00:42 – 13/10/10 – INPS: Pensioni a Sorpresa?

Sei un lavoratore parasubordinato? Vuoi sapere se andrai in pensione? Chiedilo al presidente dell'INPS Antonio Mastrapasqua che ha detto: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parsubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”.

Da qualche giorno circola sul web questa notizia (riportata da varie testate minori: AGORA VOX, INTRAGE,…) secondo la quale il presidente dell'INPS Antonio Mastrapasqua ha dichiarato ad una intervista al Corriere, che i lavoratori parasubordinati non avranno la pensione pur versando i contributi. La questione sembra essere passata in sordina sui principali media.

Il mio auspicio è che una voce autorevole come la vostra, dopo aver accertato la credibilità delle fonti, sia in grado di divulgare la notizia al resto del Paese che non si informa attraverso il web.

Se quanto sostenuto dall'articolo fosse vero, i cittadini hanno il diritto di sapere. Con quale fiducia un giovane lavoratore dovrebbe continuare a versare i contributi all'INPS ?!? Nicholas B.

18:03 – 30/08/10 – Tagli alla Scuola: L'Appello dei Comitati Campani.

Dopo i cinquemila posti tagliati quest'anno nella Scuola in Campania , che si aggiungono agli undicimila dei due anni precedenti, registriamo parziali recuperi, anche se solo su sostegno e sulla riattivazione dei fondi regionali, da accreditare alla pressione delle lotte fatte dai precari in questi due anni.

Quindi le lotte pagano e stanno ripartendo in tutta la Campania.

A Benevento i precari della scuola hanno occupato un ex asilo nido affinché questo diventi luogo di aggregazione ed organizzazione sociale e culturale delle lotte in difesa della scuola pubblica e fulcro centrale per creare forme di mutuo soccorso atte a superare la crisi lavorativa in tutti i settori.

Tra le occupanti, Daniela Basile ha iniziato un non programmato e rischioso sciopero della fame da 5 giorni, intenzionata a non smettere sino a quando non sarà fissato un incontro in Prefettura cui siano presenti i funzionari regionali e della Pubblica istruzione compreso il Ministro Gelmini

I Comitati Campani (comitato insegnanti precari e ata sanniti, insegnanti precari Caserta, precari scuola Salerno, precari scuola Napoli, CPS Avellino), firmatari di questo appello riuniti nella scuola occupata di Benevento, nel sottolineare il sostegno e la solidarietà alla lotta dei precari della provincia e della collega, rilanciano per tutta la regione gli obiettivi del movimento:

  • 1. RITIRO DI TUTTI I TAGLI DEGLI ORGANICI
  • 2. ASSEGNAZIONE AI PRECARI DI TUTTI POSTI RECUPERATI SUL SOSTEGNO
  • 3. NO ALL'UTILIZZAZIONE SUL SOSTEGNO DI DOCENTI SENZA SPECIALIZZAZIONE
  • 4. BLOCCO DEGLI ORARI CATTEDRA SUPERIORI ALLE 18 ORE SETTIMANALI
  • 5. MESSA A DISPOSIZIONE PER LE SUPPLENZE DI TUTTI GLI SPEZZONI ORARI
  • 6. UTILIZZAZIONE DEI FONDI REGIONALI PER LA RIORGANIZZAZIONE DI POSTI SULLE CLASSI DI CONCORSO MAGGIORMENTE COLPITE DAI TAGLI

L'Assemblea regionale dei precari invita il personale della scuola di ruolo, che oggi verificano la precarietà del lavoro determinata dai tagli, ad unirsi nella lotta insieme a tutti i lavoratori precari della scuola.

In difesa della Scuola pubblica, del diritto all'istruzione, dei posti di lavoro unisciti a noi. Raggiungici al Presidio presso l'ex asilo nido sito in via Torre della Catena, di fronte Port'Arsa o ai Presidi organizzati dai comitati firmatari in tutte le Province Campane. Non chiudetevi in solitudine nelle vostre case; non cedete alla depressione; non permettete a chi vi distrugge la vita di avere il sopravvento. Uniti e numerosi si vince.

