12:23 – 16/07/10 – Emigrazione: Risorse per Imparare l'Inglese.

Di Aldo Mencaraglia

La conoscenza dell’inglese è fondamentale per un’emigrazione di successo soprattutto nei paesi anglosassoni, ovviamente, ma anche in tanti altri paesi dove la lingua inglese è parlata correntemente, tipo paesi scandinavi.
 
Purtroppo la conoscenza della lingua inglese da parte dell’italiano medio è scarsa soprattutto se confrontata con la conoscenza media degli stranieri e degli scandinavi in particolare. Questo è uno svantaggio notevole quando ci si pone in concorrenza per trovare un posto di lavoro nella nazione scelta come destinazione per l’emigrazione.
 
La soluzione è semplice: imparare l’inglese benissimo anche prima di emigrare. Per fortuna il raggiungimento di un livello di conoscenza dell’inglese discreto è relativamente facile. Basta solo impegnarsi. Se fate dell’apprendimento dell’inglese una delle vostre priorità principali nel contesto dell’emigrazione riuscirete a migliorare il vostro inglese anche studiandolo in Italia.
 
Secondo me i titoli di studio sono molto importanti per essere bene accetti nel mondo del lavoro in un paese straniero. Altrettanto importante però è la capacità di saper dialogare con i “nativi”: non importa quanto siate intelligenti, quanta cultura abbiate, se vi siete laureati con il massimo dei voti…… se non riuscite a farvi capire, tutto ciò non vale nulla.

Ovviamente potete spendere molti soldi per imparare l’inglese. Potete andare a lezioni private con insegnanti di madrelingua e questo è senz’altro il modo migliore, più efficace di utilizzare il tempo dedicato all’apprendimento della lingua.

Per fortuna esistono molti altri metodi meno costosi che possono fare il caso vostro.

Innanzitutto potete frequentare un corso di inglese di gruppo. Magari non ideale come una lezione privata individuale però vi consente di ottenere un’istruzione con un dispendio relativamente limitato. Ricordate inoltre di considerare i soldi spesi verso l’apprendimento dell’inglese come un’investimento.

In secondo luogo utilizzate Internet il più possibile. 

Esiste una miriade di risorse spesso volentieri o gratuite o basso costo.

Livemocha ad esempio fornisce una piattaforma con la quale incontrarsi e socializzare con amici da tutto il mondo ed imparare la lingua che vi interessa.

Youtube offre migliaia di video attraverso i quali potete imparare o migliorare il vostro inglese.

MrDuncan, ad esempio, è un insegnante di lingua inglese britannico che, dopo aver passato alcuni anni in Cina ad insegnare inglese, ha pensato di pubblicare su video le sue lezioni per principianti. Io consiglio vivamente a chi non sa parlare inglese di iniziare a guardarsi i video di MrDuncan. Sono semplici ma utilissimi per chi non ha le conoscenze di base dell’inglese.

Mylanguageexchange è un sito che mette in contatto studenti di lingue di tutto il mondo. Grazie all’utilizzo di Skype potete parlare con stranieri che vogliono imparare l’italiano. Allo stesso tempo poter imparare la lingua del vostro interlocutore. Se quindi selezionate qualcuno che parla inglese come madrelingua potete imparare l’inglese parlando con qualcuno e capendo allo stesso tempo il loro accento.

Per ultimo, un consiglio spassionato da chi ha vissuto 20 anni all’estero. Per imparare bene la lingua della vostra patria d’adozione, limitate il vostro contratto con gli italiani quando all’estero. All’inizio sarà molto difficile ma a lungo andare vi aiuterà a parlare la lingua del luogo molto meglio.

Leggete giornali, guardate film, socializzate prima che ve ne accorgiate parlerete l’inglese in modo perfetto!
 
In bocca al lupo
 
Aldo Mencaraglia

18:33 – 26/11/09 – Meno libri per tutti, tagliati 103 milioni per i più poveri…

Questa volta i tagli previsti dall’ultima Finanziaria non passeranno inosservati perché mettono in crisi una misura che è un pilastro della scuola pubblica dal 1967 e che serve a garantire il diritto allo studio a tutti i ragazzi. La notizia sembra imbarazzare anche il governo: sono stati soppressi i fondi che servivano a fornire libri di testo gratis agli alunni meno abbienti nella scuola dell’obbligo.

