10:53 – 21/09/11 – Cittadinanzattiva, in Italia la scuola cade a pezzi..

O quasi. I tagli hanno aumentato il numero di allievi per classe e impediscono la manutenzione degli edifici. Ecco il IX Rapporto di Cittadinanzattiva, “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”

Cittadinanzattiva ha presentato oggi a Roma il IX Rapporto “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”, nato dall’indagine su 88 scuole appartenenti a 13 Province di 12 Regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La fotografia delle aule del Belpaese le mostra malmesse, degradate, e negli anni sempre più sovraffollate, insomma da bocciare per i numerosi distacchi di intonaco (rilevati nel 18% delle classi), la presenza di altri segni di fatiscenza (30%), le finestre rotte (23%), l’assenza di tapparelle o persiane (56%), i pavimenti sconnessi (21%), banchi e sedie rotte (rispettivamente nel 13% e nel18% dei casi), la presenza di barriere architettoniche (9%). Un vero pericolo. Il 28% degli edifici scolastici, inoltre, è del tutto fuorilegge, perchè privo delle certificazioni e dei requisiti di base previsti dalla legge sulla sicurezza (81/08, ex 626/96).

A questi dati si aggiunge l’aumento del numero di studenti per aula (dovuto ai tagli della riforma Gelmini) che non fa che aggravare la situazione. Dal Rapporto emerge che le classi con più di 30 alunni sono 21 su un totale di 1234, ossia l’1,7%. E ancora la riforma è all’inizio, riguarda cioè solo le classi del biennio delle scuole superiori secondaria, i tagli (comprensivi dell’aumento di allievi per classe) continueranno.

Il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato che, quest’anno, il numero di classi oltre i parametri stabiliti è pari a circa lo 0,6% delle aule. In percentuale il dato non colpisce più di tanto, ma trasformato in valore assoluto su circa 370.000 aule quelle con più di 30 alunni ammonterebbero a 2.220, per un totale dunque di oltre 66mila studenti!
In tante scuole gli alunni sono stipati in aula come sardine, con effetti deleteri sulla vivibilità, sulla didattica ed anche sulla sicurezza. Come emerge da questa indagine, infatti, l’88% delle aule non ha porte antipanico e le scale di sicurezza risultano assenti, in tutto o in parte, nel 22% delle scuole a più piani. Ci preoccupa, dunque, quello che potrebbe accadere se da queste scuole fosse necessario uscire in fretta in caso di emergenza.

SENZA CERTIFICAZIONI, SENZA MANUTENZIONE: LA SICUREZZA NON ABITA A SCUOLA

Distacchi di intonaco, mancanza di certificazioni, scarsa manutenzione. Gli edifici scolastici sono in pessimo stato.

Partiamo dalle certificazioni: meno di 1 scuola su 2 fra quelle monitorate possiede il certificato di agibilità statica (41%). A rendere più grave la situazione il fatto che il 42% delle scuole del campione si trova in zona sismica e che lo stato della manutenzione lasci piuttosto a desiderare. La percentuale è quasi la stessa nel caso della certificazione igienico- sanitaria, presente solo nel 40% dei casi.

Il dato più grave è quello relativo alla certificazione di prevenzione incendi: ne è provvista soltanto poco più di una scuola su 4 (28%). Sulla base dei dati del Ministero, emerge che Calabria e Lazio sono i due fanalini di coda nel possesso delle certificazioni: nel Lazio solo il 25% delle scuole possiede il certificato di agibilità statica, il 16,7% quello di agibilità igienico-sanitaria, il 22,2% quello di prevenzione incendi. In Calabria ad essere in regola con la certificazione di agibilità statica è il 35,1% delle scuole; con la certificazione igienico-sanitaria il 33,9% e con quella di prevenzione incendi solo il 10,4%.
Ritornando ai dati del IX Rapporto di Cittadinanzattiva, in ben 17 scuole sono state rilevate lesioni strutturali. I distacchi di intonaco interessano invece principalmente corridoi ed ingressi (24%), aule e laboratori scientifici (18%), palestre e segreterie (17%), mense e sale professori (15%), bagni (13%), aule computer e biblioteche (5%).

L’indagine sottolinea, inoltre, il deficit di manutenzione (34% delle scuole) e la necessità di interventi manutentivi ordinari (89% dei casi) e di manutenzione straordinaria (31%). Questa situazione è determinata anche dall’età avanzata degli edifici scolastici: il 70% del nostro campione risale a prima del 1974. La percentuale nazionale supera il 50%.
La situazione si aggrava ulteriormente perché gli enti proprietari non riescono ad intervenire in tempi accettabili. I Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione intervistati hanno risposto che, in caso di richiesta di interventi urgenti, una volta su tre l’Ente proprietario non è mai intervenuto.