20:06 – 26/08/10 – Precari della Scuola, le Proposte dei Finiani…

Il governo licenzia i precari della scuola, e i finiani dicono: “Bisogna assumerli, 20 mila all’anno”. Lo dice senza mezzi termini il senatore Giuseppe Valditara, il referente di scuola e università del gruppo: “Già un anno fa avevo sollevato il problema indicando la soluzione: mandare in pensione al più presto gli insegnanti più anziani, e al loro posto assumere precari e giovani. Venti mila all’anno, senza particolari oneri per le casse dello Stato”.

Per l’esponente finiano uno dei problemi di fondo della scuola italiana è il reclutamento degli insegnanti, ossia un sistema di assunzioni che risolvano la piaga del personale assunto e licenziato ogni anno, che di conseguenza comporta una pessima qualità della didattica. Si costringono gli alunni a uno stillicidio assurdo di verdersi in cattedra ogni volta insegnanti diversi, con metodi diversi di insegnamento, con rapporti di fiducia reciproca da ricostruire. “Finchè restano nelle graduatorie 150 mila docenti in attesa di un posto – continua il senatore Valditara – non è pensabile di poter risolvere il problema del reclutamento. Per questo ritengo che bisogna trovare il modo di far posto anche a loro”.

Una posizione ufficialmente esposta in un disegno di legge in cui si legge testualmente: “Il personale docente delle scuole statali che, entro il 31 gennaio 2010, con decorrenza dal successivo 1° settembre 2010, rassegni le dimissioni volontarie dall’impiego, può domandare di accedere al trattamento pensionistico, in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore ad anni 34 e di una età pari o superiore ad anni 59, di una anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e di un’età pari o superiore a 58 anni, oppure in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore a 36 anni e di un’età pari o superiore a 57 anni, oppure, indipendentemente dall’età, in presenza di un requisito di anzianità contributiva pari o superiore a trentotto anni”.

E invece sono arrivati i tagli imposti dal duo Gelmini Tremonti, e per il problema dei precari è caduta ogni speranza di soluzione. “E invece basta dare la possibilità di lasciare il servizio agli insegnanti più anziani, riducendo l’età dei pensionamenti a 58 anni”.

E come coprire i costi di questa operazione? “La risposta: “Assumendo i precari si recupererebbe l’assegno di disoccupazione che comunque lo Stato sarebbe costretto a riconoscere loro quando perdono l’incarico. Inoltre lo stipendio iniziale di un neoassunto è certamente inferiore rispetto a quello di chi va in pensione. Un ragionamento che mi pareva fosse accettato anche dal governo, ma che non ha avuto seguito”.

Per l’intervento di Giulio Tremonti che comunque sollevò la questione delle liquidazioni dei pensionandi per i quali per due anni non ci sarebbero state risorse. “Nemmeno la mia controposta – conclude Giuseppe Valditara – di rinviare appunto la liquidazione per due anni è stata accettata. Con la conseguenza che oggi ci troviamo ad affrontare il dramma dei precari in un contesto sempre più drammatico. Il problema non può più essere sottovalutato”. Per i finiani, insomma, la questione dei precari resta un banco di prova per continuare la collaborazione di governo.

Fonte: Il Fatto Quotidiano.

10:15 – 23/07/10 – Report Audizione Parlamentare Commissione Cultura del 15/07/10.

REPORT AUDIZIONE PARLAMENTARE COMMISSIONE CULTURA

L'incontro con il presidente della Commissione Cultura on. Valentina Aprea tenutosi il 15 luglio 2010 ha visto una delegazione mista con 3 docenti precari del Coordinamento precari scuola, 1 lavoratrice del personale ATA, 1 studente e un genitore, che è anche insegnante di ruolo.

Oggetto dell'audizione sono stati da un lato le condizioni generali della scuola all'indomani della prima trance di tagli al personale e alle risorse introdotti dalla 133 e dai provvedimenti che hanno investito i fondi d'istituto e dall'altro il tema del reclutamento del personale della scuola.