Si tratta di 103 milioni di euro che, fino a oggi, venivano indirizzati agli enti locali per pagare i buoni libro.“Il governo – commenta il capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni – ha cancellato con la Finanziaria lo stanziamento di soldi che, come dimostra anche il servizio studi di Montecitorio, sono destinati alla fornitura gratuita dei libri di testo a chi non può permetterseli”.

Replica il ministero dell’Istruzione: “I finanziamenti per il 2010 sono già previsti. Saranno infatti assicurati dalle risorse che il governo sta predisponendo e che saranno anche in parte recuperate tramite il rientro dei capitali. É la nostra priorità”.

Se ne deduce che la possibilità, per gli studenti in difficoltà economiche, di accedere ai testi scolastici è appesa allo scudo fiscale: “Prima o poi – ragiona la Ghizzoni – si scoprirà che lo scudo non basterà per tutto. Ogni volta che tagliano, ci raccontano che possiamo stare tranquilli perché rientreranno i capitali dall’estero”. E soprattutto lo scudo è una misura una tantum che finanzierà l’accesso ai libri per un solo anno, mentre i 103 milioni ne avrebbero coperti tre.

Proprio questo lascia perplessa la Ghizzoni, cioè che l’impegno del governo si limiti, come conferma il portavoce del ministro Mariastella Gelmini, a garantire la gratuità dei testi solamente per il 2010: “E’ una beffa. A parte il fatto che non ci sono certezze, ma solo parole, se anche il ministero dell’Istruzione fosse sincero, sta promettendo solo una norma tampone. Quest’anno doveva essere rinnovato il prossimo triennio, come ha fatto tre anni fa il governo Prodi e come sempre avviene. Nel 2011 invece saremo scoperti. Anche il ministro Bondi, ieri in aula, ha ammesso che questo allarme è reale”.

E al ministero dell’Istruzione ammettono che ancora non sanno dove troveranno i fondi il prossimo anno. La preoccupazione emerge anche negli ambienti sindacali: “Questa nuova mossa del governo – dice il segretario generale della Cgil scuola, Mimmo Pantaleo – si inserisce in un’opera di demolizione della scuola pubblica”. E aggiunge: “Si va disperdendo il concetto di gratuità dell’istruzione e tutto ciò – sottolinea il sindacalista – finirà per gravare sulle famiglie, con conseguenze molto pesanti sui loro bilanci considerando la crisi economica che ancora attanaglia il paese”.

Attacca anche la Cisl: “Il mancato stanziamento dei 103 milioni di euro, destinati alla fornitura dei libri di testo per gli alunni meno abbienti, penalizza ingiustamente – dice il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima – coloro che hanno minori possibilità economiche. É inconcepibile che un paese civile e che si vanta di essere la sesta potenza economica del mondo ostacoli in questo modo l’esercizio del diritto allo studio”.

Né il ministero dell’Istruzione, né quello dell’Economia, sanno dire come verranno utilizzati i fondi sottratti alla scuola.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

16:19 – 18/11/09 – Gli studenti tornano in piazza per il No Gelmini Day

Di Daniele De Chiara

“Riprendiamoci il futuro”, era scritto su uno striscione che apriva il corteo di Milano. A tenerlo, ragazzi e ragazze in piazza in occasione della “Giornata universale per il diritto allo studio”. Sì, un diritto.

Tutto mentre il ministro Maria Stella Gelmini, minimizzava le iniziative e “bocciava” le oltre 50 manifestazioni, sparse per l’Italia, con un semplice: “Sono quasi tutti legati al mondo dei centri sociali”. Non sembrava. A Milano ci sono state forti tensioni con le forze dell’ordine, che in seguito a scontri con i manifestanti hanno operato fermi, arresti e denunce.Mentre, nell’aria, si sentiva il grido: “Noi la crisi non la paghiamo!”. In mancanza della consueta scorta della polizia, gli studenti si sono mossi liberamente per le vie del centro. Il corteo, tra fumogeni colorati e megafoni che deridevano ministro, sindaco e assessore, ha creato disagi al traffico mentre venivano rovesciati cassonetti.