POCA TUTELA PER GLI ALUNNI DISABILI
L’insicurezza delle scuole si ripercuote sugli alunni disabili, come più volte hanno affermato ad alta voce le associazioni dei portatori di handicap.
Alcuni dati del IX Rapporto: su 29.128 studenti, 545 sono disabili. Il numero degli insegnanti di sostegno è pari a 270 su un totale di 3.248 docenti, con un rapporto tra alunni disabili ed insegnanti pari al 2,1 al Nord, 2,7 al Centro e 1,5 al Sud ed isole, sostanzialmente in linea con i dati del Ministero che, per il 2010, indicano un rapporto di 2,21 al Nord Ovest, 2,09 nel Nord Est, 2,23 al Centro, 1,79 al Sud e 1,76 nelle Isole.
Nel 13% delle scuole esaminate da Cittadinanzattiva, esistono barriere architettoniche che rendono impossibile lo spostamento dei disabili in vari luoghi dell’edificio: i cortili (17%), le palestre (15%), l’ingresso (13%), seguiti dai laboratori scientifici, le mense, le segreterie, le aule degli studenti ed i bagni, tutti con il 9%. Chiudono la classifica le aule computer (4%), la sala professori e la biblioteca con il 3%. Soltanto l’11% delle scuole dispone di un’apposita entrata priva di ostacoli. Gli edifici situati a piano terra sono l’8% dei casi; quelle che dispongono di ascensore sono il 61% ma nel 7% dei casi l’ascensore non è funzionante.

TAGLIO AI BILANCI? BAGNI SEMPRE PIÙ SPORCHI

La circolare emanata dal MIUR nel dicembre 2009 (n. 9537) continua a provocare grossi problemi sul pagamento delle supplenze, il regolare svolgimento degli esami, l’acquisto della cancelleria, e ha comportato anche una riduzione del 25% delle spese per personale addetto alle pulizie delle scuole.
Inoltre, il taglio del bilancio di ciascuna scuola incide in modo consistente sull’acquisto di prodotti come il sapone, gli asciugamani, la carta igienica che già prima della Circolare erano assenti in gran parte delle scuole.
Particolarmente deficitaria la situazione dei bagni, al vertice della hit degli ambienti più sporchi: nel 32% manca la carta igienica, nel 42% è assente il sapone, il 63% è sprovvisto di asciugamani.

LE PALESTRE, COSÌ POCHE, COSÌ MAL MESSE
Come ogni anno, registriamo dati negativi sul tema delle palestre. Ben 31 scuole sulle 88 monitorate, dunque il 35%, non dispone di una propria palestra.
Laddove presenti all’interno dell’edificio scolastico, le palestre rivelano condizioni di insicurezza e invivibilità: segni di fatiscenza (22%), mancanza della cassetta di pronto soccorso (sempre nel 22% dei casi), distacchi di intonaco (17%), attrezzature danneggiate o altre fonti di pericolo (16%).

CONTESTO AMBIENTALE A RISCHIO. E GLI INCIDENTI AUMENTANO
Il 10% delle scuole è stato interessato da episodi di criminalità nei pressi dell’edificio, il 5% addirittura al proprio interno; l’8% da fenomeni di bullismo e il 39% da atti vandalici. Questi dati ci sono stati forniti dal Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione o dal Dirigente Scolastico e dunque immaginiamo che ben più elevato sarà il numero di episodi dovuti a comportamenti violenti di diversa gravità che si consumano spesso di nascosto o che vengono occultati e minimizzati.

Alcuni dati, correlati a questo, fanno riflettere: è vero che il 90% delle scuole monitorate adotta sistemi di vigilanza all’ingresso dell’edificio, ma oltre la metà (60%) non adotta lo strumento più semplice che è quello di chiudere i cancelli anche durante l’orario scolastico.
Il numero degli incidenti a scuola è in aumento rispetto allo scorso anno, come denunciano i dati INAIL: nel 2010 hanno coinvolto 98.429 studenti, (nel 2009 erano 92.060) e 14.735 insegnanti (nel 2009 erano 14.239).
Anche dal IX Rapporto di Cittadinanzattiva emergono dati allarmanti: i Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione di 55 scuole hanno segnalato 445 incidenti, di cui 396 accorsi a studenti. Tra le cause più importanti, in ordine di frequenza: le cadute durante le attività sportive, le cadute accidentali, malori improvvisi o legati a patologie, le cattive condizioni di arredi e mobili, le cattive condizioni degli infissi, l’uso improprio o scorretto delle attrezzature.
A proposito di incidenti, l’indagine rivela, tra l’altro, che le scuole non sempre sono attrezzate per rispondere alla prima emergenza: il 24% dei laboratori scientifici e il 22% delle palestre è sprovvisto delle elementari cassette di pronto soccorso.

