19:46 – 24/09/11 – Il Neutrino? In fondo al tunnel a destra…

Tutti i Video sul Min-Cul-Flash (Allucinogeni?)

Non ce ne eravamo accorti, ma il Ministero dell'Istruzione dell'università e della Ricerca italiano ne è sicuro.

Esiste un tunnel di 732 Km tra il Cern di Ginevra e il Gran Sasso e non lo sapevamo. Di più: Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Gelmini dixitN.B. Gelmini l'ha fatto sparire, ma noi e moltissimi altri abbiamo salvato il comunicato stampa della vergogna ad memoriam….

Sfidando qualsiasi senso del ridicolo e con una battuta che starebbe bene in un film di Bombolo (Sordi è già troppo intellettuale) il ministro ricostruisce a modo suo l'esperimento che in questo momento sta smuovendo il mondo scientifico, e copre di ridicolo lei, il Ministero che guida, il Paese. Nessun tunnel, ma un fascio di neutrini che è stato ‘sparato' dal Cern di Ginevra per un viaggio sotterraneo che dura 2,4 millisecondi, raggiunge la profondità massima di tre chilometri per effetto della curvatura terrestre e termina al Gran Sasso, dove il fascio è ‘fotografato' da un rilevatore e ne viene misurata la velocità.

Quindi tranquilli, soprattutto i cittadini di Firenze che si trovano sulla traiettoria: il viaggio delle particelle, perfettamente rettilineo, non impegna nessuna struttura costruita dall'uomo; e nessuno potrà usare tale esperimento per giustificare una nuova Tav sotto il Trasimeno.

Purtroppo però per noi, il ministro pensa che i soldi che l'Italia dà per la partecipazione al Cern siano finiti nella costruzione di qualcosa che con la fisica delle particelle ci sta come i cavoli a merenda: un bel tunnel che farebbe impazzire dagli incubi qualsiasi progettista: ben 732 chilometri, opera inconcepibile e impossibile (quello più lungo costruito dall'uomo è a tutt'oggi il nuovo San Gottardo, solo 57 chilometri, roba da ragazzi). Del resto, non è questo il governo del fare? Non si riesce a fare il Ponte sullo Stretto, almeno abbiamo fatto un tunnel tra Cern e Gran Sasso…

Il ridicolo toglie il fiato, ma vorremmo consigliare il ministro: quando avrà terminato di compiere gaffes e danni in Italia, quando avrà cessato di colpire la scuola e l'università e la ricerca nel suo infelice Paese, vantandosi di meriti inesistenti per dare un senso a una reale incompetenza e ignoranza, dovrebbe andare su Alpha Centauri in visita: pare che lassù stiano costruendo un tunnel tra Vega e Cassiopea: in tre secondi sei in un altro mondo, e nessuno ti conosce…

di Piero Graglia, Rete29Aprile.

Comunicato stampa del MIUR del 23/09/2011

19:56 – 14/03/11 – Di Menna (UIL): meno frasi ad effetto, è ora di discutere di aumenti.

Continuando a rappresentare la scuola dal 'suo' punto di vista il ministro Gelmini rischia di diventare una 'opinionista'  –  è il commento del segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna alle affermazioni del ministro dell'istruzione ospite ieri nella trasmissione 'che tempo che fa'.

La scuola è un settore complesso, con molte professionalità, una dimensione nazionale e un compito  che la rendono essenziale per lo sviluppo del Paese. Ci vorrebbero – aggiunge Di Menna – meno frasi 'ad effetto' e più azioni concrete.

Sui professori pagati poco perché troppo numerosi, inviterei il ministro a preoccuparsi della circostanza per la quale in Italia (come evidenziato in una recente ricerca della Uil) abbiamo il maggior numero di politici  rispetto agli altri paesi europei e i meglio pagati – ribatte il segretario della Uil Scuola.

Il nodo resta quello delle risorse – ammonisce Di Menna – quali scelte si intendono perseguire per il nostro sistema di istruzione. I dati Ocse pongono l'Italia agli ultimi posti nel rapporto spesa per istruzione/Pil. L'Istat ci ha ricordato che siamo passati dal 4% al 3,7% riducendo ancora di più la quota di ricchezza nazionale destinata all'istruzione (a fronte di una media europea del 5,1%).
Anche nel rapporto spesa per istruzione e resto della spesa pubblica siamo al 9,7% a fronte della media europea dell'11%.