Quindi un blitz negli uffici dell’assessorato: “Hanno provato a bloccarci – racconta una ragazza del quarto ginnasio -: mentre scappavo avevo paura di cadere, lo zaino mi appesantiva”. Nell’inseguimento sono state danneggiate alcune auto “siete solo teppisti!” gridava un agente, e i carabinieri hanno fatto un largo uso di manganelli e scudi. In piazza dei Mercanti si è assistito ad un ulteriore scontro che ha portato al fermo di quattro ragazzi, due dei quali arrestati, e ad alcune denunce. “È per questo che non risulto come contuso o ferito”, commenta un liceale con grossi lividi, “non voglio mica farmi identificare, sono una vittima”.

Dopo una trattativa con alcuni funzionari della Digos, è stato permesso agli studenti di muoversi in corteo verso piazza Fontana. La giornata si è chiusa con un presidio in piazza San Babila, solidale con i ragazzi portati in questura. Ma, a Milano, sono giorni “particolari”; giorni in cui la tensione si sente. La Moratti ha fatto sgomberare del liceo Gandhi: dopo una notte di occupazione, la polizia è inter-venuta con una fiamma ossidrica. Sempre nei giorni scorsi sono stati arrestati cinque militanti dei collettivi che avevano fatto un’irruzione in una sede milanese degli studenti cattolici di CL.

Quindi ieri…Nel resto di Italia, invece, le manifestazioni si sono svolte pacificamente. A Catania e Palermo il traffico è andato in tilt. “Cani sciolti”, nella maggioranza dei casi. A Torino e a Bari gli universitari hanno occupato il rettorato in seguito a manifestazioni a cui hanno partecipato in migliaia. Nel capoluogo piemontese si è assistito a un innocuo lancio di uova contro la sede regionale del ministero, mentre i manifestanti esponevano un enorme profilattico finto con la scritta “preserviamo l’università”. A Firenze gli studenti hanno occupato i binari della stazione S.M. Novella. A Napoli hanno sfilato in cinquemila, mentre a Roma sono state distribuite banane come denuncia dello stato della nostra Repubblica.

Tutti dei centri sociali come dice la Gelmini? Risponde Luca, un quindicenne di Milano: “Siamo nati quasi tutti dopo la caduta del muro, il ministro tenta di delegittimarci, ma non risponde alla domanda di soldi senza i quali la scuola pubblica è spacciata”. “E’ vero che vado al centro sociale,” continua, “ma proprio per questo le iniziative le organizziamo autonomamente, senza partiti o sindacati che ci dicano che fare o ci finanzino”. L’ex – Onda intanto si prepara per le prossime mobilitazioni, in attesa che qualcuno provi a mettersi alla testa di questa rabbia senza leadership.da

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 18 novembre 2009

18:06 – 30/10/09 – Permessi per il Diritto allo Studio: le scadenze

Permessi per il diritto allo studio (150 ore),

Il 15 novembre 2009 scade il termine per presentare la domanda per i permessi per il diritto allo studio (150 ore), salvo diversa scadenza fissata a livello regionale.

La domanda può essere presentata da tutto il personale della scuola sia di ruolo che supplente. I permessi, se accordati, saranno fruibili nell’anno solare 2010 per un massimo di 150 ore (anche frazionabili tra più aspiranti). Per i supplenti i permessi sono proporzionali alla durata dell’incarico.

Il numero di permessi accordabili non può superare il 3% dell’organico (ex DPR n. 395/1988).

Possono presentare domanda, con riserva, anche coloro che sono in attesa dell’attivazione di eventuali corsi universitari o per il sostegno. I permessi, se accordati, saranno fruibili una volta attivati i corsi.

Le modalità di fruizione [ripartizione delle quote orarie destinate alla frequenza, esami, incontri con i docenti ecc. (con certificazione) ed eventualmente libere (per studio) e le priorità nell’accoglimento delle domande sono regolate da contratti integrativi regionali che potrebbero anche prevedere una scadenza diversa da quella solita del 15 novembre.