OK LA PREVENZIONE, DA ESTENDERE ANCHE ALLE FAMIGLIE
É uno dei dati migliori del Rapporto 2011. Le prove di evacuazione vengono realizzate con regolarità nel 95% dei casi, un dato in costante aumento rispetto agli anni precedenti.
Le attività di prevenzione, tuttavia, vanno estese alle famiglie coinvolgendole nella conoscenza e nella formazione rispetto ai rischi (naturali e non) presenti sul proprio territorio. Infatti, dall’indagine risulta ancora assai limitato il coinvolgimento delle famiglie nei diversi percorsi riguardanti la sicurezza: solo nel 44% dei casi la scuola, per esempio, fornisce informazioni sulle procedure di sicurezza e di primo soccorso.
Per questo si è scelto di dedicare la IX Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole (25 novembre 2011) ai “Genitori a scuola di sicurezza”. Oltre alle attività di informazione e formazione sul tema della sicurezza, con la Giornata del prossimo 25 novembre si punterà a coinvolgere anche le famiglie.

COSA CHIEDE Cittadinanzattiva: ANAGRAFE, REGOLAMENTO ATTUATIVO DELLA LEGGE, FONDI
Anagrafe subito. L’Anagrafe dell’edilizia scolastica va resa nota subito. Senza una completa e aggiornata mappatura dello stato degli edifici scolastici italiani, è impossibile passare dall’emergenza ad una vera programmazione degli interventi.
Regolamento attuativo della legge 81/08. Va rimesso mano ad un regolamento attuativo della legge 81/08, che prenda in considerazione quegli aspetti della legge che non tengono conto delle peculiarità degli ambienti scolastici, non considerabili alla stessa stregua degli altri ambienti lavorativi. In particolare, il regolamento attuativo dovrebbe indicare con chiarezza, competenze, obblighi, funzioni e responsabilità dei diversi soggetti coinvolti in materia di sicurezza scolastica; inserire l’obbligo, per l’ente/soggetto proprietario, di aggiornare in maniera costante i dati relativi alle condizioni strutturali e non degli edifici scolastici; individuare un referente degli studenti per la sicurezza; omologare gli studenti ai lavoratori non soltanto quando si fanno ”uso di laboratori, attrezzature di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici ivi comprese le apparecchiature fornite di video terminali”, al fine di garantirne adeguata tutela nel caso di incidenti a scuola.
Fondi. E’ urgente definire l’effettiva entità dei finanziamenti necessari per l’edilizia scolastica ed occorre dare organicità e stabilità nel tempo ai finanziamenti stessi attraverso un piano quinquennale basato, anzitutto ma non esclusivamente, sui fondi ordinari. Innazitutto vanno utilizzati quelli già disponibili (circa 420 milioni di euro dei Fondi FAS, circa 220 milioni di euro dei Fondi strutturali Europei).
Chiediamo inoltre, in nome della autonomia scolastica, l’affido dei fondi e delle funzioni legati alla manutenzione ordinaria, direttamente alle scuole. Crediamo, infine, che l’apertura ai soggetti privati, senza una deriva verso la vecchia proposta del Governo di creare una ‘Scuola Spa’, sia un terreno nuovo, sul quale occorre sperimentare, alla ricerca di soluzioni innovative.

Scarica il IX° RAPPORTO – Sicurezza qualità e comfort degli edifici scolastici – 2011

Scarica i Video sulla Sicurezza Scolastica.

16:10 – 09/09/11 – Classi-Pollaio: Sentenza TAR MOLISE…

[A cura di Ioannis Lioumis.] – Il 31 agosto scorso è stata depositata una importantissima ordinanza (n. 163) con sospensiva del TAR Molise che lega il numero degli alunni delle classi alla edilizia scolastica ovvero alla effettiva grandezza delle aule.

L'Ufficio scolastico regionale del Molise aveva proceduto ad accorpare la ex classe V ginnasio sez. D del Liceo classico “M. Pagano” alle altre sezioni A B e C, eliminando di fatto (per l'anno scolastico 2011/2012) la stessa sezione D per la classe I liceo, mantenendo solo tre classi prime liceali (sez. A, B e C) anzi che quattro, ciascuna con 29 alunni.