Non si tratta semplicemente di un problema di rientro dal debito pubblico che non consente di avere risorse adeguate, ma di qualificare la spesa pubblica. Occorre ridurre le spese improduttive, gli sprechi, la burocrazia ridondante, le eccessive spese per la politica e indirizzare risorse agli investimenti per l'istruzione.

Su questo e su un piano di graduale aumento delle retribuzioni sollecitiamo il ministero a rappresentare questa esigenza nel dibattito politico e nell'azione di governo.

Occorre rassicurare tutti che la stragrande maggioranza dei ragazzi studia in scuole pulite. Migliore utilizzo del personale e l'efficacia della spesa sono aspetti che competono alla responsabilità del ministro al quale abbiamo fatto più volte proposte per riorganizzarle al meglio sulla base delle concrete esigenze delle scuole.

17:54 – 28/01/11 – Rapporto Italia 2011 (EURISPES).

Rapporto Italia 2011
Rapporto Italia 2011

[Sintesi elettronica di TerritorioScuola Server] – La nostra classe dirigente attuale, a differenza di quanto accade in altri paesi, non è né coesa né solidale.

Possiede una grande consapevolezza di sé e nessuna consapevolezza dei problemi generali. Non è mai riuscita a costituirsi in élite responsabile. è più semplicemente il frutto della tradizione feudale che connota ancora il nostro Paese.

La sua fragilità e la sua pochezza derivano dai meccanismi ereditari o di cooptazione benevola che ne hanno segnato i percorsi nel corso degli anni. Rari sono i casi che hanno visto premiato il merito, l'applicazione, le capacità.

La stessa mancanza di riflessione che caratterizza i problemi legati alla crisi del nostro sistema industriale e dell'istruzione emerge con tutta evidenza quando si parla del turismo e tutti convengono immediatamente che si tratta di un settore strategico, adatto ad esaltare le vocazioni e le caratteristiche del nostro Paese. Anche in questo campo si tace la verità o la si sottostima: e la verità è che negli ultimi quindici anni, in mancanza di serie politiche per il territorio, il degrado ambientale e urbanistico ha eroso quello che poteva essere considerato un autentico giacimento di ricchezza per l'Italia.

Non si vuole riconoscere che le regioni del Sud, ma anche quelle del Nord, non hanno tutelato a sufficienza il loro patrimonio storico, culturale e ambientale ed oggi, per riparare i guasti, occorrerebbero investimenti enormi.