Come delegazione abbiamo affrontato le varie sfaccettature delle conseguenze dei tagli:

  • sovraffollamento delle classi con conseguenti difficoltà didattiche;
  • mancanza di sicurezza nelle aule e nelle strutture;
  • problemi nell'integrazione della diversabilità e distruzione del modello italiano di integrazione, unico in Europa
  • mancata soddisfazione delle richieste di tempo pieno avanzate dalle famiglie e fallimento del modello di scuola primaria a 24 ore promosso dal Ministero;
  • caos e disorganizzazione rispetto ai percorsi della secondaria, con specifico riferimento al taglio di ore e laboratori e alle recenti sentenze del TAR;
  • insufficienza di personale ATA e difficoltà nella gestione delle strutture.

Sul fronte specifico del precariato abbiamo per altro denunciato il totale fallimento del salva precari, sottolineando che:

  • chi ne ha usufruito l'anno scorso, quest'anno sarà disoccupato;
  • lo stato non ha messo una lira in quanto i costi sono ricaduti sull'inps o sulle regioni, anche attraverso un distorto utilizzo del Fondo Sociale Europeo;
  • ha rappresentato e rappresenta una deroga a diritti fondamentali sanciti dal CCNL: maternità, malattia, orario settimanale di lavoro, etc.;
  • totale mancanza di trasparenza delle graduatorie prioritarie che non sono mai state pubblicate;

Altro aspetto è stato quello del reclutamento:

  • abbiamo sottolineato la nostra contrarietà agli albi regionali e ei concorsi banditi per singole scuole o reti di scuole;
  • denunciato il rischio del clientelismo;
  • l'incostituzionalità dei limiti posti alla mobilità sul territorio nazionale;
  • sottolineato che se si tiene alla continuità didattica bisogna procedere alle immissioni in ruolo dalla graduatoria permanente.

La Aprea ha risposto che:

  • i tagli sono necessari nel quadro della crisi;
  • La scuola necessita di essere riformata e bisogna operare sugli sprechi accumulati negli anni;
  • Le graduatorie sono la causa della precarietà (non le mancate immissioni in ruolo, come le abbiamo fatto notare noi) e quindi, anche se il disegno Goisis non passasse è chiaro che si procederà in quella direzione per il futuro;
  • La prospettiva per lei è di reclutare il personale al 50% dalle graduatorie, al 50% dal nuovo sistema.

Nonostante un atteggiamento meno aggressivo e determinato rispetto all'anno scorso, frutto evidentemente degli effetti palesi e innegabili dei tagli sulla scuola, le posizioni sono e restano assai distanti, senza possibilità di mediazione alcuna rispetto agli scenari prossimi. Abbiamo quindi ribadito la nostra ferma determinazione a proseguire la lotta e anzi a svilupparla da settembre in avanti.

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Resoconto incontro al MIUR – 15 luglio 2010

Il giorno 15 luglio alle ore 17 circa al MIUR, una delegazione del CPS ha incontrato il capo della segreteria tecnica del ministro Gelmini, dott. Gianni Bocchieri.

Da subito Bocchieri ha informato la delegazione dell'intenzione di incontrare le OOSS per discutere con loro la situazione del precariato scolastico.

Il CPS ha espresso la necessità di essere presente a quegli incontri, in quanto diretti interessati, non sentendosi rappresentati in pieno da tutte le OOSS.

L'incontro si è svolto non senza attimi di tensione,soprattutto quando il CPS ha ribadito la sua ferma contrarietà all'applicazione dei tagli alla scuola e all'università e il suo rifiutare categoricamente la soluzione del salva precari.

il MIUR nella persona del Dott Bocchieri ha ribadito la ferma intenzione del ministero a non modificare in nessun modo la riforma della scuola mentre ha mostrato un timido spiraglio per quanto riguarda il salva precari dicendosi pronto a ricevere eventuali proposte di miglioramento.

Il CPS ha ribadito la sua assoluta contrarietà al salva precari chiedendone la cancellazione, si è cmq dimostrato disponibile a ricevere dal Ministero la bozza di miglioramento per analizzarla a fondo.

Per questo si è concordato alla fine di predisporre un ulteriore incontro dopo invio da parte del MIUR della bozza di modifica del salva precari.