Il provvedimento è stato impugnato da vari genitori di alunni che avevano frequentato, nello scorso anno scolastico, la classe seconda (o quinto ginnasio) sez. D del Liceo classico “M. Pagano”, i quali si sono affidati agli Avvocati Michele Coromano e Marcella Ceniccola, per scongiurare il pericolo della soppressione della classe.

Pericolo che è stato fortunatamente scongiurato, in quanto i giudici amministrativi hanno riconosciuto che il provvedimento, disposto in virtù del D.P.R. 20 marzo 2009 n.81, non rispetta le norme igieniche e di sicurezza in conseguenza del sovraffollamento delle classi. Tale ordinanza stabilisce inoltre che l'ufficio scolastico regionale è obbligato a verificare preventivamente il rispetto delle norme igieniche e di sicurezza delle scuole, anche in presenza di possibili inadempienze imputabili a province e comuni quali enti responsabili della fornitura e manutenzione degli edifici scolastici.

È una sentenza importantissima che permette di impugnare (ed anche diffidare gli USR) direttamente le lettere degli Uffici scolastici regionali del MIUR che autorizzano le classi pollaio, ovvero classi formate con più di 25 alunni a prescindere dalla grandezza reale dell'aula, o anche classi con meno di 25 alunni che non rispettano l'indice individuale/alunno di 1,80 mq netti per materne, elementari e medie e 1,96 mq netti per le superiori.

Ioannis Lioumis

PS: Tra qualche giorno potrete segnalare eventuali accorpamenti tramite un numero verde che metterà a disposizione il codacons.

Scarica la sentenza n. 163.

18:05 – 25/03/11 – Cara Gelmini ti Scrivo…

E più forte ti scriverò...
E più forte ti scriverò...

Di Adriana Bizzarri.

Oltre alle consuete domande che le vengono sottoposte normalmente e non avendo la possibilità di rivolgergliele direttamente, le vorremmo sottoporre alcune questioni estremamente concrete ma ancora irrisolte.

Aule sovraffollate sì, aule sovraffollate no?
Lo scorso 4ottobre ha dichiarato che il fenomeno delle classi sovraffollate sarebbe di modeste dimensioni in quanto rappresenterebbe solo lo 0,4% del totale delle classi e che quelle sovradimensionate, ovvero con 30 o più alunni, riguarderebbe soprattutto le scuole secondarie di secondo grado.
Ammesso e non concesso che sia così (perché i dati sono quelli resi noti dal Ministero e non c'è modo di verificarne la loro attendibilità) il Ministro sa che lo 0,4% delle classi corrisponde a 1.500 classi per un totale di 45.000 studenti circa? Anche se il numero delle classi in soprannumero non fosse maggiore di questo, rimane grave il fatto che 45.000 ragazzi debbano frequentare aule non a norma per la prevenzione degli incendi, invivibili e inadatte a garantire le condizioni minime di apprendimento. Per questo Cittadinanzattiva proseguirà la sua indagine annuale sugli edifici scolastici e, sulla base di segnalazioni di genitori e di insegnanti e dei dati raccolti, presenterà, forse, una realtà un po' diversa, addirittura più grave di quella sopradetta.

Fondi straordinari o fondi ordinari per la sicurezza delle scuole?
I fondi FAS già stanziati prevedono, complessivamente un miliardo di euro per interventi straordinari di messa in sicurezza nelle scuole suddivisi in più anni. Il primo stanziamento ha riguardato le scuole dell'Abruzzo (250 milioni), la seconda parte è stata ripartita su 1700 scuole in tutta Italia. Stanziamento, però, non significa erogazione effettiva ed esecuzione dei lavori. Quindi è anche possibile che laddove i fondi siano stanziati, le scuole non ne abbiano ancora usufruito. Manca, però, una parte di quello stanziamento. Per questo le chiediamo: quando sarà possibile utilizzare l'ultima parte dei fondi FAS per mettere in sicurezza le scuole più degradate? Secondo quali criteri? Le regioni del Sud avranno almeno in questo terzo stralcio la priorità, dal momento che le scuole peggiori si trovano nelle regioni meridionali e nelle isole e che questi fondi erano in origine ad esse destinati?
Perché non sono stati previsti neanche in questa finanziaria fondi ordinari per l'edilizia scolastica né per quest'anno, né per i prossimi? Non sarebbe ora di uscire dalla logica emergenziale per ripristinare, invece, una sana ed efficace programmazione pluriennale, che garantisca la messa in sicurezza di un numero significativo di edifici scolastici?
Ancora: molti Comuni, pur avendo fondi da spendere per le scuole non possono farlo per i limiti imposti dal patto di stabilità. Possibile che non si riesca ad escludere da questi vincoli alla spesa pubblica, pure necessari, gli investimenti sull'edilizia scolastica?

