima di tre chilometri per effetto della curvatura terrestre e termina al Gran Sasso, dove il fascio è ‘fotografato' da un rilevatore e ne viene misurata la velocità.

Quindi tranquilli, soprattutto i cittadini di Firenze che si trovano sulla traiettoria: il viaggio delle particelle, perfettamente rettilineo, non impegna nessuna struttura costruita dall'uomo; e nessuno potrà usare tale esperimento per giustificare una nuova Tav sotto il Trasimeno.

Purtroppo però per noi, il ministro pensa che i soldi che l'Italia dà per la partecipazione al Cern siano finiti nella costruzione di qualcosa che con la fisica delle particelle ci sta come i cavoli a merenda: un bel tunnel che farebbe impazzire dagli incubi qualsiasi progettista: ben 732 chilometri, opera inconcepibile e impossibile (quello più lungo costruito dall'uomo è a tutt'oggi il nuovo San Gottardo, solo 57 chilometri, roba da ragazzi). Del resto, non è questo il governo del fare? Non si riesce a fare il Ponte sullo Stretto, almeno abbiamo fatto un tunnel tra Cern e Gran Sasso…

Il ridicolo toglie il fiato, ma vorremmo consigliare il ministro: quando avrà terminato di compiere gaffes e danni in Italia, quando avrà cessato di colpire la scuola e l'università e la ricerca nel suo infelice Paese, vantandosi di meriti inesistenti per dare un senso a una reale incompetenza e ignoranza, dovrebbe andare su Alpha Centauri in visita: pare che lassù stiano costruendo un tunnel tra Vega e Cassiopea: in tre secondi sei in un altro mondo, e nessuno ti conosce…

di Piero Graglia, Rete29Aprile.

Comunicato stampa del MIUR del 23/09/2011

19:56 – 14/03/11 – Di Menna (UIL): meno frasi ad effetto, è ora di discutere di aumenti.

Continuando a rappresentare la scuola dal 'suo' punto di vista il ministro Gelmini rischia di diventare una 'opinionista'  –  è il commento del segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna alle affermazioni del ministro dell'istruzione ospite ieri nella trasmissione 'che tempo che fa'.

La scuola è un settore complesso, con molte professionalità, una dimensione nazionale e un compito  che la rendono essenziale per lo sviluppo del Paese. Ci vorrebbero – aggiunge Di Menna – meno frasi 'ad effetto' e più azioni concrete.

Sui professori pagati poco perché troppo numerosi, inviterei il ministro a preoccuparsi della circostanza per la quale in Italia (come evidenziato in una recente ricerca della Uil) abbiamo il maggior numero di politici  rispetto agli altri paesi europei e i meglio pagati – ribatte il segretario della Uil Scuola.

Il nodo resta quello delle risorse – ammonisce Di Menna – quali scelte si intendono perseguire per il nostro sistema di istruzione. I dati Ocse pongono l'Italia agli ultimi posti nel rapporto spesa per istruzione/Pil. L'Istat ci ha ricordato che siamo passati dal 4% al 3,7% riducendo ancora di più la quota di ricchezza nazionale destinata all'istruzione (a fronte di una media europea del 5,1%).
Anche nel rapporto spesa per istruzione e resto della spesa pubblica siamo al 9,7% a fronte della media europea dell'11%.

Non si tratta semplicemente di un problema di rientro dal debito pubblico che non consente di avere risorse adeguate, ma di qualificare la spesa pubblica. Occorre ridurre le spese improduttive, gli sprechi, la burocrazia ridondante, le eccessive spese per la politica e indirizzare risorse agli investimenti per l'istruzione.

Su questo e su un piano di graduale aumento delle retribuzioni sollecitiamo il ministero a rappresentare questa esigenza nel dibattito politico e nell'azione di governo.

Occorre rassicurare tutti che la stragrande maggioranza dei ragazzi studia in scuole pulite. Migliore utilizzo del personale e l'efficacia della spesa sono aspetti che competono alla responsabilità del ministro al quale abbiamo fatto più volte proposte per riorganizzarle al meglio sulla base delle concrete esigenze delle scuole.