Sommario del Rapporto Italia 2011..
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ITALIA UNA TERAPIA DELLA SCELTA..
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FIDUCIA/SFIDUCIA – FIDARSI È BENE? NON FIDARSI È MEGLIO!.
1. La fiducia dei cittadini nelle Istituzioni (sondaggio).
2. Banche e assicurazioni: italiani in crisi di fiducia (sondaggio).
3. Gli italiani e i servizi pubblici (sondaggio).
4. Dall'economia di carta all'economia delle materie prime.
5. Il commercio agroalimentare italiano.
6. I cibi, le etichette e le origini dei prodotti.
7. Bilateralità: nuova frontiera della tutela dei consumatori.
8. Beni e identità culturali.
9. Le fonti rinnovabili in Italia.
10. Il piacere di vivere in Italia (sondaggio).
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PROGETTAZIONE/IMPROVVISAZIONE -PREVEDERE E PREVENIRE..
11. L'Italia perde competitività? Una critica degli indici internazionali di competitività.
12. La crisi del transhipment italiano nel contesto del Mediterraneo: Taranto, Gioia Tauro, Cagliari.
13. Gli strumenti di pianificazione locale.
14. Leggi speciali per le città: casi di studio e iniziative per Firenze.
15. Il riciclo e le best practices. Il ruolo della comunicazione nella raccolta differenziata e gestione del ciclo dei rifiuti.
16. La qualità dell'aria nelle città italiane: dai provvedimenti emergenziali ad un approccio razionale.
17. Studio dei carichi dei nutrienti: un'applicazione al bacino del Po.
18. L'oceanografia operativa: uno strumento avanzato per la gestione delle emergenze in mare e della fascia costiera.
19. Dal consumismo al consumo critico: il 2010 l'anno contro lo spreco alimentare.
20. L'industria cinematografica italiana.
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BENESSERE/MALESSERE – BENESSERE E MALESSERE: DALL'AUTOVELOX A WALL STREET.
21. La condizione economica delle famiglie (sondaggio).
22. L'inflazione: poveri e maltrattati.
23. Il turismo italiano dai mille volti.
24. L'attività della Guardia di Finanza a tutela della sicurezza agroambientale ed agroalimentare.
25. Le infrastrutture informatizzate.
26. Criminalità minorile: giovani teppisti, giovani rapinatori, giovani bulli.
27. Moda etica, tecnologia e consumi di moda nella società di oggi.
28. Chi ha paura dello psicologo?.
29. Pet live: animali domestici e dintorni (sondaggio).
30. Cultura della salute e testamento biologico (sondaggio).
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CITTADINANZA/SUDDITANZA -CITTADINI DEL MONDO.
31. I cittadini e la politica (sondaggio).
32. European day ovvero il lavoro a fattor comune.
33. Quando flessibilità è sinonimo di precarietà.
34. Gli immigrati nel mercato del lavoro. Occupazione, imprenditoria, caporalato.
35. Famiglie e banche: un rapporto quasi alla pari.
36. Ultime notizie dal crimine: ovvero delitti e territorio.
37. Guardo il mondo da un oblò: la vita nelle carceri italiane.
38. L'integrazione sociale dei cittadini diversamente abili.
39. Volontariato italiano: tra identità e futuro.
40. Il Sistema sanitario tra diagnosi e terapia.
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NORD/SUD LA DIS-UNITÀ D'ITALIA.
41. Unità d'Italia (sondaggio).
42. Nord e Sud a confronto: economia, mercato del lavoro, infrastrutture, welfare.
43. Federalismo fiscale: aspetti quantitativi e simulazione dei fabbisogni standard.
44. I distretti industriali in Italia. Una sfida continua.
45. Il rapporto tra banche e Pmi.
46. A difesa dell'economia e del mercato.
47. L'Indice di rischio usura: una mappa dell'Italia.
48. Indice di penetrazione mafiosa.
49. Dentro la Lega.
50. L'emigrazione italiana: vado, torno, resto?.
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UOMO/DONNA – UN UNIVERSO INCONCILIABILE O UN'UNIONE POSSIBILE?.
51. Casalinghi disperati, tra vecchi stereotipi e nuove responsabilità (sondaggio).
52. Uomini davanti allo specchio: la crescente attenzione maschile all'estetica.
53. Senza figli, quando la scelta è di rimanere in due.
54. Padri separati e famiglie monogenitoriali: i nuovi poveri.
55. Donne italiane, scalata al potere.
56. Donne e lavoro. L'impresa al femminile.
57. Persecutio temporum: l'arte (contemporanea) di fare la posta.
58. Depressione post-partum: dal baby blues all'infanticidio.
59. 1981-2011 Referendum sull'aborto, trent'anni dopo.
60. Odi et amo: il tormento degli assassini domestici.
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Scarica il Rapporto Italia 2011 in versione integrale.


19:52 – 01/10/10 – Perché la Scuola Sciopererà l'8 Ottobre.

Di Stefano d’Errico – Segretario Nazionale dell’Unicobas.

Con la cosiddetta “riforma epocale” della scuola superiore, da questo settembre hanno tagliato altri 41.200 posti (25.600 docenti e 15.600 amministrativi), dopo i 57 mila eliminati lo scorso anno. Vogliono distruggere la scuola pubblica distruggendo le risorse umane e negando normali apporti finanziari. Licenziano decine di migliaia di precari, dequalificano l’istruzione “flessibilizzando” i docenti perdenti posto, “riciclati” senza rispetto per le loro abilitazioni e per la qualità della didattica e negano il tempo pieno alle famiglie (cresciuto, ma in modo inadeguato alle richieste e stravolto nell’organizzazione didattica interna). In più, anche con la complicità di Cisl, Uil, Snals e Gilda, Berlusconi & C. hanno bloccato il contratto ed eliminato gli scatti d’anzianità, rateizzato il Tfr e avviato un nuovo stop ai pensionamenti. In tutta Europa, nonostante le note difficoltà finanziarie, nessun governo tocca la scuola, che anzi ottiene finanziamenti ulteriori.