Anagrafe dell'edilizia scolastica? Cercasi
La legge n. 23 del 1996 aveva previsto anche l'istituzione dell'Anagrafe cioè la mappatura dello stato degli edifici scolastici. Molta acqua è passata sotto i ponti o, peggio, molte tragedie sono avvenute da allora: la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, la classe del Liceo Darwin di Rivoli, la Casa dello studente de L'Aquila.
Eppure, nonostante tutte queste vittime, anche a causa della mancata collaborazione di alcuni enti locali, si è arrivati, come affermato ufficialmente da Lei, ministro Gelmini, e dal Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture Mantovani, al raggiungimento dell'80% dei dati dell'Anagrafe.
E allora ci permettiamo di chiedere: come è stato possibile mettere insieme dati così disomogenei come quelli dell'Anagrafe e della Mappatura avviata nel 2008, rilevati in periodi e con metodologie così diverse? Chi li terrà costantemente aggiornati? Se è vero che i dati sono disponibili per l'80% delle scuole, perché non renderli consultabili a tutti? I cittadini (famiglie insegnanti, studenti) hanno il diritto di sapere in che stato sono gli edifici che frequentano!

Bilanci delle scuole in rosso?
Si è chiesta come mai i Dirigenti scolastici non riescano più a fare fronte alle spese di funzionamento ordinarie e alle supplenze? Semplicemente perché con l'ennesima circolare proveniente (n.9537 del 2009) sono stati effettuati tagli del 25% sui bilanci di ciascuna scuola. Senza contare che i crediti maturati dalle scuole verso il Ministero sono risultati solo parzialmente riconosciuti e soltanto quelli per le supplenze. Parliamo di 1 miliardo di euro che le scuole hanno anticipato, che alle scuole servivano, oltre che per le supplenze, anche per le pulizie esterne, per gli esami, per i materiali di cancelleria, di pulizia, di igiene (sapone e carta igienica, tanto per capirci). Perché meravigliarsi se i Dirigenti scolastici sono costretti ad aumentare la richiesta dei contributi volontari alle famiglie per supplire a questa riduzione e ad usarli con destinazioni diverse da quelle previste per legge? Perché stupirsi delle continue richieste da parte delle scuole alle famiglie di contributi in natura cioè in carta, penne, carta igienica, saponi, ecc? Possiamo sapere se quei crediti saranno mai interamente riconosciuti e restituiti alle scuole? Dal momento che, Ministro, Lei invoca la qualità del servizio scolastico come motivazione ai tagli dovrebbe spiegarci in cosa consista la qualità di istituti scolastici dove manca di tutto e dove le famiglie sono chiamate a pagare per le necessità più urgenti?

Cittadinanza e Costituzione: materia virtuale?
Dopo tanta enfasi e tanti annunci sul ripristino dell'ora di educazione civica denominata Cittadinanza e Costituzione, riconosciuta materia curricolare con tanto di valutazione, dopo appena un anno di sperimentazione, con la Circolare n.86 dell'ottobre 2010 è stata cancellata ed è tornata ad essere materia fantasma, o meglio, trasversalema nei fatti, di nuovo la cenerentola del curricolo scolastico. Perché questo improvviso dietro – front? Forse perché sono state diminuite le ore di insegnamento delle scuole secondarie e non si sarebbe saputo a quali insegnanti affidare questa materia? Forse perché nessun docente disponeva delle competenze richieste? E lo sappiamo tutti quanto bisogno ci sia di offrire una formazione civica di base ai giovani!

Perché non decolla la valutazione degli insegnanti e degli istituti scolastici?
Se fossimo nei Suoi panni vedremmo con preoccupazione il rifiuto, per non parlare di vero e proprio boicottaggio, della sperimentazione della valutazione da parte delle scuole e degli insegnanti avviata dal Suo Ministero nelle scorse settimane. Che la valutazione nel mondo della scuola sia indispensabile non c'è alcun dubbio e che la scuola opporrà resistenze al riguardo, pure.
Ma ci chiediamo: quanto sono stati coinvolti gli insegnanti e i loro sindacati nel processo che si intende avviare, data la sua importanza? Possibile che i tanti rifiuti a collaborare siano spiegabili solo con le resistenze ad essere valutati da parte degli insegnanti? Non ci sarà il timore che i fondi destinati ai meritevoli saranno prelevati dal blocco degli scatti di anzianità dei docenti?
Come vede gli interrogativi sono tanti e non possono essere ricondotti esclusivamente al problema di quanti sono gli insegnanti e quanto costano. La situazione è oggettivamente complessa come poche ma un consiglio appassionato ci sentiamo di darle: girare di più nelle scuole italiane, ascoltare insegnanti, personale ATA, studenti, vedere con i propri occhi ciò che accade e le condizioni reali in cui si studia e si lavora. Questo sarebbe davvero un modo concreto e sincero di amare il proprio paese ed anche la scuola pubblica italiana.

Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva

12:24 – 23/10/10 – Scuola Pubblica Vendesi?

Comprami, Io Sono in Vendita....
Comprami, Io Sono in Vendita....

L'ipotesi di una costituenda Scuola Spa è apparsa su alcuni quotidiani nei giorni scorsi ma non è stata seguita da dichiarazioni ufficiali da parte di nessuno dei tre Ministeri (Economia, Infrastrutture ed Istruzione) da cui sarebbe partita la proposta. Questa circostanza, già di per sé singolare, desta grande preoccupazione perché, alla luce di episodi precedenti (link all’elenco delle 12.000 scuole a rischio sicurezzalink all’elenco delle 2.400 scuole rischio amianto).

Si è visto come spesso trapelino notizie per le quali si aveva già pronto un piano di interventi e di finanziamenti non condiviso con i soggetti istituzionalmente preposti per competenze, regioni, province, comuni, men che meno con le famiglie e i ragazzi direttamente coinvolti.

Che cosa ci si propone con la scuola Spa? Di dar vita ad un soggetto misto, pubblico–privato, nazionale, che si occupi della gestione dell'edilizia scolastica ma anche della gestione di mense, corsi di formazione e aggiornamento. Per far questo i tre Ministeri starebbero lavorando ad un piano operativo e, forse, ad un testo legislativo che, entro la fine di ottobre, dovrebbe dare vita ad una Spa rilevando tutte le competenze, oggi proprie degli enti locali, riguardanti la proprietà, la costruzione, la manutenzione, la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

I fondi inizialmente a disposizione della Spa sarebbero quelli dell'ultimo stralcio dei fondi CIPE destinati all'edilizia scolastica, di circa 400 milioni di euro.

Tra le righe si parla anche del grave stato in cui versa l'edilizia scolastica al punto che sembrerebbe che 10.000 edifici scolastici sarebbero da demolire.

Alcuni elementi dell'operazione destano in noi molta preoccupazione.

Innanzitutto non è ammissibile scoprire per caso, da un articolo di giornale, che 10.000 dei 42.000 edifici scolastici pubblici dovrebbero essere demoliti, quando da anni aspettiamo di sapere quale sia la reale situazione e dimensione del problema, attraverso i dati dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica, di cui sembra che solo pochi abbiano il privilegio di conoscere i risultati.

In secondo luogo, non capiamo la necessità di ricorrere a strumenti straordinari e non avviare piuttosto, come avviene in tutti gli altri paesi europei, programmi decennali di edilizia scolastica, compartecipata, senza interruzioni e senza tentennamenti al di là del succedersi dei governi.

In terzo luogo, ci chiediamo come si possa conciliare l'avvento del federalismo nell'istruzione (ancora in gestazione) con atti che non solo centralizzano ma privatizzano beni pubblici preziosi e vitali come le scuole, togliendo di fatto a regioni ed enti locali i poteri di cui sono competenti per legge in materia di edilizia scolastica. E sicuramente gli stessi sarebbero ulteriormente penalizzati: con questa operazione dissennata, gli enti locali si troverebbero più poveri di quanto già non siano per aver perso un patrimonio inestimabile prima (gli edifici scolastici) e per dover pagare poi gli affitti degli immobili di cui attualmente sono proprietari. Sarebbe meno paradossale e più semplice lavorare sulla revisione dei limiti imposti dal Patto di stabilità, consentendo ai Comuni virtuosi di spendere quanto a loro disposizione e a quelli inadempienti di essere colpiti con sanzioni e azioni di surroga da parte del Governo centrale.

Che dire poi dell'oggetto dell'operazione: non si possono mettere sullo stesso piano edilizia scolastica e gestione delle mense, gestione del personale ATA e corsi di formazione e aggiornamento degli insegnanti. Ma non sarà che, in fondo, si considerano i bambini che mangiano, il personale docente che si aggiorna, il personale ATA che si professionalizza, al pari delle suppellettili e delle strutture scolastiche da aggiustare e rimodernare?