19:24 – 05/12/10 – Uno Stipendio targato Vaticano…

Alla faccia dei lavoratori della scuola pubblica e della parità di trattamento economico (Quando Tremonti fa rima con Vaticano)

A proposito di: Ministero dell’Economia e delle Finanze – Nota prot. 0100132 del 25.11.10 (Insegnanti di religione cattolica a tempo indeterminato della scuola secondaria di primo grado – Trattamento economico)..

Il MEF, con il protocollo in entrata n° 90856 del 27 Ottobre 2010, nel rivolgersi all'Ispettorato Generale di Finanza e al Dipartimento A.G.P.S – D.C.S.I.I., scrive:

“Sono pervenuti allo scrivente Ufficio richieste di chiarimenti da parte di numerose Ragionerie territoriali dello Stato in merito al trattamento economico da attribuire agli insegnanti di religione cattolica nominati nella scuola di istruzione secondaria di primo grado, alla luce dell’istituzione dei ruoli regionali di tale personale docente, previsti dalla legge 18 Luglio 2003, n° 186, recante norme sullo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica.”

Le Ragionerie territoriali dello Stato….[omissis] hanno formulato osservazioni sui decreti di attribuzione del trattamento economico ai docenti di religione dell'istruzione secondaria di primo grado inviati dagli Uffici scolastici regionali posto che ai medesimi non possa essere riconosciuto il trattamento economico previsto per i docenti della scuola secondaria di secondo grado in quanto ciò comporterebbe una disparità di trattamento con gli altri docenti che godono di un trattamento economico diversificato a seconda che l'insegnamento sia svolto nella scuola secondaria di primo o secondo grado.

IL MEF, con il protocollo in uscita n° 0100132 risponde alle Ragionerie territoriali dello Stato “LORO SEDI“:

“Come si evidenzia nel parere allegato, la normativa vigente in materia non opera alcuna distinzione tra il trattamento economico dei docenti di religione nella scuola secondaria di primo grado e quelli della scuola secondaria di secondo grado”

Tutto ciò nonostante il Consiglio di Stato, nell'Adunanza della sezione Seconda del 25 Maggio 2005 – su quesito posto dal MIUR – abbia sostanzialmente ritenuto applicabile agli IRC le sole disposizioni dell'art. 485 del T.U. della scuola (D.Lgs. n° 297/1994) richiamato dalla legge n° 186/2003 – uniformando così tali inquadramenti alla disciplina di immissione in ruolo di tutti gli altri docenti ed evitando disparità di trattamento…

Per leggere tutta la sequenza ufficiale e le palesi contraddizioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze, Scarica il Documento ufficiale del M.E.F. .(Non hanno nemmeno il pudore di nasconderlo…)

12:04 – 14/07/10 – Tu non paghi ed Io Class Action…

Finanziamenti alle scuole. In programma la class action per risarcimento danni.

Nei prossimi giorni sarà notificata al Ministero dell’Istruzione la diffida per la class action per ottenere un risarcimento a favore delle scuole pari ai crediti, circa 1,6 miliardi di euro, che queste vantano nei confronti del Miur.

L’iniziativa è stata promossa dai rappresentanti delle associazioni dei genitori e dalla CGIL al fine ottenere il rispetto del principio costituzionale che prevede l’obbligo per lo Stato di finanziare la scuola della Repubblica e la gratuità del servizio.

16:45 – 16/01/10 – Alunni stranieri al 30%: l'integrazione è ancora lontana.

Alunni stranieri
Alunni stranieri

In merito alla recente Circolare emanata l' 8 gennaio dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, “Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana“, riteniamo vada apprezzato lo sforzo di fornire delle indicazioni di carattere nazionale, dotate di una loro coerenza ed organicità ma non possiamo non evidenziare limiti, dubbi ed interrogativi che non trovano risposta pure ad una attenta lettura dell'intero testo e conducono inevitabilmente a considerazioni e questioni di carattere più generale.