In Italia, il paese che (come dimostrano i recentissimi dati Ocse) spendeva già la percentuale più bassa del prodotto interno lordo per istruzione, università e ricerca, vengono sottratti alla scuola 8,5 miliardi di euro. Il saldo è peraltro negativo anche sotto il profilo della qualità. Per la prima volta abbiamo un liceo scientifico privo del latino, una drastica riduzione dei programmi di storia nella Primaria, l’impoverimento generalizzato delle ore di italiano, il taglio delle ore di laboratorio persino negli istituti tecnici e nei professionali. Il “governo delle tre i” ha addirittura ridotto l’informatica e fatto sparire il bilinguismo nella media di primo grado. Questa è una scuola minimalista: una vera condanna per un paese ove il 47 per cento della popolazione in età lavorativa ha al massimo la terza media (dati Istat).

Per quanto riguarda la crisi, la paghi chi l’ha creata! Né può accettarsi il massacro del futuro del paese dopo i regali fatti agli evasori con il condono dello scudo fiscale o l’acquisto di 131 cacciabombardieri F-35, 100 elicotteri NH90 e altri 121 caccia Eurofighter, che costano da soli 29 miliardi di euro (4 in più dell’intera manovra di Tremonti).

Domenica 26 settembre, a Roma, nei locali del teatro Volturno si sono incontrati i comitati dei precari in lotta e le realtà dei genitori sorte in difesa della scuola pubblica, nonché i rappresentanti di pressoché tutte le realtà studentesche, provenienti dalle principali città italiane. L’invito all’assemblea era esteso anche ai rappresentanti dei sindacati di base della scuola pubblica e alla Flc-Cgil. La maggior parte degli interventi ha indicato nell’8 ottobre la data sulla quale far convergere sia le manifestazioni studentesche (già previste) sia la giornata di sciopero del settore.

Noi manifesteremo con loro. Per le vie della capitale l’Unicobas, i Coordinamenti precari, l’Unione sindacale italiana (Usi) e l’Unione degli studenti promuovono la manifestazione più importante che, con concentramento alle ore 9.00 dal Piazzale dei Partigiani (Piramide) svilupperà un corteo che arriverà ad assediare il Ministero occupato da Mariastella Gelmini in viale Trastevere. Qui terremo dalle 12.00 una grande assemblea pubblica. Nella stessa data la Cgil ha indetto uno sciopero orario. Invitiamo la Confederazione a trasformarlo in uno sciopero unitario proclamandolo come noi per l’intera giornata e a scendere in piazza insieme. Sarà una grande giornata di lotta.

12:48 – 19/09/10 – Capire gli Italiani in Italia…

Di Aldo Mencaraglia

Oggi mi sono svegliato e come ogni giorno la prima cosa che faccio è approvare i commenti che arrivano durante la notte. Mi sono girate le scatole leggendo un commento fatto a questo articolo (lascio a voi indovinare quale) e ho comunicato su Twitter la mia delusione e rabbia.

Mi sono arrivati moltissimi commenti di sostegno. Grazie a tutti!

In particolare mi ha scritto Fabio che mi ha fatto capire molto meglio la possibile genesi di certi commenti. Gli lascio la parola.

Aldo non ti arrabbiare!!! :D

Il vero problema è che l’Italia sta davvero andando a rotoli, aggiungi una giornata di cacca come la mia di oggi e il commento di Angelo è automatico.

Aldo fai un lavoro preziosissimo per tutti noi, credimi, ma quando sei arrabbiato perchè ti è andata male, hai solo invidia degli altri che ce l’hanno fatta…

In realtà, probabilmente, non abbiamo lo stesso spirito di avventura, l’ambizione, la grinta e la voglia di farcela di tanti di quelli che spiccano sugli altri.

Ti porto il mio esempio personale: come forse ricordi sono stato a Perth, nel 2008, ho fatto un corso di inglese e poi,ho deciso di tornare in Italia.