Per tutto questo la Spa non ci sembra la soluzione al problema. Ci sembra piuttosto la strada più breve e rapida per distruggere il bene pubblico scuola ed accelerarne la sua totale privatizzazione, accampando motivazioni legate all'urgenza e alla gravità della situazione.

Adriana Bizzarri .
Coordinatrice nazionale della Scuola di cittadinanza attiva
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Fonte: CittadinanzAttiva.

Vedi anche:
Speciale sulla Sicurezza nelle Scuole Italiane. (Dossier di articoli).
11:31 – 08/06/10 – Elenco Nazionale delle Scuole con Problemi di Sicurezza.
12:27 – 09/08/10 – Scuole a Rischio Amianto ma i Soldi per Bonificarle Spariscono…

15:58 – 25/09/10 – Sicurezza nelle Scuole: Perché il Volontariato è Importante.

Lamezia Terme da sempre si è distinta per l’impegno che ha profuso nel sociale: molte sono le associazioni che si adoperano, affinché molti problemi vengono portati all’attenzione di chi ha il compito (oltre che il dovere) di porre una soluzione.

Tra queste da anni si distingue Cittadinanzattiva, iniziando 30 anni fa il suo impegno nella tutela dei diritti degli ammalati, contribuendo in modo concreto a migliorare alcuni aspetti della nostra sanità pubblica, attraverso il Tribunale per i Diritti degli Ammalati.

Sulla stessa scia da quasi otto anni sta prendendo piede la Rete Scuola di Cittadinanzattiva, una rete appunto, del movimento che cerca con molta fatica ma con altrettanto impegno di promuovere la cultura della SICUREZZA degli edifici scolastici, attraverso il monitoraggio delle strutture presenti nel nostro territorio, effettuato dai nostri monitori civici, che vengono formati ogni anno. Persone che hanno scelto di mettersi a disposizione della società aiutando e collaborando con competenza, dedizione ma soprattutto serietà. Non si tratta di attività ispettiva, come molti erroneamente pensano, ma è una valutazione civica: un sistema di attività poste in atto dai cittadini per far valere, comunicare e definire il proprio punto di vista riguardo alle questioni di rilevanza pubblica e sociale, soprattutto quando riguardano la tutela dei diritti e la qualità della vita

Questa indagine che viene fatta in collaborazione di dirigenti scolastici ed enti locali, vuole evidenziare quelle situazioni di criticità a livello strutturale, di qualità, di prevenzione, di vigilanza e di organizzazione, delle nostre scuole e credeteci ce ne sono tante. Ma tanto è l’impegno che tutti ognuno per la sua parte, stiamo mettendo affinché si intervenga nelle situazioni più urgenti e si programmino gli interventi di messa in sicurezza o addirittura la costruzione di nuovi edifici: così come è successo con la ristrutturazione della Scuola dell’infanzia Leopardi, il trasferimento della Scuola primaria Donna Mazza, e lo stanziamento da parte del CIPE di €. 500.000,00 per la messa in sicurezza dell’ I.C. Fiorentino da noi segnalata lo scorso anno.

Anche quest’anno tutto si è svolto come sempre con la massima trasparenza e chiarezza: in tutta Italia sono stati monitorati 82 edifici scolastici ed in Calabria solo 14, 12 dei quali a Lamezia Terme. Un misero campione dicono i più, è vero anche perché questo dipende dalla poca disponibilità di alcuni Dirigenti a farci visitare le scuole; ma anche se il campione è esiguo ci fa capire che ogni anno abbiamo poco di nuovo.

E a queste scuole chiediamo: dove sono i certificati di agibilità? I certificati igienico-sanitari? Il certificato di prevenzione incendio? Le barriere architettoniche sono state completamente abbattute? I bagni per disabili? I laboratori e le aule computer sono sempre accessibili ai disabili? O sono sistemati ai piani superiori nonostante la scuola non sia dotata di ascensori o quando ci sono non funzionano? Gli idranti sono sempre collegati all’impianto idrico? Le porte sono tutte antipanico? Quante uscite di sicurezza sono sgombre da mobili o altro? Nelle scuole dell’infanzia i termosifoni sono protetti o incassati nel muro per evitare che i bimbi correndo possano sbattere contro? Le finestre sono scorrevoli o aprono all’interno dell’aula? Gli armadietti sono ben ancorati ai muri così da non cadere addosso agli alunni? Le finestre hanno vetri conformi? O un colpo di vento può frantumarli ferendo seriamente qualcuno? Purtroppo con questo tipo di domande potremmo continuare per un bel po’ e far capire che non basta far vedere una bella struttura per definirla effettivamente SICURA.