Un rischio evidente
La Circolare prevede che le iscrizioni dei minori non italiani per classe dal prossimo anno scolastico non dovranno superare il 30% degli iscritti.
Come verrà concretamente applicata questa nuova norma? Chi vigilerà sulla sua applicazione?
Diciamo questo perché forse pochi sanno che un tetto al numero di alunni stranieri nelle scuole italiane c'era già, fin dal 1999, previsto dal dpr 394/1999, tuttora vigente, che prevede all'art. 45 un tetto massimo del 50% per evitare “la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri”. Sorge allora spontaneo chiedersi come mai non si sia mantenuto quel limite e se, come sembra, sia stato spesso superato nella realtà (490 istituzioni scolastiche sono già molto al di sopra della percentuale prevista), come mai non sia stata fatta rispettare questa norma e perché ora dovrebbero cambiare le cose tanto più in presenza di una norma maggiormente restrittiva.

Un limite di fondo
Questa circolare sottolinea diversi aspetti legati al fatto di favorire il più possibile non solo l'inclusione degli alunni non italiani ma anche la loro scolarizzazione (almeno dell'obbligo) anche per prevenire una serie di criticità, quali ad esempio la dispersione, l'abbandono o l'insuccesso scolastico ma non ne cita uno, a nostro parere essenziale: il diritto di cittadinanza. Purtroppo è questo il suo principale limite: non affronta il tema delle lungaggini e difficoltà per l'acquisizione del diritto della cittadinanza italiana e non individua delle vie preferenziali, per ottenerla, come potrebbe essere quello di aver completato il ciclo di scuola dell'obbligo.
Ci chiediamo: a cosa serve regolamentare e garantire il diritto allo studio degli studenti stranieri o favorire l'acquisizione di un titolo di studio o il completamento di un percorso di formazione professionale, se poi tutto ciò non conta nulla sui criteri o sui tempi di acquisizione della cittadinanza italiana e conseguentemente, sull'avvio di una professione regolare? Una proposta di legge bipartisan sull'argomento prevede espressamente di tenerne in giusto conto (proposta di legge n. 2670 Sarubbi e Granata).

Gradualità sì, sperimentazione no: perché?
La decisione del Ministro Gelmini di applicare questo limite del 30% in modo graduale, a partire dalle prime classi dei diversi ordini scolastici è sicuramente una modalità prudenziale ma, a nostro avviso, non sufficiente. Sarebbe stato, infatti, preferibile prevedere una introduzione sperimentale di questa norma per la durata di un anno scolastico (così come è stato saggiamente fatto per l'insegnamento Cittadinanza e Costituzione) per verificarne gli effettivi risvolti, i risultati operativi, le buone pratiche (che effettivamente ci sono) ed eventualmente apportare i conseguenti correttivi.

Ampliamento delle condizioni per il superamento del limite del 30%
La Circolare prevede già alcune condizioni, come quella di lasciare fuori dalla percentuale di alunni stranieri per classe quella riguardante gli alunni stranieri nati in Italia aventi “una adeguata competenza della lingua italiana”. In parole povere: il computo degli studenti stranieri nati in Italia (cioè quelli di seconda generazione) non dovrebbe rientrare nella percentuale del 30%. Però ci chiediamo: come mai non possono rientrare nella stessa “categoria” i bambini non nati in Italia ma arrivati in Italia da piccolissimi e che per questo, nella gran parte dei casi, conoscono e parlano la lingua italiana perfettamente e sono anche pienamente integrati?
Apprezzabili, invece, altre situazioni previste dalla Circolare, perché tengono conto sia delle peculiarità territoriali che dell'autonomia didattico -organizzativa delle istituzioni scolastiche, che delle buone pratiche già realizzate da molte scuole.