Questo perchè?!? Sono un ragioniere ed il mio titolo di studio “non” è accettato in Australia e comunque, il mio livello di Inglese, non è talmente alto, anche se buono, per intraprendere una carriera di questo tipo.

Credimi Aldo, in una giornata come quella appena finita, la voglia di prendere e ritornare in down unda, è tantissima…

Ma quale futuro?!!? è difficile e non voglio trovarmi senza soldi e dover chiamare mammina e papino per farmi pagare il biglietto di ritorno… vorrei farcela da solo e senza raccomandazioni… e credimi, per arrivare a quel punto, bisogna ingoiare tanti, ma tanti, ma tanti rospi……..

In Italia, nonostante tutto (E SONO FORTUNATISSIMO!!!!) ho un buon lavoro, ho tessuto una rete di conoscenze (positive, non da raccomandato) che mi aiutano e sono stimato… in Australia dovrei ricominciare da zero, magari come barista…

Beh, non è facile! sia sotto un profilo economico, sia sotto un profilo di feelings… con questo intendo il fatto che la mia vita non può funzionare bene se il mio lavoro non mi soddisfa… ed il barista lo posso fare per un po’ di tempo, poi starei male! e nota bene, non denigro i baristi o chi va a zappare nei campi!!! massimo rispetto! semplicemente so di essere bravo nel mio lavoro e il mio lavoro mi rende felice! quello che non sopporto più è il clima italiano, la politica italiana, la burocrazia italiana, lo spirito italiano….

Sventoliamo tanto la bandiera del Made in Italy come qualcosa di pregiato, ma se vai a fare un’intervista gli Italiani non si sentono più Italiani, o meglio, non si identificano come tali! tiriamo fuori la bandiera solo per i mondiali di calcio o per vendere un prodotto fatto in Cina con un ricarico del 5000% sul costo reale, perchè poi ci attacchiamo l’etichetta a Milano……..

è questo che ci delude e ci vuol far scappare di qui! ci stanno tutti prendendo prendendo in giro e probabilmente non siamo sufficientemente bravi o arguti da ribellarci al sistema…. anche se il sistema lo creiamo noi con i nostri modi burberi…………..

Aldo, tante volte, è bello sentire le storie di questa gente che ce l’ha fatta, che stimo e che ha tutto il mio rispetto, ma, tante volte, sono anche delle coltellate al cuore…. perchè lui ce l’ha fatta ed io no?

Torno al mio esempio personale, paragonato alla tua storia: tu hai frequentato le superiori a Torino e poi sei andato a Londra…. Io volevo fare il quarto anno di superiori all’estero, ma i miei non hanno voluto (e non perchè economicamente non potessero sostenere la cosa, ma perchè non lo ritenevano una saggia scelta per me!!!!!!)…. poi mi sono iscritto all’università dopo avere superato il test, ma non volendo dipendere economicamente dai miei genitori, ho preferito rinunciare e iniziare a lavorare….

Bene, supponendo di essere nati nello stesso periodo e paragonando le nostre storie, è ovvio, che tu, parti avvantaggiato, all’ingresso del mondo del lavoro, poichè parli inglese alla perfezione, hai un titolo di studio conseguito all’estero… io sono solo un misero ragioniere che parla un inglese decente… eppure, anche io, economicamente parlando (grazie ai miei genitori), avrei potuto intraprendere una carriera accademica come la tua…. ma non è stato così… e quindi, ti arrabbi con chi ha avuto più opportunità di te (o che forse è più sveglio di te e le ha sapute cogliere!), anche se non è giusto!

è questo il vero problema!

ti saluto e grazie ancora per il tuo servizio…. questo weekend mi scarico la guida della Lea… vediamo se questa mi aiuta! ;)

ciao e buona giornata…. ora è meglio che vada a letto, se no, domani mattina, chi mi tira più fuori dal letto??!

Fabio

Fabio, grazie mille della testimonianza, mi è utilissima per capire la tua (vostra) situazione in Italia e ne terrò conto nello scrivere gli articoli futuri!!

E voi, cosa ne pensate?