Vorremmo che i soggetti Incriminati rispondessero positivamente almeno alla metà di queste domande. Purtroppo siamo coscienti che non sono nelle condizioni di poterlo fare.

E ci indigna il fatto che della sicurezza delle scuole non interessi a molti: il problema principale è di proteggere e tutelare a tutti i costi l’immagine dei propri istituti. Eppure per la tragedia di Rivoli non è passato tanto tempo e non ha insegnato molto a parecchi!

Dobbiamo abituarci a guardare alle scuole come ad un bene comune da tutelare e consegnarle ai nostri figli nel migliore dei modi: esse non sono un bene privato.

La scuola è di tutti.

In ogni caso le nostre scuole non sono peggiori di altre , ma hanno ancora bisogno di tante cure ed attenzioni da parte di tutti noi: amministratori, genitori, insegnanti, dirigenti, semplici cittadini.

Ci è sembrato ingrato e semplice da parte di chi educa al vivere civile attaccare gratuitamente chi non vuole essere connivente, ma soprattutto non ci sembra giusto mortificare l’impegno di ognuno di noi il cui unico scopo è quello di mettere in luce delle criticità affinchè vengano risolte al più presto, senza danni per nessuno e senza chiedere in cambio nulla: a proprie spese.

Cittadinanzattiva ha sempre operato e risolto piccoli problemi in silenzio ed in punta di piedi facendosi notare solamente per gli argomenti concretamente affrontati.

Non abbiamo mai avuto bisogno di fare o creare scalpore.

Ma non saranno certamente questi incidenti di percorso che fermeranno l’impegno che Cittadinanzattiva ha preso nei confronti della comunità calabrese e soprattutto lametina.

L’indagine di quest’anno si concluderà con la Giornata Nazionale sulla Sicurezza delle Scuole a Novembre………..e a Gennaio 2011 ricomincerà il monitoraggio: saremo nuovamente presenti nelle scuole, come sempre a dare voce a chi non riesce a farsi sentire.

La Coordinatrice della Rete Scuola.

Annamaria Serratore.

09:39 – 10/09/10 – Dieci Domande per Te Posson Bastare…

Mary, rispondi, ti prego!!!

Ecco le 10 domande che l’Assemblea delle scuole milanesi rivolge al ministro dell’Istruzione:

1. Lei sa che i tagli alle elementari hanno cancellato qualsiasi possibilità di realizzare il vero tempo pieno, fatto di tempi distesi e di compresenze, di lavoro in piccoli gruppi, di progetti, di uscite e laboratori per favorire l’apprendimento di tutti?

2. Cosa risponde ai genitori costretti a pagare un contributo “volontario” di 130/200 € in scuole che vantano, nei confronti del suo Ministero, crediti di 130/200.000 €?

3. I paesi Ocse spendono in media il 5,7% del prodotto interno lordo per il sistema scolastico e l’Italia il 4,5%, come lo spiega?

4. Sa che le 10.000 assunzioni a tempo indeterminato di questo anno coprono una percentuale insignificante dei posti che ogni anno servono alla scuola?

5. Come mai non c’è un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità come prevede la legge, tanto che spesso questi alunni sono seguiti solo 4/6 ore a settimana?

6. Lei è al corrente del fatto che nelle scuola medie la sua manovra ha avuto l’effetto di cancellare laboratori di Arte, Musica, Tecnologia, Educazione fisica…?

7. Ritiene sia giusto rispettare la legislazione sulla sicurezza? Sa che le classi con un minimo di 27 alunni e un massimo di 35 per classe, imposte dalla sua manovra, sono proibite da norme vigenti che impongono un massimo di 25 alunni?

8. Aver cancellato le sperimentazioni nei Licei, ispirandosi alla riforma del 1923, risponde ad una esigenza di rinnovamento? Aver tolto ai Licei Artistici l’11% del tempo scuola e ai Linguistici il 17% equivale ad un “potenziamento dell’offerta formativa”?

9. Come giustifica l’aver ridotto drasticamente l’orario degli Istituti Professionali e Tecnici, tagliando su quelle materie che ha affermato di voler potenziare? Sa che le attività di laboratorio diminuiscono del 20/40%? Vuole che le forniamo le tabelle di confronto?

10. Quali motivazioni didattiche l’hanno spinta a eliminare ore di lezione, negli Istituti Tecnici e Professionali, anche nelle classi successive alle prime? Ritiene giusto che chi si è iscritto ad un percorso prima della “riforma”, scopra che è stato cambiato a metà strada?

Assemblea delle scuole del milanese