Con quante risorse finanziarie si pensa di sostenere l'applicazione di questa circolare?
Ai finanziamenti necessari per l'avvio di corsi pomeridiani, di classi “temporanee o di attività di sostegno linguistico si accenna solamente e in modo molto sfumato mentre ci sembra che questo aspetto rivesta un'importanza strategica e chiediamo al Ministro di far conoscere l'entità delle risorse e i criteri di distribuzione.
Ci sembra essenziale che il Governo provveda anche ad individuare altre modalità di sostegno alle famiglie degli alunni non italiani come:
– agevolazioni economiche per il servizio mensa, il tempo pieno e altri servizi offerti dalle scuole in fascia pomeridiana per favorire un inserimento precoce e intensivo, attraverso un'immersione linguistica ma anche culturale di ogni alunno non italiano, ricca di occasioni di scambio e interazione informali e collettive;
– “un'informazione puntuale e mirata alle famiglie degli alunni stranieri” (come prevede la Circolare) non solo nella fase iniziale, quella che precede l'offerta scolastica e l' inserimento dell'alunno nel sistema scolastico italiano, ma anche periodicamente, in tutte le fasi del percorso didattico, allo scopo anche di creare un canale di comunicazione stabile che, attraverso figure specifiche (es. mediatori culturali ma non solo) possano coinvolgere l'intera famiglia nel processo di integrazione;
– programmi ed interventi personalizzati nei confronti degli alunni stranieri come il testo prevede, che, a nostro parere sarebbero i più efficaci ed adatti rispetto a corsi o attività collettive anche se in piccoli gruppi. Ma come garantirli in una fase in cui l'organico della scuola italiana, soprattutto quello della scuola primaria e dell'infanzia, risulta fortemente ridotto e impossibilitato a garantire i servizi ordinari?

Ma il sostegno e la formazione ai docenti chi la garantisce?
Un elemento di debolezza ci sembra quello di non aver previsto neanche l'avvio di un programma formativo e di sostegno rivolto ai docenti e alla produzione di sussidi specifici, soprattutto delle scuole dell'infanzia e primaria, sui quali ricade quotidianamente la gestione didattica, linguistica, culturale ed umana degli alunni italiani e non. Per questo crediamo che utilizzare le buone pratiche già realizzate in altri paesi europei potrebbe rappresentare un buon punto di partenza.

Adriana Bizzarri
Coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva

18:10 – 08/11/09 – Sette! (ma non è un numero): Il Lavaggio Istituzionalizzato del Docente…

Circolare Ministeriale - 26 giugno 1998 -  Prot. N.4942 dell 8 Luglio 1998
Circolare Ministeriale - 26 giugno 1998 - Prot. N.4942 dell' 8 Luglio 1998

del Maestro Adriano Fontani

La Ricostruzione di un fatto: quando l'ex-Ministero della Pubblica Istruzione incaricò Scientology…

In italia il più grande ente pubblico statale, la più grande azienda nazionale, MPI-MIUR, con Scientology stipulò una convenzione onde i seguaci di Ron Hubbard tenessero corsi di aggiornamento e formazione per docenti di ogni ordine e grado.

Premetto che la nostra Amministrazione è un mostro di proporzioni mondiali, ingestibile e clientelare, un mastodonte verticistico ed autoritario, troppo spesso inosservante di leggi e regolamenti, prima vera causa di mobbing-bossing, una Istituzione Pubblica centralizzata che per la sua elefantiacità e mastodonticità non ha uguali nel mondo: 1.310.000 dipendenti. Il più grande Ente pubblico degli USA, il Dipartimento della Difesa (il Pentagono), militari inclusi, ha meno della metà dei dipendenti: 652.400. Negli Usa (4 volte i nostri abitanti) il Ministero-Dipartimento dell'Educazione conta 4.573 dipendenti.

Una delle conseguenze di tanta mole sono clientelismo, ingestibilità, incontrollabilità e favoritismi: solo un simile ente poteva stipulare una convenzione con quella che a giudizio di tutti è in assoluto di gran lunga la più pericolosa tra le grandi, ricche sette religiose multinazionali: Scientology, fondata da Ron Hubbard.

Ricordo che in data 16-7-2007, su diretto invito del Presidente Luciano Violante, fui personalmente audito in Commissione Affari Costituzionali della Camera proprio sulla pericolosità delle Grandi Sette internazionali (audio su Radio Radicale e resoconto stenografico facilmente reperibili su Internet, digitando Maestro Adriano Fontani).