17:33 – 13/09/10 – Il Lavoro del Futuro si Trova Studiando all'Estero…

Di Andrea Mencaraglia by ItaliansInFuga

Andrea Nervegna ha appena completato un MBA in Biotecnologie a Dundee, Scozia. Uno dei settori destinati ad esplodere nel futuro prossimo e ad offrire opportunità a chi studia presso i centri di eccellenza ed è pronto ad andare dove il lavoro esiste.

Ci descrivi il tuo background accademico in Italia?

Mi sono laureato presso l'università dell'Aquila nel luglio 2008 in Biotecnologie Farmaceutiche dopo 40 esami (2/3 inutili e ripetitivi) e la maggior parte di questi orali (il che implica risultati non equi, giudizi personali a seconda dell' esaminatore).

Cosa ti ha spinto a pensare all'estero?

La mancanza assoluta di etica da parte dei docenti, scarsissima serietà di molti ricercatori, 40 esami inutili di cui non ricorderai nulla perché il mondo del lavoro è un'altra cosa, zero pratica (oppure 30 persone in un laboratorio a lezione). La voglia di essere giudicato per quel che veramente valgo.

Quale era la tua conoscenza dell'Inglese prima di partire?

Decente, la musica mi ha aiutato molto in questo senso sin da quando ero molto piccolo. Ma appena arrivato nello studentato, gli unici a parlare peggio erano i francesi/forse gli spagnoli. Tedeschi eccellenti ma c'è un motivo: l'esame di inglese è fondamentale per la carriera universitaria in Germania. Fallisci 3 volte, puoi dire addio all'università. Noi invece siamo come le pecore. Lo lasciamo all'ultimo ed è di una facilità imbarazzante.

Ci racconti del progetto che ti ha portato a studiare in Scozia?

Il progetto faceva parte della tesi sperimentale del quarto anno (BSc H). Appena arrivato non nascondo di essermi vergognato. I ragazzi in UK a 20 anni sanno già lavorare in totale autonomia nei laboratori in quanto vi entrano già dalla high school. è stata dura imparare tutto in una volta. Ringrazio l'università italiana per questo. Non di certo era colpa mia. Ma alla fine è andata benino, nonostante molti intoppi.

Ci descrivi l'MBA che hai conseguito?

MBA in Biotecnologie presso la Dundee School of Managers è l'unico MBA di questo tipo in UK finora in quanto Dundee è un punto di riferimento per le Life Sciences. Basti pensare che la University of Dundee nel 2010 si è classificata prima nel mondo per numero di pubblicazioni rilevanti su top scientific journals, ad esempio Nature, Science ecc lasciando dietro di molto le più blasonate Harvard & Co. L'MBA che ho appena concluso è assolutamente di primo ordine nonostante i costi di accesso più contenuti. Il programma di studi è identico a qualsiasi altro MBA col grande vantaggio di poter scegliere nel secondo trimestre una sorta di ulteriore percorso ad hoc (e.g. MBA finance, MBA marketing, MBA biotecnology ecc). Ottimo davvero, ambiente internazionale, ottimi Lecturers.

Ci dai un'idea dei costi legati a studiare per un MBA a Dundee?

Un MBA a Edimburgo costa 22.300 sterline. Un MBA a Dundee circa 9000. Una bella differenza per uno come me che non è figlio di papà. Mai avrei potuto frequentare la Bocconi ecc. Qualcuno può dire ci sono MBAs ed MBAs, chi la conosce Dundee!??. Niente di più sbagliato. Per una persona che vuole costruirsi un futuro da manager nel settore farmaceutico/energie rinnovabili ecc a mio avviso è perfetto. Ovviamente il discorso vale per un MBA Biotechnology in quanto, come accennato precedentemente, Dundee rappresenta IL polo per le biotech in Scozia e non solo.

Quali ti sembrano le prospettive di lavoro una volta ottenuto un MBA?

Vedremo ora se il mio investimento darà i suoi frutti (specie nel lungo termine). Se c'è una cosa che ho imparato quest'anno è proprio quella di pensare e agire investendo nel domani. Sono già stato invitato per 2 colloqui e non mi sono ancora ufficialmente laureato (se ne parla a Novembre). Torno proprio da un colloquio presso la SDI (Scottish Development International, Glasgow). Mi do 6 mesi di tempo e poi vedremo il da farsi. Non ho problemi a trasferirmi in US o a lavorare anche nei mercati asiatici.