13:23 – 19/05/10 – Grecia: Assalto dei Docenti Precari alla TV Pubblica…

Courtesy TerritorioScuola


Vedi anche:

16:22 – 08/05/10 – Appello-Petizione Nazionale contro le Classi Sovraffollate.

Di Ioannis Lioumis

Cari firmatari della petizione contro le classi affollate.

Tira una brutta aria. La situazione è drammatica. In Grecia, una realtà a noi vicina, insegnanti precari assaltano la sede della tv pubblica.

Gente che subisce, che si interroga e che talvolta reagisce.

I docenti precari Greci hanno assaltato la TV pubblica, chiedendo una Tv veramente pubblica. Volevano interrompere i monologhi ossessivi e deliranti a favore dei tagli del Ministro della Pubblica istruzione, chiedendo che la parola passasse ai diretti interessati (insegnanti, alunni, genitori).

Alla fine sono riusciti a comunicare in diretta al (telespettatore) cittadino Ellenico, le loro preoccupazioni per il continuo smantellamento della scuola pubblica, ed esprimere la loro posizione contro:

i tagli e le riduzioni alle già misere risorse per l’istruzione (l’anno prossimo 17.000 insegnanti greci perdono il loro posto di lavoro) e
l’aumento degli alunni per classe (anche in grecia si arriverà a 30)

P.S: Ieri lunedì 17 maggio è stata consegnata e protocollata la petizione contro il sovraffollamento delle classi sottoscritta da 6.900 cittadini (fino ad oggi), presso il Comandante Provinciale dei Vigili del fuoco di Modena e l’assessore all’Istruzione e alla Cultura della Provincia di Modena. Giovedì pomeriggio la petizione sarà consegnata al Prefetto, e al Dirigente dell’ Ufficio Scolastico Provinciale di Modena. Sarà inviata invece alla corte costituzionale, e alla VII commissione cultura della Camera e commissione cultura del Senato, alla fine della prima settimana di giugno.

16:41 – 02/05/10 – Sciopero degli Scrutini Contro lo Sciopero delle Istituzioni…

COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA NAZIONALE scrive:

La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta l’ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione e impoverimento dell’istruzione pubblica italiana. Tutto l’impianto delle leggi in tema di istruzione, all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, non solo introducendo i privati nei comitati tecnico-scientifici degli istituti tecnici, ma anche svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana.

Le misure adottate dal governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, licei sempre più licei disegnati per le elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani potrà formarsi e accedere all’università; tecnici e professionali sempre trasformati in scuole di avviamento al lavoro in cui si formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del domani.

La scuola berlusconiana non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale, mentre aumenta significativamente i finanziamenti alle scuole-diplomifici private. Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell’Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di illegalità.

Denunciamo altresì il peggioramento delle condizioni lavorative dei docenti precari e di ruolo, costretti ad insegnare in classi sovraffollate e smembrate, nonchè il disconoscimento della professionalità docente, con provvedimenti quali l’accorpamento di classi di concorso, i contratti di disponibilità e gli accordi stato-regioni. Denunciamo infine la generale riduzione dei diritti dei lavoratori della scuola, ad esempio con la normativa vessatoria in tema di malattia, lariduzione della contrattazione collettiva e del potere d’acquisto dei salari prevista dalla riforma del modello contrattuale, l’accesso disuguale al salario accessorio e gli inasprimenti disciplinari previsti dalla legge Brunetta.

Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini.

Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell’attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l’unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d’urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici.

Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni – nel rispetto della vigente normativa sindacale – in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell’intoccabilità degli scrutini.

Lo sciopero è oggi l’ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico. Esistono dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d’Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente senza bidelli non si aprono i cancelli; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.

Un’iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E’ indispensabile arrivare alla fine dell’anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.

Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l’anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.

Chiediamo, infine, a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini e, a tal proposito, accogliamo con soddisfazione la decisione dei Cobas Scuola di indire nel mese di giugno uno sciopero di due giorni in coincidenza con la settimana degli scrutini, nella piena legalità, come stabilito dalla legge 146/90. Una decisione, quella dei Cobas scuola, che dà seguito all’appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento dei precari, nel corso dell’assemblea nazionale dei precari della scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.

COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA NAZIONALE

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