In quel caso era in gioco un'altra potente Setta, anch'essa, diversamente che in Italia, non riconosciuta legalmente nella più avanzata ed avveduta Francia, la CCT di Geova con la quale pure il MPI-MIUR (stando a 5 diversi Casi documentati successi in diverse parti d'Italia dal 1990 al 2007) ha strani ed ambigui rapporti di sudditanza.

Una Circolare del Viceministro Carla Rocchi (allora MPI Luigi Berlinguer), datata 26 giugno 1998 (Prot. N.4942 dell’ 8 Luglio 1998), stabiliva che la Commissione degli Ispettori Tecnici aveva dato parere favorevole in data 16.6.1998 ad attività di aggiornamento e formazione dell'Associazione A.N.C.I.M., parte di Scientology, avente come tema le tecnologie di comunicazione di Ron Hubbard, (fondatore appunto di Scientology). La circolare specificava pure che la frequenza a tale Corso, a Roma, dava diritto agli incentivi economici e di carriera previsti dal CCNL.

La pericolosità di Scientology, in quanto a distruzione della personalità, plagio, manipolazione mentale, subornazione, induzione al suicidio e mobbing, è ampiamente comprovata. Resta da chiedersi dietro quali eventuali lauti compensi la ricchissima setta abbia ottenuto simili permessi, autorizzazioni e riconoscimenti da un ente che, come la scuola pubblica, ha come unica finalità quella educativa, ma che, a sua volta vede essa stessa e non pochi suoi dirigenti sempre più spesso perdere cause, subire ricorsi, condanne penali e civili e pagare risarcimenti danni nei tribunali italiani per casi di mobbing, bossing, abusi d'autorità e violazione delle leggi.

Adriano Fontani

N.d.r.: usanze del genere continuano, purtroppo, ad attraversare – immutate – intere generazioni di governi, partiti, istituzioni e ministeri.

20:10 – 21/09/09 – Appello per contrastare il Disagio Mentale Professionale (DMP)

Sindrome da Burnout
Sindrome da Burnout

Il dott. Vittorio Lodolo D’Oria scrive:

Gentili docenti e dirigenti, nel porgere l’augurio di un proficuo lavoro per il nuovo A.S., desidero mettervi al corrente dell’iniziativa in corso che spero vorrete promuovere nel Vs.istituto. Sollecitato da numerosi docenti, e al fine di ottenere la debita attenzione sulla questione del Disagio Mentale Professionale, ho deciso di avviare una raccolta firme di docenti e dirigenti per attivare risposte concrete al succitato fenomeno.

Nell’appello allegato, suffragato da evidenti dati scientifici, si chiede al Ministro della Pubblica Istruzione di:

attivare la raccolta di dati epidemiologici sul DMP nei docenti; – avviare sistematicamente formazione e informazione di dirigenti e docenti sulla prevenzione e la gestione del DMP;

valutare attentamente i dati raccolti sul fenomeno DMP prima di innalzare “tout court” a 65 anni l’età pensionabile delle donne-insegnanti; – informare la classe medica sulla reale condizione di usura psicofisica della professione e sensibilizzare l’opinione pubblica per restituirle, almeno in parte, la spettante dignità.

Quanto sopra anche alla luce del nuovo Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori (D. Lgs 81/08) e delle recenti modifiche (D. Lgs. 106/09). Chi volesse aderire al suddetto appello, firmando lo stesso e promuovendo la raccolta firme nel proprio istituto, è pregato di accompagnare la sottoscrizione col numero del documento di identità non scaduto. La raccolta si protrarrà solo fino al 30 settembre.

L’appello (scaricabile del link sottoriportato e corredato dagli spazi per le firme), già sottoscritto da 700 docenti che hanno partecipato ai seminari formativi della settimana scorsa (7-11/), sarà presentato al Ministro in Ottobre. Si richiede infine di spedire le firme raccolte al seguente indirizzo: Dr. Vittorio Lodolo D’Oria c/o Argon Via Stephenson 43A 20157 Milano

Appello 2009 insegnanti (clicca per il download)

Fonte: Appello per contrastare il Disagio Mentale Professionale (DMP) « Burnout.