Voglio lavorare in un contesto internazionale. Vedremo. Per ora le prospettive sono medio/buone. Ma molto dipende dalle scelte personali. Il mio MBA project, per esempio, riguarda l'idea di introdurre biocarburanti in UK sfruttando l'infrastruttura esistente della alcohol Industry (distillerie, birrerie) per produrre bioetanolo mediante batteri/lieviti geneticamente modificati. In questo modo, ho allargato il mio raggio di interesse oltre la solita industria farmaceutica, prospettando un futuro lavoro nel settore delle energie rinnovabili che, a mio avviso, rappresentano il futuro del business mondiale. E fidatevi, le Biotecnologie giocheranno un ruolo di primo ordine in tutto ciò. (e.g. 600m$ partnership tra Exxon-Mobile e Synthetic Genomics del Dr. Venter per produrre biocarburanti di terza generazione tramite alghe sintetiche)

Tornerai in Italia?

Mai dire mai. Non credo sia molto intelligente fare discorsi a priori. Ieri ho compilato una application per la Menarini come Junior Project Manager con sede lavorativa a Firenze. Speriamo solo che la mia email verrà visionata. In UK, ricevi una mail sia per il no, sia per il si. In Italia sappiamo tutti come funziona. Si va avanti a raccomandazioni e il sistema è di tipo gerarchico. La tua email entra in un buco nero se non è EVIDENZIATA. Ci siamo capiti.

Io credo che un ragazzo pieno di idee ed energie con esperienza internazionale di 2 anni vada preso in considerazione. Potrebbe veramente fare la differenza sul posto di lavoro. Poi non possiamo pretendere troppa serietà da un paese che ha insegnato anche la criminalità al mondo intero con un tasso di corruzione oltre ogni logica. Ecco perché per ora rimango dove sono. Dove so di poter partire alla pari con gli altri e trovare un lavoro grazie alle mie sole capacità. è appagante e stimolante.

Consigli a chi sta pensando di seguire le tue orme?

Fatelo. Non ve ne pentirete. Allo stesso tempo voglio sottolineare che essere un Italiano in fuga ha grossi costi in termini di vita privata e affetti. Nono sono rose e fiori, perché siamo abituati al bel tempo, alla bella gente, alla buona cucina, alla bella casa. La parola d'ordine è adattamento. Se saprete adattarvi, farete la differenza. Altrimenti, meglio tornare a casina da mammina.

Volete essere giudicati per quello che realmente valete? Fate i bagagli al più presto.

Volete rimanere a piangervi addosso perché c'è la crisi? Fate pure, ma vi assicuro che fuori il mondo va avanti, e anche molto velocemente.

Se rimanete indietro, nessuno vi porgerà una mano per aiutarvi. DOVETE CREDERE IN VOI STESSI. Solo così vedrete più lontano e più chiaramente.

Grazie Andrea del contributo e buona ricerca lavoro!

Fonte: ItalianSinFuga.

13:28 – 11/09/10 – Uno Sguardo sull'Istruzione: Indicatori OCSE 2010.

Uno sguardo sull’istruzione: indicatori OCSE.
Uno sguardo sull’istruzione: indicatori OCSE.

Nell’area OCSE, i governi stanno cercando di rendere più efficace il sistema di istruzione e al contempo di accedere a risorse supplementari che permettano di rispondere alla domanda crescente in materia.

L’edizione 2010 della pubblicazione intitolata Education at a Glance: OECD Indicators offre ai vari Paesi l’occasione di riflettere sulla loro performance in un’ottica comparativa. Vi si trova una vasta gamma di indicatori aggiornati e comparabili relativi ai diversi sistemi che rappresenta il giudizio condiviso dei professionisti del settore sulle modalità con cui misurare la realtà attuale del panorama dell’istruzione su scala internazionale.

Gli indicatori mostrano quali sono i soggetti coinvolti nel settore, quanto vi si spende e come operano i sistemi di istruzione. Illustrano inoltre un’ampia gamma di risultati ottenuti attraverso il paragone, ad esempio, tra le prestazioni degli studenti in aree specifiche e l’impatto dell’istruzione sui livelli di retribuzione e sulle opportunità di impiego degli adulti.

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