Fonte: CGIL Scuola Informa

19:45 – 05/10/09 – Rete Studenti: Domani consegna virtuale di 20 mln alle scuole

Non sulla Nostra Pelle
Non sulla Nostra Pelle

Rete Studenti da domani consegnerà, in maniera virtuale, 20 milioni di euro alle scuole italiane, durante una manifestazione di protesta che servirà a chiedere al governo maggiori finanziamenti per il diritto allo studio. I soldi saranno vincolati all’utilizzo per misure in favore del diritto allo studio e alla qualità dell’istruzione.

“Mancano i soldi per l’edilizia scolastica, e le nostre scuole continua a cadere a pezzi, ad essere poco funzionali e insicure”, scrivono. Mancano i soldi “per pagare i docenti e soprattutto per pagare la loro formazione, per questo i nostri insegnanti insegnano con i metodi in voga nel tardo Ottocento e spesso sono in difficoltà a relazionarsi con un computer”. “Ci paghiamo noi i corsi di recupero, che dovrebbero essere garantiti dalle scuole – prosegue la Retestudenti -, aumentano le tasse scolastiche e i libri di testo sono sempre più cari. Per questo abbiamo chiesto alla Gelmini che porti al governo di cui fa parte la richiesta di un aumento del 2% del Pil in finanziaria, anche per l’avvio di misure straordinarie sul diritto allo studio”. “La Gelmini – si legge in una nota – per ora non ha dato risposte positive, per questo la Rete ha deciso di consegnare qualche fondo alle scuole in modo che riescono a garantirci quantomeno i corsi di recupero di cui abbiamo diritto”.

Le prime consegne sono previste domani a Trento, nei locali della Provincia, in piazza Dante, alle 14.30; a Verona, liceo Maffei, alle 13; a Venezia, ufficio scolastico provinciale, via Muratori, alle 11; e a Bolzano, ufficio scolastico provinciale, via del Ronco. Mercoledì sarà la volta di Padova, Torino, Roma e Palermo.

Fonte: Scuola/ Retestudenti
Scarica il Manifesto contro i Tagli alla Scuola Pubblica

12:10 – 16/07/09 – Studiare non serve e il lavoro non c'è…

Il Corriere della Sera pubblica un articolo di Alessandra Mangiarotti sui giovani inattivi, circa settecentomila su uno studio che riguarda i giovani dal 15 ai 35 anni.

Giovani Colpiti in Volo...
Giovani Colpiti in Volo...

Giovani nè-nè vengono definiti perchè non credono che lo studio possa servire e non credono di riuscire a trovare un lavoro.

Non ci sono grandi novità da rilevare perchè è un atteggiamento riconducibile a quello che Padoa Schioppa definì inopportunamente “bamboccioni”, ricevendo notevoli e meritate critiche.

Ma il problema rimane la nostra è una gioventù iperprotetta ma anche con delle considerazioni che se non giustificano offrono un facile cuscino dove piangere invece che muoversi per trovare quello che non c’è.

Ne abbiamo parlato spesso di come il nostro sia un paese non per giovani, dove vige una scarsa mobilità sociale, dove avere il papi conta e molto, dove non conta invece la meritocrazia.

Può bastare per non impegnarsi nel trovare un lavoro, per smettere di studiare al primo scoglio, per non partecipare, pur con mille difficoltà di accesso, alla vita della comunità?

Viene da riflettere anche sui dati dei bocciati nella scuola, la Gelmini dice che questa dimostra una inversione di condotta nella scuola, dove si vede chi studia e chi non studia.

Io sono seriamente preoccupato dall’abbandono scolastico, dalle bocciature che lo provocano senza costituire un incentivo al riconoscimento del merito.

Dovrebbe essere preoccupato anche il nostro governo da queste statistiche che escono perchè se questo è il nostro futuro forse questa è davvero una emergenza.

Date però una occhiata dove si spende nel welfare in generale , tra politiche del lavoro e politiche di prevenzione sociale, per la promozione di opportunità per i giovani e capirete come davvero questo non sia un paese per giovani .

Fonte: Studiare non serve e il lavoro non c’è – Pollicino.